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Lombroso da Parigi COP 21 giorno 2

Lombroso da Parigi COP 21 giorno 2

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Seconda giornata che prendo un po’slow, ieri il primo giorno e’stato subito ricco di impegni e di side event, ma forse devo ancora ambientarmi qui al grande centro Le Bourget. La mattinata e’volata, dopo alcuni incontri con amici vari, sbirciando qualche side event ma senza focalizzarmi su nulla di particolare.
Sara’che invecchio, ma anche se non sono certo un veterano delle COP mi sembra di sentire le stesse frasi, tipo “e’ la nostra ultima occasione buona”, “il tempo sta scadendo”, “le future generazioni ce ne chiederanno conto”, di Copenaghen e delle alter COP a cui ho partecipato. Sara’la (s)volta buona per il clima?
Dipende. In positivo c’e’consapevolezza e unanimita’ dei 196 aderenti all’’ÚNFCCC e tutti, in modo o nell’altro, qualche impegno se lo assumono. Ieri no ho seguito direttamente I negoziati, ma mi sono dedicato a pubbliche relazioni e ho visitato il non meno interessante spazio della società civile, Generation Climate, incontrando varie persone e vedendo varie esperienze di buone pratiche.
Poi, a sera, rientrato in Hotel dove oggi la prendo calma in vista delle prossime giornate che saranno senz’altro intense, leggo con piacere la novità. “un fulmine scuote Parigi”, scrivono gli amici di Italian Climate Network, e in effetti ieri è pure piovuto parecchio e forte, quasi fosse un monito. Altre notizie le trovate sul Guardian, insomma pare che si vada verso un accord forte, politicamente vincolante, con controlli periodici degli obiettivi. Non entro nelle parti tecniche, confesso che rigetto ora ancor più la burocrazia e dintorni. Interessante che pare vengano recepiti anche gli 1.5°C di Massimo riscaldamento planetario a lungo termine, ma diciamolo francamente come fatto simbolico, perchè ormai personalmente la vedo dura rispettare I 2°C, figuriamoci già 1.5°C!
Infatti, l’altra faccia della medaglia e’che gli impegni assunti con gli INDC da oltre 100 Stati, come si sapeva, sono largamente insufficienti anche per rispettare i 2°C gradi; come dicevo ieri dal GAP report, mancano alla conta 12 miliardi di tonnellate di CO2.
Robetta insomma, dove trovarle o meglio tagliarle? I governi, l-ONU e l-UNFCCC qui passano la palla al livello subnazionale (regioni e citta’in particolare), alle imprese, e soprattutto alla societa’civile. Insomma, come si dice in transizione, I Governi non agiranno o se lo fanno sarà tardi e insufficiente, e come sappiamo l’azione del singolo, importante, è comunque insufficiente.
Dunque, ampio spazio anche per le azioni della transizioni. Tocca noi insomma, alle comunità, dovremmo, propongo (se già non è stato fatto) di fare i “conti della lavandiaia” di quante emissioni si stanno tagliando coi progetti in corso, quante ne possiamo ancora tagliare con quelli futuri e quante ne mancano al conteggio finale. E, perche’no, anche pensare a una sorta di INDC

Luca Lombroso

Osservatorio geofisico Dief UNIMORE

Obsèrver in delegazione FLA Fondazione Lombardia per l’ambiente

Ps: Le opinioni qui espresse sono, naturalmente, a titolo personale; scusate eventuali refusi dovuti alla tastiera tablet e alla stanchezza!

Il ghiaccio e il cielo

Nuovo documentario francese di Luc Jaquet che tenta il risveglio nei confronti del riscaldamento globale. Non l’ho visto quindi vi segnalo solo la sua esistenza e il fatto che è stato presentato a Cannes.