Dopo alcuni giorni di tempo prevalentemente stabile, ecco che col ritorno delle perturbazioni atlantiche, oltre alle piogge, tornano anche gli allerta meteo. Nella fattispiecie, avanza una perturbazione atlantica, in parte rallentata da un anticiclone stazionario sull’Europa centro-orientale, una perturbazione tipicamente autunnale, ma che trova ancora mare e anche atmosfera calde, surriscaldate, e un territorio come sappiamo reso vulnerabile da dissesti e mancanza di prevenzione e manutenzione, oltre che da cementificazione e urbanizzazione. Insomma, un mix di cause, climatiche e di territorio, ma infine tutte umane, rendono più intense le piogge e più vulnerabile il territorio.
Una premessa è d’obbligo: per varie ragioni “storiche” in Italia il sistema di allertamento, così come i servizi meteo regionali, non è omogeneo. A fianco della “vigilanza meteo” del Dipartimento della Protezione Civile, ogni regione emette i suoi allerta, spesso pensati per il complesso funzionamento della macchina burocratica. In questa pagina ci sono i link ai vari servizi regionali e ai vari tipi di allerta, ma come vedete ci sono varie lacune. Ho partecipato ultimamente a vari incontri, a Pisa all’internet festival e a Trento al Festival della meteorologia in cui se ne è parlato, ci saranno probabilmente novità, ANCI nazionale sta chiedendo di uniformare il sistema, ma appare improbabile per non dire impossibile costituire una agenzia nazionale di meteorologia, per cui l’unica strada sarà quella di cercare di mettere a sistema l’esistente nel “servizio meteorologico nazionale distribuito”.
situazione per mercoledì 28 ottobre 2015 dal bollettino di vigilanza del Dipartimento centrale della Proteizione Civile
Nell’attesa, bisogna imparare a usare quel che c’è, l’informazione non manca ma è sparsa nella rete e spesso difficile da comprendere, anche perché livelli e scale di allertamento sono diversi anche fra regioni confinanti. Dobbiamo dunque necessariamente far tesoro, e migliorare, l’esistente, e perchè no anche nelle comunità in transizione pensare a creare un “cerchio grandi rischi” per aumentare la resilienza agli eventi estremi.
Proviamo a fare una sintesi, e linkare, alcuni (quadro non certo esauriente) degli allerta emessi in alcune regioni
Emilia Romagna: allerta n.94 livello uno ( su due, per temporali nelle aree dell’Appennino emiliano e pianura occidentale per mercoledì 28 ottobre. Qui su Emilia Romagna Meteo un approfondimento.
Liguria: allerta gialla (scala giallo, arancio e rosso per le piogge, solo giallo e arancio per i temporali) per piogge e temporali, su tutta la regione
Toscana: allerta gialla per temporali e rischio idrogeologico su tutta la regione per mercoledì 28 ottobre
Cosa significa praticamente? Il livello giallo, e il livello 1, sono i più più bassi delle relative scale, in linea di massima il rischio non è alto come in altre circostanze, e i fenomeni non sono diffusi su vasti territori, ciò nonostante è doveroso ricordare che i temporali sono difficili da prevedere nella loro localizzazione e intensità. Aree circorscritte insomma (un paese, un singolo quartiere di una grande città, talora una città intera, possono essere interessate da fenomeni potenzialmente dannosi o pericolosi. In qualche caso, vedi alluvione di Piacenza, ci scappa anche l’evento estremo.
Che fare? Naturalmente le singole decisioni spettano alle pubbliche amministrazioni, e il consiglio è di accettarle, rispettarle e prenderle con filosofia: meglio un eccesso di prudenza, che rimpiangere le vittime! Individualmente, riprendo quanto pubblicato su Emilia Romagna Meteo: nel continuare la vita abituale è opportuno fare massima attenzione a quel che avviene intorno e cade dal cielo, e tenersi pronti, se necessario, a modificare le proprie abitudini o impegni. Una consultazione delle indicazioni della campagna #iononrischio è sempre opportuna e utile, se già la conoscete, rileggete e ripassate: rischio alluvioni e rischio temporali. Poi,. È chiaro se qualcuno si chiede “ma posso andare/fare/ ecc?” che gli spostamenti inutili o non necessari per la vita/lavoro andrebbero evitati comunque per tante altre ragioni, o quanto meno pianificati tenendo conto delle condizioni meteo. Tanto per fare un esempio, che gusto c’è ad avventurarsi in alta montagna o uscire in mare aperto col maltempo?