Le iniziative di Economia in Transizione in Italia
Cinque esempi per ispirare la Ri-Economia del territorio (dossier)
Una prima, piccola raccolta di idee, visioni e azioni che ci conducono verso un modo diverso di interpretare l’economia e il mondo dell’impresa. Può davvero esistere un modo diverso di lavorare e produrre, più umano e sostenibile, che produca resilienza e prosperità a livello locale e aiuti a cambiare le prospettive a livello globale? Ecco alcune esperienze che possono essere d’aiuto nella ricerca di questo cambiamento. Sono realtà che muovono nel loro insieme un giro di affari di circa 900.000 Euro e coinvolgono direttamente 43 persone. Se siete in cerca di esempi che vi diano ispirazione, questi possono essere un buon punto di partenza.
Queste imprese ci mostrano una maniera di lavorare molto diversa dal ‘business as usual’: sono sostenibili e arricchiscono la comunità in cui operano dal punto di vista sociale, ambientale e ovviamente economico. Alcune sono di stampo cooperativo; tutte forniscono alla propria comunità beni e servizi essenziali, offrono lavoro retribuito e opportunità di volontariato a persone del posto e interagiscono con altre realtà locali. In queste imprese sono coinvolte sia persone attive nel movimento della Transizione sia chi ne condivide le idee e le finalità. Prese una per una sono degli ottimi esempi; ma il vero potenziale d’innovazione diventa chiaro se le immaginiamo lavorare tutte assieme nella stessa zona.
Le realtà qui prese in considerazione soddisfano bisogni elementari tra cui cibo, vestiti, energia, materie prime locali e opportunità di partecipazione: nelle nostre comunità c’è un bisogno sempre più urgente di imprese simili che generino nuova occupazione, prosperità e relazioni più forti. Queste imprese illustrano come dovrebbe essere un nuovo tipo di economia gestita dalla comunità e radicata nel luogo in cui nasce e ci mostrano che nuovi modelli di business sono già esistenti, realizzabili e soprattutto facilmente replicabili. Sappiamo che il mercato offre grandi opportunità di ri-localizzare l’economia con nuove imprese indipendenti per produrre ciò di cui abbiamo bisogno.
Impresa di Transizione (IT)
L’impresa di Transizione segue dei principi che potremmo riassumere in cinque punti:
1. Produce resilienza. Una IT contribuisce a incrementare la resilienza della comunità in cui opera rispetto all’incertezza economica ed energetica, l’esaurimento delle risorse e gli impatti del cambiamento climatico. Come parte della comunità una IT è resiliente per se stessa, ricercando la sostenibilità finanziaria e rendendosi il più indipendente possibile da investimenti e risorse esterne.
2. Usa saggiamente le risorse. Una IT fa un uso saggio ed equilibrato delle risorse naturali (inclusa l’energia), umane e sociali, rispettandone i limiti, minimizzando la produzione di rifiuti. Tende a eliminare progressivamente o a fare completamente a meno di risorse non rinnovabili (includendo i combustibili fossili).
3. Appropriata localizzazione. Una IT è attenta al contesto e si colloca in modo cooperativo e armonico rispetto all’ambiente (fisico e sociale) in cui si trova. Cerca di applicare i principi di resilienza, sostenibilità ed equa ripartizione delle risorse al proprio modo di rifornirsi e di relazionarsi con il resto del mercato e dell’economia (intesi nel senso più ampio del termine).
4. Non per profitto. Una IT esiste per fornire alla propria comunità prodotti e servizi che siano accessibili e sostenibili, piuttosto che per generare profitti per altri. Gli utili vengono quindi preferibilmente reinvestiti a livello locale piuttosto che nel mercato finanziario o in meccanismi speculativi.
5. Parte della comunità. Una IT lavora per costruire il bene comune. È per quanto possibile controllata dai propri dipendenti, collaboratori, clienti e comunità. Possiede strutture e modelli d’impresa che sono il più possibile aperti, autonomi, equi, democratici, inclusivi e responsabili. Si relaziona in modo cooperativo e sinergico con gli altri attori della comunità locale
Ricostruire insieme l’economia di un territorio, renderla più resiliente e locale, più ecologica e solidale, ecco gli scopi della Ri-Economy.
Ri-Economy è la versione italiana del REconomy Project promosso dal Transition Network.
Economia positiva basata sulla solidarietà e la collaborazione, stravolge i normali meccanismi di competizione, attività non necessariamente basate sul denaro, esperienze collettive, reti positive territoriali, rispetto della Terra e delle persone , …
Training
Vorrei organizzare un training qui da me, come faccio? I training sono ancora più efficaci se vi partecipa un gruppo che già lavora insieme. Per organizzare un training servono minimo 12 massimo 30 persone, ma sappiamo per esperienza che se si parte ad organizzare in 6, le altre persone arrivano. Pensateci almeno due mesi prima.
Per informazioni: ecoistituto@ecoistituto.org (Roberto Salustri)
Reconomy
Iniziativa del Transition Network: http://www.reconomy.org/
Le altre Ri.economie nate dal Transition network: reconomy-in-other-countries
Altri link utili ad altre iniziative
ArcipelagoScec è un’associazione culturale nata nel 2007. Le attività di arcipelago nascono dall’analisi dell’economia moderna, che è caratterizzata da competizione e non collaborazione, da abuso di poteri e non giustizia, da sfruttamento orribile dei beni comuni (terra, aria, sole, acqua) da un numero inaccettabile di sproporzioni e da un sistema monetario che il mondo subisce ma non capisce e la conseguente trappola dell’indebitamento senza via di uscita. Il denaro modifica l’intensità e la natura dei rapporti sociali. Modifica il codice morale di un individuo e della sua comunità. Arcipelago ha creato uno strumento “econometrico”, lo SCEC che vuole rappresentare le caratteristiche e le soluzioni frutto delle analisi fatte.
Sardex.net è un Circuito economico integrato progettato per facilitare le relazioni tra soggetti economici operanti in un dato territorio, e per fornire loro strumenti di pagamento e di credito paralleli e complementari