Venti di transizione nel Simposio Società Sostenibile

 

Lo Zeitgeist Movement Italiano organizza per il 19 Novembre 2011 a Verona il Simposio Società Sostenibile. Una scaletta al cardiopalmo con oltre 15 relatori che si alterneranno sul palco nello stile dei Ted Talks e in 20 minuti dovranno dare il loro messaggio chiave ed emozionare. Ce la faremo anche noi come Transition Italia a concentrare la complessità del pensiero della transizione in pochi minuti?  Che agitazione ….  Proprio per il tempo tiranno, ci sarà un particolare focus: quello della psicologia del cambiamento e la transizione interiore.

Ecco il trailer dell’evento (Brrrrrr ….) :

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WEO 2011 – Il clima fuori controllo

Scaricalo qui in pdf.

I nostri amici della “IEA” hanno prodotto anche quest’anno il loro World Energy Outlook che ora studieremo con calma per fare qualche riflessione più approfondita. Quello che emerge immediatamente è la conferma che sul fronte clima e riduzione delle emissioni le cose si mettono male.

Quasi chiusa la finestra che ci potrebbe permettere di rimanere sotto i 2 C° di aumento medio di temperatura (considerato un accettabile limite di sicurezza) mentre più probabile lo scenario dei 3,5° o addirittura gli sconfinamenti fino a 6° (paura, paura, paura).

Sono cose che sapevamo già, solo rafforzate da ulteriori conferme.

Un uraganino in mediterraneo

Ebbene, pare che ci siamo, anche noi, finalmente, produciamo tempeste tropicali. Il nostro primo uraganino si chiama Rolf e sta facendo danni tra Spagna e Francia. Diciamo che c’è una certa soddisfazione, perché poi non era giusto lasciare il primato alle aree caraibiche. Invece oggi anche il mare nostrum sa creare in autonomia tempeste simil-tropicali anche se forse, ancora non può creare un bell’uragano categoria 5 come fa l’oceano atlantico. Certo se continuiamo a scaldare la pentola… chissà.

Grazie al solito Luca Lombroso (che sta pazientemente seguendo Rolf da giorni) e a Nimbus su cui potete leggere un articolo di Claudio Castellano.

 

Risvegli: L’Australia tassa le emissioni

Una bellissima notizia (articolo BBC in inglese) questa del risveglio del governo australiano che decide di varare una decisa Carbon Tax. Non sarebbe male se gli Stati ricominciassero a fare il loro mestiere e questo intervento apre la strada a molti altri provvedimenti del genere dimostrando che “si può fare”, persino in un paese in cui acciaio e carbone hanno un rilevante peso economico.

Vediamo chi sarà il prossimo…

PS: altro articolo sul Sidney Morning Herald

Lombroso oggi su Rai 3

Oggi dalle ore 15:00, su Rai 3, Luca Lombroso sarà ospite di Licia Colò nel corso del programma “Alle Falde del Kilimangiaro”. Parlerà dei recenti eventi meteo che hanno sconvolto la Liguria cercando uno sguardo un po’ più ampio su questa tematica. Se potete, seguitelo…

Qui l’intervento da guardare in streeming.

La Crescita Antieconomica

Parlare di crescita antieconomica sembra un nonsense, invece è proprio ciò che stiamo vivendo in questo momento.
La fine della crescita economica è alle porte o, molto più verosimilmente, è già arrivata, ma già ora, e da diverso tempo, siamo entrati nel regno della crescita antieconomica, la crescita, cioè, che se venisse ricalcolata coi propri costi reali nessuno vorrebbe veramente.
In questo articolo di Herman Daly maggiori dettagli.

(Grazie a Luca per la revisione della traduzione)

I limiti dello sviluppo – Ancora quarant’anni?

Di Herman Daly

Da The Next Forty Years (I prossimi quaranta anni) di Jorgen Randers

Quarant’anni fa, quando ho letto I Limiti dello Sviluppo credevo già che una crescita nell’uso delle risorse totali (cioè il valore della popolazione moltiplicato per l’utilizzo di risorse pro-capite) si sarebbe fermata entro i successivi quarant’anni. Il modello d’analisi del team Meadows è stata una conferma forte di quella convinzione di buonsenso sulla base di principi primi che risalgono almeno a Malthus e a precedenti economisti classici.

Bene, ora sono passati quarant’anni e la crescita economica è ancora l’obbiettivo numero uno della politica di praticamente ogni nazione, questo è innegabile. Gli economisti della crescita dicono che i “Neo-Malthusiani” si sono semplicemente sbagliati e che continueremo a crescere. Ma io credo che la crescita economica sia già finita, nel senso che la crescita che sta continuando in questo momento è antieconomica – costa più di quanto valga al margine e ci rende più poveri piuttosto che più ricchi. La chiamiamo ancora crescita economica o semplicemente “crescita” nella confusa credenza che la crescita debba essere sempre economica. Io asserisco che noi, specialmente nella nazioni ricche, abbiamo raggiunto il limite economico della crescita ma non lo sappiamo e disperatamente lo nascondiamo attraverso conti pubblici difettosi, perché la crescita è il nostro idolo e smettere di adorarla è un anatema.

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Daly e i limiti della crescita

Segnalo agli angloabili questo articolo che fa un bel quadro generale della situazione che stiamo vivendo. Herman Daly è uno dei più noti economisti ecologici, opera all’Università del Maryland e ha lavorato nel dipartimento ambientale della World Bank.

I nostri prodi traduttori stanno già lavorando per renderlo italocompatibile.

La strategia del riccio

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Ecco la registrazione dell’intervento di Enrico Euli nella prima giornata di ASPO 5 a Firenze. Vi spiega in modo molto chiaro uno dei problemi fondamentali della “scimmia dalla capa grossa”: la nostra incredibile capacità di camuffare la realtà oggettiva e di inventarci versioni del mondo che ci sembrano più “consone” alla situazione.

Perché anche quando è tutto chiaro non riusciamo a reagire? Perché preferiamo infilarci nelle catastrofi a testa bassa invece che prevenirle? La risposta è in un complesso mix di caratteristiche evolutive della specie.

Il riccio si è evoluto sapendo che quando arriva un pericolo la reazione migliore è appallottolarsi e lasciare che gli aculei facciano il loro dovere difendendolo da ogni avversità. Paradossalmente, quando sulla scena appaiono strade e automobili questa reazione istintiva diventa la peggior strategia di difesa da questo nuovo pericolo, un buon modo per farsi investire.

Noi facciamo lo stesso, abbiamo imparato a preferire l’ordine al caos e quando l’ordine non è quello che vorremmo vedere intorno a noi, troviamo il modo di inventarlo: è per questo che riusciamo a ballare ordinatamente sul ponte del Titanic che affonda.

Vi consiglio la visione del filmato e mi scuso per la qualità, ero rientrato dall’intervista a Johnson e mi sono piazzato dove ho potuto…

Impressioni da ASPO Firenze

Ieri ho partecipato a una giornata aspista in quel di Firenze con tanto di panino con il lesso (che pare sia un must in queste occasioni – ed era proprio buono).

Intanto mi ha fatto molto piacere vedere di persona gente con cui interagisco parecchio, ma quasi sempre in modo virtuale, in carne ed ossa sono tutti più veri.

A PROPOSITO DI NICOLE

Ovviamente, già che c’ero, ho sentito l’intervento di Nicole Foss (e l’ho pure filmato). Siccome mi pare ci sia in giro voglia di commenti, ecco alcune mie impressioni a caldo. La sua esposizione era sovrapponibile a quella dello scorso anno ed egualmente senza alcuno sbocco. Per Nicole non c’è nulla da fare se non prepararsi alla meglio alla catastrofe che arriverà presumibilmente entro 5 anni.

Lo scenario che immagina è quello di una deflazione feroce, impietosa e inarrestabile. Si tratta della conseguenza logica della “fine della crescita” determinata dal progressivo esaurimento delle risorse. Deduce il tutto studiando quanto già avvenuto in passato nelle varie crisi di sistema che abbiamo già sperimentato. La più recente e imponente è quella del 1929, ma ci sono documenti per risalire il corso della storia come fanno i salmoni e scoprire che quello del crollo post bolla speculativa è un gioco che ci piace parecchio e continuiamo a fare secolo dopo secolo. Quella attuale sarà la più grande di sempre.

Lo scenario di Nicole è talmente impietoso che persino le cassandre di ASPO ne sono rimaste turbate. Luca Pardi che faceva da traduttore, ha più volte chiesto una pistola per smettere di soffrire.

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Un Ttalk un po diverso ….. Quale Turismo in scenari di Transizione?

L’appuntamento è a Celle Ligure (SV) per venerdì 28 ottobre alle ore 20.45. Un Ttalk, organizzato dal gruppo “Facilit-Azione” (che lavora su processi partecipativi a Celle nel turismo sostenibile e responsabile), che darà alcune “pillole di transizione” per poi concentrarsi su delle riflessioni per rispondere alla domanda “Quale Turismo in scenari di Transizione?”.  Per me significa riprendere i temi di cui mi sono occupata per oltre 10 anni ma che ora rivedo comunque tramite gli “occhialini” della transizione. Non potrei fare altrimenti … Il tema è comunque pertinente considerando quanto l’Italia sia un paese a vocazione turistica. Ma anche su questo fronte dovremmo cercare di immaginare quello che ancora non c’è.  I miei amici organizzatori hanno qualche timore che quanto dirò possa spaventare una platea non del tutto consapevole e che forse vorrebbe essere invece rassicurata che i prossimi vent’anni saranno tali e quali gli ultimi venti. Comunque tranquilli ….. 

 

Scarica qui il volantino.

Conferme sul clima che cambia

Traduzione di Luca Cotta Ramusino (new entry nel gruppo traduttori) di un interessante articolo pubblicato dall’Economist in merito al nuovo studio BEST sull’aumento della temperatura media globale, buona lettura. I risultati di questo studio sembrano scoraggiare i “negazionisti climatici” confermando i risultati ottenuti fino qui dai climatologi (caldamente raccomandato ai divulgatori). Buona lettura e grazie a Luca.

Un argomento che scotta

Una nuova analisi delle temperature storiche lascia poco spazio ai dubbi. Il mondo si sta scaldando

Chi dubita che il riscaldamento globale stia succedendo davvero, deve necessariamente credere che la rilevazione strumentale storica delle temperature sia sbagliata. E questo è più facile di quanto non pensiate.

Esistono tre raccolte di temperature medie globali, contenenti rilevazioni degli ultimi 150 anni. Ciascuna di queste si fonda sui valori letti da centinaia di termometri, mantenuti presso stazioni metereologiche oppure a bordo di navi.

Due di queste sono americane, fornite dalla NASA e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), e una è la collaborazione tra l’Ufficio meteorologico del Regno Unito (il Met Office) e l’unità di ricerca climatica dell’Università dell’East Anglia (meglio conosciuta come Hadley CRU). Tutte e tre le raccolte suggeriscono un modello simile di riscaldamento: un aumento di circa 0,9 °C sulla terraferma nell’ultimo mezzo secolo.

Per molti scienziati questo valore concorda con numerosi altri indicatori di riscaldamento – l’innalzamento del livello dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, profondità oceaniche più calde e così via – ed è convincente.

Eppure, le coerenza tra le tre raccolte nasconde grandi incertezze nei dati grezzi su cui esse si basano. Da qui i dubbi sulla loro correttezza, parsimoniosamente elargiti dai molti scettici. Un nuovo studio, tuttavia, fornisce ulteriori prove che i numeri siano più o meno esatti.

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Nicole Foss: resoconto da Carimate

La “Prima” di Nicole Foss a Carimate è andata molto, ma mooolto bene. Ecco qui il post di Carimate in Transizione che racconta cosa è successo.

Non può che venire voglia di accorrere in massa ai prossimi eventi previsti.

 

Ricordiamo ancora una volta: 

 

25/10   SCANDIANO

26/10  BOLOGNA

28/10  FIRENZE  (all’interno della Convention Aspo)

29/10  URBANIA

Conto alla rovescia … aspettando Nicole Foss

Nicole Foss è in viaggio verso l’Italia e presto inizierà la carrelata di eventi organizzati da Transition Italia e i gruppi guida locali. Energia, Economia e Finanza – all’interno di eventi facilitati nello spirito della transizione.

Ricordiamo che qui trovate il post con tutti i dettagli. Non mancate !!!

Di seguito trovate tutte le locandine.

 

 

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Commossa dalla Val Policella ….

Antonio di Val Policella in Transizione ha appena pubblicato questo post sul Selese in seguito al Transition Talk. Grazie !! 

Per leggere l’articolo vai qui

 

Buona Transizione a tutti gli amici della Val Pol !

UN SECOLO DI SFIDE – IL TOUR ITALIANO DI NICOLE FOSS

SCARICA QUI IL COMUNICATO STAMPA

Non c’è dubbio – stiamo vivendo dei tempi molto particolari in cui convergono varie crisi sistemiche, da quella energetica a quella climatica, passando per l’attuale sconvolgimento a livello economico-finanziario.

Transition Italia organizza il tour italiano di Nicole Foss (aka Stoneleigh), co-editore di The Automatic Earth, uno dei principali blog su economia e finanza “fuori dal coro”. Vedi sotto la sua biografia.

Il picco del petrolio e il collasso della finanza globale, costruita su uno schema Ponzi (piramidale, tipo castello di carte), sembrano essere una combinazione micidiale in grado di innescare la distruzione del benessere, lo scontento sociale e conflitti globali. Meglio sapere ed essere preparati.  E magari, davvero, cambiare e costruire insieme un sistema più sano.

Nella sua presentazione la Foss descriverà come l’attuale sistema finanziario sia un’enorme bolla basata sul credito (o sul debito). Cosa rende questa crisi finanziaria così diversa da quelle precedenti?  Secondo Nicole questa si è sviluppata nell’era dei combustibili fossili, un periodo molto breve della storia dell’umanità, e grazie ad un’energia disponibile a basso costo ha raggiunto dimensioni veramente enormi. Le società, in epoche storiche, hanno vissuto molti cicli di sviluppo e collasso, ma molte persone soprattutto nel nostro mondo occidentale rischiano di affrontarla senza la conoscenza e i mezzi per poter far fronte alle loro necessità primarie. Abbiamo perso la resilienza come si dice.

Nicole viene il Italia per la seconda volta – se volete aver qualche ulteriore anticipazione potete leggere il post che Cristiano ha scritto dopo l’evento a Carimate nel luglio 2010.

Qui di seguito gli appuntamenti (interpretati nello spirito della transizione)….

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