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Intervista a Richard Heinberg – parte seconda

ECCO LA TRADUZIONE DELLA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA A RICHARD HEINBERG, DEL POST CARBON INSTITUTE. L’INTERVISTA ORIGINALE LA TROVATE SUL SITO DI ROB HOPKINS CLICCANDO QUI

BUONA LETTURA!

Se si considera per esempio il cambiamento climatico e si cerca di capire meglio su quale posizione stare, c’è un consenso scientifico e ci sono delle ricerche, cioè che ti servono a capire cosa è giusto o sbagliato. Mentre con l’economia è come essere in un area grigia – ci sono così tante opinioni – quindi come possiamo capire cosa sta succedendo su scala globale, quali criteri utilizzare per capire quanto certe teorie possono essere valide oppure no? Quali criteri hai utilizzato tu quando hai fatto le ricerche per il tuo libro ?


E’ una domanda interessante, un’ottima domanda.  E’ molto complesso in quanto in gran parte l’economia non è una scienza – è composta da una serie di filosofie e assunzioni alle quali è stata abbinata una matematica molto complicata. La parte matematica sembra molto scientifica ad un osservatore esterno, ma, nuovamente, è basata su tante assunzioni. Veramente, è stata filosofia morale sin dagli inizi.  Quindi come interpretarla e quali criteri utilizzare ? Mi sono avvicinato a persone che prima di tutto utilizzavano alla base dei loro pensieri la realtà biofisica – invece di considerare la teoria economica come un dato di fatto su cui basare tutto il resto.  Si parte dall’energia e dalle risorse e così via, che sono molto più tangibili e possono essere studiati utilizzando il metodo scientifico. Si arriva molto velocemente a quello che molti economisti considererebbero territorio marginale, in quanto la teoria economica standard ancora considera l’ambiente come un sussidiario dell’economia e che le risorse sono infinitamente sostituibili, ecc. – che in effetti è totalmente assurdo ma è un’eresia se metti ciò in dubbio.  Sei costretto a rivolgerti agli eretici, ma a quelli  il cui pensiero è legato al mondo reale.

Quindi, in termini di comprensione della situazione finanziaria in termini di debito e di tutto il mondo delle ipoteche e delle leve finanziarie  e così via, ho cercato di trovare persone che avevano un buon record in termini di previsioni – che avevano intuito il collasso prima che ciò accadesse, quelli che sanno come è fatta una bolla e non si fanno intrappolare da essa, chi sa com’è fatta una bolla assomiglia e non si fa intrappolare da essa. Non ce ne sono troppi.

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Richard Heinberg: sarà un anno interessante…

Richard Heinberg, autore de “La festa è finita” e “Powerdown” è stato intervistato a Totnes, occasione in cui ha presentato il suo ultimo libro “The End of Growth”:  “Penso che il 2011 sarà un anno interessante … in senso cinese …”

Questa è la traduzione della prima parte dell’intervista comparsa sul blog di Rob Hopkins:


Benvenuto a Totnes, è bello averti nuovamente qui!  La prima domanda è: il tuo nuovo libro è sull’economia mentre quello precedente parlava del carbone … ma considerando i tuoi libri antecedenti sul picco del petrolio, a che punto siamo su questo ? Le tue analisi complessive sono sempre le medesime?

Sì, certamente. Il nuovo libro, The End of Growth (La fine della crescita) sostiene che la crescita economica mondiale è giunta al capolinea, sia per ragioni interne al sistema monetario e finanziario globale che per ragioni esterne a questo sistema e il fattore primario all’esterno del sistema monetario è il petrolio. Ora, in una situazione in cui il sistema (finanziario, politico, economico globale) – in teoria – è relativamente stabile, penso sia concepibile che potremmo vedere un altro anno di incremento nella produzione globale di petrolio. Ovviamente non c’è garanzia – non si può definire con certezza che siamo esattamente al picco, poco dopo oppure poco prima.  E’ quasi un esercizio accademico, perché chiaramente siamo nel periodo del picco – una sorta di altopiano accidentato che tutti sapevano sarebbe stata la situazione tipica del periodo del picco di produzione.   Ma non abbiamo il lusso di una situazione economica e politica stabile a livello globale.  Quindi  ogni tentativo di fare previsioni diventa un pasticcio. Prima di tutto abbiamo un’economia molto fragile che potrebbe collassare in qualsiasi momento. Mettendo tutte queste cose insieme ci troviamo in una situazione molto volatile.   Penso che il 2011 sarà un anno interessante … in senso cinese …

Da una prospettiva del picco del petrolio, c’è sempre quella tensione che nei momenti di recessione economica la domanda di petrolio si riduce che poi a sua volta attenua e rimanda il picco nel tempo. Vedi una correlazione tra queste due cose?

Fino a qualche settimana fa, all’inizio delle rivoluzioni in Medio Oriente, sembrava …. non direi evidente ma almeno comprensibile che, come abbiamo visto nel 2008 con il prezzo del greggio che è arrivato  quasi a 150$ al barile; l’economia è crollata e ha causato il declino della domanda; il prezzo è sceso a 35$, che a sua volta ha fatto scendere gli investimenti nella produzione futura di petrolio.  Ci sono 3 variabili da seguire: il prezzo del petrolio, gli investimenti in future produzioni e la produzione attuale.  Si potrebbe quindi prevedere che la domanda aumenterà gradualmente quando l’economia si riprenderà, particolarmente in posti come la Cina.  Ma a un certo punto – magari nel 2012 o 2013 – la domanda supererà la capacità di produzione e farà nuovamente salire il prezzo come abbiamo visto nel 2008. Ma penso che l’instabilità del Medio Oriente ha aggiunto una quarta variabile a questo mix, che sta facendo sì che questo ciclo si ripeta prima di quanto avrebbe fatto altrimenti. Stiamo assistendo a prezzi alti che non sono solo causati da un’ulteriore domanda cinese, ma sono i risultati delle rivoluzioni in Libia e quelle potenziali nel Bahrein e nell’Arabia Saudita. Se questo continua, potremmo  vedere un’impennata nei prezzi – nuovamente a 150$ o addirittura a 200$ e questo porterebbe a un crollo immediato dell’economia e poi vedremo fino a dove cadranno i prezzi in quel caso. Potrebbero anche non cadere così tanto se la produzione globale di petrolio fosse seriamente limitata.  Ricordatevi che nel 2008 non è stato un declino nella produzione di petrolio a determinare la caduta del prezzo – era una caduta della domanda.  Questa volta vedremo una caduta della domanda in un contesto di problemi di approvvigionamento, una situazione molto diversa. Potrebbe pertanto essere molto peggio.

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Souvenir dall’era del petrolio

Ieri su TransitionCulture, il blog di Rob Hopkins, è uscito questo articolo esilarante… tradotto al volo, eccolo qui:

Come ricorderemo l’era del petrolio e del debito?

di Rob Hopkins,

Mia zia ha appena traslocato; la sua nuova casa è piena di oggetti e impianti che certamente non sono stati cambiati dai primi anni sessanta… insomma, un po’ datati. Ci sono quei paralumi pesanti che somigliano a posacenere in vetro da ristorante, e una serie pressoché infinita di luci e lucine “retrò” che certamente si vendono bene su Ebay. Un oggetto in particolare ha attratto la mia attenzione. Nel design di questa cosa, ho pensato, si vede bene come le persone immaginavano le lampade prima dell’elettricità: un grosso affare di legno a quattro bracci, in cima ad ognuno dei quali è montata una “candela” (lampadina). Mi sono fermato a studiare i dettagli. Si tratta indubbiamente di un oggetto costruito e acquistato in un momento storico in cui, immaginiamo, la gente era felice di abbandonare l’illuminazione a candele e ad olio, relegando finalmente nel passato il nerofumo, la polvere e le gocce di cera incrostate sul tappeto. L’elettricità era pulita, efficiente, e costava poco. Eppure, su questa lampada, la plastica intorno all’attacco della lampadina è stampata con la forma di… gocce di cera che cola. Continua a leggere

Rob Hopkins con i sottotitoli italiani

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Ecco l’intervento di Rob Hopkins completo di sottotitoli in italiano (grazie a Francesco per la revisione). Oggi avrei voluto scrivere anche un post su Copenhagen, ma visto com’è andata, c’è poco da scrivere. Sembra proprio che se aspettiamo i Governi sarà troppo poco o troppo tardi.

Rob Hopkins su TED

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Poi lo traduciamo eh…

Rob e il Manuale in Italiano

Questo libro puoi acquistarlo qui.

Ieri abbiamo scritto a Rob Hopkins per avvertirlo che il suo libro era finalmente disponibile anche in Italia e gli abbiamo chiesto due righe di presentazione.

Così oggi ecco un suo post dedicato a noi. Rob ha vissuto qualche anno nel nostro paese e quindi ha pensato che il suo messaggio doveva essere nella nostra lingua. Ecco quello che è riuscito a fare con l’aiuto dei suoi ricordi (ma soprattutto di Babelfish), lo lascio esattamente così come lo ha scritto lui:

Allora, ciao tutti…..

Mi dà il grande piacere per per dare il benvenuto a nel mondo “Il Manuale Practico della Transizione”.  Mi sembra una bella edizione.  Per me è incredibile vedere tutto il grande lavoro che state facendo.  Grazie per tutto quello che fatte, sia in Transizione Italia o nelle vostre iniziative dei singoli.  Quando ho vissuto in Italia, profondamente sono stato impressionato dalla gente, dalla coltura e dalla resilienza restante che il paese ancora ha avuto.  Come dappertutto, quella resilienza è stata corrosa mentre abbiamo sviluppato una società basata sempre più sui combustibili fossili.

Ora abbiamo un’occasione storica ripensare come funzioniamo come società, dovuto le sfide del cambiamento di punta di clima e dell ‘peak petrolio’.  Non deve essere una crisi, che cosa potremmo generare nel posto dell’Età di Olio potremmo essere preferibile incredibile e e lontano.  Spero che questo libro sia utile stia sostenendo la bella Italia di aiuto e del lavoro nella relativa Transizione. I miei ringraziamenti più profondi a tutto che contribuisca ad introdurre questa traduzione italiana nel mondo”.

He, he, he grazie Rob.

È in arrivo…

ManualeRob

Preparate un posticino nello scaffale… e uno anche nel vostro cuore…
Vi daremo notizie in tempo reale sull’uscita.
Restate sintonizzati!