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Rapporto BIS: Il futuro del cibo
Sempre più spesso i livelli istituzionali si stanno preoccupando dei problemi reali che stiamo affrontando e dovremo affrontare nei prossimi anni. In questo nuovo rapporto del Dipartment for Business Innovation & Skills del governo inglese, il tema del cibo emerge in tutta la sua intensità.
Come mangeremo? È davvero una bella domanda e le risposte sono ancora vaghe. Solo i rischi imminenti appaiono abbastanza chiari. Gli angloabili possono scaricare lo studio qui.
Per gli altri traduco qui al volo un paio di passaggi che aiutano a capire il senso dello studio. Nella prefazione ad esempio si inizia così:
The case for urgent action in the global food system is now compelling.We are at a unique moment in history as diverse factors converge to affect the demand, production and distribution of food over the next 20 to 40 years.
Un’azione rispetto al sistema globale della produzione di cibo è ora urgente. Siamo in un momento storico unico nel quale diversi fattori convergono e influiranno su domanda, produzione e distribuzione del cibo nei prossimi 20/40 anni.
E più avanti:
Many systems of food production are unsustainable. Without change, the global food system will continue to degrade the environment and compromise the world’s capacity to produce food in the future, as well as contributing to climate change and the destruction of biodiversity.
I principali sistemi per la produzione del cibo non sono sostenibili. Senza cambiamenti, il sistema globale della produzione di cibo continuerà a degradare l’ambiente e a compromettere la futura capacità del pianeta di produrre cibo, oltre a contribuire al cambiamento climatico e alla distruzione della biodiversità.
Insomma avere capito, si tratta di una nuova finestra su quella realtà che fino ad ora abbiamo abbastanza efficacemente nascosto, ma che ormai si manifesta in modo così evidente che non resta altro da fare che prenderne atto e rimboccarsi le maniche.
Per chi volesse qualcosa in italiano sull’argomento (problemi e possibili soluzioni) vi rimando alla traduzione del lavoro sulla “Transizione Agroalimentare” del Post Carbon Institute Usa. Potete scaricarla qui.