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Aggiornamento sul petrolio

Per fare il punto di inizio anno ecco qui un bel l’articolo di Turiel già tradotto in italiano sul blog di Ugo Bardi. Buona lettura.

Il Tramonto del Petrolio

Salve a tutte/i. In tempi recenti, con la “ripresa” della produzione statunitense di petrolio da scisti, è stato fatto un gran parlare della “fine del picco del petrolio”. Da Maugeri alla IEA è stata un’unica manifestazione di giubilo per la “nuova rivoluzione petrolifera”. Abbiamo già pubblicato l’opinione di Rob Hopkins su questa vicenda ed altri accenni sull’ultimo rapporto della IEA (e tanto ancora è disponibile in rete).

Qualche giorno fa ho tradotto un articolo di Antonio Turiel, il quale ha provato a fare alcuni calcoli che andassero oltre alle dichiarazioni mirabolanti. Mi è sembrata un’analisi molto stringente ed estremamente importante, quindi ho pensato di segnalarvela. Trovate l’articolo su Effetto Cassandra. Non è una lettura semplice, ma le cose complesse difficilmente possono essere ricondotte ad una semplicità cristallina. Vedete voi se avete un po’ di tempo e la giusta concentrazione per affrontarla.

Buona lettura.

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IEA WEO 2012 – parlando di petrolio

È uscita su Effetto Cassandra la traduzione di un post di Gail Tverberg che analizza gli scenari sulla produzione petrolifera proposti dalla IEA nel suo ultimo rapporto (l’ha fatta il solito Rupo eh…). È un pezzo molto utile e accessibile che spiega bene uno dei meccanismi costantemente rimossi dall’apparato culturale della crescita, ovvero quello dei ritorni decrescenti. Buona lettura…

Petrolio: se anche gli arabi…

Sul sito del Corriere TV è apparso ieri un video-servizio di Antonio Ferrari che, nella sua rubrica “Voci dal Vicino Oriente”, analizza la situazione in Arabia Saudita.

I signori del petrolio devono oggi fare i conti con un mostruoso consumo interno di energia in costante aumento e uno studio pubblicato nel dicembre 2011 Chatham House inglese (Burning Oil to Keep Cool) mette nero su bianco i rischi per uno dei paesi più ricchi del mondo.

Il grafico a pagina 11 dello studio inglese (lo stesso riprodotto nel filmato di Ferrari), mostra come, in mancanza di provvedimenti correttivi, le necessità interne andranno progressivamente a ridurre la capacità di esportazione. Si vede inoltre una previsione di significativo declino della capacità produttiva a partire dal 2040.

Ovviamente tutto questo non incide solamente sulle sorti dell’Arabia, ma ha come conseguenza il declino di uno dei paesi più importanti del mondo per ciò che riguarda la produzione di petrolio.

Nulla di cui stupirsi particolarmente, ma un’ulteriore conferma di quanta urgenza ci sia di cambiare strada in modo deciso.

ASPO commenta Passera

Vi segnalo un comunicato di ASPO Italia a commento delle recenti dichiarazioni del ministro Passera. Il comitato scientifico dell’Associazione parte dalle parole del rappresentante del governo

Abbiamo ingenti riserve di gas e petrolio che possono soddisfare il 20% dei consumi nazionali dal 10% attuale. Si possono generare 15 miliardi di euro di investimenti e 25mila posti di lavoro, si può ridurre la bolletta per le importazioni di energia di 6 miliardi, aumentando il Pil di mezzo punto.

e le commenta per ricollegarle alle condizioni reali delle risorse, alle prospettive economiche e lavorative, al senso delle cose.

È importante leggerlo per rimettere ordine nella confusione di informazioni che continuano a circolare sospinte dalle varie fazioni in campo, e quando si parla di energia si parla di fazioni con molti mezzi e molte possibilità di influenzare i media.

In questi mesi sono nate nuove “storie” che il sistema fa circolare, come quella degli incentivi alle rinnovabili che creano i rincari energetici o come queste idee un po’ buffe di investire nell’estrazione petrolifera e dei gas sul nostro territorio.

Credo sia utile fare due conti e rimanere con i piedi per terra, cercando di concentrarsi su ciò che veramente può aiutarci a evolvere in qualcosa di diverso da quello che, come paese, siamo diventati.

ASPO USA 2011

Si sta svolgendo in questi giorni il ritrovo USA dell’Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio (ASPO) e su The Oil Drum gli angloabili possono seguire i lavori grazie ai rendiconti sintetici che vengono pubblicati giorno per giorno. Sono discussioni spesso molto tecniche, quindi le consiglio solo agli appassionati del genere, ma emergono indicazioni interessanti.

Sto twittando quelle che mi saltano all’occhio, ma vi riporto qui quello che dice Bob Hirsch (famoso per il rapporto Hirsch del 2005), i concetti sono riassunti da Jonathan Callahan, uno degli editor di TOD:

Bob Hirsch, author of the 2005 Hirsch Report, opened the conversation by narrowing the focus. According to Hirsch: “We don’t have an energy problem in the short term. We have a liquid fuels problem.” In the longer term, Hirsch believes there are renewable solutions. But the current production plateau has been going on since 2004 and he anticipates decline will start in 1-4 years. He believes rationing is difficult, and that we may have to resort to X-to-liquids as we have a huge investment in equipment that requires liquid fuels. Electrification of transportation is a longer term solution. Bob anticipates a shock as we experienced in 73 and 79 along with panic, shortages, inflation, recession and unemployment. When peak oil enters public consciousness, Hirsch argues, climate change will fade in importance for many people.

Bob Hirsch, autore del Rapporto Hirsch del 2005, ha aperto la conversazione restringendo il campo. Secondo Hirsch: “Non abbiamo un problema energetico nel breve periodo. Abbiamo un problema di carburanti liquidi.” Nel lungo periodo Hirsch crede in una soluzione a base di energia rinnovabile. Ma l’attuale stagnazione della produzione [di petrolio n.d.t] è in corso dal 2004 e il declino comincerà in 1 – 4 anni. Pensa che il razionamento sia difficile, e che potremmo finire per affidarci alla soluzione X-to-liquids [ovvero ottenere carburanti liquidi da gas, carbone, biomasse  n.d.t] perché abbiamo un investimento gigantesco in attrezzature che richiedono carburanti liquidi. Il trasporto elettrico è una soluzione a lungo termine. Bob prevede uno shock simile a quello vissuto nel ’73 e ’79 accompagnato da panico, scarsità, inflazione, recessione e disoccupazione. Quando il pubblico diventerà consapevole del Picco del Petrolio, afferma Hirsch, il cambiamento climatico diventerà trascurabile per molta gente.

Post su TOD in cui trovate molte altre cose interessanti.

Già che ci sono vorrei farvi notare che il petrolio è nuovamente sopra i 100 dollari al barile.

Intervista a Hirsch, parte 1 – parte 2 (settembre 2010)

Nicole Foss: resoconto da Carimate

La “Prima” di Nicole Foss a Carimate è andata molto, ma mooolto bene. Ecco qui il post di Carimate in Transizione che racconta cosa è successo.

Non può che venire voglia di accorrere in massa ai prossimi eventi previsti.

 

Ricordiamo ancora una volta: 

 

25/10   SCANDIANO

26/10  BOLOGNA

28/10  FIRENZE  (all’interno della Convention Aspo)

29/10  URBANIA

Pane e petrolio

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La BP, in Spagna (Valencia), regala un filone di pane a chi fa almeno 35 litri di benzina. Sì, avete capito bene, regala pane (solo se avete la carta punti BP eh..). Brutti segnali.

Via Petrolio

Petrolio e recessione

Una delle chiavi di lettura di questa epoca di “crisi” è quella di una stretta correlazione tra la fine del petrolio a basso prezzo e la recessione. Se si aggiungono a questi ingredienti tutti gli altri di cui spesso parliamo (picchi vari di ogni tipo, per altro strettamente correlati a quello del petrolio) otteniamo la “tempesta perfetta” che ci accompagnerà in questi anni.

Purtroppo, visto che tutti continuano ad aspirare alla crescita, sentirete raramente un economista di quelli che hanno accesso a televisioni e giornali, raccontare la storia in questo modo.

Su “Come Don Chisciotte” c’è la traduzione di un post di Euan Mearns pubblicato su The Oil Drum che potete leggere se vi sfugge la correlazione tra petrolio e crisi, se ancora non l’avete chiara penso sia il momento di togliersi il pensiero.

Entropia, picco del petrolio e filosofia

Vi segnalo la traduzione in italiano di un recente articolo di Ugo Bardi apparso su TOD. Rupo sì e messo d’impegno e lo ha tradotto a beneficio della nazione italiaca (grazie Massimiliano).

È un pezzo lungo e un po’ “avanzato”, ma estremamente interessante, trovate il tempo per leggerlo (ora non avete più scuse).

Nella foto Ugo con in mano la mela di Newton, sì proprio quella originale… durante il suo intervento alla conferenza di Barbastro (in Spagna). Il convegno aveva come titolo “Peak Oil: fact or fiction?”.

Uk: piano anti shock petrolifero

Il segretario Inglese per l’energia e il cambiamento climatico Chris Huhne ha stabilito lo studio di un piano di risposta allo shock petrolifero (Oil Shock Response Plan) in modo da proteggere l’economia del paese dalle conseguenze del Picco del Petrolio.

La stesura del piano è stata stimolata dal confronto con l’ITPOES, la task force creata da un pool di industrie inglesi per sollecitare il governo nei confronti della sicurezza energetica. I contenuti del piano sono ancora da definire, ma è molto significativo che in altri paesi i livelli governativi siano finalmente coinvolti nella risposta a questo problema epocale.

12 Giugno a Carimate: lo spettacolo teatrale “PETROLIO”

DOMENICA 12 GIUGNO ALLE 15.30 “CARIMATE IN TRANSIZIONE” PROPONE LO SPETTACOLO “PETROLIO”.

VENITE, GENTE, VENITE – E COINVOLGETE SOPRATTUTTO I VS FIGLI ED I GIOVANI IN GENERE !

PER AVERE QUALCHE ULTERIORE INFO IN MERITO VISITATE IL SITO DELL’ASSOCIAZIONE CHE LO HA IDEATO: HTTP://CAMBIAMO.ORG

Benzina: quasi a 1,6 euro al litro

Nuovo record per la benzina alla pompa, la cosa interessante è che ci siamo già tutti rassegnati. Nel 2008 l’impennata dei prezzi aveva ridotto il traffico e indignato le persone. Ora la rassegnazione è palpabile…

Il problema è che in questo modo una fetta sempre più consistente del nostro reddito verrà progressivamente assorbito dalle necessità energetiche. Non è un buon percorso, meglio iniziare la propria transizione in modo precoce e graduale.

Per chi non ha ancora cominciato, magari questo è un buon momento… a volte certi piccoli stimoli aiutano.

Mosca: Non esportiamo più carburanti!

Ecco che pian piano (neanche tanto pian piano), le cose vanno avanti e oggi circola la notizia della decisione del governo russo di interrompere le esportazioni di benzina da maggio.

Questa è una delle tante dinamiche che potremo vedere nei prossimi anni: chi ha il petrolio, se può, potrebbe cominciare a tenerselo. Non è un caso che gli inglesi ragionino sui razionamenti e che gli eserciti si stiano preparando a queste evenienze.

Non c’è quindi da restare sorpresi, la cosa migliore è darsi da fare per prepararsi a un futuro con meno carburante e meno energia. Tutto qui.

Il risveglio dei media: Wall Steet Journal

In questo grafico sono evidenziati i picchi di costo del petrolio (linea rossa) e le fasi di recessione economica (fasce verticali in azzurro più scuro). Traete voi le conclusioni.

Non sarà che il petrolio ha qualche cosa a che fare con la crisi economica? JUSTIN LAHART del Wall Street Journal si fa cogliere dal dubbio. Progressivamente la realtà riconquisterà l’attenzione degli esseri umani, persino dei giornalisti che si occupano di borsa ed economia, è fatale (se fosse prima sarebbe meglio, ma tant’è).

L’articolo è per angloabili, ma direi che non dice nulla di interessante per chi segue le vicende del picco del petrolio (quindi non state a fare la fatica di leggerlo). È importante invece che la consapevolezza, sia pure con una lentezza imbarazzante, avanzi. Se invece vi va di approfondire, vi consiglio questo articolo su TOD.