Funzione Energia: com’è andata a Roma

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Preambolo per chi non avesse seguito le puntate precedenti.

Mercoledì scorso siamo stati a Roma a fare la prima “uscita pubblica” del seminario sulla Funzione Energia per gli Enti Locali (Comuni, Unioni di Comuni). L’iniziativa era organizzata da CURSA con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente ed era dedicata ad amministratori e tecnici.

Questo lavoro di ricerca lo stiamo facendo sotto la sigla PSTE (Polo Strategico per la Transizione Energetica), un raggruppamento informale di tre soggetti, CURSA, ANCI ER e Transition Italia, che cooperano per sviluppare metodologie di approccio all’immenso problema della transizione verso modelli sociale ed economici circolari, sostenibili e resilienti.

La sfida

Chi frequenta questo blog sa che un passaggio epocale di questo genere non si può fare se non in modo sistemico e producendo cambiamenti profondi dentro e fuori di noi esseri umani.

La domanda è: se questo è gestibile a livello di relazioni interpersonali e di gruppi è possibile tradurre questo tipo di percorsi a livello istituzionale, partendo da quello che c’è? Partendo quindi dall’attuale apparato legislativo, organizzativo, infrastrutturale. Si può fare o si tratta di pura utopia? Lungi dall’avere risposte definitive possiamo dire che, certamente, si può provare. E infatti ci stiamo provando.

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Cosa abbiamo scoperto fin qui

Come potete intuire dalle immagini che ho tratto dalle nostre presentazioni, il tentativo e quello di fondere scienza, pratica amministrativa e processi sociali rimuovendo i muri che normalmente separano questi ambiti.

Per quanto questo approccio sia inusuale, quello che abbiamo visto nei seminari fatti fino qui (due sperimentali e questo primo… ufficiale) ci pare che tutti (o quasi) capiscano quanto questa evoluzione culturale risulti importante. Questo è molto incoraggiante.

Gestire la complessità

Sviluppare la Funzione Energia in modo trasversale a tutte le altre funzioni che gli Enti sono chiamati a svolgere è una piccola, grande rivoluzione culturale e psicologica. Significa affrontare un mondo di estrema complessità in rapidissima evoluzione, e bisogna farlo cercando comunque di tenere il filo, senza smarrirsi e diventare totalmente irrilevanti.

Non è semplice, a meno che non si passi a una vera e propria logica di gestione di processo (vi ricorda qualcosa?), concentrandosi molto sul “come” in modo da arrivare al “cosa” giusto nonostante le difficoltà.

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È così che è nata l’idea della Griglia della Funzione Energia, una specie di campo di gioco, di universo di riferimento che aiuta (e in un certo modo costringe) a conservare costantemente un quadro sistemico dei processi e delle attività in corso.

Ci si può ovviamente tuffare in ogni casella e approfondire fino nel minimo dettaglio ogni azione, ogni decisione, ecc. ma senza mai perdere la consapevolezza dell’insieme e delle relazioni tra ciò che accade.

Per chi si è abituato nel tempo al pensiero sistemico transizionista può apparire scontato, ma a livello amministrativo si tratta di una consistente rivoluzione e di un grosso cambio del modello di approccio.

Curare il come

All’interno di questo campo di gioco è poi più facile stabilire delle “regole” operative, ad esempio imparare ad usare il ciclo TESTA/CUORE/MANI (TCM) ogni volta che si affronta un aspetto specifico in modo da essere sicuri di: avere davvero i dati che servono; curare gli aspetti emozionali e relazionali; e passare all’azione con efficacia e migliori probabilità di successo (e senza fare troppi danni nel caso di errore).

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Usare strumenti adeguati

Associati al campo di gioco ci sono poi gli strumenti esistenti e quelli che vengono sviluppati appositamente. Ci sono strumenti normativi già disponibili che possono trovare una più adeguata collocazione, e ci sono strumenti di innovazione sociale che possono risultare fondamentali per sbloccare quei punti della Griglia in cui, normalmente, i processi si fermano.

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Strade in Transizione, RiEconomy il Transition Training, gli Acchiappaspifferi, le tecniche di facilitazione come OST e mille altre attività possono essere più facilmente collocate e richiamate quando è necessario progettare e organizzare una parte del lavoro più ampio che la Funzione Energia è chiamata a stimolare e facilitare.

Tutti questi strumenti sono inoltre già pensati per essere “sistemici”, includono il ciclo TCM sono porte che aprono altre porte verso altre dinamiche del territorio e altri processi già in corso (GAS, CSA, produzione energia, rifocalizzazione economica, ecc.).

Per concludere

Fin qui l’insieme ci convince. Ci sembra che quello della Funzione Energia sia un gioco che sarebbe bello veder giocare da un bel numero di Enti locali in modo da capire meglio quali effetti reali può produrre nei vari territori.

Ci sembra che potrebbe costruire le condizioni ideali perché il lavoro “dal basso” (tipica condizione d’avvio del processo di Transizione) e l’azione amministrativa trovino il massimo livello di sinergia e sommino i rispettivi potenziali di cambiamento.

Speriamo di poter continuare a lavorare almeno per altri sei mesi e di avere l’occasione di fare seminari introduttivi in aree diverse del paese (non è ancora detto che ci siano le risorse economiche necessarie).

Per le iniziative di Transizione che volessero coinvolgere le proprie amministrazioni locali, siamo qui, parliamone e vediamo cosa si può fare… alcuni progetti pilota di implementazione stanno partendo attorno a Bologna.

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Funzione Energia: Un breve documento di sintesi