Uk dovrà zappare per mangiare

A volte è interessante vedere cosa dicono i ministri negli altri Paesi europei. Quando lo racconto negli incontri non è semplice far capire quanto fatica faccia il nostro apparato culturale (parlo dell’Italia) a rimanere al passo con gli eventi.

Date allora un occhiata a questo articolo apparso oggi su The Telegraph e che riporta le dichiarazioni del ministro UK David Heath (il suo ministero è quello dell’Agricoltura e Alimentazione) in merito ai rischi alimentari che il paese corre nel prossimo futuro.

“We made a huge mistake a few years ago when the idea got around that we didn’t need to produce in the agricultural sector any more, that we would be able to buy our way through whatever was necessary to feed the country.

We need to be able to produce enough to deal with the requirements in this country. Food security is going to be an issue of increasing relevance.”

“Abbiamo fatto un errore enorme anni fa, quando abbiamo pensato di non aver più bisogno della produzione del settore agricolo e che saremmo stati in grado di comprare qualsiasi cosa fosse necessaria per nutrire il paese.

Dobbiamo essere in grado di produrre a sufficienza per soddisfare le esigenze di questo paese. La sicurezza alimentare diventerà un problema di crescente rilevanza.”

Ovviamente può fare una grande differenza il fatto di avere un governo che informa la nazione e dice le cose come stanno. Anche se va notato che poi lo stesso Heath ripone grandi fiducia nelle tecnologie OGM per la creazione di varietà a grande resa (magari non ci metterei tutte le uova in quella cesta).

In ogni caso stiamo parlando di un paese che si e ridotto a un livello di dipendenza dall’esterno davvero spaventosa. L’Italia non è a questo livello di disperazione, ma si muove spesso in direzioni pericolose e invece di conservare l’immenso capitale agricolo di cui ancora dispone lo distrugge o lo orienta in direzioni folli (mi spiegate cosa dovremmo fare con tutta questa vigna che abbiamo messo ovunque?)

Spesso negli ambienti della Transizione si trova un atteggiamento un po’ ossessivo nei riguardi del cibo, degli orti, dell’agricoltura, ma le ragioni sono sempre più evidenti, le minacce sempre più presenti. Continuiamo quindi a riprogettare i nostri territori, preoccupiamoci degli aspetti di adattamento climatico e della grande rete di relazioni sociali che la produzione del cibo deve saper innescare.

Facciamo esperienza, perché via via che le istituzioni si risvegliano avranno tanto, tanto bisogno di aiuto e non sapranno che direzione prendere.

6 commenti
  1. Ambra
    Ambra dice:

    Qualche settimana fa ho fatto un piccolo semplice ragionamento.
    Partendo da alcune notizie:
    – che l’umanità ha già superato il picco del petrolio
    – che nel giro di pochi anni le riserve di petrolio saranno eseurite (c’è chi parla del 2020)
    – che il nostro sistema economico/sociale è totalmente creato sul petrolio (trasporti, energia, produzione di ogni genere possibile ed immaginabile)
    quindi, consumato il petrolio e quindi azzerato il sistema finanziario sociale ho pensato che l’unico vero bisogno primario per la sopravvivenza umana è cibarsi
    e quindi, essendo la terra l’unica fonte di cibo
    ho fatto un calcolo moooolto spannometrico di quanta terra può avere ogni abitante italiano in Italia per sopravvivere.
    Estensione territoriale dell’Italia:
    301340 kmq
    Popolazione in Italia:
    60.900.000,00 persone
    Terra a disposizione per abitante:
    301340/60.900.000,00=0,00494811 kmq = 4948,11mq/persona
    da questi 4948,11mq vanno tolti:
    – infrastrutture di ogni genere, edifici, strade e ogni manufatto scostruito dall’uomo
    – laghi, fiumi, boschi, zone rocciose, zone sabbiose, zone paludose, ecc.
    e considerando la morfologia del territorio italiano, da totale inesperta di questa materia, sempre spannometricamente mi viene da pensare che 3000,00mq se ne vanno belli belli
    pertanto ad ogni italiano restano circa 2000mq
    avete idea di cosa sono 2000mq???
    pensate che possano bastare per sopravvivere???
    a questo aggiungete ancora:
    – sementi rese sterili dai produttori per avere il controllo/potere sulle produzioni/vendite
    – sementi OGM dagli effetti sulla salute non proprio chiari e rassicuranti
    – terreno inquinato: in Regione Veneto, le terre e rocce derivanti da scavi, se non vengono sistemate all’interno della
    proprietà sono considerate rifiuto speciale
    – acqua inquinata, acqua controllata da consorzi più o meno privati, cattiva gestione delle risorse idriche, eliminazione
    di fossati, ecc
    – ignoranza totale sull’arte di coltivare la terra

    • fausto
      fausto dice:

      “….avete idea di cosa sono 2000mq??? pensate che possano bastare per sopravvivere???…”.

      Investendoli a cereali autunno vernini (niente mais) con una resa moderata (mettiamo una quarantina di quintali / ha, qui in Emilia di solito stiamo sopra ai 50 di media globale) ne caveremmo 800 kg di roba. Voglio vederti a mangiare due kg di farina a giornata: prova e poi fammi sapere.

      Il vero problema è sempre e solo come usiamo le nostre straripanti produzioni: finché pretendiamo di convertirle in carni con rese di conversione di 1/8 o 1/9 non ne veniamo fuori.

      Altra notizia: in Italia stiamo perdendo per strada i frutteti. Si può essere così stupidi?

      • Ambra
        Ambra dice:

        …È molto confortante sentire che 2000,00 mq di terreno possono bastare! 🙂 …allora adesso bisogna sperimentare, un pò di orto, un pò di frutteto e un pò di cereali 😉

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  1. […] l’occasione per rebloggare questo bel post di Cristiano e in particolare questa […]

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