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Colin Campbell a Treviso. Dalla nostra inviata.

Ecco il reportage di Angelica che era presente alla conferenza di Campbell ed è riuscita a fargli le domande nate da una rapida sessione di “pensiero collettivo” fatta a colpi di email rimbalzate tra i transizionisti italiani.

La conferenza verrà messa in rete per intero entro la fine del mese sul sito www.festivaldellecittaimpresa.it.

Sono riuscita a piazzare tutte le 6 domande che mi avevate spedito via mail, che sono piaciute molto a C.C.

Sala piena.
C.C. ha fatto una presentazione in powerpoint di una ventina di minuti molto facile, dove ha toccato velocemente tutti i punti: quando e come si e’ formato il petrolio, come si trova e si sfrutta un giacimento e quindi cosa e’ significato per la nostra societa’ l’uso del petrolio (usando l’esempio degli schiavi-energetici). Ha poi parlato della differenza fra la fine del petrolio, nel senso dell’ultima goccia, e il picco petrolifero, cioè la fine dell’era del petrolio. E poi messo a confronto la mentalita’ di un geologo con quella di un economista e di un manager di una compagnia petrolifera, chiarendo che è un problema di limite naturale, non di tecnologia o di mercato e per questo e’ un problema che impone un cambiamento forte della nostra societa’.

Vi riferisco la sua risposta all’ultima domanda, su cosa pensa del movimento transition: ha risposto che secondo lui è una reazione logica quella di cercare di riportare l’economia ad un livello più locale e quindi meno dipendete dal petrolio. Interessante che a fine conferenza mi si e’ avvicinata sua moglie incoraggiandomi a fare Transition e raccontandomi quanto sia bella la loro esperienza (anche loro vivono in un villaggio in transizione) e quanto siano rimasti ispirati dall’ottimismo e dalla volontà di Rob Hopkins.
Ha parlato anche dell’esperienza delle monete locali come molto efficace nel creare questi legami locali.

E’ stata strana la reazione di alcune persone che avevo attorno. Una parte ha iniziato a mugugnare quando lui ha detto che il nucleare potrebbe essere una delle soluzioni che saremo obbligati a mettere in campo. Un’altra parte è rimasta alquanto incredula quando ha concluso la presentazione con una foto di un contadino del suo paesello che non possiede denaro, coltiva l’orto e secondo lui e mille volte piu’ felice delle persone che incontra in areoporto.

Dal pubblico poi hanno chiesto anche quale fosse lo scenario piu’ probabile: guerra continua, ritorno al passato…e C.C. ha prraticamente dett che lui è un geologo e parla di questo punto di vista, ci dice quello che lui vede accadere a livello di natura.

E’ stata comunque molto bella anche se breve come presentazione. Ho preso contatti con l’aspo di Trento, che ho scoperto essere in buon numero e voglio approfondire un progetto di una valle del trentino, la valle del Primiero, che vuole diventare la prima oilfreezone, grazie a idroelettrico e biocarburante (erano presenti dei rappresentanti).
Molte persone mi hanno fatto domande dopo la conferenza e il giorno dopo incontrandomi per strada qui a Rovereto, la domanda è sempre quella: cosa accadra’? che si fa?
Mi rendo conto pero’ di quanto sia difficile per le persone superare la convinzione che una nuova tecnologia ci salverà tutti, permettendoci di continuare a vivere alla grande. Anche C.C. ha citato il famoso detto di mentalita’ spiccatamente economicista “l’età della pietra non e’ finito perche’ non c’erano piu’ pietre”.
(ah! per C.C. il picco del petrolio convenzionale c’è già stato l’anno scorso)

E’ stato bello avere C.C qui.

Angelica