Articoli

Il timido ottimismo di Gore

al-gore-durante-una-conferenza-sui-cambiamenti-climatici

In questa recente intervista rilasciata al Washington Post, Al Gore si lascia andare a un pacato ottimismo sul futuro climatico del mondo. L’articolo è al momento per angloabili, ma è semplice sintetizzare il messaggio.

La “conversazione sul clima” sta passando il suo punto di svolta e questo, accanto alla riduzione del prezzo delle rinnovabili e agli effetti ormai molto evidenti dei cambiamenti climatici in corso, potrebbe accelerare il processo di “riparazione dei danni” in modo non previsto.

Si farà sul serio, più in fretta, più ampiamente, più capillarmente e alla fine potremmo vedere risultati che non abbiamo mai osato sperare. Gore dice che vede già segnali incoraggianti.

Confesso che qualcosina vedo anche io. Un piccolo esempio sono le centinaia di comuni della mia regione (Emilia Romagna) che stanno siglando il Patto dei Sindaci. Tra questo e avere risultati “veri” ce ne passa, ma segnala un netto cambiamento culturale. Se lo si confronta con lo scenario di 3 anni fa è semplicemente impensabile una tale adesione di massa. Forse in questo Gore ha ragione, questi spostamenti del “sentire comune” potrebbero avere effetti imprevisti, vedremo. Non sono uno che “spera”, ma in questo caso sono un po’ tentato.

Mentre scrivo queste parole mi vengono in mente le facce preoccupate di tanti scienziati che conosco e che avrebbero decine di osservazioni molto pertinenti atte a ridimensionare ogni tentazione di guardare al bicchiere come “mezzo pieno”.

Ma se Gore avesse ragione, anche solo un po’, questo ci darebbe più tempo per cambiare tante cose e sperimentare nuove modalità di economia e relazioni. Come è giusto cogliere e dare peso a tutti gli indicatori negativi, dobbiamo sforzarci di considerare anche quelli positivi. Alla qualità della “conversazione sul clima” stiamo certamente contribuendo anche noi, a certi cambiamenti anche, nel nostro piccolo (o grande che sia), anche semplicemente esistendo come movimento.

Avanti quindi, aumentiamo il rischio statistico che finisca bene, magari avremo delle gradite sorprese.