Articoli

Agricoltura: il metodo sinergico

 

Cedere controllo, imparare a cooperare con la natura, lasciare andare, diventare custodi dei processi naturali, il metodo sinergico è la migliore palestra per imparare tutto questo e goderne i frutti. Provate per credere…

 

 

Resoconto dell’audizione in Senato sulla Permacultura

AUDIZIONE INFORMALE dei RAPPRESENTANTI DEL SETTORE DELLA PERMACULTURA IN ITALIA

Audizione presieduta da Leana PIGNEDOLI, dalle ore 14.00 alle 14.50

Primo ad intervenire è stato il Presidente dell’Accademia Italiana di Permacultura dott. Massimo Candela che ha fatto una breve presentazione del concetto di permacultura, in particolare ha evidenziato il fatto che la permacultura non è in effetti solo un metodo agricolo ma si fonda su determinati principi etici e pratici.

Ha presentato la storia e le attività dell’Accademia, comprese le relazioni con organizzazioni internazionali e gli aspetti riguardanti la formazione composta attualmente dal corso base di 72 ore, standard riconosciuto anche a livello internazionale e alle fasi successive di formazione pratica intervallata da seminari di approfondimento. Ha enumerato il numero di diplomati e di partecipanti ai corsi di formazione. Accenna il legame tra sovranità alimentare e permacultura e la microeconomia che ha bisogni di una semplificazione amministrativa. Fa notare che la permacultura è un modo nuovo di utilizzare conoscenze già acquisite in diversi campi tecnici e scientifici quali la biologia, l’ecologia, l’ingegneria, ….

316472_237169243013356_748595779_n

Il secondo intervento è di Pietro Zucchetti fondatore e coordinatore dell’istituto Italiano Permacultura, anche lui parla della storia e della nascita del suo Istituto, dell’esperienza in Inghilterra e della permacultura come un sistema di Landscape design. Illustra un’esperienza di recupero dell’acqua piovana e di riciclo e della fitodepurazione. Illustra alcuni progetti italiani di permacultura, in particolare un progetto di un’azienda agricola di due ettari in Puglia e altri progetti di design effettuati in Italia. Illustra brevemente un gioco/laboratorio sul significato di permacultura che è realizzato durante i corsi di formazione dell’Istituto, tale esperienza non si è potuta effettuare per mancanza di tempo ma è stata consegnata ai Senatori una memoria scritta.

Il terzo intervento è di Roberto Salustri direttore scientifico dell’EcoIstituto RESEDA ed esponente della Permacultura Bioregionale.  “La permacultura non è solo una pratica agricola ma una pratica per progettare un modo di vita completamente sostenibile dove, grazie ad un insieme di ecosistemi costruiti dall’uomo, si possa vivere di quello che gli ecosistemi producono. In questo percorso è importante ridisegnare e rivedere il nostro stile di vita, la riduzione dei consumi e la decrescita energetica in modo da adeguarsi ai limiti dei cicli naturali”. Parla di semplificazione della normativa per le piccole e micro aziende agricole, nonché per la vendita diretta delle autoproduzioni artigianali e alimentari. Per illustrare le linee guida dell’EcoIstituto illustra il progetto di Permacultura a Cuba, il parallelo del “Bloqueo” con il picco del petrolio, il crollo dell’agricoltura industriale cubana e la nascita degli orti urbani e delle esperienze di Permacultura a Cuba (cooperativa Roberto Amaral, 235 ettari), il ruolo della permacultura all’interno del movimento delle transition town, il concetto di resilienza e le esperienze di permacultura “difficile” nel deserto (orti familiari solari).

Continua a leggere

Con i piedi per terra (un video)

Tra i finalisti del concorso di Servizio Pubblico per aspiranti documentaristi e videomaker vi segnalo questo lavoro sui giovani agricoltori, “Con i Piedi per Terra” di Valentina Parasecolo.

Visto che spesso capita di cercare idee su materiale made in Italy da proiettare, se il tema è quello della resilienza alimentare, produzione di cibo… e lavoro, questo fa per voi!

http://www.serviziopubblico.it/2013/05/22/news/con_i_piedi_per_terra.html?cat_id=33

(scusate se non so usare la funzioncina per fare l’embedding)

 

 

Uk dovrà zappare per mangiare

A volte è interessante vedere cosa dicono i ministri negli altri Paesi europei. Quando lo racconto negli incontri non è semplice far capire quanto fatica faccia il nostro apparato culturale (parlo dell’Italia) a rimanere al passo con gli eventi.

Date allora un occhiata a questo articolo apparso oggi su The Telegraph e che riporta le dichiarazioni del ministro UK David Heath (il suo ministero è quello dell’Agricoltura e Alimentazione) in merito ai rischi alimentari che il paese corre nel prossimo futuro.

“We made a huge mistake a few years ago when the idea got around that we didn’t need to produce in the agricultural sector any more, that we would be able to buy our way through whatever was necessary to feed the country.

We need to be able to produce enough to deal with the requirements in this country. Food security is going to be an issue of increasing relevance.”

“Abbiamo fatto un errore enorme anni fa, quando abbiamo pensato di non aver più bisogno della produzione del settore agricolo e che saremmo stati in grado di comprare qualsiasi cosa fosse necessaria per nutrire il paese.

Dobbiamo essere in grado di produrre a sufficienza per soddisfare le esigenze di questo paese. La sicurezza alimentare diventerà un problema di crescente rilevanza.”

Ovviamente può fare una grande differenza il fatto di avere un governo che informa la nazione e dice le cose come stanno. Anche se va notato che poi lo stesso Heath ripone grandi fiducia nelle tecnologie OGM per la creazione di varietà a grande resa (magari non ci metterei tutte le uova in quella cesta).

In ogni caso stiamo parlando di un paese che si e ridotto a un livello di dipendenza dall’esterno davvero spaventosa. L’Italia non è a questo livello di disperazione, ma si muove spesso in direzioni pericolose e invece di conservare l’immenso capitale agricolo di cui ancora dispone lo distrugge o lo orienta in direzioni folli (mi spiegate cosa dovremmo fare con tutta questa vigna che abbiamo messo ovunque?)

Spesso negli ambienti della Transizione si trova un atteggiamento un po’ ossessivo nei riguardi del cibo, degli orti, dell’agricoltura, ma le ragioni sono sempre più evidenti, le minacce sempre più presenti. Continuiamo quindi a riprogettare i nostri territori, preoccupiamoci degli aspetti di adattamento climatico e della grande rete di relazioni sociali che la produzione del cibo deve saper innescare.

Facciamo esperienza, perché via via che le istituzioni si risvegliano avranno tanto, tanto bisogno di aiuto e non sapranno che direzione prendere.

È nata Arvaia

Il modello CSA (Community Supported Agricolture), ovvero quello di imprese agricole supportate in modo diretto da una comunità di fruitori dei prodotti è uno dei più interessanti per attuare percorsi di transizione dell’agricoltura.

Vi segnalo quindi l’esperimento di Arvaia, appena nata a Bologna e che prova ad attuare questo tipo di schema in forma di cooperativa. Sarà molto interessante seguirne l’evoluzione.

Il Picco del Suolo

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Z3u7y-SN2O0&feature=player_embedded]

Un bel documentario di Nicola dall’Olio sulla situazione del consumo del suolo. Si intitola “Il suolo minacciato”, è incentrato sull’Emilia Romagna, ma allarga il discorso in modo anche più generale. C’è Luca Mercalli che lancia precisi avvertimenti rispetto agli scenari energetici. Un ottimo strumento di divulgazione e visibile gratuitamente in rete, quindi a disposizione di tutti.

Il film è stato prodotto da WWF Parma e Legambiente Parma in collaborazione con LIPU, Il Borgo, Le città invisibili e con il sostegno di Forum Solidarietà ed è disponibile anche in DVD.

Mi sento di fare una sola osservazione. In alcuni passaggi si fa riferimento all’Inghilterra dove il territorio sarebbe gestito meglio che in Italia, ma nella presentazione di Zero Carbon Britain in Inghilterra, si usano paesaggi Italiani per fare vedere che noi abbiamo ancora un’agricoltura, mentre loro non ce l’hanno proprio più.

Questo per dire che non è che dobbiamo sempre considerarci nella condizione più svantaggiata, abbiamo conservato un potenziale di resilienza molto superiore ad altri paesi, per certi versi i nostri cambiamenti sono più facili, basta solo volerli fare.

Buona visione

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=IiV3wf2U3xM&feature=player_embedded]

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=pM1KvKCur0E&feature=player_embedded]

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=50X38ti7_Tc&feature=player_embedded]

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=kJF-4ZYcyfk&feature=player_embedded]

 

Da vedere: “Una fattoria per il futuro”

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=icZFYghEeUE]

Ora non avete più scuse, lo splendido documentario di Rebecca Hosking prodotto dalla BBC (ve ne avevo parlato quiqui) è finalmente sottotitolato in italiano grazie allo splendido lavoro di una squadra di traduttori volontari (santi subito).

Questo film ha creato un vero “caso” in Inghilterra, la BBC ha dovuto mandarlo in onda una seconda volta dopo il primo passaggio perché le richieste ricevute dal pubblico erano davvero tantissime.

Si tratta di un’opera preziosa per la sua capacità divulgativa delle tematiche della Transizione, pensate se potesse andare in onda in prima serata sulle nostre televisioni (succederà?). Guardatelo e fatelo guardare.

A Monteveglio lo utilizzeremo anche per proiezioni private con gli agricoltori (e con chiunque altro sia interessato), occasioni per approfondire poi il tema in modo diretto.