tDay vicino a Trento

castel arco

Questa domenica si fa un tDay ad Arco (sul Garda), che non conosco ma pare proprio un bel posto. La giornata è organizzata di ragazzi di MDF Alto Garda Trentino e trovate qui tutte le informazioni del caso. Ci siamo io e Rupo (quello che traduce qualunque cosa vi passi per la mente prima che vi sia passata per la mente), quindi se avete voglia di parlare di Transizione ci si vede lì.

Il timido ottimismo di Gore

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In questa recente intervista rilasciata al Washington Post, Al Gore si lascia andare a un pacato ottimismo sul futuro climatico del mondo. L’articolo è al momento per angloabili, ma è semplice sintetizzare il messaggio.

La “conversazione sul clima” sta passando il suo punto di svolta e questo, accanto alla riduzione del prezzo delle rinnovabili e agli effetti ormai molto evidenti dei cambiamenti climatici in corso, potrebbe accelerare il processo di “riparazione dei danni” in modo non previsto.

Si farà sul serio, più in fretta, più ampiamente, più capillarmente e alla fine potremmo vedere risultati che non abbiamo mai osato sperare. Gore dice che vede già segnali incoraggianti.

Confesso che qualcosina vedo anche io. Un piccolo esempio sono le centinaia di comuni della mia regione (Emilia Romagna) che stanno siglando il Patto dei Sindaci. Tra questo e avere risultati “veri” ce ne passa, ma segnala un netto cambiamento culturale. Se lo si confronta con lo scenario di 3 anni fa è semplicemente impensabile una tale adesione di massa. Forse in questo Gore ha ragione, questi spostamenti del “sentire comune” potrebbero avere effetti imprevisti, vedremo. Non sono uno che “spera”, ma in questo caso sono un po’ tentato.

Mentre scrivo queste parole mi vengono in mente le facce preoccupate di tanti scienziati che conosco e che avrebbero decine di osservazioni molto pertinenti atte a ridimensionare ogni tentazione di guardare al bicchiere come “mezzo pieno”.

Ma se Gore avesse ragione, anche solo un po’, questo ci darebbe più tempo per cambiare tante cose e sperimentare nuove modalità di economia e relazioni. Come è giusto cogliere e dare peso a tutti gli indicatori negativi, dobbiamo sforzarci di considerare anche quelli positivi. Alla qualità della “conversazione sul clima” stiamo certamente contribuendo anche noi, a certi cambiamenti anche, nel nostro piccolo (o grande che sia), anche semplicemente esistendo come movimento.

Avanti quindi, aumentiamo il rischio statistico che finisca bene, magari avremo delle gradite sorprese.

Cinema in transizione, istruzioni per l’uso

Estate… tempo di cinema all’aperto, di proiezioni caserecce in cortile e di pop-corn a fiumi. Un’occasione che molte iniziative di transizione (e affini) colgono per organizzare rassegne di film, documentari e video di animazione che possono aiutarci nella doppia impresa di capirne di più su come funziona il mondo e di stimolare nuove visioni del futuro. Ieri sono stata a vedere un documentario sui rifiuti e oggi ho deciso di prenderne spunto per fare qualche riflessione sul “Cinema di Transizione… istruzioni per l’uso”.

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Vedere un film o un documentario al cinema non è la stessa cosa che guardarselo da soli a casa.  I gestori dei piccoli cinema superstiti nei centri città vi diranno anche che è una forma di impegno.

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Risvegli: La Banca Mondiale non tentenna più

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A seguito del suo ultimo rapporto (scaricatelo qui) la Banca Mondiale sembra entrare in modalità “è tempo che tutti sappiano in che razza di guai siamo”, un atteggiamento che si sta diffondendo tra le principali istituzioni del pianeta.

Piuttosto significativo questo articolo apparso sul sito della Thomson Reuters Foundation in cui Laurie Goering intervista Jim Yong Kim (attuale presidente della Banca Mondiale) cercando di indagare le prospettive che emergono dallo studio “Turn Down the Heat”.

Kim non usa mezzi termini e inanella una serie di affermazioni che vale davvero la pena incorniciare:

“This report should make us lose sleep over what our world will look like in our lifetimes.”
Questo rapporto dovrebbe farci perdere il sonno rendendoci coscienti di come cambierà la faccia del mondo nel corso della nostra vita.

“Climate change is a short and medium term risk to the global economy. People think it’s about their grandkids. It’s not.”
Il cambiamento climatico è un rishio a breve e medio termine per l’economia globale. La gente pensa sia qualcosa che riguarderà i nipoti, non è così.

“I’ve lost count of the number of once-in-a-lifetime [climatic] events that happened in the last two or three years,”
Ho perso il conto degli eventi da “una volta nella vita” che sono accaduti negli ultimi due o tre anni.

“Part of what is necessary to drive political action on climate change, is a genuine grassroots movement, something that is currently missing.”
In parte di ciò che serve per guidare l’azione politica sui cambiamenti climatici è un vero movimento dal basso, qualcosa che al momento manca.

“We need to put together a plan that is equal to the challenge, and we have not done that yet”
Dobbiamo mettere assieme un piano adeguato alla sfida, e ancora non ce l’abbiamo.

Se alle esternazioni di Kim accostiamo il paragrafetto che la IEA ha pensato di inserire nella quarta di copertina del suo Rapporto Speciale 2013, cominciamo probabilmente a intravedere la direzione che potremmo finire per prendere in assenza di una reazione, spontanea, democratica e sufficientemente “adeguata” alla sfida.

…il settore energetico deve occuparsi sin da ora, nel suo stesso interesse, dei rischi impliciti del cambiamento climatico – sia che si tratti di impatti fisici che di conseguenze derivanti da azioni drastiche implementate dai governi in un secondo momento, quando la necessità di ridurre le emissioni diventerà PERENTORIA.

(il grassetto e il maiuscolo li ho messi io)

Di che stiamo parlando quindi? Dello svegliarsi troppo tardi. Del rendersi conto all’improvviso che l’eterno procrastinare ci ha condotto a una situazione già oggi disperata. Abbiamo passato tanto tempo a negare, confondere le idee, tergiversare… ma ora i fatti ci riportano brutalmente alla realtà fisica del mondo che abitiamo.

Dovremmo muoverci in fretta, compatti, facendo scelte enormi per qualità, scala e sostanza. Allo stesso tempo ci rendiamo conto di non essere preparati a farlo. Non lo sono i vertici politici, non lo sono i cittadini, non lo è il mercato. Ecco allora che cominciano ad affiorare altri scenari. Quel “perentoria” fa venire un po’ di brividi, non credete?

Produrre consapevolezza

Provo a vedere il versante positivo di tutto questo. Con messaggi di questo tipo, provenienti da entità di questo peso, diventa molto più facile fare crescere la consapevolezza di tutti. Oggi è molto più facile aiutare un amministratore pubblico, un sindaco, un imprenditore a capire cosa sta succedendo e quale sia il livello d’urgenza.

Bene, sfruttiamo questo momento e cerchiamo di facilitare la comprensione dello scenario climatico e la sua connessione con tutti gli altri scenari di crisi che stanno modificando il mondo. Grazie a questi risvegli, è sempre più facile.

 

Sognando con il Dragon Dreaming

Avevamo assegnato il premio del bando Dragon Dreaming al Sogno delle Ginestre  ed ecco qui come integrazione un breve video che completa il racconto.

[youtube=http://youtu.be/SGWnJQk0fy0]

Stiamo incoraggiando gruppi che lavorano sulla transizione (o anche su altro naturalmente) ad utilizzare il Dragon Dreaming come ottimo strumento di processo per fare progetti in modo più efficace e divertente. A tale proposito ricordiamo che a fine luglio si terrà un seminario introduttivo sul Dragon Dreaming. C’è ancora qualche posto per cui non perdete l’occasione !

Videointervista sulla transizione – seconda parte

Ecco la seconda parte della videointervista sulla transizione – grazie a Massimo Mondini di Movimento Arcaico.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=wyrF6GQAoVI]

Adele, Beppe & la Transizione

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Tanto è stato detto e scritto sul conflitto tra la senatrice Adele Gambaro e Beppe Grillo all’interno del Movimento Cinque Stelle e in genere su questo blog non facciamo riflessioni  su vicende politiche. Ma questa volta è diverso e c’è qualcosa che vuole essere raccontato in quanto la storia del Movimento di Transizione a un certo punto ha intrecciato entrambi – Adele e Beppe. Vorrei chiamarli con il proprio nome di battesimo per onorarli come esseri umani in quanto tali e non per ruolo o appartenenza.

Adele, prima di essere stata chiamata alla sua candidatura politica all’interno del M5S, ha fatto il suo percorso nel mondo delle Transition Town, attiva a Bologna e anche nel gruppo nazionale. E, soprattutto, ha partecipato a diverse iniziative di formazione che proponiamo – dal Transition Training, passando dal seminario di Dragon Dreaming fino al workshop di ecologia profonda WTR (“Lavoro che Riconnette”). Dico questo, perché sono esperienze che cambiano anche il proprio modo di percepire e agire la realtà.

Beppe, invece, lo avevo conosciuto 2 anni fa quando sono andata a trovarlo a casa sua insieme ai blogger Stoneleigh (Nicole Foss) e Ilargi di The Automatic Earth e me lo ricordo come un incontro molto simpatico e gradevole. Vedi anche l’articolo scritto quasi un anno dopo, in periodo elettorale, da Ilargi. La mia percezione è stata quella di un uomo sicuramente dalla mente molto vivace e di grande carisma – ma mi colpì altrettanto la sua grande difficoltà ad ascoltare ed andare in profondità alle questioni. I due blogger sono degli analisti di scenari globali a livello finanziario e sociale molto seguiti e lui non fece una sola domanda, ma si perse nel proprio monologo da palcoscenico, quasi fosse schiavo di una parte da recitare sempre e comunque. Il tutto mi fece molto riflettere già allora. Era il tempo in cui correvano voci che Beppe si stesse interessando alla Transizione e infatti, in quell’occasione, gli regalai il Manuale della Transizione di Rob Hopkins contenta della sua disponibilità di voler approfondire. Certo, ora mi chiedo anche: chissà se l’avrà mai letto …  Continua a leggere

Dieci anni per cambiare il mondo

[youtube=http://youtu.be/7Nt0Cq43wSA]

Luca Lombroso questa mattina si è svegliato pensando che questo filmato forse sarebbe stato carino da sottotitolare per il pubblico italiano. Non aveva ancora finito di articolare il suo pensiero che Rupo (specialista in sottotitolazione preventiva) aveva già finito la traduzione e caricato il risultato on-line (Rupo santo subito). Quindi buona visione.

Oggi pomeriggio io e il suddetto Luca saremo con un gruppo di sindaci e funzionari amministrativi a fare un piccolo training su questo tema e potremo quindi usare anche questo filmato. Sono le strane magie della Transizione e del lavoro collaborativo disorganizzato 🙂

Il filmato è  collegato al rapporto della Climate Commission australiana “The Critical Decade 2013“, che dice le solite cose terrificanti e spaventevoli sul nostro futuro climatico se non ci diamo seriamente una svegliata, per gli angloabili, buona lettura.

Già che son qui, vi segnalo anche l’edizione speciale “World Energy Outlook Special Report 2013: Redrawing the Energy Climate Map” dei nostri “amici” della IEA (il riassunto, udite udite, c’è anche in italiano). Terrificanza e spaventevolezza equivalenti, ma ormai tutti gli studi che riguardano il clima sono tristemente allineati.

Dice la IEA:

Considerando le politiche già implementate, o quelle attualmente perseguite, risulta più probabile che l’aumento della temperatura media mondiale nel lungo termine sia compreso tra i 3,6 °C e i 5,3 °C (rispetto ai livelli pre‐industriali) con gran parte di questo incremento concentrato nel secolo in corso.

poi, più ottimisticamente

Anche se l’azione intrapresa a livello globale non è ancora sufficiente a contenere l’aumento della temperatura entro i 2° C, questo obiettivo rimane tuttora tecnicamente raggiungibile pur essendo estremamente difficile. Per tenere aperta la porta dei 2° C, è necessario intraprendere un’azione forte prima del 2020, data entro la quale entrerà in vigore un nuovo accordo internazionale sul clima. L’energia si pone al centro di questa sfida: il settore energetico conta per circa i due terzi delle emissioni di gas ad effetto serra, poiché oltre l’80% del consumo mondiale di energia viene soddisfatto da fonti fossili.

Insomma, questi pochi anni faranno la differenza tra prosperità e estinzione (non so se riuscite a immaginare cosa sarebbe il mondo con + 5,3 gradi di temperatura media, e poi purtroppo i modelli dicono che la temperatura continuerebbe a salire). Cerchiamo quindi di usarli bene e di fare tanto.

Videointervista sulla Transizione

E’ grazie a Massimo Mondini di Movimento Arcaico che possiamo condividere questa chiacchierata sulla transizione videoripresa prima del TTalk a Parma del 15 maggio scorso.

Questa è la prima parte – seguirà a breve la seconda ….

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=-AX0okNEGsA&feature=player_embedded]

Qui trovate la pagina d’origine di Movimento Arcaico.

Sabato a Valdera (PI) workshop sulla transizione

Sabato 15 a Terricciola (Valdera – Pisa) all’interno della FESTA DELL’ECONOMIA SOLIDALE dalle  14 alle 17 ci sarà un “WORKSHOP TRANSITION TOWN”. Per partecipare è richiesta l’iscrizione (risulta esserci ancora qualche posto). Per maggiori info andate qui.

FES2013Terricciola

La ciambella di Oxfam: limiti biofisici e sociali

Ring of life overview

Lavorando sul set di principi che potrebbero finire nello statuto del comune di Valsamoggia (vedi qui) Peter Lipman del Transition Network mi segnala il lavoro di Kate Raworth di Oxfam. Un modo molto interessante di andare oltre il famoso studio del 2009 di Rockström e soci che si chiedevano quali fossero i limiti di sicurezza invalicabili per garantire la vita della specie umana (e non solo) sulla terra.

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Parma in Transizione si prepara

Gli amici di Parma stanno preparando il terreno (in senso metaforico) anche in vista del Transition Training del 22/23 giugno. Ecco quindi il ciclo di incontri, che si terranno a Parma i giovedì 30 maggio, 6 e 13 giugno presso il Forum della Solidarietà, in Via Bandini 6.   I temi delle serate saranno “Il petrolio crea dipendenza?”, “L’economia della felicità” e “Una cultura permanente”.  Per ulteriori informazioni visitate il sito http://www.fruttortiparma.it/

Ciclo di incontri

Scollocarsi ? Se ne parla nel Biellese …

Avevo fatto girare il “diario di scollocamento” di Ivan Sirtori nel Google Group “Biellese in Transizione” e sono piovuti commenti a raffica (ben 44 !) – chi di profonda approvazione e chi di forte scetticismo. Ma non ha lasciato indifferenti. Ivan, direttore artistico dello Spazio Manabi (www.manabi.it) non va per il sottile, mosso da una profonda spinta interiore, ha iniziato a fare parecchie scelte radicali, dal “divorziare” dalla moglie (per stare insieme per scelta e amore), al chiudere partita iva fino a proclamare la sua sovranità individuale. Il tema è complesso e sentito, sappiamo tutti che l’attuale sistema è morente e disfunzionale, ma ne siamo comunque figli. Ha senso persistere nel cercare di modificarlo dall’interno oppure è veramente meglio dirgli addio e dedicare le proprie energie a costruire il nuovo ? Direi di aprirci a riflessioni e soprattutto esercitare le nostre scelte non spinti da rabbia e colpevolizzazione , ma da compassione e amore. Anche verso quanto ora davvero non funziona più e non riesce a dare le risposte necessarie alla crisi sistemica. Rendendo gratitudine per quello che comunque ci ha dato di positivo per voltarci finalmente verso nuovi orizzonti di rinascita … Se ne parla il 1° giugno in un evento organizzato da Biellese in Transizione.

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Impariamo a “facilitare”

Lavoro

Negli ultimi tempi, molte persone impegnate nei Gruppi Guida hanno espresso la necessità di apprendere meglio i processi e le tecniche che aiutano la facilitazione. In effetti, mano a mano che la vostra iniziativa di Transizione cresce e trova il suo cammino, la capacità di usare il metodo giusto al momento giusto può fare una certa differenza, alleviare la fatica di tutti, produrre risultati migliori.

In certi casi basta l’istinto, ma altre volte sapere come relazionarsi con un certo gruppo o una certa situazione può renderci più sicuri e utili al gruppo stesso.

gerardo-de-luzemberger

Vi segnalo una possibilità sempre aperta di apprendimento, ovvero la Scuola Superiore di Facilitazione di Milano, condotta da Gerardo De Luzenberger (che è il maestro di molti di noi in questo campo – è quello che per primo ci ha spiegato cosa fosse l’Open Space Technology quando brancolavamo nel buio…).

Qui trovate il calendario delle attività della scuola, e Gerardo prevede sconti per i “transizionisti”, vista l’ormai lunga tradizione di collaborazione che abbiamo sviluppato. Se siete a caccia di crescita personale, approfittatene.

Energia fossile: picco nel 2020?

Da: Fossil and Nuclear Fuels - the Supply Outlook

Da: Fossil and Nuclear Fuels – the Supply Outlook

Non avevo ancora trovato il tempo di dare uno sguardo a questo studio  dell’Energy Watch Group e il grafico qui sopra sintetizza bene il senso del messaggio. Secondo questa analisi

According to our study, coal and gas production will reach their respective production peaks around 2020. The combined peak of all fossil fuels will occur a few years earlier than the peaking of coal and gas and will almost coincide with the beginning decline of oil production.

Secondo il nostro studio, le produzioni di carbone e gas raggiungeranno i rispettivi picchi attorno al 2020. I picchi combinati dei carburanti fossili avverranno qualche anno prima del picco di carbone e gas e coincideranno con l’inizio del declino della produzione di petrolio.

Ulteriori conferme quindi dell’esigenza di una intensa, urgente ed estesa transizione energetica (che come sappiamo non si può fare se non si transiziona pure tutto il resto, ma vabbè…). Dell’idea che le nuove tecnologie di estrazione e le nuove scoperte di giacimenti possano cambiare lo scenario lo studio dice

Neither the hype about huge reserves in the Caspian Sea in the year 2000 (“…reserves could rival Saudi Arabia”), nor the deep sea discoveries in the Gulf of Mexico or West of Angola, nor tar sands in Alberta (see the cover story of the ExxonMobil publication “Oildorado” in 2003), nor last year the rush on shale gas developments in the USA or recent news of shale gas in Australia can do away the fact that the era of cheap and abundant fossil fuels is coming to an end. Rather, these new frontiers create more problems than being solutions to problems they promise to solve.

non lasciando quindi alcuno spazio all’argomento, i nostri tentativi di ritardare i cambiamenti necessari, invece che risolvere i problemi aumentano i danni e le conseguenze negative. Ma c’è anche lo spazio per un timido ottimismo, basato sull’idea che, a un certo punto, dovremo pur svegliarci dal nostro torpore:

But this is also a good message because climate change forces us to take action along the same lines, namely reducing the consumption of fossil fuels. Therefore, we must face these challenges and start in earnest to develop transition strategies towards a sustainable energy supply. The longer we try to delay that transition by pursuing dead end solutions which are aimed to prolong business as usual, the more we face the risk of falling off a cliff with severe disruptions in economy, politics and society.

E se vi ostinate a leggere questo blog non c’è dubbio che siate svegli o che, quanto meno, stiate cercando di svegliarvi. Beh.. si può fare gente, non c’è dubbio, e farlo, cambiare tutto, è pure divertente, riempie la testa di futuro, ricchezza, prospettive. Facciamolo, su su…