David Attenborough e il clima
Il grade documentarista Sir David Attenborough scende in campo e spiega il riscaldamento globale (filmato in inglese).
Il grade documentarista Sir David Attenborough scende in campo e spiega il riscaldamento globale (filmato in inglese).
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=icZFYghEeUE]
Ora non avete più scuse, lo splendido documentario di Rebecca Hosking prodotto dalla BBC (ve ne avevo parlato qui e qui) è finalmente sottotitolato in italiano grazie allo splendido lavoro di una squadra di traduttori volontari (santi subito).
Questo film ha creato un vero “caso” in Inghilterra, la BBC ha dovuto mandarlo in onda una seconda volta dopo il primo passaggio perché le richieste ricevute dal pubblico erano davvero tantissime.
Si tratta di un’opera preziosa per la sua capacità divulgativa delle tematiche della Transizione, pensate se potesse andare in onda in prima serata sulle nostre televisioni (succederà?). Guardatelo e fatelo guardare.
A Monteveglio lo utilizzeremo anche per proiezioni private con gli agricoltori (e con chiunque altro sia interessato), occasioni per approfondire poi il tema in modo diretto.
Questa è davvero una notizia che potrebbe avere grandi conseguenze sulla politica internazionale e sull’incontro di Copenhagen sul clima. Al momento la trovate qui e in moltissimi altri siti “specializzati” (350.org, Climate Progress, Energy Bulletin, TheDailyGreen, ecc.), ma credo tracimerà anche nei media grandi e grossi.
Qui invece trovate il mio personale commento a caldo.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Umh1ds2Ue2U]
Durante il recente incontro di ASPO alla Libera Università di Alcatraz sono riuscito a fare questa breve intervista a Toufic El Asmar (Agronomo UniFi) che ha illustrato il progetto RAMseS, il veicolo per lavorazioni agricole a energia elettrica alimentato da un sistema fotovoltaico.
Questo tipo di ricerca è molto importante per poter poi condurre una reale trasformazione dei processi agricoli e il progetto RAMseS ha ultimato la sua prima fase, con il veicolo che ora è operativo in Libano in un vero ciclo di produzione agricola.
Il Post Carbon Institute ha pubblicato la nostra traduzione del documento “Food and Farming Transition”. Lo trovate quindi anche a questo indirizzo con gli opportuni ringraziamenti.
Ci chiedono inoltre se vorremmo tradurre altro loro materiale (cosa che stiamo valutando), ma colgo l’occasione per un appello: se ci sono traduttori che vogliono rinforzare il gruppo coordinato da Dario si facciano vivi, c’è tanto lavoro da fare.
Nella web tv “Impresatv.net” si parla di Transition Italia. L’occasione dell’intervista è stata data dal recente convegno organizzato a Milano da Rinenergy sul “metabolismo urbano”.
Ecco giunta al termine un’altra impresa del nostro meraviglioso gruppo traduzioni. Ora potete scaricare e diffondere la versione italiana di questo importante documento del Post Carbon Institute (PCI) di Richard Heinberg.
La traduzione è stata realizzata da Stefania Bottaccin (Transition Italia), Deborah Rim Moiso (Transition Italia), Dario Tamburrano (Transition Italia / ASPO Italia), Fabio Addari (Circolo MDF – Roma) e con la supervisione di Daniel Lerch del PCI stesso. Confidiamo che la collaborazione che abbiamo aperto con l’istituto possa continuare nel tempo.
Pensiamo che questo materiale possa fornire un grandissimo aiuto per la divulgazione dello scenario futuro della produzione alimentare e consigliamo a tutti di leggerlo e utilizzarlo.
Per la diffusione del documento vi preghiamo di utilizzare il link che trovate all’inizio di questo post.
Buona lettura e grazie infinite ai traduttori.
CI SONO IMPORTANTI NOVITA’ SULLA VACANZA CORSO A TOTNES:
LA RIDUZIONE DI 2 GIORNI DEL PROGRAMMA ORIGINARIO E L’APERTURA A PARTECIPANTI ANCHE NON ITALIANI CI PERMETTE DI POTER PROPORRE UNA QUOTA DI PARTECIPAZIONE MOLTO INTERESSANTE: £ 699. PER ULTERIORI INFO ANDATE QUI
Anche quest’anno, come nel 2008, verrà organizzato il viaggio-conoscenza con meta la culla delle Transition Towns: Totnes, nel Devon (sud-ovest dell’Inghilterra). Si parte il 16 agosto e si trascorreranno dieci giorni intensi e stimolanti. Oltre ad esplorare a vari livelli le fasi e i strumenti della transizione, avremo anche del tempo per “sporcarci le mani”, cioè fare quelle attività proprie di un “Great Reskilling”, che vanno dall’orticoltura, a riconoscere piante commestibili selvatiche, a svolgere lavori manuali e di artigianato. Non mancheranno gli incontri con alcuni personaggi del movimento Transition Towns, come Rob Hopkins ! Il posto dove si alloggerà è a dir poco spettacolare, il Sharpham Estate, antica residenza inglese ubicata in posizione panoramica sul fiume Dart. E’ un posto che ha un energia particolare, non per altro è utilizzato in gran parte per ritiri buddisti. I più fortunati rischiano persino di dormire in una stanza da favola con tanto di letto a baldacchino ! Quasi troppo lusso per lo spirito di transizione, però merita davvero.
Ecco il volantino
Per ulteriori info e pre-iscrizioni contattatemi per email: ellen.bermann@transizione.org
Appuntamento a Milano il 26 Maggio 2009.
In occasione del convegno nazionale organizzato da Rinenergy (www.rinenergy.it) intitolato “Metabolismo Urbano – il percorso possibile verso l’ecosostenibilità”, Ellen Bermann presenterà le Transition Town durante la conferenza e nel pomeriggio alle 14.30 condurrà un workshop di approfondimento. Per scaricare il programma cliccate qui.
Spargete la voce e non mancate !
Deborah sta lavorando davvero tanto per far partire qualcosa a Perugia. Mi ha mandato questa specie di diario delle iniziative che sta organizzando. Lo pubblico aggiungendo qualche suggerimento a corredo, fatemi sapere se vi pare utile e costruttivo.
Ciao a tutti – visto che per ora non ha ancora senso avere un blog di transizione a Perugia, vorrei fare un breve report dei primi incontri organizzati in città, soprattutto per dare qualche coordinata agli altri “first adaptors” nelle altre città di Italia.
PREISTORIA:
Con l’obiettivo soprattutto di incontrare altre persone interessate a formare un gruppo guida, ho scelto il posto a me più familiare, il locale Macadam, una specie di pub sotterraneo gestito da un gruppo di ragazzi volontari, molto disponibili ad ospitare iniziative di questo tipo. Abbiamo concordato per tre venerdì: due proiezioni (“The power of community” e “A crude awakening”) come percorso di avvicinamento al 29 [ndr maggio], quando ho invitato Cristiano a fare una presentazione.
[consiglio molta cautela nell’utilizzo di “The power of community”, nel caso di Deborah l’ambiente e il pubblico erano adatti, ma in generale, in Italia, sconsiglio l’uso nelle fasi iniziali se non si è molto sicuri del tipo di pubblico che si andrà a incontrare]
Abbiamo preparato i manifestini con largo anticipo e li abbiamo diffusi a varie associazioni, ai mercatini rionali etc. Il battage su internet è stato facile, visto che alcune mailing list già esistenti (GAS e Grillini) coprono molto bene il territorio. Non abbiamo puntato molto a una pubblicità diretta al pubblico (anche se abbiamo fatto un po’ di volantinaggio – in molte città il Centro Servizi per il Volontariato fa le stampe gratis) perché l’obiettivo per ora è capire se ci sia la possibiltà di fare un gruppo guida.
[Perfetto, collegarsi subito a realtà esistenti in cui si immagina sensibilità per i temi da trattare è sempre molto utile e facilita molto il lavoro]
Per prima cosa devo dire che andare in giro per mercati e associazioni, volantini in mano, è stata di per se un’esperienza utilissima: oltre a stringere i primi rapporti personali, poi proseguiti per email, è stato un crash course sulle problematiche e le esigenze delle città. (Con il coro univoco: problemi di gestione dei rifiuti). Mi ha permesso di mettere alla prova e rodare la mie capacità di parlare di transizione, la chiarezza nell’esposizione, come presentare le soluzioni etc. etc. Impareggiabile banco di prova, credetemi. Tra le mie piccole vittorie da festeggiare: una conversazione con una signora coinvolta nella gestione dell’ospedale sull’ipotesi di istituire navette-carsharing per il personale sanitario che abita fuori dalla zona (tutti, in pratica, visto dove hanno costruito l’ospedale!); la proposta in partenza con un’erborista per fare borse di tela “di quartiere” (“Per me da sola, sono troppo care, ma io non vorrei dare la plastica! Ma se lo facessimo insieme…”); l’acquisto da parte di un fantastico librario ambulante dei testi fondamentali per Transition Towns da proporre alla sua clientela….
[Il 90% del lavoro di Transizione consiste nell’avere relazioni con le altre persone, prima si comincia a Gettare le fondamenta, meglio è]
La preparazione pratica ha impegnato gli ultimi giorni: aperitivo “bio” cucinato da me e Ale, prevedibili problemi con il proiettore (Transition Tip: quando fate una proiezione portate sempre almeno 2 supporti, tipo il computer E il dvd), telefonate e stampe.
La sera di venerdì abbiamo sistemato il locale con un tavolo per la pappa e uno coperto di materiale di Transizione: la mia copia del libro di Rob, due copie rilegate del Documento Introduttivo e del Chi Siamo e Cosa Facciamo, volantini per i prossimi incontri e un foglio per raccogliere le email dei curiosi.
[Costruire la mailing list degli interessati è fondamentale, attenzione alla normativa della privacy, se non avete ancora in piedi un soggetto giuridico potreste appoggiarvi a un’associazione che esiste già e far firmare una liberatoria in cui si specifica che i dati raccolti potranno essere ceduti alla locale Iniziativa di Transizione una volta costituita – prendere appunti relativi alle persone che incontrate sarà fondamentale per identificarle in futuro, segnatevi la professione, le competenze, l’intervento che quella persona ha fatto, nelle fasi successive tutto questo si rivelerà un vero tesoro]
CRONACA:
L’incontro era alle 21 e naturalmente fino alle 21.30 nel locale c’eravamo solo noi… niente di cui preoccuparsi, siamo in Italia. Alle 22.00 c’erano una dozzina di persone e alle 22.10, quando abbiamo fatto partire il film, eravamo in venti – un bel numero. Con mia grande sorpresa, però, perlopiù si trattava di ragazzi che avevano visto il volantino alla facoltà di Agraria. Tra loro un ortolano urbano che ha convinto la facoltà a fare un orto (eh già, perchè ad Agraria non c’era, l’orto) – grandissimo! (ma ancora non fanno il compost… the next step!) e, come sempre a Perugia, studenti fuorisede. Capisco che una delle opportunità che offre una città universitaria come questa è fare da polo: le cose dette qui magari non si faranno qui, ma verranno ripetute a Benevento e a Latina, a Taranto e a Chieti…
[Un trucco: adeguate sempre, quando possibile, la sala alla situazione di pubblico che si è venuta a creare. Se siete in una sala da 100 posti e arrivano venti persone va benissimo, si usa dire che “quelli che sono venuti sono quelli giusti”. Però la sproporzione tra la sala e il numero esiguo di persone metterà tutti a disagio. A questo punto intervenite, invitateli a raggrupparsi e create un piccolo momento per conoscersi. Se siete voi a parlare avvicinatevi a loro in modo che si crei un sotto ambiente più piccolo con una buona sensazione di vicinanza e comfort, la situazione sembrerà subito “più giusta”. In ogni caso cercate sempre di eliminare le barriere tra voi e le persone che sono venute all’incontro, via leggii, tavoli cattedratici, rialzi, ecc.]
Mentre siamo indecisi se cominciare o no, suona il telefono di Ale – è un nostro amico austriaco, un ingegnere che vive dagli anni ’70 sulle colline vicino Gubbio, con cavalli, pannelli solari, un impianto eolico artigianale e tutto il resto. Il suo arrivo qui, in città, è un gran regalo. So che le competenze che ha acquisito sono impareggiabili e impagabili. E lui sa, lo dice dopo, che non si può salvare salvando se stesso e la sua famiglia. “A un certo punto dovrei chiudere i cancelli e voi tutti fuori, e questo non funziona”.
Dopo una mia breve (spero) e un po’ emozionata presentazione sul Peak Oil, sul documentario e sul movimento di Transizione, abbiamo proiettato. Durante la proiezione io mi mangiavo la lingua per non avere invitato tutti a fermarsi dopo a discutere. Non serviva! E non siamo stati 10 min, siamo stati un’ora buona! E io avrei voluto dirigere subito la conversazione verso qualcosa di costruttivo, Ale mi ha fatto notare che quelle che sembravano chiacchiere un po’ vaghe erano piuttosto il segnale che qualcosa avevamo cominciato a incrinare la convinzione di poter di continuare a vivere come prima. A partire da cose come i piatti di carta in mensa e la bicicletta, si stava già cominciando a mettere tutto in discussione. Molta approvazione, in generale, per l’idea di un movimento che fa soprattutto promozione, informazione e training (con annesso il riflesso di molta sfiducia in altri movimenti e gruppi attivi in ambito ambientalista).
[Nelle mie esperienze fino ad ora ho sempre riscontrato un enorme interesse nelle persone, quando lo racconto è difficile crederci, ma negli incontri serali che cominciano alle 20:30 molto difficilmente riesco ad andare via prima dell’una di notte e di solito lo faccio con un atto di forza, dicendo “è tardi domani lavoro e tengo famiglia…” – Sfatiamo questa storia che le persone sono disattente e indolenti, quando si parla di cose a cui sono interessate rispondo magnificamente]
Avrei voluto, però, avere una maggiore capacità di toccare e ispirare la ragazza che ha cominciato a immaginare scenari da incubo, questo si. Ed essere meglio capace di motivare le persone ad agire, non solo ad aderire idealmente… Chi si lancia in un’impresa di Transizione deve fare molto attenzione a questi aspetti personali e psicologici, lo ripete spesso Rob e ho sentito sulla pelle quanto è vero.
[Sì è importante, per questo è meglio prepararsi bene e farsi un’idea dei vari “end of suburbia moments” che le persone possono sperimentare nel momento in cui entrano in contatto con il tema del Picco e iniziano a immaginare il proprio futuro. È per questo che si insiste un po’ perché chi fonda un Gruppo Guida faccia il Transition Training, serve a prepararsi meglio a tutte queste cose]
Prima di andare via, in due mi hanno chiesto copia del documentario, in tanti il link al pdf del documento introduttivo; in quanto a me, presto andrò a visitare l’orto di Agraria e credo che questa facoltà possa essere una grande risorsa per la città.
Su un piano di discussione più ampio, dalla serata è emersa una questione che già mi ero posta: in Inghilterra la Transizione da particolare importanza a questioni relative all’alimentazione, ma a me sembra che in Italia, per quanto ci sia da lavorare, non sia questo il problema più grande: ci sono molte aree di campagna coltivata da piccole realtà, orti etc. Siamo ancora contadini, o lo sono i nostri zii o i nostri genitori… Invece questioni come la gestione dei rifiuti, dei trasporti e dell’energia mi sembrano più urgenti sul nostro territorio, e allo stesso tempo più difficili da affrontare sul piano micro-locale… Forse devo studiare ancora un po’….
[Ogni volta che incontriamo delle persone emergeranno temi più forte di altri, dipende da tante cose, ma quello che non dobbiamo dimenticare è che viviamo in un sistema e che tutto è strettamente collegato, serve sempre uno sguardo d’insieme. Il mio consiglio è di non farsi prendere dall’idea di cominciare dalle cose più importanti (più importanti per chi poi? saranno quelle giuste?) ma da quelle che le persone sono disposte ad affrontare per prime una volta che hanno trovato l’energia per passare all’azione. Per scoprire quali sono si può ad esempio usare un Open Space con una domanda ampia del tipo “Come possiamo reagire al problema combinato del Picco del Petrolio e del Riscaldamento Globale?”. Questo ovviamente dopo un’adeguata periodo per la crescita della consapevolezza.]
È pronta la versione italiana di “Chi siamo e cosa facciamo”, un documento molto utile a comprendere meglio il movimento di Transizione, i suoi principi e il suo modo di operare.
È come sempre frutto dello straordinario lavoro dei nostri traduttori volontari (con l’occasione informo che siete sempre in tempo a unirvi alla schiera), ma nel caso specifico l’onore e la gloria vanno a Deborah e Stefania.
Potete scaricarlo qui.
Il Post Carbon Institute ha appena pubblicato un documento che va assolutamente letto “The Food and Farming Transition – Toward a Post Carbon Food System“.
In vista delle prossime elezioni amministrative lo consiglio caldamente a tutti coloro che aspirano al ruolo di amministratori perché il futuro alimentare del pianeta ce lo giochiamo in questi anni (per chi si occupa di Transizione oserei dire che è obbligatorio).
Il documento è ovviamente in inglese, ma il nostro team di traduzione ci sta già lavorando*, quindi chi ha problemi con le lingue abbia pazienza e cerchi nuovi traduttori volontari che diano il cambio a quelli che già lavorano ogni giorno per fare arrivare in questa remota provincia del mondo (parlo dell’Italia) le informazioni di base per costruire il futuro.
Credo si rivelerà uno strumento utilissimo per le Iniziative di Transizione nei rapporti con gli agricoltori e le istituzioni.
*Abbiamo chiesto l’autorizzazione al PCI, ma al momento non abbiamo avuto risposta…
Qualche giorno fa ho avuto il privilegio di intervistare Joanna Macy per un articolo che sarà pubblicato per “Il Consapevole” a luglio 2009. Nel frattempo vorrei condividere le emozioni che mi ha lasciato questa grande donna. Joanna è una eco-filosofa che si occupa di ecologia profonda ed ha ispirato il movimento Transition per tutto il lavoro svolto proprio sulla necessaria transizione interiore.
Consiglio vivamente 2 sue opere: il libro “Coming back to life” (Ritorno alla vita) e il dvd “The work that reconnects” (Il lavoro che riconnette) – quest’ultimo illustra i suoi workshop sul tema del “great turning” (la grande svolta). Il lavoro sul nostro sistema di valori come anche tutte le componenti psico-emotive rivestono un’importanza estrema – indispensabile per una sana transizione !
Andate a visitare il suo sito.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=LwlXTAT8rLk]
Apriamo le iscrizioni per il Training per Facilitatori di Open Space Technology che si terrà in aprile Monteveglio (Bo).
Ecco la scheda del Training:
Date: 24/25/26 Aprile 2009
Località: Monteveglio (Bo) presso la sede del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio
Docente: Gerardo De Luzemberger (Genius Loci / Scuola Superiore di Facilitazione)
Costo: 130,00 euro + iscrizione a Transition Italia 10,00 euro
Posti disponibili: 15
Posti assegnati: 25 (al 07/04/09 ore 10:00)
Borse di studio* disponibili: 0 (offerte da Transition Italia)
Borse di studio assegnate: 2 (al 17/04/09 ore 12:00)
PROGRAMMA INDICATIVO
SE NON AVETE IDEA DI COSA SIA UN OPEN SPACE
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Ux_LFjFeCvg]
DESCRIZIONE
Questo Training è dedicato in modo specifico ai facilitatori nell’ambito della Transizione e la sua finalità è quella di mettere i partecipanti nelle condizioni di organizzare e condurre un’attività basata su Open Space Technology.
Durante le sessioni di OST che il Training prevede coglieremo l’occasione per ragionare su tematiche transizioniste, così la simulazione dovrebbe diventare piuttosto realistica e magari salteranno fuori idee utili a tutti.
Gerardo sarà accompagnato da alcuni facilitatori che lo aiuteranno nella sua missione e ci avverte che il programma va considerato in modo molto flessibile perché può essere modificato in base alle reazioni del gruppo.
Chi volesse acquistare in occasione del corso una copia del libro di Harrison Owen in italiano (mi sento di consigliarvelo) lo segnali al momento dell’iscrizione così provvederemo a procurarcele e avremo anche un piccolo sconto sul prezzo di copertina di 22 euro.
Sarà disponibile inoltre una Guida Operativa all’Allestimento di un OST (io non l’ho ancora vista quindi non so anticipare indicazioni in merito) pensata in modo specifico per gli organizzatori di eventi di questo tipo e dovrebbe avere un prezzo attorno ai 15 euro.
LOGISTICA
Cibo & Co.
È previsto un servizio catering che ci permetterà di pranzare e cenare assieme. Il costo a pasto dovrebbe aggirarsi attorno ai 12.00 euro. Vengono sempre previste portate per i vegetariani, ma se avete esigenze particolari (allergie, intolleranze, ecc.) segnalatecelo al momento dell’adesione.
Contiamo sul vostro contributo per gli snack e le pause caffè, durante il Transition Training ogni corsista ha portato qualcosa (torte, biscotti, formaggi, ecc.) ed è andata benissimo.
Trasporti
Per abbassare l’impronta ecologica dell’evento (e anche quella sui portafogli) consigliamo di praticare, ove possibile, il car pooling . Se venite in treno cercheremo di fare in modo che possiate essere recuperati alla stazione di Bologna o a quella di Bazzano.
Pernottamenti
Molti transizionisti locali sono disponibili a ospitare una o più persone, quindi all’atto dell’iscrizione segnalate le vostre intenzioni o attitudini (tipo: io solo allo Sheraton o se qualcuno mi ospita sono felice). Se invece cercate un albergo o un agriturismo e non volete fare da soli, una volta iscritti, vi metteremo in contatto con chi può aiutarvi.
Usate i commenti a questo post per contatti tra voi.
ISCRIZIONI
Per iscrivervi mandate un messaggio email a questa casella:
indicando tutti (TUTTI) i vostri dati anagrafici compreso uno o più numeri di telefono per ricontattarvi se necessario. Le iscrizioni saranno considerate in ordine di arrivo e verrà creata una lista di attesa in caso le richieste superino i posti disponibili.
Nel limite del possibile, terremo aggiornata questa pagina con la situazione iscrizioni.
BORSE DI STUDIO
Transition Italia mette a disposizione 2 iscrizioni gratuite al Training che verranno assegnate a chi ci motiverà in modo convincente la sua richiesta al momento dell’iscrizione. Sappiate che il costo è sostanzialmente sostenuto dagli altri corsisti.
Vuoi regalare una borsa di studio?
Non puoi venire, non ti interessa, non ti senti portato, ma vuoi che altri abbiano la possibilità di fare questo Training? Si può fare! Contattaci per donarci una o più borse di studio aggiuntive.