I Transition Training verso l’economia del dono

dono

di Ellen Bermann

I tempi stanno cambiando, la contrazione economica si sente e ci sono sempre più paure di non spendere al meglio i propri soldi (pochi o tanti che siano). Dall’altra parte, le meravigliose esperienze che hanno regalato i Transition Training (a noi come facilitatori e a chi ha partecipato alle oltre 30 edizioni precedenti) chiedono di essere replicate ancora tante volte. E vogliamo trovare il miglior modo per poterlo fare.

Cos’è l’economia del dono e perché praticarla?

Lo sappiamo, l’economia che segue i parametri tradizionali della competizione e della crescita infinita non funziona più e probabilmente è giunta al capolinea. Ma nel tempo ha provocato le sue ferite in noi, mettendo le transazioni monetarie prima delle relazioni umane. Spesso anche chi sta cercando di costruire un paradigma diverso, è ancora intrappolato in vecchi schemi e soffre per la dipendenza dal sistema. Schizofrenicamente si vaga dal spendersi per nobili progetti a titolo di volontariato e dall’altra si guadagna magari la pagnotta facendo lavori spesso dannosi e inutili. Ma quale alternativa? Ancora non lo sappiamo di preciso, ma in questa fase di transizione si può comunque sperimentare per fare le cose diversamente. L’economia del dono è una delle strade, ma ancora molto misconosciuta e mal interpretata. Proviamo ad aiutare a fare chiarezza. Nell’economia del dono non viene prefissato un prezzo o un compenso per un servizio o altro da parte di chi lo offre, ma chi ne usufruisce si assume la responsabilità di decidere se e come riconoscere e contraccambiare quanto ricevuto, in assoluta libertà (secondo le proprie possibilità nonché gradimento). In modo che possa funzionare c’è bisogno di FIDUCIA nelle proprie capacità e nelle persone che sapranno riconoscerle. Quanto più crederemo nell’ABBONDANZA e nella CONDIVISIONE, quanto più ci sarà FLUSSO che riuscirà a soddisfare i nostri veri bisogni. Economia del dono non significa necessariamente “a gratis” e un rifiuto di ricevere il vile denaro; quest’ultimo al momento rimane ancora almeno in parte necessario per vivere e per realizzare dei bellissimi sogni. Chi pratica l’economia del dono, riceve e dona in genere a progetti sociali e rigenerativi, convogliando il flusso monetario a sostegno di quello che vogliamo e non di quello che non vogliamo.

Una proposta ibrida

Al momento la nostra proposta è una soluzione ibrida che prevede una quota base di Euro 90 (invece dei Euro 130 richiesti in tutti i training precedenti) che i partecipanti pagheranno prima dell’esperienza formativa. Al termine, su propria libera valutazione, considerando le proprie capacità economiche (e il proprio punto d’equilibrio) e soprattutto la soddisfazione per quanto ricevuto, ogni partecipante avrà la possibilità di esprimere la propria gratitudine ed apprezzamento, facendo un dono in denaro a sostegno della facilitazione (I facilitatori a Transition Italia fattureranno il 50% del compenso consueto).

E per chi anche 90 Euro dovessero essere insostenibili?

Chi davvero ritiene che non può nemmeno permettersi di corrispondere una quota base di 90 Euro, lo potrà segnalare nella scheda d’iscrizione e faremo il possibile per trovare un accordo equo per tutti.

E se dovesse esserci un surplus?

Se, come speriamo (nel caso di un gruppo abbondante), dovesse risultare un surplus economico del training (una volta coperte tutte le spese) una parte servirà a sostegno di Transition Italia mentre l’altra sarà devoluta come dono al gruppo locale organizzatore a sostegno del proprio progetto di transizione. Il gruppo organizzatore locale beneficerà comunque di una quota d’iscrizione gratuita da poter eventualmente dedicare a una persona sola scelta dal gruppo o dividerla tra più persone.

Un approccio trasparente

Quello che ci piacerebbe raggiungere è una sorta di partnership tra noi facilitatori di Transition Italia e chi beneficerà dei nostri eventi formativi. E la proposta che facciamo a chi si iscriverà è di operare con completa trasparenza. Alla fine di ogni training condivideremo il riepilogo di tutti i costi ed eventuali surplus generati.

Come tutte le cose nella transizione, anche questa è una sperimentazione. Alcuni di noi nutrono la speranza di ricevere un tal sostegno in questa direzione, da farci persino passare ad una proposta basata sull’economia del dono al 100 %. Chissà. Grazie in anticipo per incoraggiarci e sostenerci in questo. Ogni feedback sarà il ben accetto.