Mappe di Facilitazione: un sito per la facilitazione in Italia

21 Marzo 2014 – Festeggiamo insieme l’arrivo della primavera con la nascita del sito “Mappe di Facilitazione”, www.facilitazione.net, un sogno diventato realtà e un progetto al servizio della rete di facilitatori e facilitatrici in Italia.

Su Mappe di Facilitazione trovate tra l’altro…

–          Le ATTITUDINI della facilitazione

–          METODOLOGIE per tipo: di cosa ha bisogno il tuo gruppo?

–          GUIDE gratuite tradotte in Italiano da scaricare in .pdf

–          La MAPPA della facilitazione in Italia

–          CALENDARIO di corsi ed eventi

mappa_facilitazione

Il sito è stato ideato da un gruppo di sognatori per sostenere e diffondere la cultura della facilitazione in Italia. Visitatelo, promuovetelo, e aiutateci a migliorarlo segnalando corsi, incontri, eventi, luoghi in cui si pratica l’ABC dello stare insieme. Ti occupi di facilitazione? Condividi esperienze, intuizioni e insegnamenti sul BLOG. Per te è tutto nuovo? Trova tra le MAPPE le risorse che ti servono per saperne di più.

Ri.economy i primi esperimenti

RieconomySangio

Questo venerdì, a San Giovanni in Persiceto (Bo), cominciamo un primo esperimento dell’idea di Ri-Economy sulla falsa riga di quelli in corso in Uk (REconomy).

Come per tante cose della Transizione, nessuno sa veramente come si fa a trasformare le nostre economie locali (…nazionali, globali) in qualcosa di sostenibile e prospero. L’idea è quindi di cominciare a provare scatenando il genio collettivo della comunità, cercando di coinvolgerla nel modo più completo possibile e facendosi guidare dai soliti principi transizionisti: no competizione, no ideologia, comprensione dei dati, pensiero critico, apertura e inclusività, attenzione al COME, cura di ciò che ci accade dentro oltre che di quello che succede fuori…

Nel caso di San Giovanni stiamo operando in coordinamento con il Transition Network nel contesto di una prima esplorazione a livello europeo. Fondamentale è il lavoro (incredibile) del gruppo locale e la collaborazione del Comune (volontà, spazi, piccolo contributo economico, voglia di sperimentare…). Abbiamo anche a disposizione un piccolo budget operativo (che viene da TN). Stiamo cercando di capire come possono funzionare questi processi, scambiarci le esperienze tra vari paesi e contesti culturali (economici, sociali…) in modo da individuare modi e strumenti utili a tutti. Poi magari la cosa si potrà estendere.

Ci sono già altri luoghi in Italia in cui si pensa a questi stessi esperimenti. Ellen con il suo gruppo ci sta lavorando in Piemonte, Angelica in Trentino… vediamo cosa riusciamo a inventarci.

Per i transizionisti in zona (in particolare il CAT di Bologna), è aperto l’invito per l’incontro di venerdì in modo che ci siano diversi punti di vista su questa esperienza.

Rob e il “dibattito” sul clima

Salve a tutt*,
un insolitamente battagliero Rob Hopkins discute con i dirigenti della BBC il concetto di “dibattito” sul cambiamento climatico. Rob scrive una lettera alla BBC dopo che questa ha ospitato in una sua trasmissione l’opinione sul clima di una persona che non ha nessuna competenza sul tema e che sembra, invece, avere interessi di altro tipo. La BBC risponde, ma Rob non è affatto convinto e replica di nuovo. Un esempio classico di come il dibattito sul clima in realtà non esiste, ma viene alimentato da posizioni che non hanno alcuna base scientifica. Ma lascio la parola a Rob che si esprime molto meglio di me.

Buona lettura.

Lettera aperta di Rob Hopkins alla BBC sull’apparizione televisiva di Lord Lawson a “Today Programme”

Da “Transition Network”. Traduzione di MR


A Jamie Angus, editore, di Today Programme.  13 febbraio 2014

Caro Jamie,

scrivo per protestare con la massima fermezza riguardo al vostro pezzo del programma di questa mattina sul cambiamento climatico e l’attuale alluvione che aveva come ospiti Sir Brian Hoskins e Lord Nigel Lawson. Vi scrivo sia per mio conto che per conto del Transition Network, un’organizzazione di beneficenza che sostiene migliaia di comunità nel mondo che intraprendono azioni pratiche positive e locali in risposta alla crisi climatica e per le quali la distrazione presentata da tali articoli è profondamente inutile. La maggioranza schiacciante della scienza peer-reviewed sul clima accetta che l’attività umana riscalda il clima. L’IPCC ha revisionato tutta la scienza pubblicata sul cambiamento climatico ed ha concluso:

Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, dagli anni 50, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti in millenni. L’atmosfera e l’oceano si sono riscaldati, le quantità di neve e ghiaccio sono diminuite, i livelli del mare sono saliti e le concentrazioni di gas serra sono aumentate. Ognuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo sulla superficie terrestre di qualsiasi altro decenno precedente dal 1850.

Eppure, Lord Lawson ha ripetutamente dichiarato le sue credenze secondo cui il cambiamento climatico è “una credenza senza nessuna sostanza scientifica seria” e oggi ha sostenuto che non c’è collegamento con il meteo estremo e l’alluvione dei giorni scorso. Tuttavia, un rapporto del 2012 pubblicato da DEFRA ha identificato le alluvioni come la più grande minaccia al Regno Unito posta dal Cambiamento climatico, con fino a 3,6 milioni di persone a rischio per la metà del secolo. Ogni grado Celsius di riscaldamento porta alla capacità dell’atmosfera di contenere il 7% in più di umidità rispetto a prima (come mostra questo saggio dalla rivista Climate Research) ed abbiamo già fatto aumentare la temperatura di 0,8°C rispetto ai livelli preindustriali. La signora Julia Slingo, presentando un rapporto del Met Office sulla recente alluvione, ha detto sabato al programma World at One:

Tutte le prove suggeriscono che c’è un collegamento col cambiamento climatico. Non c’è prova che contrasti con la premessa di base che un mondo più caldo porterà a precipitazioni piovose più intense su base giornaliera o anche oraria”.

Le mie obiezioni specifiche sono le seguenti: Continua a leggere

Rob e le “Comunità Resilienti”

rob transition

Ci voleva un evento inaspettato e significativo, come la decisione della Fondazione Cariplo di incentrare una delle sue linee di bando 2014 sul tema delle “Comunità Resilienti”, per fare arrivare Rob Hopkins a Milano.

COMUNITA’ RESILIENTI
L’occasione è ghiotta e inconsueta, non solo perché testimonia il fatto che certi temi stiano diventando patrimonio anche delle istituzioni, ma anche perché speriamo questo sia l’inizio di un cambio di atteggiamento più generale delle fondazioni italiane.

La Fondazione Cariplo ha costruito il suo bando in autonomia, non c’è stato un interessamento diretto del movimento, ma è chiaro (ed esplicitato nel bando stesso) che l’esperimento delle Transition Towns è stato una delle principali fonti di ispirazione.

Si tratta quindi di un momento da celebrare, sono quei piccoli punti di svolta con cui si costruisce il cammino della Transizione. È bello che Rob abbia accettato l’invito della Fondazione a passare una giornata a Milano per una “lecture” pubblica che si terrà giovedì 13 marzo dalle 15:30 alle 17:30 al Centro Congressi della Fondazione Cariplo in via Romagnosi, 8 a Milano.

VEDIAMOCI TUTTI LI’
A questo punto, visto che la sala è grande e le occasioni per incontrare Rob poche, vediamoci lì e diamo un segnale di rinforzo all’idea che vadano investite risorse su questi aspetti fino ad oggi completamente trascurati.

Non sempre una sala piena è segno che le cose stanno funzionando, ma questo è uno di quei casi in cui potrebbe trasformarsi in un messaggio importante, quindi mi sento di dirvi, se ce la facciamo, riempiamola! Fate circolare la notizia il più possibile e invitate chi ritenete opportuno. Facciamola diventare una festa, ok?

Se volete esserci, basta registrarsi utilizzando questo link.

LA TRANSIZIONE IN LOMBARDIA
A tutti coloro che si interessano di Transizione in Lombardia rivolgo l’invito a studiare il bando con attenzione perché si tratta di una buona opportunità per costruire azioni sul territorio che, per una volta, potrebbero avere alle spalle qualche risorsa economica. Un’occasione da cogliere al volo.

Spero di vedervi a Milano.

Un documentario per conoscere la Transizione

di Giulia Dedionigi, Carlotta Garancini e Simona Peverelli

Il nostro viaggio è iniziato dieci mesi fa.  Ci troviamo una sera, a mangiare qualcosa insieme e, quasi per caso, nasce l’idea di partecipare a un premio giornalistico. È intitolato a Sabrina Sganga, collega scomparsa da poco, e punta a raccontare diversi e nuovi stili di vita. Ci mettiamo a fare ricerche su internet, in cerca di buone idee. Incontriamo Totnes, Hopkins, le prime transition. “Se solo ci fosse qualcosa di simile in Italia”. Scopriamo dell’esistenza di realtà simili anche da noi e subito proviamo a metterci in contatto con qualcuno. Ci scontriamo con chi dice “Non si può raccontare la Transizione in un documentario”, ma anche con chi è entusiasta, almeno quanto noi. “Se vi va potete venire alla nostra festa del Baratto”. “Organizziamo una conferenza sulla permacultura, ci siete?”. Compriamo dei libri. Studiamo. Presentiamo il nostro progetto al premio Sganga. Lo vinciamo e ci arriva il finanziamento per realizzare il nostro lavoro. Qui incomincia l’avventura. E il gioco si fa serio.

Giulia, Carlotta e Simona al lavoro

Giulia, Carlotta e Simona al lavoro

‘Ricreazione’ è il titolo che abbiamo deciso di dare al nostro progetto. Ricreazione perché ci sembra che la transizione provi a ‘ricreare’ le città, le comunità, le reti tra le persone. Ricreazione, come l’intervallo a scuola, anche perché il nostro lavoro avrà un ‘narratore’ d’eccezione. Luigi, un professore di Firenze, che insieme a italiano, storia e geografia insegna ai suoi studenti anche la Transizione. È lui che, nel documentario, ci aiuterà a comprendere i concetti più complessi della transizione. Lo incontriamo un weekend di qualche mese fa. Continua a leggere

Spunti per facilitare il cambiamento 3

Come discutere la Transizione con … n° 5: gruppi religiosi

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

La sfida

Come può la Transizione approcciarsi più abilmente coi gruppi religiosi locali e quale  terreno comune si può trovare sul quale costruire una buona relazione che funzioni?

Punti chiave

  • Identificate le persone con le quali è meglio parlare.
  • Cercate un terreno comune sui problemi di pace e giustizia o del “bene comune”.
  • Molte delle discussioni che avvengono all’interno della Transizione avvengono anche nelle comunità religiose. Continua a leggere

Spunti per facilitare il cambiamento 2

Come parlare di Transizione con… n° 4: l’amministrazione locale

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

La sfida

Una delle sfide per il passaggio di scala della Transizione sarà una relazione salutare e reciprocamente benefica con l’autorità locale. Come nutrire, costruire e sostenere meglio una relazione simile?

Punti chiave Continua a leggere

Spunti per facilitare il cambiamento 1

Les Robinson su Changeology, passaggio di scala e soluzioni che “attaccano”

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

Changeology

Uno dei libri che ho letto di recente e che aveva intuizioni utili da offrire per la nostra attuale discussione sul passaggio di scala è stato Changeology, di Les Robinson, sottotitolato “come fare in modo che i gruppi, le comunità e le società facciano cose che non hanno mai fatto prima”. Sembra proprio la cosa giusta. E’ un libro sulla creazione di soluzioni per il cambiamento sociale che attecchiscano e gran parte di esse risuonano con la Transizione. Sono riuscito ad incontrare Les poco prima che partisse per un campeggio di 8 giorni ed ho cominciato chiedendogli di presentarsi ai lettori che non si sono mai imbattuti prima nel suo lavoro.

“Un tempo lavoravo per una piccola compagnia di vendita a Sidney, progettando campagne pubblicitarie per portare le persone a riciclare, a compostare i propri rifiuti, a non fumare di fronte ai propri figli, a non dare il meglio di sé dopo l’ultimo bicchiere, quel tipo di cose. Circa 15 anni fa ho avuto una rivelazione, quando mi sono reso conto che usare la pubblicità per cambiare il comportamento era probabilmente uno spreco di tempo, perché la pubblicità, dopotutto, non mi aveva mai fatto cambiare comportamento. Quindi, cosa poteva farlo? Mi sono reso conto che quando ho adottato nuovi comportamenti nella mia stessa vita, stavo scegliendo comportamenti che pensavo avrebbero migliorato la mia vita e che sembravano sicuri e controllabili. Le ragioni non sembrava che contassero granché, era più una cosa dell’immaginazione, dell’essere capace di visualizzarmi mentre vivevo il sogno. Quindi è stato questo l’inizio del viaggio di scoperta che ha portato a Changeology. Continua a leggere

Rob Hopkins sulla svolta di Holmgren

Salve a tutt*,
premetto di non aver letto il saggio di David Holmgren, ma a giudicare dal grafico elaborato da Albert Bates, dev’esserci stato un passaggio considerevole nella sua visione. Essendo due punti di vista molto importanti (perché anche molto informati) sul nostro futuro, ho deciso di sottoporvi la traduzione di questo articolo di Rob dove ci sono considerazioni importanti. Buona lettura.

6Collapseniks.002

Il “Collasso on Demand” di David Holmgren: attenti a cosa desiderate

Da “Transition Culture”. Traduzione di MR

E’ un evento raro che io non sia d’accordo con David Holmgren. E’ uno dei miei eroi e co-fondatore della Permacultura e generalmente trovo il suo intelletto formidabile, le sue intuizioni sulla Permacultura rivelatrici e il suo punto di vista sui più ampi modelli e scenari che si aprono intorno a noi profondamente perspicaci. Ma mentre nel suo recente saggio, Collasso on Demand, c’è molta intuizione, solleva anche molte domande e problemi che vorrei esaminare qui. Sono preoccupato dalle sue conclusioni e anche se capisco la logica che ci sta dietro, temo che possano rivelarsi una strada pericolosa da percorrere se non contrastata.

‘Collasso on Demand’ in sintesi

Quali sono gli argomenti centrali del saggio? Il saggio raccoglie gli argomenti dal suo lavoro “Scenari futuri” di qualche anno fa, rivalutando la loro rilevanza in un mondo in rapido cambiamento (potete leggere il sommario di Jason Heppenstall sul nuovo saggio qui). In sostanza, Holmgren è giunto a pensare che una graduale discesa energetica non avverrà. Invece del suo scenario Futuro Green Tech, che vede una risposta concertata del governo (simile a quello che vediamo in Germania) o dello scenario di Gestione Planetaria (Earth Stewardship), uno spegnimento intenzionale, Holmgren sostiene che in realtà ci stiamo addentrando in quello che chiama “Tecnologia Marrone” (Brown Tech). Il Brown Tech è emerso perché “gli alti prezzi energetici hanno permesso alle compagnie energetiche nazionali e private di mettere in atto molti nuovi progetti di energia fossile e rinnovabile che stanno tamponando l’impatto del declino della produzione dei vecchi giacimenti ‘supergiganti’”. Gran parte di questi nuovi progetti di combustibili fossili, sostiene, “generano di gran lunga più gas serra delle fonti convenzionali che hanno sostituito”. Continua a leggere

Climate After Growth in italiano

ClimateAfterGrowth

Ecco un regalo per l’inizio del nuovo anno. Forse ricorderete questa pubblicazione dei nostri amici del Post Carbon Institute firmata da Miller e Hopkins e disponibile solo per angloabili (?). Bene, grazie a Dario Tamburrano, coadiuvato da altri volonterosi traduttori (tutti santi subito) ora potete leggere il tutto in un comodo italiano arricchito da una prefazione dello stesso Dario. Ne cito uno stralcio:

In questo breve documento gli Autori fanno luce sul perché potrebbero essere la nostra, come la passata generazione, ad aver goduto del picco massimo di prosperità media della storia dell’intera umanità, squarciando in poche sintetiche pagine il buio dell’informazione e della cultura mainstream che tuttora colpevolmente ignora i problemi reali che ci minacciano.

Hopkins e Miller infatti, supportati da numerosi dati, focalizzano e descrivono in forma estremamente lucida e comprensibile i nuovi mutati contesti storici che negli ultimi anni si sono andati delineando nel campo dell’energia, del clima e dell’economia e che, perso il loro carattere di eccezionalità, divenuti permanenti e sistemici, vengono pertanto appropriatamente definiti come le Nuove Normalità.

In questo scenario, che delinea un vero e proprio spartiacque, il paradigma della irrinunciabilità della crescita economica assume le sembianze di una medaglia a due facce: se da un lato ha permesso un invidiabile e innegabile “progresso”, dall’altro, non contemplando i limiti biofisici del pianeta, ha creato i presupposti per le sfide che abbiamo di fronte, diventando pertanto una vera e propria trappola mentale ed economica, predominante e globalizzata che ci impedisce di affrontare in maniera logica e razionale i nuovi contesti standard che minano la nostra stessa sopravvivenza.

Già che siete lì a leggere, vi invito a fare anche un po’ correzione di bozze collettiva e se trovate errori, refusi, ecc. segnalatecelo che Dario li sistema. Buona lettura!

A due mesi dalla Transition Fest

E sul blog del Transition Network si continua a parlare della nostra Fest’ e dell’energia trasformatrice che ha generato. Fa bene ripensare a quando eravamo tutti e tutte li insieme, costruendo il mondo che vogliamo, lavorando e divertendoci!

Grazie Deborah per averci dato modo di pensare a quei giorni ancora e riviverli un po’, grazie per continuare a dare visibilità a quanto di magico abbiamo creato a Settembre.

L’articolo lo trovate qui

www.transitionnetwork.org/stories/guest-blogger/2013-12/signs-and-portents-transition-italy

Un abbraccio

Manuela

Parlano di noi…

Sul sito del Transition Network ultimamente sono apparse (in inglese) un po’ di notizie su cosa stiamo combinando qui in Italia…

Qui Rob riprende un resoconto della Transition Fest di Settembre, con tanto di foto: http://www.transitionnetwork.org/news/2013-11-04/italy-stages-its-first-transition-fest

tuttifest

Mentre se scorrete verso il fondo del report internazionale di Settembre-Ottobre 2013 trovate un intervento da Appio Latino e (non poteva mancare) il video di Cristiano Bottone al TEDx di Bologna…. Se avete amici anglofoni che sono curiosi di avere qualche news dall’Italia in transizione, quindi, potete mandarli qui http://www.transitionnetwork.org/news/2013-11-13/septemberoctober-round-what-s-happening-out-world-transition

tTraining Torri in Sabina cancellato

Non abbiamo raggiunto il numero di iscritti sufficienti ad attivare questo training previsto per l’inizio di dicembre a Torri in Sabina. Anticipiamo tuttavia, considerando che tutti i pre-iscritti provengono dal centro Italia, che ne stiamo organizzando uno per Febbraio 2014 in Umbria, maggiori informazioni a breve!

Un Transition Day a Lecce

Salve a tutte/i,

abbiamo conosciuto i ragazzi dell’associazione Il Formicaio alla Fest’ di settembre ed abbiamo subito percepito il loro entusiasmo.
E’ così, semplicemente, che è nata in loro l’idea di proporre la Transizione in quel di Lecce. Personalmente sono molto felice di partecipare a questa esperienza, sia perché non ero mai stato prima a Lecce (grazie per l’opportunità!!) sia perché credo molto nelle potenzialità di Transizione del sud del nostro paese.

Si parte alle 8:45 con l’accoglienza ed avremo tempo fino alle 19:00 (pausa pranzo ed altre pause varie comprese) per parlare di Transizione. Il programma e i dettagli, oltre ai contatti, li trovate nel sito del Formicaio.
Se siete curiosi, questa è una splendida occasione. Ci vediamo sabato.

Locandina Lecce

 

Un’altra vita

“Graziella e Giovanni dal 1994 vivono in mezzo a un bosco delle Langhe Piemontesi senza energia elettrica e acqua corrente.” 7 minuti di saggezza…