Progetto Lavoro: ingrediente base per dare forma alla Ri-economy

logoAnche la recente visita di Rob Hopkins a Bologna ci ha dato modo di riflettere sulle potenzialità e sulle possibilità che questo momento storico ci offre per attivare il processo di transizione.

In questa visione, risulta imprescindibile un’attenzione alla costruzione di una nuova economia, un’economia circolare, attenta all’uso adeguato delle risorse, rivolta al benessere delle persone, per rendere resilienti le nostre comunità locali.

Da Transition Network arrivano in Italia molti esempi e molte buone pratiche di imprenditorialità finalizzare a dare forma ad una nuova economia che traghetti la vecchia idee di impresa, centrata solo sul profitto, verso l’economia della sostenibilità e della felicità, fortemente rilocalizzata e non più dipendente dalle energie fossili.

Credo che nella ricerca della “via italiana alla Transizione”, in cui tutti noi siamo impegnati, possiamo mettere in risalto due ingredienti importanti: il lavoro e i lavoratori.

Parlare di lavoro e dei lavoratori in una esperienza di Transizione può costituire un ottimo modo per avvicinare persone e soggetti economici locali. Come spesso diciamo, la Ri-economy può aver successo solo se il processo che viene attivato diventa inclusivo. Includere e accogliere anche gli stakeholders che tradizionalmente sono presenti sul proprio territorio non è cosa da poco. Richiede capacità di confronto, apertura, rapporto fiduciario, disponibilità al dialogo senza per questo perdere la propria identità.  Una vera e propria sfida per ogni gruppo locale.

 

Vi racconto ora l’esperienza che ho vissuto in prima persona all’interno del corso  “Mi attivo, socializzo, intraprendo” sviluppato dall’Assessorato alle politiche del Lavoro del Comune di Budrio.

Il corso è una delle azioni concrete che l’Amministrazione Comunale vuole sviluppare all’interno di un contenitore più ampio che è stato definito “Laboratorio permanente di ricerca attiva del lavoro solidale e sostenibile”.

Sono stato coinvolto dal Comune per il mio ruolo di Coordinatore della Consulta comunale delle Associazioni, ma anche per la mia attività all’interno di Budrio in Transizione.

L’intuizione di partenza dell’Assessore alle politiche del Lavoro Giovanni Montanari, ha avuto modo di essere sviluppata in una serie di incontri preparatori dove con lui erano presenti la referente dello Sportello Lavoro del Comune di Budrio, e la counselor  Beatrice Pulvirenti, ed io.

In prima battuta quindi mi è stato assegnato il compito di presentare, nel corso, gli elementi legati al Terzo settore e alla rete delle Associazioni budriesi. Ma, durante la fase di progettazione, ho potuto inserire nel programma del corso elementi importanti che provengono dal mondo della Transizione.

 

Iter istituzionale. Il progetto ha avuto approvazione in Giunta Comunale. Con un paziente lavoro di relazioni sono stati definiti tutti i relatori disponibili a partecipare, e dopo aver definito il calendario degli incontri, il Comune ha pubblicato il bando per l’ammissione al corso.

 

Il corso è stato articolato in 12 incontri, e si è svolto tra il 7 e il 26 novembre 2014.

 

Hanno partecipato, come relatori, rappresentanti locali delle associazioni di categoria CNA e ASCOM. Per il terzo settore hanno aderito due realtà locali: l’Associazione Occupiamoci e la Cooperativa Sociale Pictor. Ciascun realtore ha presentato una propria visione riguardante la ricerca attiva del lavoro, sia esso subordinato o di tipo imprenditoriale, fornendo anche informazioni utili sui diversi aspetti che lo regolano. Si sono alternati contenuti di tipo informativo con altri in cui si è lavorato prevalentemente su aspetti formativi e di socializzazione. Quindi non si ha avuto solo attenzione al “cosa fare”, ma anche al “modo” in cui si è lavorato insieme.

Tutti i relatori del corso hanno offerto le risorse e le loro competenze in forma gratuita.

Al Bando comunale, chiuso il 29 Ottobre, si sono iscritte 26 persone, di età compresa tra i 19 e 63 anni, con grande eterogeneità di esperienze e formazione. Ho avuto anche il piacere di scoprire che tra i partecipanti era presente una persona che aveva conseguito il diploma in permacultura!

Comunque, le marcate disomogeneità che potevano apparire come un ostacolo, col passare degli incontri sono diventate un vero punto di forza per mantenere una buona energia e partecipazione nel gruppo.

 

Insieme a Beatrice, abbiamo animato 4 incontri, ecco in breve cosa abbiamo fatto.

 

  • Il nostro primo incontro aveva come titolo: Conosciamoci. Abbiamo condiviso alcune semplici regole per facilitare il dialogo e l’ascolto attivo tra tutti i presenti. Poi sono state proposte attività individuali e di gruppo per esplorare e scoprire le potenzialità e le qualità dei partecipanti, legandole alla condivisione delle emozioni e suggestioni emerse negli esercizi.

 

  • Il secondo incontro è stato dedicato al tema: Le ragioni della crisi , il perché del cambiamento. Abbiamo utilizzato il film “L’economia della felicità” di Helena Norberg-Hodge, e una successiva presentazione più mirata al contesto locale, per capire come la disoccupazione sia legata alla crisi mondiale derivante dalla globalizzazione, dalle crisi energetica e ambientale. A seguire una fase  per socializzare le emozioni e le reazioni emerse.

 

  • Il terzo incontro è stato dedicato a: Nuove opportunità – Un cambiamento possibile. La seconda parte del film della Hodge ci ha portato ad esaminare come si possa riconoscere e prendere consapevolezza dei problemi per poi trasformali in occasioni di cambiamento. Si è parlato delle Città in Transizione, dell’economia solidale, di alcuni progetti di Ri-economy, del terzo settore a Budrio, per capire le possibilità e le opportunità che possono offrire  per uscire dalla situazione di fragilità determinata dalla mancanza di un lavoro.

 

  • L’ultimo incontro è stato totalmente dedicato ad un World Cafè conclusivo. Dopo averne presentato lo svolgimento e le regole, sono stati creati 6 gruppi di 4-5 persone e a ciascun gruppo è stata data una busta con il tema di conversazione del tavolo. Le domande per ciascun gruppo sono state pensate per cogliere le differenti situazioni e orientamenti dei partecipanti.

 

Per la preparazione delle domande del World Cafè abbiamo previsto tre differenti profili, che per noi potevano rappresentare le più probabili situazioni esistenziali dei partecipanti:

  • coloro che dopo il corso avrebbero preferito cercare un lavoro da dipendente,
  • coloro che  si sarebbero trovati in una fase di incertezza per la quale il gruppo poteva risultare uno spazio di ulteriore rafforzamento personale
  • coloro che in modo più deciso sarebbero stati stimolati ad avviare la realizzazione di un progetto di auto imprenditoria, individuale o di gruppo

 

Nella condivisione finale, in un clima di grande entusiasmo e creatività, sono emerse:

  • alcune belle idee di progetti realizzabili a Budrio. Ci è sembrato che molte delle idee emerse avessero una grande compatibilità con le caratteristiche di un’impresa di Transizione (resilienza, uso appropriato delle risorse, adeguata localizzazione, oltre il concetto di profitto, appartenenza alla comunità locale). E’ un segnale confortante, il messaggio è giunto a destinazione. Vedremo come si svilupperanno, sono già in programma altri incontri informali tra i partecipanti.
  • la richiesta di approfondimento di alcuni aspetti tecnici e normativi, cercheremo di rispondere anche a questo bisogno
  • la volontà di proseguire incontri con il gruppo formatosi per darsi sostegno reciproco

 

Da questa splendida esperienza umana mi sembra di poter trarre alcune considerazioni:

  • Assoluta importanza dell’uso di tecniche di facilitazione che permettono un’accoglienza profonda delle persone. E’ la premessa per una reale partecipazione. Prima le persone, poi i progetti.
  • Necessità di attivare progetti inclusivi, o in cui essere coinvolti come gruppi di Transizione. Forse è meglio sventolare qualche bandierina di meno, ma portare nei progetti la visione e i metodi della Transizione. Impariamo a collaborare con la rete dei soggetti che operano sul nostro territorio.
  • Essere pronti a meravigliarsi e stupirsi della ricchezza interiore delle persone. E’ sufficiente usare le metodologie adatte per metterle nelle giuste condizioni per esprimersi.
  • Il format che è stato sperimentato a Budrio potrebbe essere ripreso, adattato, migliorato da altri gruppi di Transizione proponendo la collaborazione con la propria Amministrazione Locale. Già noi, dopo questa prima esperienza, abbiamo visto come possano essere introdotte alcune modifiche migliorative.
  • Se vogliamo allargare il dialogo a tutte le persone della comunità, nel primo approccio usiamo un linguaggio accessibile a tutti. Forse a volte è più semplice parlare prima di lavoro e della qualità del lavoro. Poi, in un secondo tempo, affrontare il discorso dell’economia e del processo di ri-localizzazione. Facciamo in modo che la Transizione esca sempre più dai confini dei ”bravi transizionisti”.

 Giovanni Santandrea – Bit Budrio

Stiamo raccogliendo un po’ di materiali relativi al corso sul sito BIT: visita la pagina

 

https://bitbudrio.wordpress.com/progetti-locali/progetto-mi-attivo-socializzo-intraprendo/