Da Venezia a Ferrara, accolto da una banda!

Di Rob Hopkins

La giornata di domenica è iniziata andando ad incontrare circa 25 membri di Transition Italia e di diverse iniziative italiane all’imbarcadero vicino al centro di Venezia. Lì siamo saliti su un traghetto, noleggiato per portarci tutti a Ferrara. Il traghetto si chiama ‘Nena’, un vaporetto originale veneziano, proprio come quelli usati quotidianamente per trasportare passeggeri e merci per le vie d’acqua più strette. Appartiene ad una famiglia che l’ha amorevolmente restaurato, e che ci ha accolto a bordo. Davvero una bella barca. Cominciata prestissimo, alla fine questa è stata una delle giornate “di Transizione” più belle che io abbia mai avuto la fortuna di vivere.

Una volta sistematici a bordo, ci siamo presentati ed abbiamo passato le successive otto ore, ora più ora meno, a parlare, mangiare, condividere storie e attraversare parti del Paese tanto belle quanto, purtroppo, trascurate.

Ellen Bermann, di Transition Italia, si presenta.

Per prima cosa ci siamo allontanati da Venezia, passando accanto ad isole grandi e piccole, mentre i suoi straordinari palazzi diventavano sempre più piccoli al nostro addentrarci nella laguna. Questo mi ha dato, molto di più del tempo passato a camminare per la città, una vera percezione di quanto questo gioiello di città sia vulnerabile all’aumento del livello del mare. Oggigiorno, durante l’inverno la città finisce spesso sott’acqua per circa un metro, il che è il motivo per il quale il piano terra di molti edifici viene lasciato vuoto… e sovente senza intonaco.

Allontanarsi per mare da Venezia e vederla appoggiata lì, rivelata nel suo essere poco più di un arcipelago di minuscole isole posate al pelo dell’acqua, dava un senso di vulnerabilità davvero impressionante.

Il viaggio è proseguito fino a raggiungere il fiume Po. Il Po è il fiume più lungo d’Italia, che scorre dalle sue sorgenti sulle Alpi Cozie fino al mare Adriatico. Nel punto più largo misura 503 metri. Attraversa Torino, Piacenza e Ferrara ed è utilizzabile per arrivare via fiume fino a Milano, passando una serie di complessi canali chiamati ‘navigli’, progettati da Leonardo da Vinci (grazie Wikipedia).

Il Po è un fiume molto celebrato nella cultura italiana, per esempio in libri classici come la trilogia “Il Mulino sul Po” di Riccardo Bacchelli, ed è stato molto importante storicamente come via commerciale, ma ora, con gran parte dei beni trasportati nel paese via terra, non assolve più a funzioni pratiche. Non viene nemmeno visitato dai turisti.  Davvero un peccato, perché è un fiume bello e molto ampio.

Abbiamo viaggiato lungo il Po e ci siamo fermati per una camminata in un posto, dove ci hanno raccontato la storia di un’isola che un gruppo di intellettuali ha dichiarato, negli anni 50, Repubblica indipendente, stampando i propri passaporti, la propria moneta e così via. Apparentemente questo avveniva spesso all’epoca ed il proprietario dell’imbarcazione ci ha mostrato una rivista che conteneva anche immagini della loro moneta (vedi sotto).

Continua a leggere

Viaggio nell’Italia che cambia

Daniel si è messo in viaggio – alla ricerca dell’Italia che cambia, per raccogliere le testimonianze di chi il proprio viaggio di transizione lo ha già intrapreso. Questa avventura è iniziata da pochi giorni  ma continuerà per 5 mesi – potrete seguire i racconti di Daniel su questo blog: VIAGGIO NELL’ITALIA CHE CAMBIA 

“Ripercorreremo l’italico stivale da nord a sud, da est a ovest, a bordo di un camper, alla ricerca di tutte quelle esperienze di vita diversa, di cambiamento, di autoproduzione, di ritorno alla campagna, di politica virtuosa, di riduzione dei consumi, di riscoperta del senso della vita, di maternità, di convivialità. Lo faremo per raccontare un paese diverso, un’Italia che cambia, e per raccontare il nostro cambiamento, che nascerà dall’incontro e dal confronto con le mille realtà. Un camper, un libro, un viaggio, un documentario, ma soprattutto un nuovo modo di vivere ed esistere.”

Le prime tappe in Piemonte sono state molto stimolanti mentre ora è in viaggio verso Venezia per raccontare la Conferenza Internazionale della Decrescita 2012.

Transizionisti dello stivale e delle isole, se avete storie di transizione e cambiamento da raccontare, scrivete a Daniel a info(at)italiachecambia.org e magari il suo camper potrà fare tappa anche da voi !

Costruire un’economia alternativa in 3 ore ?

Possono 370 persone costruire la visione e la base per un’economia alternativa in un mondo post-transizione ? Ebbene sì. Questa incredibile magia si è manifestata domenica scorsa durante la Transition Network Conference. Vorrei quindi condividere questa esperienza di come può essere usata la creatività e un pizzico di sana follia per fare questo. Anche perché quello che ora frulla in testa è: come, dove e in che contesto potremmo sperimentare analoghi strumenti in Italia ?

Anche un racconto con foto non renderà giustizia a questa giornata super-creativa e straordinaria dedicata a costruire un paradigma economico diverso – bisognava esserci. Ma ci provo lo stesso ….

Domenica mattina, arrivo al Bac (la sede della conferenza) verso le 9.30. Tutti i partecipanti sono ancora radunati nell’atrio a chiacchierare e scambiarsi idee (sulla transizione e non). Non ci fanno ancora entrare nella Grande Sala (enorme teatro storico che ospita in genere i conferenzieri e le attività principali) – c’è mistero, i vetri delle porte sono state rivestite di carta per non far sbirciare nessuno. Gli ultimi preparativi si stanno svolgendo. E poi si aprono finalmente le porte, entriamo nella sala rigorosamente vuota, c’è solo un nastro rosso sospeso a un metro di altezza che separa gli spazi. Ci comprimiamo tutti quanti nel piccolo spazio dietro il nastro rosso. Una musica di Vangelis ci accompagna e inizia il nostro viaggio nel tempo …. Continua a leggere

Palombara Sabina – ricordi dal Transition Day

Il 15 ottobre scorso a Palombara Sabina abbiamo vissuto una colorata e intensa giornata in transizione coordinata dal gruppo TerraeMani…. tra decorazioni floreali e cartelloni colorati, quadernini, poesie, e cibo come sempre ottimo, e’ stata una giornata riuscita in tutti i sensi… e chissa’ quanti semi di progetti, idee, gruppi, sono stati seminati quel giorno.

Arriva oggi il video dell’evento

[youtube=https://www.youtube.com/watch?v=BJBTD15tJCo&feature=player_embedded]

Con tanti grazie a Kathleen e gli altri realizzatori del video — nelle immortali parole di Itay Talgam “non e’ un feedback, e’ un mmmmhhhhh” 😛

Non preoccuparti, continua a guidare

Anche il Post Carbon Institute ha deciso di partecipare, con un breve spot, a fare un po’ di chiarezza sulle dichiarazioni mirabolanti dell’industria petrolifera. Ecco come. Buona visione.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=1WFERh5p2FY]

Partecipare ai processi naturali

Salve a tutte/i,
oggi vorrei proporvi un’intervista a Joel Salatin, uno dei fondatori storici del movimento per il cibo locale, realizzata dal nostro amico Chris Martenson. L’intervista, come vedrete, è molto stimolante, soprattutto perché ci invita ad uscire dal cliché secondo il quale per non fare danni, gli esseri umani dovrebbero lasciare la natura a se stessa. Salatin dimostra che, al contrario, l’unica vera integrazione possibile avviene se usiamo la nostra creatività per partecipare in quello che già la natura sta facendo.

Cosa quasi ovvia per chi si occupa di Permacultura ed ha sviluppato una visione olistica delle cose, ma che essendo poco radicata nella nostra cultura (sempre che lo sia affatto) è sempre bene ricordare. Distruggere o lasciare all’abbandono sono due lati della stessa medaglia. La medaglia degli esseri umani che non si prendono le proprie responsabilità e, o si dichiarano al di sopra della natura o se ne chiamano fuori. Credo che né l’uno né l’altro atteggiamento siano buoni perché ci fanno sentire come qualcosa di separato dalla natura e dai suoi processi. Invece, come dimostra Salatin, partecipare non solo è l’unico modo per armonizzare le parti, ma è anche un modo potente per sviluppare la propria creatività e divertirsi.

Fra una siccità e un’alluvione, Salatin si chiede: “Perché mai ho questo grande cervello e i pollici opponibili? Per cosa sono qui?” 

Buona lettura e buon divertimento. Continua a leggere

Navigando la Transizione …. con Rob

 

CI SIAMO QUASI …. PER CHI HA INTENZIONE DI ISCRIVERSI “LAST MINUTE” PER FAVORE CONTATTI IL 392-9059542 PER CONFERMA DISPONIBILITA’ – GRAZIE !

Si parte, si parte …. aspetta, calma … non ancora ….

Mancano ancora oltre due mesi a questa giornata veramente speciale in cui celebrare la transizione insieme – ma OGGI si aprono ufficialmente le iscrizioni a

NAVIGANDO … LA TRANSIZIONE 

Un’esilarante crociera fluviale risalendo il Po da Venezia a Ferrara insieme ad un graditissimo ospite: ROB HOPKINS.

Tutto questo si svolgerà domenica 23 settembre, per concludere in allegria la Conferenza Internazionale della Decrescita di Venezia.

Per iscriverti clicca QUI Continua a leggere

Che transizione per il quartiere?

Nel processo di Transizione capita di farsi domande del tipo: “ma che tipo di temi o iniziative interessano davvero gli abitanti della mia zona?” – e capita purtroppo anche (diciamocelo) di proporre stimoli che non vengono recepiti, eventi poco partecipati, e conseguente vortice di frustrazioni e arrabbiature*…. Una delle strategie che possiamo applicare per evitare questo rischio, e di farci piacevolmente stupire dall’immaginazione e dalle idee dei nostri (attuali e potenziali) compagni di percorso, piuttosto di tentare di imporre una visione individuale o ristretta, che sara’ sempre, per quanto visionaria, insufficente, e’ rivolgersi con apertura e curiosita’ al proprio territorio, mettendosi in ascolto, facendo delle domande (se ne parla bene anche in questo documento qui).

*dal film “In Transition 1.0”: La Transizione non puo’ andare al ritmo del transizionaro piu’ veloce…

Un bell’esempio nostrano viene dal lavoro in corso nel quartiere di San Lazzaro, a Fano, dove il “Gruppo Cittadini Attivi” ha distribuito questionari, raccolto bisogni, organizzato una festa e ora organizza pure il doposcuola di quartiere… Ecco un pezzo della loro storia: Continua a leggere

Un film sui Limiti dello Sviluppo

Salve a tutte/i,
il progetto è nato nell’ambito del festival cinemambiente di Torino, dove è stato presentato anche il film Surviving Progress che Cristiano vi ha presentato nel precedente post, ed è stato presentato da Luca Mercalli.

Se volete saperne di più, potete farlo sul sito del film. Il titolo è “Last Call”. Prendete nota, potrebbe tornare utile.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=SzUKVqD-xKs&w=420&h=315]

Urbania e Pucon

Salve a tutte/i,
due brevi segnalazioni. Per i marchigiano-romagnolo-tosco-umbro-sanmarinesi, segnalo l’inizio di “Un Mulino per il Futuro”. Da questo sabato 12 maggio, quattro incontri per parlare di cibo, agricoltura, sostenibilità, resilienza e quant’altro. A cena. Ringrazio Peter Pingus per il format ed i suggerimenti. Cominciamo sabato, cena-conferenza con Davide Bocchicchio sulla “Alimentazione Sostenibile”.
Cena € 20, prenotazione gradita.

Image

Per chi aveva apprezzato il bel post di Deborah sulla interessantissima esperienza di Pucon (Cile), ma aveva trovato difficoltà a seguire il documentario in spagnolo (castigliano), ora può seguirlo con italici sottotitoli (premendo cc). Buona visione.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=gRjunfPboTU]

Un po’ di buon umore a tavola

AVVERTENZA: questo è un post faceto, ma del resto lo sappiamo: la transizione inizia anche a tavola ed allora perchè non metterci anche un pò di creatività, di sorriso e di multicultura!

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=KbPBN6kvnCU]

Cile in Transizione!

[youtube=http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=2yygJv0soUQ#!]

Nel ruolo di ponti tra quel che succede in Italia e la rete internazionale, diciamolo, ci piace tanto quando “notizie di transizione dal mondo” non significa “notizie di transizione da Totnes.”*

Questo video arriva dal Cile, personalmente mi e’ piaciuto tantissimo anche perche’ riprende gli stilemi del documentario “social” anglosassone, incluse le musiche tratte da In Transition 1.0, il tutto riplasmato sulla base delle risorse (naturali, musicali, alimentari, meccaniche, tessili…) e della societa’ locale – se non avete 38 minuti saltate all’ultima parte, dedicata alla saggezza indigena.

Il film e’ in spagnolo con i sottotitoli in inglese il che dovrebbe renderlo fruibile ai piu’ (anche prima che decida eventualmente di metterci le zampe il Rupo…) Enjoy!!

* Totnes, in Devon, Inghilterra, essendo residenza attuale di Rob Hopkins, e per molti altri validi motivi, e’ perennemente al centro di tutte le cose transizionare e transizionanti

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=2yygJv0soUQ#!

Per una Transizione giusta, equa ed inclusiva

Non posso festeggiare a sufficenza la pubblicazione di questa guida, edita dal Transition Network e tradotta ancora una volta dallo straordinario team di traduttori coordinato da Max Rupo (grazie a Sara Francesca e Sonia!).

Si parla di come integrare il secondo dei principi della permacultura, la cura delle persone, in ogni passo delle nostre iniziative di transizione, perche’ sia sempre giusta, equa ed inclusiva.  Tra i temi toccati, l’uso del linguaggio (“noi – loro”), la gestione dei ranghi, l’importanza della “biodiversita’ di punti di vista”… e, come sempre, tanti bellissimi esempi, da Londra al Brasile e ritorno.

Scaricate, leggete,  diffondete, recensite!!

FINAL-transizione-giusta-equa-inclusiva

Cartoline di Transizione no. 4 – Gennaio 2012

Arriva il 2012, l’anno che dovrebbe segnare la grande svolta, il grande cambiamento… e come comincia la Transizione del 2012 in Italia?

Per prima cosa, dando il benvenuto a 2 nuove iniziative (e siamo a quota 26), Pianoro (Bologna è ormai sotto assedio transitivo) e Ariccia, che invece sta in Lazio.   Il logo di Pianoro è questo bel pozzetto verde, mentre ad Ariccia l’iniziatore del gruppo, Roberto Salustri, fa anche parte di un movimento per promuovere una piattaforma tecnologica chiamata WiserEarth. I tecnofili transitivi dovrebbero andare a fare un giro sul blog di Ariccia in Transizione, ci sono degli spunti interessanti tipo questa rete.

In secondo luogo, l’anno si è aperto con un po’ di caos climatico, cosa che ha costretto molte iniziative ad annullare presentazioni e proiezioni e armarsi di pala. Qui vediamo il gruppo transizionaro dei “Cittadini attivi di San Lazzaro – Fano”, nelle molto innevate Marche, mentre dedicano un po’ di tempo alla cura del territorio. Nelle loro parole:  “Sono due settimane che spaliamo neve dal quartiere e…iniziano a

vedersi i risultati! Prima ci guardavano quasi con pietà, poi con curiosità… Ora la gente inizia a ringraziare e…a prendere la pala e darci una mano! E lavorando insieme ci si conosce, ci si confronta…ci si diverte! Così, anche la nevicata può diventare un’ottima occasione per ri-creare
comunità… Provare per credere!!”.

… e sono anche finiti in radio

Continua a leggere

Storie di Transizione: Ishmael

“Maestro cerca allievo. Si richiede un sincero desiderio di salvare il mondo. Presentarsi di persona.”
E’ questo enigmatico annuncio che Ishmael, creatura di immensa saggezza, fa la sua apparizione nella vita di un uomo come tanti, animato da un mai sopito desiderio di conoscenza vera.
Ishmael è una guida molto particolare, e la storia che racconta al suo discepolo è di quelle che nessuno ha mai udito: la storia stessa dell’uomo.

Ho appena terminato di leggere “Ishmael”, un romanzo di Daniel Quinn pubblicato nel 2009. Leggo principalmente saggi (su tematiche legate alla … indovinate …. alla transizione) per cui questa lettura l’ho scoperta come preziosa rarità. Questo libro mi ha colpito molto profondamente e quindi ho pensato di dedicare un post su questo blog per segnalarlo e invitare alla lettura.

Il libro ha raccolto un grande successo di pubblico oltre a premi e riconoscimenti letterari, tra cui il Turner Tomorrow Fellowship, assegnato per le “concrete e innovative soluzioni ai problemi mondiali”, ed un film ispirato ad esso (Instinct di Jon Turteltaub, con Anthony Hopkins e Cuba Gooding, jr).

Il romanzo si confronta con la visione del mondo e del ruolo che la specie umana ha ricoperto nelle ultime migliaia di anni sul pianeta Terra, ovvero la mentalità di possedere e dominare le altre specie, al fine di ottenere il controllo sulla natura e sulle risorse del globo, causando danni forse irreparabili, a partire dalla scomparsa di tantissime specie ed habitat per fare spazio all’urbanizzazione ed al ‘progresso’. Continua a leggere