Notizia provenienti dal network internazionale del movimento di Transizione

Audizione a Bruxelles

2013-01-23 09.47.41

La delegazione del Transition Network al check-in del palazzo dell’EESC

Come forse ricorderete il Transition Network ha recentemente vinto il premio del Comitato Economico e Sociale Europeo (EESC), e se non ve ne ricordate potete leggerne qui.

Durante la nostra visita a Bruxelles in occasione della cerimonia di consegna del premio avevamo percepito da parte di questo organismo un interesse che sembrava andare decisamente oltre l’aspetto formale dell’evento. Ci erano sembrati sinceramente interessati a quel che il processo di Transizione sta producendo in Europa e nel mondo.

Infatti non è finita lì. L’EESC ha chiesto un’audizione al Transition Network pregandoci di andare da loro e partecipare a una sessione di lavoro di due ore della loro commissione energia (vi risparmierò tutte le sigle perché sennò ci si perde…). Così il 23 gennaio scorso, ci siamo ritrovati nuovamente a Bruxelles per scoprire che seguito può avere questa relazione con le istituzioni centrali UE e, ancora una volta, c’è da rimanere sorpresi.

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Sorprendente Bruxelles: premio EESC

Scusate il titolo, ma è che torno da questo viaggio davvero sorpreso, e lo dico in senso estremamente positivo. Diciamo che, di base, il pianeta UE con il suo roboante carrozzone mi lascia spesso molto perplesso, e quindi anche andare a ritirare questo premio mi sembrava, prima di tutto e più di tutto, un’occasione per fare un po’ di chiacchiere con Rob, Filipa e gli altri della delegazione TN.

Confesso che per me il premio era un po’ un aspetto collaterale, invece mi sono dovuto ricredere. Ho la netta sensazione che ancora una volta si sia passata una soglia evolutiva di questa formidabile, grande avventura e in questo post provo a spiegarvi perché e quali interessanti scenari si aprono ora.

Però andiamo con ordine e cominciamo dal principio.

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Wiser.org il social network per la sostenibilità

Salve a tutti i transizionisti, vi voglio parlare di uno strumento che può essere molto utile ai gruppi di transizione e che vi invito a esplorare e utilizzare anche per fare le pagine e i siti web del vostro gruppo locale. Un social network creato per connettere la “moltitudine inarrestabile” composta da associazioni, permacultori, tribu indigene, Transition Town, aziende dell’economia positiva, etc. .

Sulle pagine dei quotidiani o ai telegiornali sentiamo le notizie sui grandi della terra che dettano la politica internazionale e cambiano le sorti economiche di intere nazioni.  Siamo quindi portati a pensare che la storia e i cambiamenti importanti sono realizzati da questi soggetti.

Immaginate invece l’esistenza collettiva di tutti gli esseri umani come un organismo, pervaso da attività intelligenti, risposte immunitarie per resistere e curare gli effetti di corruzione politica, economie malate e degrado ecologico, indipendentemente dal fatto che siano causati dal libero mercato, dalla religione o da ideologie politiche. Questo movimento è sempre esistito, e queste persone lavorano ogni giorno per migliorare il mondo.

Il movimento ha tre radici che si intrecciano continuamente e naturalmente nell’attivismo ecologista, nelle iniziative per la giustizia sociale, nella resistenza delle culture indigene e locali alla globalizzazione.

Nell’insieme, esprime l’esigenza della maggior parte delle persone di tutto il mondo di difendere l’ambiente, cercare la pace, rendere veramente democratici i processi decisionali e le politiche, reinventare i governi dal basso e migliorare la vita di tutti e soprattutto dei soggetti più esposti e vulnerabili. Nel corso della storia, eserciti, corporazioni, capi religiosi e politici hanno sopraffatto la maggioranza, che, nel nostro mondo “all’incontrario”, è considerata minoranza.

In questo contesto è nato WiserEarth (ora Wiser), all’inizio come una semplice lista di organizzazioni di tutto il mondo che lavorano per un mondo migliore e successivamente come social network.

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Transition Town Anywhere

Salve a tutte/i,
in pieno festeggiamento e celebrazione per il premio vinto (fa ancora più piacere sapere che questo sia avvenuto anche grazie al lavoro degli Streccapogn!), credo non sia fuori tema proporvi questo articolo da Transition Culture, dove ci viene raccontata la nascita e lo svolgimento di ‘Transition Town Anywhere’, l’attività svoltasi alla Conference di quest’anno e di cui ci aveva già parlato Ellen qualche tempo fa. Ruth Ben-Tovim ci racconta questo percorso e si offre di facilitarne lo svolgimento (e il relativo e simultaneo training) per poterla replicare ovunque. Città di Transizione Ovunque, appunto.

Buona lettura.

Evoluzione e pratica di ‘Transition Town Anywhere’

Da “Transition Culture”.

Per molta gente, il momento culminante della Transition Network Conference del 2012 è stata l’attività di ‘Transition Town Anywhere’ (Città di Transizione Ovunque), dove è stata costruita, vissuta celebrata e di nuovo smontata un’economia locale resiliente nello spazio di una mattinata. Ruth Ben-Tovim, una delle organizzatrici dell’evento, ci racconta come è avvenuto l’evento, come ha funzionato e come potreste proporne una versione nella vostra comunità. Ha cominciato chiedendosi “quante persone servono per costruire una città?”

Circa 240 nel caso della Conference del 2012. Oltre cinque ore, la Sala Grande del Battersea Arts Centre era piena di un ‘Transition Town Anywhere Centre’ autocostruito, vivente e pulsante. Molti di voi che erano lì e molti che non c’erano hanno chiesto più dettagli su questa attività. Quindi, come promesso, eccoli qui. Anche in risposta a diverse richieste, alla fine di questo post ci sono dettagli su come potreste portare l’attività di gruppo ‘Transition Town Anywhere Centre’ nella vostra città, se lo vorrete. Continua a leggere

Un premio al Transition Network

È un piacere comunicarvi che il Transition Network si è aggiudicato il primo posto del premio “EESC Civil Society Prize” edizione 2012 (la quinta di questo premio).

È una bella notizia, anche se non sono mai molto propenso a dare troppo peso a queste cose. Significa però che tutto il lavoro e la ricerca fatte da migliaia di persone comincia a produrre effetti che le istituzioni possono rilevare. E questo è certamente un bene.

In Europa ci sono ormai oltre 500 Iniziative di Transizione in 23 Paesi, e questo a generare una cultura nuova, permette di procedere con la ricerca di modelli resilienti e felici e di fare tantissima sperimentazione. Può farci inoltre piacere pensare che in tutto questo l’Italia non è il fanalino di coda (beh… ogni tanto dai…).

Uno dei progetti presentati per il premio è infatti quello degli Streccapogn di Monteveglio che si sono evoluti da associazione ad azienda, offrono una minuscola (per ora) quota di lavoro sociale e stanno aprendo una strada per la produzione agricola sostenibile  e inclusiva delle realtà già esistenti che trovo davvero innovativa e “transizionista” (pare sia piaciuta anche a Bruxelles).

Quindi, piccolo spazio alla celebrazione per tutti i “transizionisti” italiani. Abbiamo fatto tanta strada in pochissimo tempo e questo nostro esperimento vale sempre più la pena di vederlo proseguire. Facciamo un po’ di festa (che tutte le scuse son buone), battetevi sulle spalle e fatevi le congratulazioni è una piccola soddisfazione di cui tutti dobbiamo godere.

Poi andiamo avanti cercando di non smettere mai di divertirci, anche se le cose d’ora in avanti diventeranno più veloci e difficili, ma sempre più interessanti…

Kevin Anderson in italiano

Mettetevi comodi, è lunghetta. Buona lettura.

Intervista a Kevin Anderson: “Riduzioni rapide e profonde delle emissioni potrebbero non essere facili, ma da 4 a 6°C in più sarebbe molto peggio”

Di Rob Hopkins. Da “Transition Culture”.

Kevin Anderson è il Vice Direttore del britannico Tyndal Centre ed è un esperto di tendenze delle emissioni di gas serra. Egli darà la lezione annuale al Cabot Institute, ‘Abiti Reali per l’Imperatore’ il 6 novembre a Bristol, che registra già il tutto esaurito. Speravo di essere in grado di andarci e di farvi una relazione qui, ma non posso più, quindi in sostituzione, ho parlato la scorsa settimana con Kevin via Skype. Gli sono molto grato per il suo tempo e per questa intervista onesta, vigorosa e che fa pensare.  Continua a leggere

Rob intervista Kevin Anderson

E siccome si parlava di clima, c’è una bella (si fa per dire) intervista di Rob Hopkins a Kevin Anderson che trovate qui nella versione per angloabili (ma Rupo è annoiato quindi forse sarà presto anche in italiano).

Tanto per farvi capire, comincia così (traduco al volo):

Rob: Puoi condividere con noi la tua analisi su “dove siamo” dal punto di vista del cambiamento climatico e su quale sarà la nostra traiettoria se continuiamo sulla strada attuale?

Kevin: Per quanto riguarda il discorso climatico, ho l’impressione che ci sia ancora una convinzione molto diffusa sul fatto che eviteremo un cambiamento climatico pericoloso limitando la crescita della temperatura media globale a questo magico limite di 2° C. Questo è l’obiettivo stabilito a Copenhagen e ribatito a Cancun e che molte nazioni del mondo si sono impegnate a raggiungere. Credo che l’idea retorica che non dobbiamo superare i 2° C sia ancora lì.

Ma ora non si tratta più delle emissioni che produciamo oggi. Se guardiamo alle emissioni già prodotte dall’inizio di questo secolo, e guardiamo a quello che probabilmente emetteremo nel prossimi anni, allora penso che scopriamo una storia molto diversa. È difficile immaginare che, a meno di un radicale e profondo cambiamento di attitudine rispetto alle emissioni, eviteremo un aumento di temperatura di 6° entro la fine del secolo.

Buona lettura del resto… (se vi serve un’idea di cosa vuol dire 6° C entro fine secolo, qui Luca Mercalli lo spiega bene all’inizio del documentario).

La rete internazionale dei Transition Hubs

 

La transizione si attua a livello locale – nelle rispettive comunità – ed è lì che si stanno concentrando giustamente gli sforzi di gran parte degli sforzi da parte chi si ispira agli strumenti della transizione. Vero. Ma ci sono dei specifici contributi che stanno anche venendo su un livello più allargato – su scala nazionale. Ed è quello che è attualmente Transition Italia, come hub italiano. Subito in coda alla Transition Conference ci sono stati due giorni di lavoro tra chi rappresenta i diversi hub nazionali per trovare delle possibili sinergie e occasioni di confronto su quello che succede nei rispettivi paesi. 17 erano i hub rappresentati (UK, Svezia, USA, Canada, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Belgio, Filippine, Lussemburgo, Hong Kong, Brasile, Israele e …. Italia).

Come tutti gli incontri di transizione che si rispettano, abbiamo iniziato a “mapparci” e conoscerci reciprocamente (quante iniziative in cada paese, come siamo organizzati, come stiamo vivendo questo particolare momento storico)

Tanti sono stati i temi affrontati (in modalità world café) tra cui  Continua a leggere

La Transizione nel Nord e nel Sud del Mondo

Salve a tutte/i,
ancora refusi da Venezia ed ancora da parte di Rob Hopkins. Da amante antico dell’America Latina e dei suoi mille popoli dalla profonda saggezza, non potevo mancare di proporvi questa intervista. Credo che ci troverete diversi spunti di riflessione su come le nostre azioni siano profondamente legate ad ogni cosa che succede in questo pianeta. Inoltre troverete alcuni elementi di quello che viene chiamato il Buen Vivir, che un po’ il concetto di Transizione nato ed adattato alle peculiarità di quelle terre e culture.

Buona lettura. Continua a leggere

Costruire un’economia alternativa in 3 ore ?

Possono 370 persone costruire la visione e la base per un’economia alternativa in un mondo post-transizione ? Ebbene sì. Questa incredibile magia si è manifestata domenica scorsa durante la Transition Network Conference. Vorrei quindi condividere questa esperienza di come può essere usata la creatività e un pizzico di sana follia per fare questo. Anche perché quello che ora frulla in testa è: come, dove e in che contesto potremmo sperimentare analoghi strumenti in Italia ?

Anche un racconto con foto non renderà giustizia a questa giornata super-creativa e straordinaria dedicata a costruire un paradigma economico diverso – bisognava esserci. Ma ci provo lo stesso ….

Domenica mattina, arrivo al Bac (la sede della conferenza) verso le 9.30. Tutti i partecipanti sono ancora radunati nell’atrio a chiacchierare e scambiarsi idee (sulla transizione e non). Non ci fanno ancora entrare nella Grande Sala (enorme teatro storico che ospita in genere i conferenzieri e le attività principali) – c’è mistero, i vetri delle porte sono state rivestite di carta per non far sbirciare nessuno. Gli ultimi preparativi si stanno svolgendo. E poi si aprono finalmente le porte, entriamo nella sala rigorosamente vuota, c’è solo un nastro rosso sospeso a un metro di altezza che separa gli spazi. Ci comprimiamo tutti quanti nel piccolo spazio dietro il nastro rosso. Una musica di Vangelis ci accompagna e inizia il nostro viaggio nel tempo …. Continua a leggere

Transition Conference Londra: ci saremo !

 

Ho mancato alle ultime 2 edizioni ma la Transition Network Conference di Londra del 2012 non si poteva perdere, in quanto da quelle a cui ho partecipato in precedenza sono ritornata veramente galvanizzata. Prima di tutto perché non sono le classiche conferenze, che oramai sento come noiose ed inutili, ma una kermesse vivace nel puro spirito della transizione, con tanto di Open Space, workshops, divertimento, ecc.

Il tema di quest’anno è “Costruire resilienza in tempi straordinari” e promette bene. Sarà occasione per incontrare vecchi amici e conoscerne di nuovi. Saranno ben oltre 300 i partecipanti – naturalmente la gran parte proviene dall’UK ma la rappresentanza internazionale è sempre molto massiccia. Per maggiori info questo è il link.

Oltre alla conferenza principale (da venerdì sera a domenica pomeriggio) ci sono anche altre iniziative che integrano il tutto dei quali segnalo in particolare la giornata di venerdì con il Reconomy Project Day , che declina il tema attraverso la lente economica ed imprenditoriale e dove si parlerà parecchio anche dell’impresa sociale.

Infine, a partire da lunedì 17 c’è invece l’incontro internazionale di chi rappresenta un hub nazionale (come quello italiano di Transition Italia) per riflettere su possibili strategie comuni e meccanismi di supporto.

Sono pronta a farmi sorprendere anche questa volta …

Rob Hopkins intervista Jorgen Randers

Salve a tutte/i,
ho letto e tradotto questo post di Rob Hopkins su Transition Culture. L’ho trovato molto controverso, ma anche stimolante; quindi ho pensato che potesse essere buono proporvelo (lo trovate anche su Effetto Cassandra).
Molte delle cose che Randers sostiene sono evidentemente in contrasto con l’approccio di Transizione (seppur egli non nasconda una certa simpatia per il movimento), però credo che siano riflessioni che non dovremmo respingere e con le quali è giusto confrontarsi. In fondo si tratta di uno dei ricercatori che nel 1972  aveva preso parte alla ricerca sui I Limiti dello Sviluppo commissionata dal Club di Roma e che aveva, quando molti di noi non erano ancora nati o erano in fasce, già inquadrato piuttosto bene i problemi che avremmo avuto, grazie alla “dinamica dei sistemi” di Jay Forrester.
Onorare gli anziani e la loro esperienza è sempre una cosa buona. E poi, in fondo, spetta a noi far sì che le previsioni di Randers siano sbagliate. Sì tratta sempre di noi e di quello che vogliamo fare del nostro futuro. Buona lettura. Continua a leggere

Rob Hopkins su Maugeri, Monbiot e la ‘fine’ del Peak Oil

Salve a tutte/i,
ho pensato che fosse una cosa importante tradurre questo articolo di Rob Hopkins da Transition Culture e di proporvelo.
E’ molto lungo e ci sono anche molti riferimenti, quindi prendetevela comoda. Ho anche privilegiato la tempestività alla precisione, quindi vi chiedo scusa per eventuali errori e refusi. L’articolo di Rob è anche un compendio di molti altri articoli interessanti su questo tema, tema che è stato portato in auge da uno studio di Leonardo Maugeri (ex dirigente ENI) e ripreso da George Monbiot in modo un po’, come dire,  fideistico. Vi segnalo anche alcuni articoli in inglese e italiano (quiquiquiquiqui e qui) che non compaiono come riferimenti nell’articolo di Rob e che integrano anche con una panoramica sul gas di scisti, che hanno un tipo di estrazione analoga e analoghi problemi correlati.

Spero che tutto ciò possa aiutare a fare chiarezza e a non farsi attrarre dalle sirene dei combustibili fossili senza limiti (e il riscaldamento globale?). So bene che la Transizione è un processo che vale la pena di vivere anche se ci fosse petrolio infinito, ma credo sia giusto che chi non vede ancora la bellezza di questo processo non si illuda di poter continuare come ha sempre fatto e che possa presto comprenderne l’importanza vitale. L’articolo di Rob e gli altri segnalati da me a da lui stesso non pretendono di essere esaustivi, ce ne sono sicuramente molti altri e forse di migliori, ma a quel punto comincia la vostra di ricerca.

Buona lettura Continua a leggere

Messaggio per i “Dragon Dreamers”

A tutti i presenti e futuri Dragon Dreamers, ecco un messaggio giunto da parte di John Croft, l’ideatore del Dragon Dreaming:

“Dear Dragon Dreamers

You may already know that my time living in Europe is coming to an end. In September I will be travelling to Canada and the USA and in November I will be back home in Australia. Dragon Dreaming has now landed in Europe, but how will the little Dragons fare once I leave? I often say that all our work is wasted without the follow up support that follows. In August, we have organised this follow up – a Confestival (Conference Festival) integrated with the European Permaculture Convergence in collaboration with the European Transition Movement at Esherode, Kassel. We are fast approaching a critical time in the ‘Great Turning’, with climate change, peak oil and economic crisis. Dragon Dreaming offers us tools that are most helpful in organising projects that make a difference, but at this stage it is even more important that Dragon Dreamers learn of each others work and find ways of supporting and learning from each other. At the same time you can discover the secrets of Permaculture and the Transition Movement, three for the price of one!

At the time of our gathering we will be launching the new Version 2.0 of the Dragon Dreaming platform, and I am intending to have the book “Dragon Dreaming: Opening the Global Heart“ finished, and ready for publication. The program is largely open so as to be flexible in meeting your needs.

I have truly valued the time and work we have done together, and I would like to see you again before I go. If you can reserve these dates, please come and join us in the Celebration.

For the Earth

John “

Vai qui per la traduzione.

Quindi, come già molti sapranno, John Croft rientra definitivamente nella sua terra natale, l’Australia. Comunque quest’estate chi volesse ha ancora 2 occasioni per lavorare con lui:  il DRAGON DREAMING SUMMER CAMP” (dal 20 al 29 luglio a Cantù – Como) e il sopra citato “Confestival” (Conference+Festival dal 1 al 5 agosto) che si terrà a Kassel (Germania) in occasione del EUPC (European Permaculture Convergence). Caldamente consigliato ….

3 Maggio: Un TTalk a Lugano (Svizzera)

Il 3 maggio valicherò in confini e mi troverete a Lugano (Svizzera – Canton Ticino) per un Transition Talk. Il tutto è stato organizzato dalla Società Svizzera per l’Energia Solare di cui, ancora qualche mese fa, è venuta a trovarmi a Carimate una piccola e simpatica delegazione di 5 persone.

Non è il primo contatto con gli aspiranti transizionisti elvetici – già un anno fa avevo fatto un primo transition training nella Svizzera di lingua tedesca.

Come in tutte le cose, anche qui la transizione potrebbe avere dinamiche interessanti. Se da una parte c’è la forte dipendenza dal sistema bancario, cuore dell’economia elvetica, dall’altra c’è una tradizione di autodeterminazione e democrazia dal basso da (ri)scoprire e da utilizzare a favore di una sana transizione. Forse ne vedremo delle belle … Ulteriori info le trovate qui