Articoli

Rob Hopkins sulla svolta di Holmgren

Salve a tutt*,
premetto di non aver letto il saggio di David Holmgren, ma a giudicare dal grafico elaborato da Albert Bates, dev’esserci stato un passaggio considerevole nella sua visione. Essendo due punti di vista molto importanti (perché anche molto informati) sul nostro futuro, ho deciso di sottoporvi la traduzione di questo articolo di Rob dove ci sono considerazioni importanti. Buona lettura.

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Il “Collasso on Demand” di David Holmgren: attenti a cosa desiderate

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

E’ un evento raro che io non sia d’accordo con David Holmgren. E’ uno dei miei eroi e co-fondatore della Permacultura e generalmente trovo il suo intelletto formidabile, le sue intuizioni sulla Permacultura rivelatrici e il suo punto di vista sui più ampi modelli e scenari che si aprono intorno a noi profondamente perspicaci. Ma mentre nel suo recente saggio, Collasso on Demand, c’è molta intuizione, solleva anche molte domande e problemi che vorrei esaminare qui. Sono preoccupato dalle sue conclusioni e anche se capisco la logica che ci sta dietro, temo che possano rivelarsi una strada pericolosa da percorrere se non contrastata.

‘Collasso on Demand’ in sintesi

Quali sono gli argomenti centrali del saggio? Il saggio raccoglie gli argomenti dal suo lavoro “Scenari futuri” di qualche anno fa, rivalutando la loro rilevanza in un mondo in rapido cambiamento (potete leggere il sommario di Jason Heppenstall sul nuovo saggio qui). In sostanza, Holmgren è giunto a pensare che una graduale discesa energetica non avverrà. Invece del suo scenario Futuro Green Tech, che vede una risposta concertata del governo (simile a quello che vediamo in Germania) o dello scenario di Gestione Planetaria (Earth Stewardship), uno spegnimento intenzionale, Holmgren sostiene che in realtà ci stiamo addentrando in quello che chiama “Tecnologia Marrone” (Brown Tech). Il Brown Tech è emerso perché “gli alti prezzi energetici hanno permesso alle compagnie energetiche nazionali e private di mettere in atto molti nuovi progetti di energia fossile e rinnovabile che stanno tamponando l’impatto del declino della produzione dei vecchi giacimenti ‘supergiganti’”. Gran parte di questi nuovi progetti di combustibili fossili, sostiene, “generano di gran lunga più gas serra delle fonti convenzionali che hanno sostituito”. Continua a leggere

Osserva e interagisci: Permacultura e Finanza

Salve a tutt*,

un articolo interessante dalla stampa transizionista internazionale. Spero sia utile a stimolare la creatività in un campo in cui io stesso sono spesso in difficoltà: l’economia.

Buona lettura e buon anno a tutt*

Bombardare di semi: applicare i Principi della Permacultura alla Finanza

Da “Resilience”. Traduzione di MR

Di Brett Scott.

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Ho scritto originariamente questo articolo per la quarta edizione di Transition Free Press. E’ pubblicato sotto licenza Creative Commons (qui i dettagli)

La finanza, anche nelle sue formulazioni più high-tech, è basata sui sistemi ecologici. Un fondo di scambio commerciale ad alta frequenza (high-frequency trading hedge fund), per esempio, si basa sull’elettricità creata bruciando materia organica fossilizzata. Si basa su impiegati che sopravvivono grazie al sistema agricolo. Commercia coi dividendi delle imprese, valore dato dalle azioni degli impiegati di quelle aziende che usano beni (come computer e sistemi di telecomunicazione) che dipendono (a qualche livello) dall’estrazione mineraria, dalle attività forestali e da altre industrie estrattive. Il sistema finanziario è stato però uno scarico netto sui sistemi ecologici. La finanza comporta la deviazione di energia economica – simbolizzata coi soldi – nel tentativo di generare un rendimento nel tempo. Per esempio, gli investitori potrebbero deviare soldi attraverso strumenti finanziari come quote e bond in attività economiche e tentare di estrarne dei ritorni sotto forma di dividendi e interessi. Puntano ad estrarre il massimo rendimento a breve termine, da una quantità di spesa minima, preferibilmente col minor livello possibile di rischio.

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TUTTA LA VOSTRA ENERGIA CI APPARTIENE

La Permacultura è un corpo di pensiero che cerca di costruire dinamiche ecologiche nella progettazione. Un progettista in Permacultura capisce completamente l’idea di ottenere un rendimento dalla Terra dall’investimento di tempo ed energia, ma la differenza chiave è che si cerca di farlo senza minare l’equilibrio ecologico. Il focus è sulla mutua integrazione con le ecologie, agendo in accordo con i processi rigenerativi naturali piuttosto che sfruttarli in modo parassitario. Possiamo quindi usare i principi della Permacultura per progettare strumenti finanziari e istituzioni?

Coltivare l’equilibrio a lungo termine

Un esempio classico di istituzione finanziaria parassitaria è un “prestatore payday”. La compagnia di “prestiti payday” è fissata con i rischi a breve termini presentati da un debitore vulnerabile e sfrutta questa situazione chiedendogli i maggiori tassi di interessi possibili. Così facendo, la compagnia esaurisce ulteriormente la comunità intorno a sé ed aumenta lo stato di privazione. E’ una cosa simile alla pesca eccessiva in un sistema fluviale già fragile, distruggendo ulteriormente l’equilibrio ecologico. Il progettista in Permacultura, che si occupi di pesca o di inclusione finanziaria, perseguirà la costruzione del potenziale produttivo del sistema complessivo. Un ‘finanziere permaculturale’ punta così al rafforzamento dei debitori vulnerabili, lavorando con loro per migliorare il loro merito creditizio. La Permaculture Credit Union di Santa Fe è un esempio di questo genere di istituzione finanziaria rigenerativa. Se pensiamo in termini di energia economica, questa istituzione punta a coltivare l’equilibrio energetico a lungo termine piuttosto che estrarre la massima energia a breve termine prima del collasso.

Osserva e interagisci

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Ma come arriviamo al punto di progettare tali sistemi? Chiunque abbia familiarità con la Permacultura sa che questa ha 12 principi di progettazione. Il primo, e forse il più importante, principio è “osserva e interagisci”. Le istituzioni finanziarie mainstream come le grandi banche fanno poca attenzione alle sfumature culturali delle comunità dalle quali discendono e i loro progettisti di certo non interagiscono con tali comunità in nessun senso significativo. Offrono prodotti e servizi standardizzati, a prescindere da dove si trovano, e nelle aree in cui questi non funzionano, le banche semplicemente non ci sono (nota come “esclusione finanziaria”). Chi pratica la finanza alternativa dev’essere in sintonia col proprio ambiente. Ho tenuto di recente un laboratorio al Festival di Shambala, dove abbiamo esaminato l’idea di costituire una moneta improvvisata per la durata del festival. Diversi partecipanti hanno suggerito di creare qualcosa di simile al Brixton Pound, una moneta locale usata per il commercio nel sud di Londra. Il punto del Brixton Pound però è quello di raccogliere l’energia economica che altrimenti scorrerebbe al di fuori di Brixton. Il sistema economico del Festival di Shambala, a differenza di Brixton, è già di per sé locale, quindi c’è un bisogno minimo di introdurre una tale valuta in quell’ambiente. Costruire qualcosa di più interessante richiede un’osservazione molto più profonda del perché le persone sono al festival (non è per fini commerciali, per esempio) e come un sistema diverso di scambio potrebbe aggiungere una nuova dimensione a quell’esperienza. In termini antropologici, potremmo chiamarla “osservazione partecipata”, dove ci si impegna in una lenta osservazione ed interazione con un particolare ambiente culturale per sperimentare le sfumature. Attraverso questo processo si può cominciare ad avere un’idea di come si può costruire un sistema più integrato, inclusivo ed interattivo. Un problema chiave della finanza moderna è proprio il fatto che le persone si sentano scollegate da essa. Considerate la banca media del centro citta’. Le persone che stanno in coda o che usano il bancomat spesso sembrano totalmente scollegate dal processo. Spesso non sanno da dove vengono i soldi o dove vanno. Per contrasto, una semplice piattaforma di prestito peer-to-peer (fra pari) come Abundance Generation – che permette di prestare direttamente a progetti per l’energia rinnovabile – ha la riconnessione incorporata nel suo progetto.

Zone e diversità

I permacultori sono intensamente interessati ai flussi di energia all’interno e fra diverse zone ecologiche e a come equilibrarli. Per esempio, nella progettazione agricola, pensano a come le famiglie interagiscono con l’orto più prossimo e come l’orto interagisce con le zone semi selvagge che stanno più lontane. Perseguono le sinergie fra le diverse componenti. Questa promozione della diversità è fondamentale per costruire resilienza (non mettere “tutte le uova nello stesso cesto”), ma le interrelazioni fra diverse parti sono anche viste come fonte di creatività.

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RACCOGLIERE L’INTERESSE: ARRIVANO LE BANCHE

Il settore finanziario mainstream è la monocoltura finale. Non solo non è resiliente, ma non è nemmeno molto creativo e reattivo al cambiamento. Il settore bancario in generale è capace di fare solo una cosa: ricavare profitto a breve termine mentre concentra il potere in una sola serie di istituzioni. Ciò di cui abbiamo bisogno, piuttosto, è qualcosa che somigli ad un movimento finanziario ‘open source’, dove quel potere sia diffuso a reti di istituzioni più piccole, dove l’accesso ai servizi finanziari venga ampliato e dove i mezzi per produrre servizi finanziari siano estesi alle persone che avevano in precedenza un introito piccolo. Le banche locali sono un elemento importante di questo ethos, ma ne cogliamo anche i barlumi nella vasta gamma di piattaforme di nicchia di crowdfunding che sono emerse e che offrono opportunità finanziarie a progetti che gran parte delle banche ignorerebbero.

Olismo finanziario

Al centro della Permacultura c’è l’olismo. Gran parte del pensiero mainstream incoraggia le persone a inscatolare aspetti delle loro vite in silos intellettuali, come ‘la mia vita economica’ e ‘la mia vita politica’. Questo è un modo terribile di iniziare un processo di progettazione, perché ignora la natura intrinsecamente multiforme di tutte le nostre azioni e che noi equilibriamo sempre vari obbiettivi e valori. Per esempio, una grande valuta nazionale può essere molto efficiente per il cambio, ma quella stessa efficienza può agire per atomizzare gli individui indebolendo i legami di fiducia, che sarebbero altrimenti richiesti per il cambio. Così, piuttosto che perseguire la progettazione per usi singoli, specialistici e segregati (massimizzare un particolare risultato), un progettista in Permacultura persegue un’ottimizzazione olistica. Per esempio, come si crea una valuta che raggiunga l’efficienza senza alienare le persone l’una dall’altra? Può una moneta locale come il Bristol Pound mescolare l’efficienza di un pagamento dal cellulare con l’obbiettivo di energizzare lo scambio nella comunità locale? Molto importante è che l’olismo presuppone di integrare sé stessi nel processo di progettazione, piuttosto che immaginarsi come degli outsider obbiettivi. Gli attivisti impegnati nel settore finanziario passano gran parte del tempo a scagliarsi contro il sistema, ma frequentemente si prendono poco tempo per vedere come ne fanno personalmente parte. Vi siete mai chiesti come il settore finanziario mainstream si imprime e si replica nei nostri pensieri sul cambio e sul linguaggio che usiamo? Gran parte del potere del sistema finanziario è predicato su persone che inconsciamente gli rinviano il potere senza rendersene conto. Il vero olismo, e la chiave per svelare i principi di progettazione nascosti nei sistemi esistenti, è tanto nell’osservare sé stessi, quanto nell’osservare Canary Wharf. Pensateci la prossima volta che tirate fuori una banconota dal portafogli.

Bombardamento di semi: le frontiere della finanza ecologica

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 Quindi come cominciano gli aspiranti progettisti in Permacultura a rendere le loro visioni una realtà nel settore finanziario? Dopo tutto, se si è circondati da una monocoltura è difficile seminare nuove idee. In questo contesto aiuta a prendere ispirazione dal movimento di guerilla gardening ed in particolare dalle loro tecniche di seedbombing. Il seedbombing (bombardamento di semi) è l’atto di lanciare pacchetti compressi di semi in giardini rigidamente controllati. Gran parte dei semi non ce la fanno, ma è divertente provare e, per di più, di tanto in tanto si stabilisce effettivamente un avamposto per sé stessi. Usando questa come analogia per il cambiamento economico, abbiamo bisogno di creare continuamente portafogli di alternative e di tirarle alla società, imparando da ciò che funziona e cosa no. E’ così che hanno cominciato grandi istituzioni come Ecology Building Society – un gruppo di persone con un’idea si è fatto avanti e lo ha fatto. Queste soluzioni spesso sono piccole, ma è proprio questo il punto. Non vogliamo sostituire una monocoltura con un’altra monocoltura. L’ideale è creare un giungla ricca e reattiva di servizi creativi e resilienti, radicati nella realtà del proprio contesto locale. 

Postscriptum
Dopo aver scritto questo articolo sono andato a Totnes per parlare dell’argomento in un evento organizzato da
Transition Town Totnes, Schumacher Colllege e Totnes REconomy Project. Potete vedere il video sotto. Ho anche scoperto il Financial Permaculture Institute e il Perennial Solutions, che ha già affrontato questo argomento in precedenza, quindi dateci un’occhiata. Saluti.

Note Editoriali: Come dice Brett, ha originariamente scritto questo pezzo per il Transition Free Press (linkato sopra). La grafica e il film che appaiono qui sono presi dal suo blog suitpossum.blogspot,uk, che vale ben la pena di guardarsi. Brett è anche autore di un nuovo libro, The Heretic’s Guide to Global Finance: Hacking the Future of Money.-ks

Pianificare e realizzare una food Forest

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Confermato il corso, ci sono ancora posti.

Pianificare e realizzare una Food Forest

2 fine settimana dalle 10 alle 17 con Stefano Peloso

sabato 30 novembre – domenica 1 dicembre

sabato 7 dicembre – domenica 8 dicembre

Come trasformare i nostri boschi in supermercati dove procurarsi cibo, medicinali, integratori vitaminici, combustibile e tanto altro !
Docente : Stefano Peloso
Cos’è una food forest? Un sistema agricolo composto da alberi, arbusti, cespugli, rampicanti, piante erbacee perenni da foglia e da radice, che producano frutti, foglie, fiori, radici, legna utilizzabili in cucina, in erboristeria o come alimento per i nostri animali.  Una foresta che ricalca i boschi naturali, ma con qualche modifica. Multiuso e multiscopo, è adatta a far crescere alberi da legna, piante da frutto, erbe medicinali e tanto altro.
Continua a leggere

Cibo sostenibile: allevamento del pesce

Un TED un po’ vecchio (del 2010) ma non presente nell’archivio eppure … molto molto permaculturale (e pure divertente!).
Buona visione.
[ted id=790 lang=it]

Corso di Permacultura 72h a Panta Rei

Visto che in questi giorni si parla di formazione…

Le commistioni tra Permacultura e Transizione sono innumerevoli; un modo di pensarla è che le iniziative di Transizione sono un’applicazione nell’ambito sociale dei principi di permacultura… e quindi a proposito, se c’è qualcuno che si sente pronto ad un corso residenziale di permacultura (le “72 ore”) e ha voglia di farlo in un posto molto bello, il Centro di Educazione Ambientale Panta Rei sul lago Trasimeno, ecco qua tutte le informazioni:

CEA Panta Rei

propone

  CORSO TEORICO-PRATICO SULLA PERMACULTURA

MODULO 72 ORE – dal 15 al 26 Giugno

in collaborazione con Saviana Parodi

  Continua a leggere

Corso introduttivo alla Permacultura nel Biellese

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Presto (si spera) anche quest’anno la primavera farà capolino e a tutti noi verrà voglia di diventare più attivi. Segnalo quindi questo corso introduttivo alla progettazione in permacultura che si terrà tra circa un mese (dal 15 al 17 marzo 2013) nel Biellese. Tutte le info a questo link.

Reggio Emilia: Transizione & Permacultura

AAA … aspiranti transizionisti cercansi a Reggio Emilia. … Se abitate dalle parti e siete interessati ad essere coinvolti nella transizione, potete contattare Elena a e.parmiggiani(at)gmail.com e approfittare per conoscerla attraverso la permacultura in questo incontro previsto a Scandiano il 20 novembre.

Partecipare ai processi naturali

Salve a tutte/i,
oggi vorrei proporvi un’intervista a Joel Salatin, uno dei fondatori storici del movimento per il cibo locale, realizzata dal nostro amico Chris Martenson. L’intervista, come vedrete, è molto stimolante, soprattutto perché ci invita ad uscire dal cliché secondo il quale per non fare danni, gli esseri umani dovrebbero lasciare la natura a se stessa. Salatin dimostra che, al contrario, l’unica vera integrazione possibile avviene se usiamo la nostra creatività per partecipare in quello che già la natura sta facendo.

Cosa quasi ovvia per chi si occupa di Permacultura ed ha sviluppato una visione olistica delle cose, ma che essendo poco radicata nella nostra cultura (sempre che lo sia affatto) è sempre bene ricordare. Distruggere o lasciare all’abbandono sono due lati della stessa medaglia. La medaglia degli esseri umani che non si prendono le proprie responsabilità e, o si dichiarano al di sopra della natura o se ne chiamano fuori. Credo che né l’uno né l’altro atteggiamento siano buoni perché ci fanno sentire come qualcosa di separato dalla natura e dai suoi processi. Invece, come dimostra Salatin, partecipare non solo è l’unico modo per armonizzare le parti, ma è anche un modo potente per sviluppare la propria creatività e divertirsi.

Fra una siccità e un’alluvione, Salatin si chiede: “Perché mai ho questo grande cervello e i pollici opponibili? Per cosa sono qui?” 

Buona lettura e buon divertimento. Continua a leggere

Urbania e Pucon

Salve a tutte/i,
due brevi segnalazioni. Per i marchigiano-romagnolo-tosco-umbro-sanmarinesi, segnalo l’inizio di “Un Mulino per il Futuro”. Da questo sabato 12 maggio, quattro incontri per parlare di cibo, agricoltura, sostenibilità, resilienza e quant’altro. A cena. Ringrazio Peter Pingus per il format ed i suggerimenti. Cominciamo sabato, cena-conferenza con Davide Bocchicchio sulla “Alimentazione Sostenibile”.
Cena € 20, prenotazione gradita.

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Per chi aveva apprezzato il bel post di Deborah sulla interessantissima esperienza di Pucon (Cile), ma aveva trovato difficoltà a seguire il documentario in spagnolo (castigliano), ora può seguirlo con italici sottotitoli (premendo cc). Buona visione.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=gRjunfPboTU]

La “Via della Permacultura” – ciclo di 4 incontri in Piemonte

ATTENZIONE: QUESTO CICLO DI INCONTRI E’ STATO SOSPESO IN QUANTO UNO DEI DOCENTI STA AFFRONTANDO UN MOMENTO DI SALUTE MOLTO DIFFICILE PER IL QUALE NECESSITA TUTTE LE SUE ENERGIE. NON APPENA CI SARA’ UNA PROGNOSI INCORAGGIANTE, LE DATE SARANNO RIPROGRAMMATE

 

Aria, Terra, Fuoco e Acqua sono i 4 elementi attraverso i quali fluisce questo ciclo di 4 workshop programmati da Luglio a Ottobre in Piemonte (in due località in prossimità della magica Serra d’Ivrea). Un programma intenso che cerca di coniugare i temi chiave della progettazione in permacultura con arte, gioco e pratiche di riconnessione con la natura. Questa alchemia viene proposta da un team internazionale e multidisciplinare composto da John Button, Francesca Simonetti, Marguerite Kahrl e Ellen Bermann.

Scarica qui il volantino e qui i dettagli informativi.

Per iscriversi compilare questo form.

Introduction to Permaculture – video

Introduction to Permaculture
40 hours of Free video lectures

Tempo fa Nicola Savio ha segnalato questo mattonazzo corso video di permacultura.

È in inglese e a bassa risoluzione, ma è molto esteso e contiene informazioni preziose per gli angloabili.

Qui i link per scaricare i 38 video, e qui la versione in streaming.

Macerata, (ça) Marche (!)

Le Marche sono l’unica regione al plurale. Ciò non è strano, visto che effettivamente sono riconoscibili almeno tre aree praticamente a sè stanti e che potrebbero essere altrettante regioni. C’è una cosa, però, che in questo momento accomuna tutte queste diversità: la scoperta della Transizione. Se Urbania, in qualche modo, ha aperto la strada, Fano, Macerata e Fermo seguono e rilanciano (e chissà chi e quanti altri in seguito…).
Infatti, Sabato 12 e Domenica 13, sarà la volta di Macerata. Parleremo di Transizione, ma anche di Permacultura, beni comuni e chissà quanto altro, in una due giorni che vedrà una sinergia di presenze che va da Stefano a Francesco, passando da me.

Per chi si trovasse da quelle parti o passasse di lì, un invito a partecipare fa d’uopo.
E la cosa non si esaurisce certo in questi due giorni. Gli organizzatori (ed organizzatrici) non si vogliono far mancare nulla. Ecco quindi che la proiezione di A Farm for the Future non è che la prima di una serie; un cineforum in piena regola, durante i tre mercoledì successivi.
Appuntatevi le date ed andate a divertirvi con loro.

La Transizione nelle Marche; ça marche!!

Nuovi corsi in settembre: permacultura, bambini e terracruda

CORSO INTONACO IN TERRA CRUDA + CALCE  e PAVIMENTAZIONE IN ARGILLA NEL CILENTO

Da Giovedì 8 settembre a Domenica 11 settembre 2011

CORSO SPECIALE DI PERMACULTURA E PSICOMOTRICITA: STAGE DI 2 GIORNI PER BAMBINI E ADULTI A OLEVANO ROMANO

Sabato e Domenica 24-25 settembre 2011. Da Sabato ore 15 a domenica pomeriggio.

CORSO STANZIALE DI PERMACULTURA DI 72 ORE A ROMA

Prima sessione: 17 – 25 Settembre 2011
Seconda sessione: 30 Settembre-2 ottobre 2011

Il modulo da 72 ore è corso base di formazione in Permacultura che conferisce l’accesso alle conoscenze base e l’attestato riconosciuto a livello internazionazionale che permette l’accesso alla scuola di formazione in permacultura.

Per i dettagli dei vari corsi: Continua a leggere

Iniziative estive – come non trasformarle in opportunità mancate?

Sempre più persone approfittano del periodo estivo per dedicare le proprie ferie a corsi ed altri momenti di apprendimento. Infatti, le proposte non mancano ma spesso anche in questo contesto si aspetta fino all’ultimo prima di prendere una decisione ed iscriversi – con il rischio di scoprire che il corso che avevamo segnato come “interessante, da considerare” in agenda è stato cancellato perché non ha raggiunto il numero minimo di persone per poterlo confermare. Peccato, vero?
Spesso per ragioni organizzative non è possibile aspettare fino a sotto data per non vincolare fino all’ultimo chi (docenti e strutture ospitanti, partecipanti pre-iscritti) si è preso l’impegno.

Segnaliamo quindi 2 iniziative che rischiano di essere cancellati dagli organizzatori proprio per tali ragioni:

1) IN TRANSITION – vacanza seminario a Totnes –

dal 13 al 20 luglio 2011 – ottima opportunità per conoscere la culla della transizione. Lo sappiamo, la quota di partecipazione potrebbe spaventare, ma purtroppo l’Inghilterra ha comunque i suoi costi ed è una settimana densa di contenuti e di persone che contribuiscono alla sua riuscita. Ne vale veramente la pena.

Per ulteriori info: http://transitionitalia.wordpress.com/le-nostre-attivita/transition-tour/

 

2) CORSO DI PERMACULTURA presso la Fattoria dell’Autosufficienza a Bagno di Romagna (FC)

Mancano 3 partecipanti!
Il corso si terrà dal 25 giugno all’8 luglio 2011 presso la Fattoria dell’Autosufficienza
Docenti: Saviana Parodi, John Button, Maria Luisa Bisognin, Luca Denti
Il vitto e l’alloggio in tenda sono inclusi nel costo del corso.
Per ulteriori informazioni e per il programma completo visitate:
http://www.autosufficienza.com/index.php/corsi-ed-eventi/76-25

 

La permacultura secondo John Button …

Dopo il caldo ed energizzante weekend trascorso a Fenegrò per il modulo introduttivo alla Permacultura, ecco che si prospetta un weekend di Pasqua permaculturale a Cossato (Provincia di Biella), sempre insieme a John Button, Francesca Simonetti e Ellen Bermann. Per saperne di più ecco la locandina.

Tornando invece al corso nel Comasco, sul quale non sono ancora a scrivere nulla fino a questo momento perché ero totalmente assorbita dalle attività della settimana passata (2 ttalks, 1 orto a mandala, ecc.), è stato davvero una gran bella esperienza grazie anche ad un gruppo che si è subito affiatato molto. Continua a leggere