Monete locali

Ho appena finito di leggere “Local Money”, l’ultimo nato della collana Transition Books, e mi sembra un libro davvero utile che sento di consigliare caldamente a chi ha deciso di affrontare il tema della moneta locale.

Su Come Don Chisciotte (stan diventando più transizionisti di noi) trovate la traduzione in italiano dell’intervista Peter North (l’autore) tratta dal blog di Rob Hopkins.

Quello che mi piace di questo libro è che è stato davvero realizzato in puro spirito transizionista, mettendo bene in evidenza vantaggi, svantaggi, potenziale, limiti, successi e insuccessi dei vari tipi di approccio alla moneta locale tentati fin qui in varie parti del mondo e recentemente nelle città di transizione.

Una panoramica veloce, semplice, davvero utile, soprattutto se si volesse tentare l’operazione nella propria comunità. Questo libro non contempla l’esperienza dello SCEC italiano (che infatti non è una moneta locale, ma un circuito di scontistica), ma  sono uscito da questa lettura ancora più convinto delle grandissime potenzialità che l’approccio SCEC potrebbe avere.

Il mio consiglio è quindi: leggere questo testo per documentarsi (è in inglese al momento) e poi studiare il meccanismo sconti SCEC per fare gli opportuni confronti. Se vi vengono delle idee poi sentiamoci.

6 commenti
  1. Vania Castelvecchi
    Vania Castelvecchi dice:

    Lo SCEC può andare bene per…iniziare. Può servire per costituire la community di utenti, ma poi serve una VERA moneta.

  2. Tonino Perna
    Tonino Perna dice:

    Senza il sigillo di un’autorità locale, come un sindaco o un presidente di provincia, ecc. , rimane un’esperienza marginale . Molte di queste monete locali funzionano , infatti, come una card o buono/sconto. Solo se una autorità locale emette moneta e permette che si paghino con questa anche una parte di tasse locali, il circito si chiude.

  3. antonio
    antonio dice:

    sono di arcipelago scec e ho anche letto il libro citato, molto e rigorosamente scritto e penso che non poteva citare lo scec, perchè è un caso a parte. Forse sarò di parte, ma l’esperienza che facciamo e che parte dal basso, è abbastanza originale. Infatti, io penso a) che c’è la differenza fra una moneta locale e lo scec perchè (secondo me) questo posso definirlo complementare non locale, poichè le varie isole vanno ad unire internamente gli scambi e continuando questo processo potrà portare ad uno scambio sempre + frequente. b) vi sono oltre 2.600 imprese, ed alcune attività merceologicamente affini possono interaggire a livello regionale e nazionale. c) 5 progetti sono stati aperti ed altri 3 sono in cantiere legati allo scec su telecomunicazioni, energia, traffico, emporio e botteghe, compensazione fra imprese…Ecco che partire dal basso diventa una realtà concreta.

  4. antonio
    antonio dice:

    dimenticavo di scrivere che il IV municipio di Roma e a Crotone (comune e provincia) hanno aderito all’iniziativa dello scec

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