Il bene comune e le “primavere della storia”

Ieri sera un incontro molto interessante con Roberto Mancini (il professore di filosofia … non l’allenatore di calcio 😉 ) che mi fa piacere condividere !

6 commenti
  1. Daniele
    Daniele dice:

    Erano troppo interessanti le considerazioni che sono nate leggendo questo post e così ho deciso di pubblicarle direttamente sul mio sito a questo link http://lapalestradellafelicita.com/2011/11/05/competizione-condivisione-felicita/ e che riporto di seguito

    devo dire che condivido pienamente il primo passo da fare “Coltivare sè stessi” e io ci aggiungerei anche in che direzione deve essere il primo passo, usando il suggerimento che ci ha lasciato un certo Gandi: “Diventa il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

    A questo proposito devo ricordare quanto sosteneva un altro filosofo, un certo Aristotele, il quale diceva che “La felicità è il bene sommo per l’essere umano” e Aristotele non intendeva la felicità che quotidianamente ci propone il mercato, che è banale eccitazione ma, la felicità intesa come eudemonia, la fioritura del bene comune che è il solo che può garantire anche il vero bene del singolo.

    Qual’è lo scopo di società più giusta se non quello di permettere a ciascuno di contribuire al meglio delle sue potenzialità a quello che è il bene comune? E quale soddisfazione maggiore per il singolo di veder riconosciuto il suo contributo al bene comune? A questo proposito ricordo che, come questa sia la soddisfazione più alta alla quale ambisce il singolo individuo ormai ce lo hanno dimostrato anche le neuroscienze e non è una “semplice” intuizione di un filosofo di più di 2.000 anni fa.

    Allora come costruire una società più giusta nella quale la condivisione e la cooperazione siano una pratica largamente, quotidianamente e costantemente applicata e non un qualcosa da fare nel tempo libero?

    Sempre Aristotele sosteneva che non è facile cambiare con il ragionamento un comportamento che si è praticato per lungo tempo e chi oggi si occupa di psicoterapia e di psicologia comportamentale conferma anche questa intuizione del filosofo.

    Per costruire una società più giusta servirebbe una specie di permacoltura per l’essere umano con la quale sostituire la competizione con la condivisione.

    Bhe, se per una volta rinunciamo al pensiero razionale o meglio se per una volta lo usiamo sul serio usandolo in maniera creativa e liberandolo dai pregiudizi, potremmo prendere seriamente in considerazione una cosa che si chiama “Yoga della Risata”.

    Lo “Yoga della Risata” superando qualsiasi barriera di tipo cognitivo fa ricorso alle straordinarie potenzialità di quell’organismo naturale che contiene e che, sulla base delle sue esperienze, produce anche i nostri pensieri.

    Madan Kataria, il medico indiano che ha creato lo Yoga della Risata dice “Porta il tuo corpo a ridere che la tua mente riderà con lui” e quando una mente ride la competizione lascia volentieri il posto alla condivisione e alla cooperazione, non è per buonismo o per senso di giustizia è semplicemente e banalmente perché attraverso la risata, insieme a numerosi altri neurotrasmettitori del benessere, il corpo produce anche ossitocina la molecola dell’empatia o come la chiama Paul Zak, neuroscienziato, la molecola della moralità.

    Allora possiamo decidere di continuare a ragionare sul fatto di quanto sarebbe bello se …. oppure, visto che la situazione si fa sempre più seria, possiamo decidere che è arrivato il momento di incominciare a ridere sul serio.

    • Giorgio
      Giorgio dice:

      Quando la mattina inizia male ho preso l’abitudine di fare un giro nei vari blog di Transizione perché nei post ma molto spesso anche nei commenti, trovo lo stimolo per guardare al problema in una ottica diversa. Grazie. Un abbraccio da parte della mia molecola della moralità.

  2. D.S.
    D.S. dice:

    Ma se io sono l’unico a non essere competitivo

    nel mondo io non conto nulla e soffro per questo.

    Beati voi che vivete la realtà che avete scelto.

    Spero di poterlo fare anch’io un giorno.

    Grazie per gli spunti sempre interessanti!

    • Massimo Giorgini
      Massimo Giorgini dice:

      Certo che lo puoi fare … puoi scegliere le persone con cui condividere un sogno, un progetto e realizzarlo insieme a loro.
      Il mondo “collaborativo” che desideriamo (necessario per superare la crisi che stiamo vivendo) è ancora da costruire, ma esistono delle “isole”, dei gruppi di persone, in cui questo mondo esiste già. Le puoi cercare e cominciare a vivere meglio, dando il tuo contributo all’evoluzione della nostra civiltà !

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