Sophy Banks: Cambiamento climatico – se fossimo razionali, l’avremmo già risolto

 

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

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 Il dibattito sul clima è in stallo? Il meteo estremo nel Regno Unito significa che ne stiamo parlando di più o di meno? Quand’è il momento buono per cercare di fare i collegamenti fra cambiamento climatico e alluvioni? E c’è qualcosa che la Transizione Interiore possa offrire alle domande su come a quando avere queste conversazioni?Ieri il gruppo per la Transizione Interiore di Totnes ha condotto un evento pubblico chiamato “

Cambiamento degli agenti atmosferici – un’occasione per parlare del tempo”. Abbiamo pianificato l’evento in gennaio, proprio quando le tempeste che hanno spazzato via la linea ferroviaria dalla costa stavano cominciando a soffiare e le piogge sferzante stava cominciando a formare il grande mare che si trova ancora sulle Pianure di Somerset [Questa foto (sotto a destra) è stata scattata dal treno e mostra che le Pianure sembrano più che altro un mare]. Mentre le alluvioni e la distruzione peggioravano, molta gente con cui ho parlato sembrava veramente entusiasta per l’evento – ed ho somerset%20lake-300x225cominciato a preoccuparmi dei numeri – cosa fare se vengono 40 persone? Abbiamo dato delle linee guida per tenere una conversazione ai gruppi locali di Strade in Transizione, immaginando che potesse essere una conversazione che gli altri avrebbero voluto fare. Continua a leggere

Rob e il “dibattito” sul clima

Salve a tutt*,
un insolitamente battagliero Rob Hopkins discute con i dirigenti della BBC il concetto di “dibattito” sul cambiamento climatico. Rob scrive una lettera alla BBC dopo che questa ha ospitato in una sua trasmissione l’opinione sul clima di una persona che non ha nessuna competenza sul tema e che sembra, invece, avere interessi di altro tipo. La BBC risponde, ma Rob non è affatto convinto e replica di nuovo. Un esempio classico di come il dibattito sul clima in realtà non esiste, ma viene alimentato da posizioni che non hanno alcuna base scientifica. Ma lascio la parola a Rob che si esprime molto meglio di me.

Buona lettura.

Lettera aperta di Rob Hopkins alla BBC sull’apparizione televisiva di Lord Lawson a “Today Programme”

Da “Transition Network”. Traduzione di MR


A Jamie Angus, editore, di Today Programme.  13 febbraio 2014

Caro Jamie,

scrivo per protestare con la massima fermezza riguardo al vostro pezzo del programma di questa mattina sul cambiamento climatico e l’attuale alluvione che aveva come ospiti Sir Brian Hoskins e Lord Nigel Lawson. Vi scrivo sia per mio conto che per conto del Transition Network, un’organizzazione di beneficenza che sostiene migliaia di comunità nel mondo che intraprendono azioni pratiche positive e locali in risposta alla crisi climatica e per le quali la distrazione presentata da tali articoli è profondamente inutile. La maggioranza schiacciante della scienza peer-reviewed sul clima accetta che l’attività umana riscalda il clima. L’IPCC ha revisionato tutta la scienza pubblicata sul cambiamento climatico ed ha concluso:

Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, dagli anni 50, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti in millenni. L’atmosfera e l’oceano si sono riscaldati, le quantità di neve e ghiaccio sono diminuite, i livelli del mare sono saliti e le concentrazioni di gas serra sono aumentate. Ognuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo sulla superficie terrestre di qualsiasi altro decenno precedente dal 1850.

Eppure, Lord Lawson ha ripetutamente dichiarato le sue credenze secondo cui il cambiamento climatico è “una credenza senza nessuna sostanza scientifica seria” e oggi ha sostenuto che non c’è collegamento con il meteo estremo e l’alluvione dei giorni scorso. Tuttavia, un rapporto del 2012 pubblicato da DEFRA ha identificato le alluvioni come la più grande minaccia al Regno Unito posta dal Cambiamento climatico, con fino a 3,6 milioni di persone a rischio per la metà del secolo. Ogni grado Celsius di riscaldamento porta alla capacità dell’atmosfera di contenere il 7% in più di umidità rispetto a prima (come mostra questo saggio dalla rivista Climate Research) ed abbiamo già fatto aumentare la temperatura di 0,8°C rispetto ai livelli preindustriali. La signora Julia Slingo, presentando un rapporto del Met Office sulla recente alluvione, ha detto sabato al programma World at One:

Tutte le prove suggeriscono che c’è un collegamento col cambiamento climatico. Non c’è prova che contrasti con la premessa di base che un mondo più caldo porterà a precipitazioni piovose più intense su base giornaliera o anche oraria”.

Le mie obiezioni specifiche sono le seguenti: Continua a leggere

Ultima Chiamata a Firenze

Salve a tutt*,
giovedì 16 gennaio al cinema teatro Odeon di Firenze ci sarà la proiezione del documentario “Ultima Chiamata” (Last Call) di Enrico Cerasuolo. Il film, grazie a materiali originali ed inediti, ripercorre le vicende del Club di Roma e dello studio sui “Limiti dello Sviluppo” (crescita), pubblicato nel 1972 dai coniugi Meadows e Jorgen Randers del MIT, e ne sottolinea la grandissima attualità.

Il documentario è molto ben fatto e potrebbe essere uno strumento di divulgazione in più per la Transizione. A questo proposito ci sono già dei contatti che potrebbero far nascere una partnership fra Cinemambiente, il festival di Torino dove il film ha anche ricevuto il Premio Speciale lo scorso anno, e Transition Italia.

Ad ogni modo, se siete da quelle parti giovedì, credo che valga la pena fare un salto e approfondire. La serata prevede una breve presentazione da parte del regista e di Ugo Bardi, fellow del Club di Roma.

Una giornata analoga potrebbe essere ripetuta anche all’Università di Urbino nella seconda metà di febbraio. Vi informerò senz’altro nel caso il progetto vada a buon fine.

Odeon Firenze presenta ULTIMA CHIAMATA-page-001

La natura controintuitiva dei sistemi

Salve a tutt*,
se foste americani in questo scorcio di inizio anno e vi affidaste ai vostri sensi, sarebbe facile pensare che stiamo entrando in una nuova era glaciale. Il freddo record che stanno sperimentando gli Stati Uniti fino a latitudini molto meridionali è davvero straordinario.

Questo è un esempio a sua volta straordinario di quello che nella dinamica dei sistemi viene definito “controintuitivo” (vedi questo saggio di Donella Meadows) e di come la singola percezione della realtà, basata sui propri sensi o sul proprio intuito, sia uno strumento fallace per interpretarla e della necessità che tutti noi abbiamo di mettere insieme più parti di un quadro per ottenere una visione realistica dello stesso. In sostanza, della necessità di molteplici livelli di osservazione e di una grande capacità di raziocinio, termine che ultimamente ha assunto, purtroppo, un carattere quasi del tutto negativo.

Per tornare al tema del freddo americano e al sistema clima, ecco perché là fa molto freddo e in gran parte dell’emisfero settentrionale (e anche di quello meridionale) fa invece molto caldo. Ovviamente il ragionamento funziona anche al contrario: il fatto che in un luogo faccia più caldo, di per sé non significa né dimostra il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici:

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Immagine termografica dell’emisfero settentrionale con centro sugli Stati Uniti del 7 gennaio 2014. Da The Climate Reanalyzer

Quello che sta succedendo, e che già era stato previsto dai modelli (vedi qui ) è, in sostanza, che la corrente che gira in senso antiorario intorno all’Artico, chiamata Vortice Artico (o anche Jet Stream) e che viene alimentata dalla differenza di temperatura fra Polo Nord ed equatore, si sta indebolendo, perché l’Artico si sta scaldando quasi al doppio della velocità dell’Equatore. In questo modo, il Jet Stream perde velocità e diventa più ondulato. Queste ondulazioni possono raggiungere latitudini molto meridionali e portarvi il freddo artico (come in questo periodo negli Stati Uniti) e/o portare il caldo delle latitudini più meridionali all’interno delle aree polari. Dipende in quale lato dell’ondulazione ci si trovi. Al momento, l’Europa è dal lato che porta calore verso nord. Chi di voi fa un orto o coltiva una qualsiasi pianta o, semplicemente, si guarda intorno, si rende conto che non sembra affatto di essere in gennaio (purtroppo, anche se lentamente, sembra che sarà anche il nostro turno di entrare nel lato freddo).

La comprensione di tutto questo è stata possibile grazie a molteplici punti di vista (dalle osservazioni satellitari ai dati sui venti e le temperature a terra e in quota, ecc.) e al lavoro di centinaia, forse migliaia, di persone che studiano questi fenomeni quotidianamente. Ed è solo grazie a questo che possiamo dire “se fa più freddo è a causa del riscaldamento globale”.

Controintuitivo.

La stessa Casa Bianca ha pensato che questa ‘dissonanza cognitiva’ (dovuta alla percezione sensoriale ma anche a molti pregiudizi e leggende sul riscaldamento globale) meritasse una spiegazione. Il risultato è questo video (sottotitolato nell’italico idioma). Buona visione.

Keeling Curve ha bisogno di aiuto

Salve a tutt*,
Keeling Curve è il laboratorio dell’Università di S. Diego che da decenni mette insieme le misurazioni del CO2 atmosferico.  E’ l’istituzione scientifica che ci aggiorna in tempo reale su quante parti per milione di CO2 ci sono globalmente e mediamente nell’aria che respiriamo. Sono ormai famose le letture dell’osservatorio di Mauna Loa, usate come riferimento. Va da sé che un lavoro del genere è importantissimo per monitorare il clima. Purtroppo, il laboratorio non viene più finanziato (non adeguatamente) e questo lavoro prezioso potrebbe non essere più garantito.

Non conoscendo i retroscena non credo sia opportuno aggiungere altro. Se vorrete potrete approfondire sul sito. Fatto sta che Keeling Curve ha iniziato una raccolta fondi per poter continuare a garantire questo servizio fondamentale. Se vi avanzano degli spiccioli, questo potrebbe essere un buon modo per spenderli. Certo, la cultura è molto vasta e in una società ‘postpicco’ come ormai è di fatto la nostra, si comincia a tagliare proprio su questa. Tanti sarebbero i buoni progetti da finanziare, non c’è certo solo Keeling, ma questo lavoro è fondamentale per rimanere informati su cosa sta realmente succedendo alla nostra atmosfera ed è indispensabile in prospettiva.

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mlo_two_yearsDal sito Keeling Curve: letture dell’osservatorio di Mauna Loa dell’ultima settimana fino al 4 gennaio 2014 e andamento degli ultimi 2 anni, sempre fino al 4 gennaio.

Climate After Growth in italiano

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Ecco un regalo per l’inizio del nuovo anno. Forse ricorderete questa pubblicazione dei nostri amici del Post Carbon Institute firmata da Miller e Hopkins e disponibile solo per angloabili (?). Bene, grazie a Dario Tamburrano, coadiuvato da altri volonterosi traduttori (tutti santi subito) ora potete leggere il tutto in un comodo italiano arricchito da una prefazione dello stesso Dario. Ne cito uno stralcio:

In questo breve documento gli Autori fanno luce sul perché potrebbero essere la nostra, come la passata generazione, ad aver goduto del picco massimo di prosperità media della storia dell’intera umanità, squarciando in poche sintetiche pagine il buio dell’informazione e della cultura mainstream che tuttora colpevolmente ignora i problemi reali che ci minacciano.

Hopkins e Miller infatti, supportati da numerosi dati, focalizzano e descrivono in forma estremamente lucida e comprensibile i nuovi mutati contesti storici che negli ultimi anni si sono andati delineando nel campo dell’energia, del clima e dell’economia e che, perso il loro carattere di eccezionalità, divenuti permanenti e sistemici, vengono pertanto appropriatamente definiti come le Nuove Normalità.

In questo scenario, che delinea un vero e proprio spartiacque, il paradigma della irrinunciabilità della crescita economica assume le sembianze di una medaglia a due facce: se da un lato ha permesso un invidiabile e innegabile “progresso”, dall’altro, non contemplando i limiti biofisici del pianeta, ha creato i presupposti per le sfide che abbiamo di fronte, diventando pertanto una vera e propria trappola mentale ed economica, predominante e globalizzata che ci impedisce di affrontare in maniera logica e razionale i nuovi contesti standard che minano la nostra stessa sopravvivenza.

Già che siete lì a leggere, vi invito a fare anche un po’ correzione di bozze collettiva e se trovate errori, refusi, ecc. segnalatecelo che Dario li sistema. Buona lettura!

19 Haiku per il clima

Salve a tutt*,

spero di farvi un regalo gradito (e spero che lo possiate a vostra volta usare come regalo per altr*) pubblicando queste immagini.
Gregory C. Johnson ha pensato di concentrare (distillare, dice lui) il recente quinto rapporto del IPCC in 19 Haiku, che qui vi propongo nella mia versione “sottotitolata” (su segnalazione di Nate J. Hagens).
Usatele pure a vostro piacimento.

Buone feste a tutt*.

COPERTINA HAIKU CLIMA


PRESENTAZIONE HAIKU

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Clima: due documentari (ora) in italiano

Salve a tutt*

Volevo segnalarvi due documentari che ho recentemente sottotitolato e che potrebbero essere utili, a scopo divulgativo, per chi è attiv* in un’iniziativa di Transizione o in un Gruppo Guida.

L’argomento è per entrambi il clima.

Il primo è “Chasing Ice” (2012), del fotografo americano James Balog. Anni di fotografie scattate giorno dopo giorno durante la spedizione “Extreme Ice Survey” ricostruiscono il ritiro dei ghiacci in Islanda, Groenlandia, Alaska e Montana. “E’ una cosa magica, miracolosa, orribile e spaventosa”, una frase del film che lo rappresenta piuttosto bene. (Grazie a Ludovico e Ilaria per le segnalazioni di errori nel testo).

http://www.youtube.com/watch?v=Tv3cXFJ4rDU Continua a leggere