Traduzione di Luca Cotta Ramusino (new entry nel gruppo traduttori) di un interessante articolo pubblicato dall’Economist in merito al nuovo studio BEST sull’aumento della temperatura media globale, buona lettura. I risultati di questo studio sembrano scoraggiare i “negazionisti climatici” confermando i risultati ottenuti fino qui dai climatologi (caldamente raccomandato ai divulgatori). Buona lettura e grazie a Luca.
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Un argomento che scotta
Una nuova analisi delle temperature storiche lascia poco spazio ai dubbi. Il mondo si sta scaldando
Chi dubita che il riscaldamento globale stia succedendo davvero, deve necessariamente credere che la rilevazione strumentale storica delle temperature sia sbagliata. E questo è più facile di quanto non pensiate.
Esistono tre raccolte di temperature medie globali, contenenti rilevazioni degli ultimi 150 anni. Ciascuna di queste si fonda sui valori letti da centinaia di termometri, mantenuti presso stazioni metereologiche oppure a bordo di navi.
Due di queste sono americane, fornite dalla NASA e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), e una è la collaborazione tra l’Ufficio meteorologico del Regno Unito (il Met Office) e l’unità di ricerca climatica dell’Università dell’East Anglia (meglio conosciuta come Hadley CRU). Tutte e tre le raccolte suggeriscono un modello simile di riscaldamento: un aumento di circa 0,9 °C sulla terraferma nell’ultimo mezzo secolo.
Per molti scienziati questo valore concorda con numerosi altri indicatori di riscaldamento – l’innalzamento del livello dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, profondità oceaniche più calde e così via – ed è convincente.
Eppure, le coerenza tra le tre raccolte nasconde grandi incertezze nei dati grezzi su cui esse si basano. Da qui i dubbi sulla loro correttezza, parsimoniosamente elargiti dai molti scettici. Un nuovo studio, tuttavia, fornisce ulteriori prove che i numeri siano più o meno esatti.
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