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Antropologia della Transizione

Quell’uomo lì, quello con la maglia nocciola, è il primo antropologo che è venuto a studiarci per fare della Transizione l’oggetto della sua tesi di laurea. Non è che gli avessimo creduto del tutto, ma perché negare a un povero antropologo la sua giusta dose di ricerca sul campo.

Ora si scopre invece che la tesi l’ha fatta davvero, l’ha intitolata “Universi in Transizione” ed è anche estremamente interessante, caldamente raccomandata a tutti i nostri facilitatori, ma anche a chi volesse uno sguardo ulteriore sul movimento.

In verità Alessandro (così si chiama il losco figuro) non si è limitato all’antropologia, ha decisamente sconfinato nella semiotica realizzando un’analisi davvero efficace, molto leggibile, arricchita da collegamenti per me nuovi e stimolati ad autori e idee che non avevo mai frequentato fino ad oggi.

Insomma, bravo e grazie. Questi contributi sono utilissimi, mi verrebbe da dire che andrebbe tradotta in inglese e messa a disposizione del resto del network nel mondo.

Comunque non è il solo ad aver realizzato una tesi di laurea su questo tema, la prossima volta vi parlo di quella di Lou del Bello, che invece è una tesi di semiologia pura (però prima devo finire di leggerla), altrettanto interessante anche se magari più “difficile”.

Poi ce ne sono altre in corso… bello no?

 

Verso un Teatro di… Transizione?

25 Marzo: è stata revocata la protesta della cultura contro i tagli “lineari” effettuati dal Governo, il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) è stato reintegrato. Questo non vuol dire che i soldi per finanziare la cultura ci sono e tutto è a posto, il FUS è stato reintegrato al livello del 2010 quando molti Teatri e Compagnie erano già in grande difficoltà per le sonore batoste degli anni precedenti (vedi tabella qui sopra).

Perché parlo di questo? Perché chi scrive lavora da una decina di anni per la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e da circa 20 anni il suo lavoro è legato al palcoscenico: prima con contratti a tempo determinato (la norma per anni, si passava da un contratto all’altro con serenità e continuità), poi dipendente fisso (in totale controtendenza dal 1′ Aprile del 2009(*) quando il Teatro Comunale di Ferrara diventa Fondazione), in più, sempre chi scrive, si interessa di Transizione da un pò tempo.

Da qui l’idea di introdurre l’approccio di Transizione al luogo di lavoro coinvolgendo i colleghi e le realtà Teatrali Ferraresi; la Transizione “si fà col metro” ama ripetere Cristiano Bottone quando gli si chiede un’indicazione su come iniziare; in Inghilterra il Transition Network ha sviluppato un approccio dedicato al mondo dell’impresa partendo dalla valutazione dei rischi collegati alla “dipendenza dal petrolio” dell’attività presa in esame. Possiamo sviluppare un primo approccio nel mondo del lavoro partendo dal settore della Cultura? E’ quello che stiamo immaginando io e Cristiano in collaborazione con il Teatro di Ferrara; il 27 Aprile (potete cominciare a segnarvi la data) stiamo pensando alla prima tappa, restate sintonizzati.

(*)… prima o poi qualcuno gli dirà che è un Pesce d’Aprile, anzi coi tempi che corrono se ne starà accorgendo da solo 🙂

P.S. proprio oggi la Repubblica inizia un’inchiesta su come i Teatri affrontano la crisi

Lizzano: com’è andata

Sono ingrassato ulteriormente, non mi sono pesato ma lo so, i lizzanesi mi hanno tratto in inganno con frasette del tipo “ma dai mangiamo solo un antipastino…” per poi far piombare sulla tavola una progressione inarrestabile di manicaretti (tutti abilmente cammuffati da antipastini ovviamente). Insomma, sul piano calorico è andata bene, anche troppo.

Ma non sono andato per mangiare (non solo…), è l’incontro con il gruppo di transizionofili è stato come sempre molto interessante. C’è voglia di fare, c’è biodiversità umana, c’è attenzione, sarà interessantissimo vedere cosa ne scaturisce.

Il tTalk ha visto persone molto attente, tutte (o quasi) della zona, incluso il sindaco e qualche altra figura interessante, imprenditori, giovani attivi e consapevoli, come sempre questi incontri finiscono con l’aumentare la mia fiducia nelle possibilità degli umani di sopravvivere a loro stessi 🙂

Ora Lizzano ha qualche idea su cosa sia la Transizione, se vorranno cominceranno a sperimentare questo tipo di processo, qualunque sia la loro scelta, una cosa mi sembra chiara, lì ci sono persone che si interrogano in modo profondo sul futuro e sul senso delle cose. Lo fa Mimmo che ha voluto che andassi, lo fanno da lungo tempo Giuseppe e Monica che mi hanno coccolato nella loro bellissima casa con giardino e lucertole (grazie), lo fa Antonella che è diventata montessoriana, Antonio che ha fatto l’autista riflessivo e tutti gli altri (grazie a tutti di avermi invitato e accolto).

C’è perfino uno stranissimo individuo che si aggira nel gruppo dotato di enormi lattine di CocaCola e quando meno te lo aspetti ti scodella inedite pillole di saggezza, un elemento imprevedibile a servizio del pensiero laterale.

Sono stanco ma ho imparato molto anche in questo piccolo viaggio, ora vediamo che succede…

 

Economia della felicità 2

Avvertenza: post lungo, dotarsi di caffé biscotti, sedia comoda, atmosfera ovattata, ecc…

Ecco che provo a dare seguito al precedente post di inizio anno su questo tema (scusino il ritardo lorsignori ma qui si transisce selvaggiamente e il tempo che resta è proprio poco). Per chi arrivasse ora, suggerisco caldamente di leggere quanto già scritto, sennò (forse) non si capisce niente.

Dove eravamo rimasti?

Ci eravamo lasciati con quello strano miscuglio di angoscia e senso di vuoto che attanaglia quasi tutti quando si trovano a contemplare la realtà di questo mondo per come è invece che per come ci è normalmente presentata (quando poi scoppiano le centrali nucleari, l’angoscia aumenta).

Ci eravamo lasciati con la raccomandazione di impegnarsi a escludere dai nostri pensieri i concetti di colpa, l’idea dei buoni e dei cattivi, le categorie della destra e della sinistra ecc.

La molla

Bene. Ora è il momento di parlare della molla. Donella Meadows, che si occupava di studiare come funzionano i sistemi complessi (1), proponeva ai propri sudenti uno strano esperimento (quello che faccio anche io all’inizio dei miei tTalk – qui un esempio un po’ grlillinizzato, ma magari utile). Si presentava con una molla giocattolo, una di quelle che sanno scendere le scale, e la appoggiava sul palmo della mano tenendone con l’altra mano l’estremità superiore. Poi, davanti alla platea, sfilava la mano sotto la molla e questa si allungava verso il pavimento compiendo una bella serie di su e giù. A questo punto la Meadows chiedeva al pubblico: “Perché la molla ha fatto quello che ha fatto?”.

Le risposte generalmente sono “Perché hai tolto la mano” o “Perché c’è la forza di gravità”. A quel punto la nostra scienziata ripeteva l’esperimento sostituendo la molla con la scatola di cartoncino in cui questa viene venduta nei negozi. Quando sfilava la mano da sotto la scatola, ovviamente, questa non si comportava come la molla. Eppure aveva sfilato la mano. Eppure nessuno aveva nel frattempo “spento” la forza di gravità.

Questo giochino fa emergere in modo evidente una nostra attitudine. Quando cerchiamo le cause di ciò che ci accade intorno, quando interpretiamo la realtà, siamo portati naturalmente (e culturalmente) a concentrarci su certi aspetti trascurandone altri. È evidente che la molla è un sistema dotato di sue caratteristiche intrinseche particolari e quindi tende sempre a comportarsi “da molla”, così come la scatola tende a comportarsi “da scatola”. Continua a leggere

Bruxelles, il rientro…

Cerchiamo di  fare il punto su questa esperienza, a che è servito andare là? Perché ci hanno invitato? Ora che succede?

Alla fine della giornata di ieri era chiaro a tutti noi, non solo ai transizionisti, ma anche agli altri con cui abbiamo scambiato un po’ di idee, che lo scopo della giornata era molto istituzionale e non c’era una vera intenzione di dialogo. Sono state concesse “ben” 3 domande in tutta la giornata. E son stati 3 colpi di martello, tanto che son bastate a Peter Hall (Harvard University) per scherzarci sopra nel suo intervento del pomeriggio: “…ho visto pubblici più entusiasti rispetto al ruolo che le imprese possono avere in questo processo…”

Del dialogo

Il dialogo però, nella giornata precedente, quella dedicata ai seminari, c’è stato eccome. Peccato non esserci stati, i posti erano esauriti, ma un membro del nostro gruppo ha comunque partecipato (Fr).

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Bruxelles II

Responsabilità Sociale Condivisa

10:20 – Fino a ora Jean Lambert (Parlamento Europeo) è l’unico raggio di luce, L’apertura di Barroso e precedenti relatori sono stati abbastanza ovvi e istituzionali, ma si continua a parlare di crescita come unica via verso il futuro. La Lambert ha cominciato invece a esplorare un aspetto interessante, quello della condivisione del potere… “una torta che non ha un numero finito di fette”.

10:45 – Gilda Farrell (Consiglio d’Europa) evidenzia come le sfide che dovremo affrontare, sotto tutti i punti di vista, sono talmente grandi che è assolutamente necessario fare ricorso all’intelligenza di tutti per trovare le risposte possibili. Condividere la responsabilità del futuro diventa oggi imperativo, non bastano gli Stati. La pressione economica non può minacciare la coesione sociale come sta avvenendo ora. Continua a leggere

Domani su Radio 1 Rai

Domani (lunedì) verso le ore 17 su Radio 1 Rai dovrebbe andare in onda un mio breve intervento sulla Transizione in Europa. La trasmissione si chiama Radio Europa e credo che poi il podcast lo troverete qui. Si è trattato di una prova telefonica un po’ arobatica ed estemporanea, non so cosa ne sia uscito (per chi ha fatto il tTraining è stato un vero esercizio in stile Elevator Pitch).

Io non la sentirò perché sarò a Bruxelles con Ellen, poi mi dite com’è andata.

Urbania in Transizione

Mi sembra che dare questa notizia subito prima del tDay di Bologna sia carino. Urbania è in Transizione, grazie alla tenacia di Massimiliano Rupalti e del neonato Gruppo Guida. Se siete di quelle parti, correte a dare una mano e a divertirvi con loro…

Info: rupo [at] cheapnet.it

Totnes su Repubblica

Oggi su Repubblica (pag. 51, 52, 53), si parla di Totnes, delle Transition Towns e delle esperienze di località che cercano di prendere in mano il loro destino e cominciano a “fare”. Buona lettura, anche se il pezzo fa emergere i dubbi del suo autore (Enrico Franceschini), ma avere dubbi è sempre una buona cosa.

tTraining a Verbania: fatevi sotto…

Udite udite, il prossimo Transition Training in programma è previsto per il 16 e 17 aprile prossimi a Verbania, amena località sul Lago Maggiore. Questo tTraining è organizzato da Mater Gaia che ne gestirà anche le prenotazioni, quindi, per non generare confusione, tutte le informazioni andate a leggerle qui.

Si tratterà di un tTraining residenziale, formula che decisamente aggiunge qualcosa in più all’esperienza, come al solito i posti sono limitati e quindi vi suggerisco, se interessati, di muovervi immediatamente per prenotare. Il vostro uomo è l’atletico e vulcanico Danilo Bergaglio, vi sta aspettando, i facilitatori saremo io e Ellen.

Ci vediamo là?

Convocati dal Consiglio d’Europa

Io e Ellen siamo stati invitati a Bruxelles dal Consiglio d’Europa a una conferenza sulla Responsabilità Sociale Condivisa e con noi sono stati invitati, a quanto abbiamo capito, tutti i fondatori degli hub nazionali di Transition (e parecchia altra gente ovviamente). La cosa è piuttosto interessante, soprattutto come segnale del fatto che anche a quel livello viene già ritenuto importante coinvolgere questo movimento appena nato, poco formalizzato, difficile da inquadrare.

Tanto per farvi capire, siamo stati convocati nominalmente e sotto la policy “esperti” quindi (sia pur con 2000 raccomandazioni a spendere il meno possibile) i costi di trasferta e soggiorno le paga Bruxelles (sinceramente un sollievo perché non è umanamente possibile pagarsi sempre tutto da soli).

L’altra cosa interessante è il tema della conferenza, si parla di come gestire la responsabilità sociale in questa epoca di “transizione” (sì sì c’è scritto proprio così) e del fatto che sarà indispensabile trovare nuovi modi per partecipare e prendere collettivamente decisioni anche difficili, condividere oneri e onori delle scelte.

Insomma, anche questo è un segno dei cambiamenti in atto e di come l’approccio Transition risulti poi estremamente efficace e contaminante a tutti i livelli.

Beh… ora andiamo a vedere che dicono e poi vi raccontiamo.

Budrio (Bo) in Transizione

E arriva anche Budrio in provincia di Bologna (direi che ora il capoluogo è accerchiato e difficilmente potrà sfuggirci), nasce BIT Budrio in Transizione che per noi è una Città di Transizione quindi la marchiamo CT. Per quelli che abitano lì, il contatto è Giovanni Santandrea giovanni.santandrea [at] gmail.com.

Budriesi, cominciano le vostre danze…benvenuti.
Qui il loro blog.

Sicilia: Modica è in Transizione

Finalmente sulla nostra mappa una bandiera blu più spunta in Sicilia. A Modica è nato un Gruppo Guida grazie al lavoro di Peppe Arena e con la collaborazione di Donatella (che rappresenta il nostro hub di Palermo –  sì lei sola a divertirsi con un’isola intera).

È un bel momento e un bell’impegno, la Sicilia non è un posto come gli altri, come evolverà la cosa? Chi volesse andare a giocare con loro può contattare subito Peppe pepparena [at] gmail.com.

Il Molise chiama…

Sì ok, il Molise è un po’ ampio… ma Gianni ha voglia di fare, quindi se siete da quelle parti magari potreste avere voglia di sentirvi e cominciare a sognare cose nuove.

Avvertenza! Per quanto ne sappiamo non c’è modo di attivare il processo di transizione su scala così ampia, non funzionerà, non ci sono le basi perché funzioni. Può però avere senso formare un Centro di Attivazione Temporaneo (CAT) per organizzare iniziative di facilitazione e divulgazione sul territorio con l’intento di fare nascere Iniziative Locali, ovvero Gruppi Guida in grado i operare su una comunità definibile (una cittadina, un quartiere, una frazione, ecc.)

Quindi fatevi sentire che Gianni vi aspetta: gianni.ciao [chiocciolina]  gmail.com.