Appunti su Lione

Visto che non troverò mai il tempo di farlo tutto d’un fiato, ho deciso di scrivere a tappe a proposito del viaggio a Lione in occasione del primo meeting mondiale degli hub nazionali del movimento di Transizione.

Tanto per cominciare, spieghiamo a tutti cos’è un hub nazionale (un elenco di quelli ufficializzati). Si tratta di una organizzazione più o meno formale (il nostro in Italia è un’associazione) che si occupa di supportare il processo di Transizione a livello di nazione. Tipicamente si impegna nelle traduzioni di documenti e libri utili, si occupa di organizzare i training, di fornire assistenza alle Iniziative di Transizione Locali (quelle che normalmente chiamiamo Transition Towns o Città di Transizione). Infine mantiene i collegamenti con il resto della rete nel mondo e con il Transition Network, ovvero il gruppo inglese che ha dato origine al movimento.

Tra hub e iniziative locali non c’è logica gerarchica, l’hub è uno strumento di facilitazione al servizio delle iniziative locali, che però possono operare anche completamente separate dal loro hub nazionale.

Ci siete fin qui? Ok.

A Lione, per la prima volta, questi hub hanno organizzato un incontro, con una preponderante presenza europea (siamo di più e più vicini), ma con la gradita presenza di Filippine, Israele e Brasile.

PUNTO DI SVOLTA

Il livello di maturità degli attuali hub è molto vario, che ci crediate o meno, quello italiano è tra i meglio organizzati e tenuto in alta considerazione per anzianità di servizio (hi hi hi), comunque negli ultimi due anni il numero è fortemente cresciuto e questo determina oggi un grande cambiamento.

Transition è stata fino ad ora decisamente anglocentrica visto il grande peso che il Transition Network ha avuto nell’ispirare il diffondersi del processo. Ma in questo meeting si è visto che le cose stanno cambiando. Stiamo diventando definitivamente globali e le modalità utilizzate fino ad oggi non sono più adeguate.

ALL’ASSALTO DI TN

I gruppo del Transition Network si è presentato con l’intenzione di ridefinire il proprio ruolo sia a livello nazionale (Uk) sia sul piano internazionale. Ancora una volta hanno dimostrato una grande capacità di adattamento e disponibilità a mettersi in gioco, il che è davvero raro.

La risposta del gruppo è stata invece una brutta sorpresa (ho sofferto abbastanza in quel momento). Per un paio d’ore si è usciti dalle consuete dinamiche transizioniste è ci si è avventurati in una specie di rivolta anticolonialista nei confronti di TN. La dinamica proveniva in particolare dagli hub più nuovi, che non hanno vissuto le fasi di nascita del movimento e quindi più legittimatI a presumere “colpe” da parte dei fondatori.

Non immaginatevi una scena da assemblea del condominio, tutti conosciamo la legge dei due piedi e litigare è praticamente impossibile, ma sicuramente siamo usciti dalla consueta dimensione empatia che caratterizza questi incontri. Segno che a queste fasi evolutive dobbiamo prestare grande attenzione e che stiamo uscendo da uno spazio gestibile sostanzialmente attraverso la fiducia e le relazioni interpersonali ed entrando in una dimensione che necessita di più struttura (vedremo quale).

Di TN (per chi li conosce) c’erano Ben, Sarah, Peter, Gary e Filipa e questa tensione è stata gestita con grande consapevolezza e apertura, tanto che alla fine, come sempre, è andata a finire che il conflitto si è trasformato in energia creativa e si è passati a definire le modalità per realizzare nella pratica questo passaggio di “decentramento del sistema Transition”.

C’È DA IMPARARE

Transition cresce come un organismo vivente, cambiando e modificandosi. Imparare a interpretare questa crescita e questi cambiamenti senza snaturarsi sarà la nostra interessante sfida nei prossimi anni. Bilanciare esigenze, tensioni ed energie cercando di mantenere un positivo equilibrio dinamico non sarà semplice, ma certamente utile per quello che ci proponiamo di fare poi nelle nostre comunità.

In ogni caso, alla fine basta giocare un po’ agli zombi e passa tutto… (vedi filmato in testa al post).

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  1. […] primo meeting di questo tipo si era svolto lo scorso anno a Lione. Ci eravamo fatti molte domande su come dovrebbe e potrebbe funzionare un’organizzazione […]

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