Educazione Democratica & Transizione – Report dal Devon

– Irene Stella, co-autrice del recente volume edito da Terra Nuova “Liberi di imparare“, racconta l’incontro tra le Transition Towns e i partecipanti all’International Democratic Education Conference, sotto gli alberi del Devon… –

In un posto incantevole tra gli alberi e i prati all’inglese del parco nazionale di Dartmoor nel Devon si sono ritrovati circa cinquecento (all’incirca per metà alunni e studenti) appassionati attivisti di educazione alternativa provenienti da ogni parte del mondo per partecipare alla IDEC (International democratic education conference). Ovvero una conferenza che si interessa di quella educazione diventata famosa con A.S.Neill e la sua scuola quasi centenaria Summerhill, che viene indicata con educazione democratica e in poche righe si può sintetizzare in un approccio che fa sì che “in qualsiasi contesto educativo, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze abbiano il diritto di decidere individualmente, come, quando, che cosa, dove e con chi imparare e abbiano il diritto di condividere, in modo paritario, le scelte che riguardano i loro ambiti organizzati, in modo particolare le loro scuole, stabilendo, se ritenuto necessario, regole e sanzioni”.
Dopo aver seguito numerosi workshop proposti da chiunque avesse un’idea, un progetto da condividere o una domanda da fare ci siamo concessi una giornata dedicata alla scoperta del luogo in cui eravamo e ci siamo diretti a Totnes senza sapere che è una delle città simbolo delle Transition Towns.
Dopo circa 10 minuti era chiaro che quella cittadina fosse particolare: tutto biologico, quasi tutto artigianale, poche cose di plastica, ristoranti vegetariani e pochi fish and chips!
Il giorno dopo Isabelle Carlise, rappresentante della rete Transition Towns,  tiene un seminario sul tema “Educazione e il movimento transition tows”. Ci spiega come da qualche tempo si siano resi conto dell’importanza fondante di un sistema educativo che dia la possibilità ai bambini fin da piccoli di conoscere il mondo che ci ospita, di imparare a rispettarlo e ad apprezzarlo, per poter
affontare il picco del petrolio ei tempi che verranno. Sono così, sostiene Isabelle, tutto il lavoro già messo in moto dalle Transition Towns può sperare di andare avanti e di avere un futuro di evoluzione.


Da circa due mesi stanno quindi cercando di capire come muoversi, quali strategie adottare per far partire questo progetto: lavorare dentro il sistema scolastico, o proporne uno alternativo? Come impostare le lezioni? etc.
I partecipanti al seminario hanno semplicemente aiutato Isabell attraverso i racconti delle scuole democratiche da cui provenivano per cercare di darle degli stimoli da cui partire, la relatrice con stupore si è resa conto di come le scuole democratiche incarnino quasi precisamente ciò che il movimento Transition Towns sta cercando di descrivere. Ci siamo resi conto di quanto le scuole democratiche abbiamo sviscerato il tema dell’ educazione sostenibile e di quanto sia importante ora da una parte per le scuole democratiche aprirsi
sempre più a temi di interesse globale e dall’altra per il movimento di Transizione informarsi e conoscere l’educazione democratica da vicino per prendere quanti più spunti possibili.
Entrambi i movimenti lavorano per un mondo nuovo, si tratta soltanto di imparare gli uni dagli altri! Interessante è che altri seminari, completamente indipendenti e forse anche antecedenti quello sulle Transition Towns, durante la conferenza si sono impegnati ad affrontare il tema delle “città democratiche”
ovvero di estendere il modello comunità della scuola all’intera popolazione che la ospita….. insomma sembra che i due movimenti siano proprio fratelli.
Per saperne di più sull’educazione democratica
www.educazionelibertaria.org (in Italia a volte viene chiamata così)
www.mukti.it
www.eudec.org

E per un’idea di Scuola in Transizione in Italia, sull’esperienza di San Giovanni a Piro:  http://transitionitalia.wordpress.com/2011/02/14/la-transizione-va-a-scuola-lesperienza-dellistituto-teodoro-gaza-di-san-giovanni-a-piro/