Fermarsi a riflettere

 

Non sempre ci prendiamo il tempo che servirebbe per interrogarci su quello che stiamo facendo, sul senso delle cose che ci girano attorno. In questi mesi il gruppo del Transition Network ha deciso di rielaborare la loro attività attraverso un periodo di riflessione profonda e di riconversione tra tutti i componenti della struttura.
Trovate in questo post di Sarah un riassunto di come questo processo si è svolto e nel filmato qui sopra Rob ha catturato le riflessioni personali dei partecipanti (tutto per anglofili), anche per chi non capisce la lingua, credo che il messaggio importante sia quello dell’importanza di fasi come questa.

AL1

Meteo e sicurezza del territorio

Ci stiamo abituando alle nuove manifestazioni meteoclimatiche? Forse non tutti sanno che l’Emilia Romagna ha già una temperatura media di 2° C superiore alla sua media pre-industriale, siamo nel futuro in un certo senso.

Qui trovate tutti i video del recente convegno tenutosi in Unimore incentrato sui nuovi fenomeni che dobbiamo affrontare, ospite di eccezione José Rubiera del servizio meteo/clima di Cuba che costituisce un interessante esempio di organizzazione efficace e ben congegnata.

ClimaUnimore

Ci sono molti altri interventi interessanti per capire come si generano i nuovi fenomeni a cui stiamo assistendo (tornado, alluvioni, ecc.) quali conseguenze producono, come prepararci.

Il convegno era incentrato sull’Emilia Romagna, ma molte informazioni e concetti valgono un po’ ovunque e quindi può avere senso riproporlo anche a livello nazionale.

Grazie a Luca Lombroso per avermi invitato, ho imparato tante cose che non sapevo.

Rob a Bologna, visto da Rob

Stretta di mani col Sindaco di Bologna

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

 

Sono appena tornato da una due giorni dentro e nei dintorni della bella città di Bologna, in Italia, dove ho partecipato ad una serie di eventi che mi hanno dato l’impressione di aver generato una buona attrattiva efficace intorno alla Transizione. L’Italia si trova in un momento interessante, ad un bivio. Il suo governo sta proponendo un nuovo disegno di legge per aprire il paese al fracking e alle trivellazioni in mare per petrolio e gas, sostenendo che questo è ciò che permetterà alla pessima situazione economica del paese di riprendersi. C’è molta opposizione a questo, quindi parte della mia speranza riguardo al viaggio era di essere in grado di esporre una strada alternativa, di mostrare cosa può offrire la Transizione a queste discussioni.

Dato che l’Italia non ha nessuna crescita e che la situazione sta peggiorando, forse piuttosto che aprire il paese all’estrazione da parte delle compagnie del fracking e ai dirigenti petroliferi, potrebbe essere che invece essa diventi consapevolmente la prima economia post crescita del mondo? E’ senza dubbio più adatta di molti altri paesi europei a fare questo, con una maggiore risorsa di energia solare e sta già generando molta energia rinnovabile. La sua cultura del cibo locale è probabilmente più intatta che in gran parte dei paesi europei. Potrebbe modellare il futuro al quale inevitabilmente dovremo passare.


Ma l’Italia, come mi hanno ricordato tutti ovunque sia andato, “è molto complicata”. Il suo sistema politico è di una confusione sconcertante, con governi di coalizione che cambiano con regolarità allarmante, con partiti politici fortemente trincerati e felici di fare qualsiasi cosa per minarsi fra loro e il senso che, come mi ha detto Cristiano Bottone di Transition Italia, “qualsiasi cosa tu voglia fare come gruppo di Transizione, da qualche parte c’è una legge che lo impedisce”.

Quindi la comune esperienza delle persone è che fare avvenire il cambiamento è molto difficile e che le possibilità, e il sistema, sono tutti contro. Eppure la diffusione della Transizione in Italia, e il modo abile con cui hanno costruito le connessioni con le persone in molti dei luoghi in cui gli ostacoli possono essere rimossi, è un vero indicatore del fatto che forse c’è un altro modo di far accadere le cose.

E’ stato questo lo sfondo del mio viaggio a Bologna, provare a ispirare e coinvolgere le persone in alcune delle istituzioni chiave che potrebbero aiutare ad accelerare realmente le cose a Bologna, che probabilmente è la città più progressista d’Italia ed è il luogo in cui è più probabile che un tale approccio possa radicarsi.

Essendo arrivato in treno, ho cominciato il martedì mattina alla Sala Centro Fiori in città con un incontro per studenti ed insegnanti da 5 diverse scuole di Bologna e dintorni. Alcuni erano studenti di agraria, ma anche di diversi altri indirizzi. Erano circa 300 e si è rivelata essere una sessione affascinante.

Ho parlato in particolare di Transizione e cibo e come dovrebbe essere una nuova cultura del cibo. Erano tutti attenti, hanno posto alcune domande interessantissime e mi hanno applaudito quando ho parlato di coltivare funghi sui fondi di caffè! (Immagino che Bologna produca molti più fondi di caffè di Exeter, il luogo da cui proviene l’esempio che ho usato …). Ecco il video di quella conversazione:

https://www.youtube.com/watch?v=DaRGmI4BthY

Dopo la conversazione, molti studenti si sono raccolti intorno a me per sapere come potevano iniziare a fare Transizione nelle loro scuole. Gli insegnanti hanno parlato delle cose che stavano già succedendo e come piacesse loro l’idea di mettere tutto insieme nell’idea di una Scuola in Transizione. Sono rimasto davvero toccato dal livello di entusiasmo fra i ragazzi, molto stimolante.


Poi con Cristiano Bottone di Transition Italia, la mia splendida interprete Deborah e Glauco, il nostro autista di San Lazzaro Citta’ di Transizione, ci siamo diretti alla mitica Monteveglio, il luogo di nascita della Transizione in Italia. Un bel paesino ai margini di un parco nazionale, la mia prima impressione è stata come fosse fresca e deliziosa l’aria.

                                                                 Monteveglio

Dopo un pranzo delizioso che comprendeva una deliziosa schiera di cibi locali e la prima volta che ho visto tartufi veri raccolti quella mattina nel bosco, ci siamo diretti alla Sala Consorzio Vini, uno splendido edificio ai margini del paese, per un incontro informale con molti Sindaci italiani e funzionari di autorità locali che stanno lavorando, a livelli diversi, per integrare la Transizione nel loro lavoro. A quell’incontro siamo rimasti tutti d’accordo di incontrarci di nuovo e di rimanere in contatto in modo regolare, un passo importante per il loro lavorare insieme. Poi siamo passati alla modalità intervista, facendo un sacco di interviste per la RAI TV,la BBC italiana (troppo buono Rob, ndt.), per un documentario che faranno sulla Transizione così come con l’Italia Che Cambia.

 

La parte finale della giornata è stata, essendoci riavviati verso Bologna, un raduno transizionista di persone che fanno Transizione in città e nei dintorni. E’ stata una festa di celebrazione, con una deliziosa cena condivisa, dell’ottimo vino e birra locale, dove ho incontrato delle persone splendide. C’è stata anche una performance teatrale ispirata alla Transizione, musica ed altre forme di giochi collettivi molto divertenti. Verso le 10, essendomi svegliato alle 5 quella mattina senza aver dormito bene sul vagone letto, le palpebre hanno cominciato a scendere e mi sono diretto al B&B in cui alloggiavo.

Divertimento improvvisato con diverse persone della Transizione Bolognese…

Divertimento improvvisato con diverse persone della Transizione Bolognese…

Era una stanza splendida in cui risvegliarsi. Proprio in cima di una casa alta, si godeva della vista della città, sui sui tetti, le chiese e le torri per le quali la città è famosa. Grazie alla mattinata molto limpida, è stata una gran bella vista. Il primo evento della giornata era alla Sala Farnese, in Municipio a Bologna, un palazzo incredibile. Amo i vecchi palazzi e questo era davvero bello.


 

Si entra da una serie di grandi scalinate con strane pietre lungo ogni scalino che era, mi hanno spiegato, perché erano state progettate nel periodo medievale per permettere alle persone di salire e scendere a cavallo. Soffitti dipinti in modo incredibile, affreschi antichi. L’evento si chiamava “Verso una società low carbon” e si è tenuto in una bella sala con affreschi, dipinti antichi ed un soffitto molto alto.

Soffitti medievali dipinti incredibilmente belli in Municipio

 

Soffitti medievali dipinti incredibilmente belli in Municipio

L’incontro è stato presentato dal Sindaco di Bologna, Virginio Merola, ecco il suo discorso:

Poi ci sono stati alcuni relatori dell’Università di Bologna che hanno a loro volta dato una mano ad impostare il contesto: Dario Braga, Patrizia Brigidi e Alessandra Bonoli. Ecco Dario Braga:

Cristiano ha fatto un’introduzione e quindi ho parlato io per circa 40 minuti, dopo di che sono seguite molte belle domande e risposte. Ecco il video di quel discorso.

C’era molto brusio in sala, sembrava che la gente fosse molto stimolata ed entusiasmata. In seguito ho incontrato un sacco di gente. Poi, una volta che il tutto si avviava alla conclusione, mi sono avviato all’uscita con diverse persone di Transition italia per una pizza in un ristorante biologico locale di Bologna, in effetti molto buono, devo dire.

Sull’antica scalinata costruita per il passaggio dei cavalli con diversi membri di Transition Italia

Sull’antica scalinata costruita per il passaggio dei cavalli con diversi membri di Transition Italia

L’evento pomeridiano si teneva all’Università di Bologna, l’Università più antica del mondo. Di recente hanno dato inizio un’iniziativa chiamata ‘Alma Low Carbon’, una “squadra di ricerca integrata” che mette insieme diversi dipartimenti per, come dicono loro stessi, “lo scambio e l’integrazione delle competenze della nostra Università nei campi della riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas climalteranti”.

Discorso all’Università

Billy Connolly?

Discorso all’Università

Il mio discorso si è focalizzato su “come potrebbe essere un’Università in Transizione?” Ho fatto una riflessione sul fatto che nell’Università in cui sono andato, dove studiavo sostenibilità, c’erano solo erba e cemento e non rappresentava in alcun modo quello che stavamo studiando. Come sarebbe stata, ho chiesto, se un’Università fosse una vetrina, incorporando ad ogni livello gli approcci della Transizione?

Insegnerebbe in modo diverso, si relazionerebbe diversamente, con la comunità userebbe i suoi appalti in modo diverso, produrrebbe la propria energia e così via. Quando il tutto è finito, ci siamo diretti fuori verso l’aria fresca della sera, siamo passati di fianco ad una statua in un corridoio dell’Università che sembrava di Billy Connolly, e quindi è cominciato il lungo viaggio di ritorno a casa.

Colonnato illuminato in modo splendido sulla via per la stazione

Colonnato illuminato in modo splendido sulla via per la stazione

Lascerò a questa citazione da un post sul blog de l’Italia Che Cambia le ultime riflessioni sul viaggio:

Che dire di questa visita? La tela di relazioni che sta nascendo, il positivo interesse di istituzioni di livello nei confronti dell’idea della Transizione e il grande riscontro che essa ha avuto fra i ragazzi di scuole e università, sono tutti aspetti che confermano la bontà del percorso fatto sinora e pongono ottime basi per un ulteriore salto di qualità, che – come sta già avvenendo in Gran Bretagna e in molti altri paesi – abbia la capacità di mettere a sistema il lavoro dei tanti agenti del cambiamento in Italia. Ma ciò che forse ci ha rincuorato e rinvigorito di più sono state la simpatia, l’umiltà e la grande positività che Rob Hopkins è stato capace di portare fra noi, facendoci cogliere, al di là di studi e progetti, la vera essenza della Transizione.

Grazie a tutti coloro che sono venuti, a chi ha organizzato, a Deborah, la Traduttrice di Transizione, a Glauco per i passaggi, a Cristiano per tutto il lavoro organizzativo, al mio ospite, a tutte le persone meravigliose della Transizione che ho incontrato per il grande lavoro che stanno facendo e all’Università per l’invito.

Verso un industria a emissioni zero

Uno dei settori dove, al grande pubblico, appare difficile l’utilizzo delle energie rinnovabili (FER) è quello dell’industria. Il grande consumo energetico e la densità di utilizzo dell’energia sono sempre stati visti come limiti all’impiego concreto dell’energia solare e delle altre risorse rinnovabili.

E’ invece proprio in questo settore che le applicazioni delle FER sono più convenienti e in rapido sviluppo. Pochi anni fa il Task 33 della International Energy Agency (Solar Heating and Cooling Programme) esplorava l’utilizzo dell’energia solare per la produzione di calore nei processi ed utilizzi industriali trovando decine di casi di utilizzo. Tale lavoro continua con il Task 49 (Solar Heat Integration in Industrial Processes ) con l’obiettivo dell’integrazione del calore prodotto da impianti termici solari nei processi industriali.

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Uno dei primi esempi documentati e interessanti per l’utilizzo integrato di varie FER per l’alimentazione di un complesso industriale è stata la fabbrica di collettori solari tedesca SOLVIS. Sorge in una zona industriale al nord di Braunschweig a breve distanza dal canale fluviale che collega i fiumi Reno, Weser ed Elba. L’edificio è entrato in esercizio nell’estate del 2002. Un elemento immediatamente visibile dell’architettura è la tensostruttura metallica del tetto che copre il capannone e che ospita i grandi impianti solari, collettori e moduli fotovoltaici. Obiettivo principale è stato quello di realizzare un edificio a basso consumo energetico il cui fabbisogno energetico residuo possa essere coperto esclusivamente con energie rinnovabili. Il fabbisogno termico calcolato è di 22 kWh/m2 anno e  corrisponde quindi a quello di un edificio a basso consumo energetico.

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Earth Overshoot Day: in 8 mesi l’umanità ha esaurito il budget della Terra di un anno.

Il 20 Agosto è l’ Earth Overshoot Day, il giorno che segna il momento in cui l’umanità ha esaurito le risorse rinnovabili disponibili per l’anno. E’ uno degli indicatori  che stiamo vivendo oltre il limite delle risorse planetarie. Dopo questa data inizieremo ad intaccare i cicli vitali del pianeta prelevando risorse in modo non rinnovabile e accumulando anidride carbonica in atmosfera.

Proprio come le banche tracciano le uscite e le entrate, il Global Footprint Network misura la domanda e l’offerta di risorse naturali e di servizi ecologici. E i dati fanno riflettere. Il Global Footprint Network stima che in circa 8 mesi consumiamo più risorse rinnovabili e capacità di accumulo della CO2 di quanto il pianeta possa mettere a disposizione per un intero anno.

 

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Attenti al meteo

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Il buon Luca Lombroso mi segnala una situazione meteo critica a partire da domani, in particolare ci saranno fenomeni intensi (temporali) in nord Italia. Si rischiano localmente allagamenti lampo, grandinate e venti intensi fino a trombe d’aria.

Quindi prudenza, non sottovalutate le situazioni, proteggetevi e scegliete luoghi e attività sicure. Come tutti sapete la maggior quantità di energia ora presente in atmosfera può con facilità dare luogo a fenomeni a cui non siamo abituati e che mettono a repentaglio la sicurezza di persone e cose.

Tutti con gli occhi aperti, ok? Mi raccomando…

Il decimo passo: onorare gli anziani.

Dai 12 passi

#10. Onorate gli anziani della comunità

“Per quelli di noi nati negli anni ’60 quando il petrolio era a buon mercato, è difficile prefigurarsi una vita con meno petrolio. Ogni anno della nostra vita (eccetto la crisi petrolifera degli anni ’70) è stato caratterizzato da più energia degli anni precedenti.

Al fine di ricostruire quel quadro di una società a bassa energia, dobbiamo confrontarci con chi direttamente ricorda la transizione verso l’era del petrolio a basso costo, specialmente il periodo tra il 1930 e il 1960.

Mentre chiaramente volete evitare alcun senso di ritorno a un fioco, lontano passato, c’è molto da imparare da come si facevano le cose, dagli invisibili legami tra i diversi elementi della società e da come si conduceva la vita quotidiana. Ritrovare tutto ciò può essere profondamente illuminante”

Video realizzato da Adriano Caldiero: una lunga intervista a Domenico Cetrangolo, 92 anni di San Giovanni a Piro, fondatore dell’Albergo locale La Pergola, uno dei pionieri del turismo cilentano. Il simpatico novantenne racconta, con gli occhi ancora furbi e la battuta sempre pronta, gli inizi della sua attività turistica (e prima ancora commerciale), mentre prepara artigianalmente un cesto di vimini, una delle sue più grandi passioni.

A breve i sottotitoli.

 

 

Disegnare la resilienza Alimentare

Interessante l’incontro del 23 marzo ai Castelli Romani, molte realtà si sono riunite per condividere le proprie esperienze sul tema della Permacultura e degli orti collettivi con l’obiettivo di creare una agricoltura resiliente ai Castelli Romani. Una idea bioregionale di permacultura sociale che persegue i principi di condivisione delle risorse e di attenzione alle persone e alla terra. Durante l’incontro sono state presentate molte iniziative nate o realizzate nella Bioregione dei Castelli Romani.

Fondamentalmente è stato l’incontro tra persone e gruppi che fanno Permacultura, vogliono creare o già gestiscono orti collettivi, cooperative agricole, piccoli coltivatori con lo scopo di costruire un sistema resiliente di agricoltura ecologica e solidale. Una giornata di lavoro collettivo con i metodi di partecipazione delle Transition Town.

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Rob e le “Comunità Resilienti”

rob transition

Ci voleva un evento inaspettato e significativo, come la decisione della Fondazione Cariplo di incentrare una delle sue linee di bando 2014 sul tema delle “Comunità Resilienti”, per fare arrivare Rob Hopkins a Milano.

COMUNITA’ RESILIENTI
L’occasione è ghiotta e inconsueta, non solo perché testimonia il fatto che certi temi stiano diventando patrimonio anche delle istituzioni, ma anche perché speriamo questo sia l’inizio di un cambio di atteggiamento più generale delle fondazioni italiane.

La Fondazione Cariplo ha costruito il suo bando in autonomia, non c’è stato un interessamento diretto del movimento, ma è chiaro (ed esplicitato nel bando stesso) che l’esperimento delle Transition Towns è stato una delle principali fonti di ispirazione.

Si tratta quindi di un momento da celebrare, sono quei piccoli punti di svolta con cui si costruisce il cammino della Transizione. È bello che Rob abbia accettato l’invito della Fondazione a passare una giornata a Milano per una “lecture” pubblica che si terrà giovedì 13 marzo dalle 15:30 alle 17:30 al Centro Congressi della Fondazione Cariplo in via Romagnosi, 8 a Milano.

VEDIAMOCI TUTTI LI’
A questo punto, visto che la sala è grande e le occasioni per incontrare Rob poche, vediamoci lì e diamo un segnale di rinforzo all’idea che vadano investite risorse su questi aspetti fino ad oggi completamente trascurati.

Non sempre una sala piena è segno che le cose stanno funzionando, ma questo è uno di quei casi in cui potrebbe trasformarsi in un messaggio importante, quindi mi sento di dirvi, se ce la facciamo, riempiamola! Fate circolare la notizia il più possibile e invitate chi ritenete opportuno. Facciamola diventare una festa, ok?

Se volete esserci, basta registrarsi utilizzando questo link.

LA TRANSIZIONE IN LOMBARDIA
A tutti coloro che si interessano di Transizione in Lombardia rivolgo l’invito a studiare il bando con attenzione perché si tratta di una buona opportunità per costruire azioni sul territorio che, per una volta, potrebbero avere alle spalle qualche risorsa economica. Un’occasione da cogliere al volo.

Spero di vedervi a Milano.

A Milano si parla di orti & resilienza alimentare

orto-febbraio

Sabato 8 febbraio parteciperò ad un evento organizzato da Mdf (Movimento Decrescita Felice) Milano presso la Stecca degli Artigiani per parlare di “resilienza alimentare”. Sarà l’occasione anche per sperimentare il format innovativo del “consiglio cittadino per gli orti urbani” . Per ulteriori informazioni questo è il link.

Occhio al meteo

Il nostro amico Luca Lombroso mi dice che la perturbazione in arrivo in queste ore va tenuta in seria considerazione, neve in quota e acqua che si somma all’acqua e alle situazioni critiche di allagamenti già in corso. Quindi state molto attenti nel modenese e in tutte le aree vicine a fiumi e torrenti in Emilia. Anche Liguria, Toscana e Triveneto potrebbero essere colpite in modo sensibile.

Prestate attenzione ai bollettini e alle indicazioni delle autorità e della protezione civile se abitate o lavorate in aree sensibili. Ricordate che gli allagamenti possono avvenire anche in modo fulmineo e che è meglio una precauzione in più (magari inutile) che una in meno. Con queste condizioni diventano più probabili anche frane e smottamenti.

Siate prudenti.

Lame Qat > Ort’Attack

resilienza e agricultura