18 Dicembre 2015
Care amiche, cari amici,
Siamo giunti quasi alla fine di questo anno 2015. Le festività ormai vicine sono tradizionalmente un’occasione per fare una pausa, per trovare un momento di connessione profonda dentro di noi al fine di fare un personale bilancio dell’anno trascorso, e per entrare in contatto con i nostri bisogni e desideri da consegnare al nuovo anno in arrivo.
Quello che accade ogni giorno in ogni angolo del Pianeta ci riporta sempre più all’urgenza di esplorare vie nuove, pacifiche e inclusive, per favorire nelle nostre comunità il cambiamento verso uno stile di vita sostenibile e resiliente. Individualmente questo compito può quasi intimorirci. Ma se non ci sentiamo soli in questa missione, tutto appare più fattibile e concretizzabile.
Sentiamo necessario condividere alcune considerazioni su COP21 conclusa da pochi giorni a Parigi. Molte e contrastanti sono le valutazioni e le reazioni. C’è chi critica e protesta per l’insufficienza e inadeguatezza del risultato raggiunto, dubitando sulla reale possibilità che le misure concordate possano realmente limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.
Dall’altra parte, si mette in evidenza come COP 21 rappresenti il primo accordo concreto firmato e sottoscritto da parte di 195 paesi. E’ un fatto che riveste comunque un’importanza storica. Ma quello che ha colpito di più chi ha vissuto le fasi finali di COP21, è la grande e imprevista emozione che hanno provato coloro che hanno raggiunto l’accordo proprio usando un metodo di discussione tradizionale africano: “indaba”. Quell’onda emotiva partita dal cuore delle persone può essere il segnale che, nonostante tutto, le cose stanno cambiando.
E anche tutti noi impegnati nelle nostre iniziative locali di Transizione possiamo riconoscerci nella citazione di Nelson Mandela, che il presidente della Conferenza ONU sul Clima ha riportato in chiusura della plenaria: “Nessuno di noi agendo da solo può raggiungere il successo, il successo è portato dalle nostre mani unite”.
Riteniamo che in questi tempi così importanti, più che scambiarci generici auguri con l’auspicio che il futuro ci possa riservare tempi migliori, sia preferibile augurarci di potere agire al meglio per creare nuove condizioni in cui possa crescere e diffondersi un benessere della nostra comunità non tanto basato sui beni materiali fini a se stessi, ma su valori di condivisione, rispetto e cura dell’ambiente che ci permette di vivere. Come consiglio di Transition Italia desideriamo sperimentare nuove strade per favorire la comunicazione e il contatto tra noi che siamo soci di Transition Italia e, in vario modo, abbiamo a cuore il processo di Transizione.
In questi primi mesi di mandato, tra noi consiglieri, abbiamo avuto un confronto e scambio di idee costante e regolare, per capire quale siano gli obiettivi e i compiti su cui focalizzare il nostro impegno.
Sentiamo la responsabilità di dare corpo e concretezza a quanto emerso in occasione della nostra Assemblea del 2 maggio scorso, in particolare riteniamo prioritario dare spazio in Transition Italia a metodologie di tipo sociocratico che permettano di accogliere e valorizzare tutte le competenze, le energie, i progetti, che stiamo sviluppando nelle nostre esperienze locali diffuse in tutta Italia.
Ti anticipiamo infine, che stiamo già programmando l’assemblea di Transition Italia per la prossima primavera. Ben consapevoli che il processo di Transizione non può essere contenuto all’interno di una semplice associazione, vorremo comunque individuare tutte le possibilità e le potenzialità che una struttura associativa, adeguata e leggera, possa dare in termini di facilitazione, supporto e sostegno alle iniziative locali.
Un caro saluto da parte di tutto il consiglio direttivo di Transition Italia
Pierre, Silvia, Giulio, Deborah e Giovanni
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