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Com’è andata a Rovereto

Era un po’ che non facevo un tDay, ma ad Angelica lo dovevo da tempo, a lei che aveva partecipato al primo Transition Training fatto in Italia e che finalmente ha trovato attorno a sè le condizioni per organizzare questo momento d’incontro.

C’erano una cinquantina di persone, la sala non avrebbe potuto accoglierne di più e quindi ci scusiamo con quelli che non hanno potuto partecipare per esaurimento dei posti. I presenti, come sempre, si sono dimostrati attentissimi e in grado di sorbirsi la faticosa galoppata alla scoperta del mondo che ci circonda e di reagire nel pomeriggio cominciando subito a immaginare evoluzioni e soluzioni nel corso di un veloce World Cafe.

Devo però rilevare che, ancora una volta, il tempo è passato e qualcosa è cambiato. L’esposizione allo “scenario” e il dolore che ne consegue, colpiscono ora in modo diverso, più istantaneo e violento.

I collegamenti tra quello che raccontiamo e la realtà sono adesso molto più facili, e in un clima generale di incertezza è più probabile essere presi subito dalla paura e dal senso di urgenza. Il risveglio, insomma, ora avviene in modo più brusco e tagliente, con meno cuscini sotto cui nascondersi prima di affrontare i fatti per come sono.

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