Aggiornamento da Urbino
Informazione di servizio per tutti coloro che fossero stati intenzionati a sfidare la neve e recarsi al CEA di Urbino per la proiezione/incontro The End of Suburbia, la data di giovedi’ 16 dicembre e’ saltata causa maltempo… restate invece vicino alle stufe e se proprio non avete nulla da fare guardatevi Report in streaming o qualche TED Talk, come ho fatto io in questo pomeriggio sottozero… Il prossimo appuntamento, clima permettendo, e’ il 13 Gennaio con In Transition.
Salve, sto scrivendo una tesi riguardo la produzione paritaria(http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_paritaria), o in inglese peer production. Il tema ruota attorno ad una produzione collaborativa tra pari(nel mio caso molto legata alla rete internet), che porta in se intrinsecamente una caratteristica di auto-organizzazione.
Cosi su due piedi(ammetto di sapere del progetto solo dalla recente puntata di report)mi sembra possono esserci varie analogie con l’argomento, infatti tra gli esempi di produzione paritaria troviamo anche questo http://openfarmtech.org/wiki/Main_Page che forse si avvicina in qualche modo al vostro progetto.
Mi interessava riuscire a capire se come penso siano progetti affini(per cui vi sia l’elemento di auto-organizzazione, e coordinazione in rete), e nel caso riportarne (tempo permettendo) l’esempio. Se è come penso, credo che me lo sappiate dire, se invece prendo un granchio pardòn ;), in ogni caso in bocca al lupo per l’interessante e lodevole progetto.
P.S. ho visto scritto Urbino, nel caso neve permettendo dovrei capitare li a giorni.
Bah… così su due piedi direi che la produzione paritaria è uno dei processi che potrebbe emergere nel contesto più ampio del processo di transizione, una delle possibili dinamiche che possono generarsi. Il progetto che tu citi (openfarmtech), anche questo a prima vista, mi pare che abbia delle affinità, ma ha anche un approccio differente, anche in questo caso più ristretto, loro direi che hanno deciso di detecnologicizzarsi e di mirare all’autosufficienza è una possibile risposta, ma non la sola, a noi sembra più utile il concetto di resilienza e mantenere il processo il più ampio possibile. Però il tutto è un po’ complesso da spiegare nei commenti a un post…
Ciao, sono ricapitato a leggere la pagina in inglese di Openfarmtech, e mi sono accorto che se leggi la prima riga trovi che il progetto si definisce un progetto Open Source Ecology, il cui a sua volta si definisce: “un movimento dedicato allo sviluppo collaborativo di strumenti per comunità RESILIENTI replicabili, open source e indipendente da rete elettrica(off-grid), sostanzialmente.
L’openfarmtech non lo conosco nei dettagli non era per me un punto centrale, ma ho visto che era citato come esempio di produzione paritaria. Comunque certo spiegarsi qui è difficile, e forse rischierei di andare fuori tema…peccato è un progetto interessante. Ad ogni modo è una buona cosa esserne venuto a conoscienza.
Ciao
ciao Stefano – io non so bene cos’e’ il peer production pero’ da come lo racconti qualche esempio affine all’interno del modello transition lo trovi di sicuro… che so, mi vengono in mente i corsi di reskilling (riappropriarsi delle conoscenze pratiche) auto-organizzati tramite l’uso della rete che stiamo organizzando in Umbria, in cui ciascuno e’ sia fruitore che elargitore di conoscenze/abilita’… se capiti a Urbino — ma non questa settimana, rimandata per neve, ad alcune serate ci saro’ anche io (tipo, il 13 gennaio), fatti riconoscere e ne parliamo!
Ciao Deborah, si come pensavo allora, infatti auto-organizzazione ed essere fruitori ed elargitori contemporaneamente è un altro punto importante del mio argomento. Purtroppo dovrei consegnare la tesi ufficialmente proprio entro il 13 gennaio per non dover rimandare fin l’estate. Comunque mi hai dato conferma, e di materiale credo ce ne sia per informarmi un po, poi nel caso proverò a disturbare 😉 con qualche domanda diretta se mi sarà possibile inserire l argomento nella tesi…senza impegno ovviamente.
Intanto grazie