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Tifone Haiyan. Lettera aperta a Naderev Saño

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

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Naderev Saño è a capo della delegazione filippina alla conferenza dell’ONU sul clima e ha fatto un discorso emozionante ai negoziati sul clima COP 19, che sono attualmente in corso a Varsavia, ed è attualmente in sciopero della fame fino alla fine dei negoziati.  Continua a leggere

Earth Overshoot Day 2013

Salve a tutte/i,

Anche quest’anno è arrivato, con due giorni di anticipo: è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità consuma tutte le risorse naturali rinnovabili che la Terra riesce a produrre nell’intero anno. Buona lettura.

Da “Global Footprint Network”. Traduzione di MR

 

In 8 mesi, l’umanità esaurisce il budget della Terra per l’intero anno. 

 

Il 20 agosto è l’Earth Overshoot Day (EOD) 2013, la data che marca il giorno in cui l’umanità ha esaurito il budget della natura per l’intero anno. Ora stiamo operando scoperti. Per il resto dell’anno manterremo il nostro deficit ecologico prelevando riserve di risorse locali ed accumulando biossido di carbonio nell’atmosfera.

 

 

Proprio come un estratto conto traccia gli ingressi e le uscite, il Global Footprint Network (GFN) misura la domanda dell’umanità e l’offerta di risorse naturali e di servizi ecologici. E la data fa pensare. Il GFN stima che in circa otto mesi, richiediamo più risorse rinnovabili e sequestro di CO2 di quanto il pianeta possa fornire per un anno intero.

 

Nel 1993, l’EOD – la data approssimativa in cui il nostro consumo di risorse di un dato anno eccede la capacità del pianeta di ricostituirle – era stato il 21 ottobre. Nel 2003, l’Overshoot Day è stato il 22 settembre. Date le attuali tendenze di consumo, una cosa è chiara: l’EOD arriva qualche giorno prima ogni anno.

L’EOD un concetto sviluppato originariamente dal partner del GFN, nonché gruppo di esperti del Regno Unito, fondazione per una nuova economia, è il segnale annuale di quando cominciamo a vivere oltre le nostre possibilità in un dato anno. Mentre è solo una stima delle tendenze di tempo e risorse, EOD è quanto più vicino la scienza possa arrivare nella misurazione del divario fra la nostra domanda di risorse e servizi ecologiche e quanto il pianeta ne possa fornire.

 

Il costo dell’eccesso di spesa ecologica

 

Durante gran parte della storia, l’umanità ha usato le risorse naturali per costruire città e strade, per fornire cibo e creare prodotti e per assorbire il nostro biossido di carbonio ad un tasso che rimaneva ben all’interno del budget della Terra. Ma a metà degli anni 70, abbiamo superato una soglia critica: il consumo umano ha cominciato a superare ciò che il pianeta può riprodurre.

Secondo i calcoli del GFN, la nostra domanda di risorse ecologiche rinnovabili e dei servizi che esse forniscono ora equivale a quella di più di 1,5 Terre. I dati ci mostrano che siamo sulla strada per aver bisogno di due pianeti molto prima di metà secolo.

 

Il fatto che stiamo usando, o “spendendo”, il nostro capitale naturale più rapidamente di quanto possa essere riprodotto è simile ad avere spese che superano continuamente i redditi. In termini planetari, i costi del nostro eccesso di spesa ecologica stanno diventando più evidenti oggi. Il cambiamento climatico – un risultato dei gas serra che vengono emessi più rapidamente di quanto possano venire assorbiti da foreste e oceani – è il più ovvio e probabilmente pressante risultato. Ma che ne sono altri – riduzione delle foreste, perdita di specie, collasso della pesca, prezzi dei beni più alti e disordine sociale, per nominarne solo alcuni. Le crisi economica e ambientale che stiamo vivendo sono sintomi di una catastrofe incombente. L’umanità sta semplicemente usando più di quanto il pianeta possa fornire.

 

Metodologia e Proiezioni

 

Nel 2011, l’EOD è arrivato poche settimane più tardi di quanto non abbia fatto nel 2010. Questo significa che abbiamo ridotto il superamento globale? La risposta, sfortunatamente, è no.

 

L’EOD è una stima, non una data esatta. Non è possibile determinare col 100% di precisione il giorno in cui esauriamo il nostro budget ecologico. Le correzioni della data nella quale andiamo “in superamento” sono dovute alla revisione dei calcoli, non agli avanzamenti ecologici da parte dell’umanità. Secondo le ipotesi attuali, i dati del GFN ora suggeriscono che dal 2001 l’EOD ha anticipato il suo arrivo di tre giorni ogni anno.

Visto che la metodologia del GFN cambia, le proiezioni continueranno a spostarsi. Ma ogni modello scientifico usato per contare la domanda umana dell’offerta della natura mostra una tendenza robusta: siamo ben al di là del budget e il debito sta aumentando. E’ un debito ecologico e gli interessi che stiamo pagando su questo debito montante – scarsità di cibo, erosione del suolo e l’accumulo di CO2 in atmosfera – arrivano con costi umani e monetari devastanti.

 

Il tuo paese è un debitore o un creditore ecologico? Verificalo nella mappa interattiva dei creditori e debitori ecologici del GFN e di ESRI 

 

Per le richieste dei media, contattate il Senior Communications Manager Scott Mattoon o L’Associato alle Comunicazioni Haley Smith Kingsland.

 

Cliccate qui  per il comunicato stampa del 2013.

Cliccate qui per saperne di più sul EOD e su come è cambiato nel tempo.

 

La sveglia suona due volte: FMI e Banca Mondiale

Salve a tutte/i,
sempre più istituzioni mondiali sembrano essere preoccupate per il futuro e pubblicano, ormai con cadenza quasi quotidiana, studi su petrolio, clima, ecc. Questo testimonia che la consapevolezza sta aumentando anche (o, forse, soprattutto?) in ambienti ‘alti’. In questo post, oltre a fornirvi la traduzione dell’articolo segnalato da Cristiano sullo studio della Banca Mondiale, vi segnalo anche uno studio ‘preoccupato’ del Fondo Monetario Internazionale sul picco del petrolio, anch’esso tradotto.
Spero possano esservi di aiuto.

Buona lettura.


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La Banca Mondiale dà la sveglia sul clima

Ogni tanto qualche grande istituzione si sveglia, prende atto della situazione relativa al cambiamento climatico, sviene, si riprende ed emette un report. L’ultimo è quello della Banca Mondiale (qui il pdf completo), così ingombrante e difficile ignorare da dover essere ripreso sui giornali di tutto il mondo.

Oggi Repubblica ha due belle pagine centrali tutte sull’argomento e sul rischio di perdere totalmente il controllo della situazione (ho visto solo questo quotidiano, ma magari anche altri avranno ripreso la cosa).

Tutto sta a capire se questa è la volta buona in cui i media svoltano e decidono di occuparsi del clima in modo serio, o se è solo uno dei tanti momenti di lucidità che poi lasciano posto al solito confuso rumore di fondo. Vedremo.

Certo è che anche in seno alla Banca Mondiale ci sono stati personaggi che non hanno certo lasciato per ultimi i temi della sostenibilità, potete per esempio guardare questa intervista a Ian Johnson, ex vice presidente di questa istituzione e certamente persona consapevole delle sfide che ci attendono (la feci a Firenze durante l’ultimo convegno organizzato da ASPO-Italia).

I ragazzi di Terni

E’ apparso ieri su Repubblica ma a quanto pare gira da un po’ questo video realizzato dagli studenti della media “Marconi” di Terni.  Un bellissimo esempio di energia e creatività nell’affrontare il cambiamento climatico – enjoy!

TEDx : Valentina Bosetti – sull’innovazione nel combattere i cambiamenti climatici

Un problema complesso che ha una scala temporale di decenni, se non secoli, non può essere gestito da chi ha un orizzonte temporale che coincide con il suo mandato politico. Ci può pensare solo chi ha visioni più lunghe: cioè chi pensa ai propri figli, ai propri nipoti… Quindi tocca a ognuno di noi fare qualcosa.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=ALyeJY_ZQS0]
Ce lo spiega con molta chiarezza Valentina Bosetti, ricercatrice alla Fondazione ENI Enrico Mattei e coordinatrice del progetto ICARUS, finanziato da ERC (il CNR di livello Europeo)  durante il suo talk al TEDx 2010 di Como.

Sir David Attenborough e il riscaldamento globale

Rilancio pari pari un post si Carlo Fusco apparso oggi sul blog di Ugo Bardi. Mi sembrà così ben fatto che non vale la pena cambiare nulla.

Di Carlo Fusco

David Attenborough è la ragione per cui sono diventato un biologo. È il mio eroe personale. I suoi documentari sulle scienze naturali, presentati dentro l’indimenticabile Quark di Piero Angela, sono impressi per sempre nella mia memoria di ragazzino. Ricordo che ne guardai uno proprio la sera prima dell’inizio dei miei esami di stato e in quel momento presi la decisione definitiva: se non mi bocciavano, mi sarei iscritto a Biologia. Non mi bocciarono.

In questo breve filmato DA spiega con la sua inimitabile flemma inglese come lui si sia convinto della realtà del riscaldamento globale.

Con l’aiuto di Peter Cox, climatologo dell’università dell’Exeter, ci mostra tre grafici, proiettati al suolo in dimensioni giganti. Il primo rappresenta le temperature reali degli ultimi 150 anni. Il secondo un modello che non tiene conto della forzante dei gas serra antropici, ma solo dei fattori naturali ed il terzo è un modello completo che tiene conto di tutti gli elementi, inclusi quelli di origine antropica. Per sapere quali dei due modelli si sovrappone perfettamente su tutto il grafico delle temperature reali, dall’inizio alla fine e non solo fino al 1970 circa, dovrete guardarvi il video, ma dubito che sia troppo difficile fare una previsione personale:

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Interessante notare che DA è rimasto in silenzio per un lungo periodo sull’AGW, infatti in un’intervista ha dichiarato che essendo un naturalista e non un climatologo non  poteva comprendere la  fisica dell’atmosfera ed i princìpi alla base della climatologia. Quindi, dato anche il peso della sua immagine pubblica, in queste condizioni non se la sentiva di esporsi in prima persona. Ma poi l’accumularsi di evidenze nella letteratura scientifica, in particolare sulla solidità dei modelli, lo hanno infine convinto ad esporsi ed indotto a parlare.

Traduco la sua frase conclusiva del video:

Ecco dunque, non ci sono molti dubbi che questo aumento, questo rapido aumento della temperatura è dovuto alle attività umane

Yes Sir, little doubt indeed.