Assemblea Transition Italia: cosa è successo

Non è facile raccontare con occhio imparziale e obiettivo quello che è successo durante questa assemblea di Transition Italia. In questo momento il mio ricordo è ancora legato agli abbracci e saluti finali dove, con emozione e riconoscenza reciproca, le vecchie amicizie si sono consolidate ancora di più, e i nuovi incontri hanno prefigurato future connessioni.

Ma è meglio partire dall’inizio per descrivere con ordine la successione dei fatti.

Sabato 14 e Domenica 15 maggio si è tenuta a Bologna l’assemblea annuale di Transition Italia. Ma la Transizione è la Transizione! Ed è difficile immaginare che 50 persone impegnate in iniziative locali di transizione possano generare  un’assemblea convenzionale.

E’ certo che l’assemblea diventa un  momento coinvolgente, formativo, divertente, artistico, partecipativo ed esplosivo, frutto meraviglioso del genio collettivo a cui viene data la libertà di manifestarsi.

Tutti sappiamo che normalmente le assemblea di un associazione servono come momento istituzionale per l’approvazione del bilancio e per la definizione delle linee di indirizzo da sviluppare nel futuro. Rendicontazione di cifre spese e incassate, letture di interventi programmatici il più delle volte noiosi, e veloci votazioni.

Tutte le incombenze sono state rispettate, inserendole in un programma ricco di tanti momenti diversi, in una successione fluida e leggera.

ti1La mattina del sabato è stata dedicata a presentarci. Abbiamo scelto due modalità particolari. Luca Malservisi, uno dei timonieri del progetto “Teatro in Transizione”, ha coinvolto una decina di noi per proporre una serie di imperdibili scenette basate sull’improvvisazione dove sono state riviste in modo ironico alcuni ruoli tipici presenti nei gruppi di transizione. Grande successo per tutti gli sketch.

L’ultima parte della mattina l’abbiamo passata con il “Pecha Kucha show”. Il format Pecha Kucha, nato nel 2003, identifica una modalità di presentazione di un tema, di un’opinione o di un progetto in modo breve e coinciso. 20 slide presentate ciascuna in 20 secondi. Il relatore ha a sua disposizione poco più di 6 minuti, Attualmente è uno dei modi più creativi ed efficaci per scambiarsi informazioni, per conoscere progetti interessanti, per presentare sogni e visioni.

Dopo un abbondante pranzo condiviso, che ci ha ricordato che il processo testa, cuore, mani, per noi italiani non può che finire con la pancia; Martina e Giulio ci hanno guidato nell’Open Space Technology. E’ uno strumenti di partecipazione dal basso, molto usato nei processi di transizione. E’ flessibile e permettere di cogliere i bisogni e le questioni che emergono con più forza in quel preciso momento. Tutti i temi proposti erano legati da un filo comune intorno alla domanda: “Come Transition Italia può  sostenere e supportare le iniziative di transizione locale ?” E con gli incontro avuti su questa domanda è terminata la prima giornata.

La Domenica si è aperta con esercizi di riscaldamento fisico, poi Cristiano ha presentato un tema cruciale per tutti noi. Il titolo “Dai gruppi ai flussi” forse non è chiaro subito.

In estrema sintesi nel suo intervento, Cristiano ci ha ricordato come sia importante andare oltre alla sola dimensione tradizionale di un gruppo di transizione, scoprire le potenzialità di un nuovo ti3ruolo: il connettore di flussi. Se da un lato il gruppo può svolgere un ruolo importante nel diffondere nuovi modelli di stili di vita, rafforzare e riscoprire competenze e capacità dimenticate, corre però il rischio di attivare solo le persone che in qualche modo “sono già simili”. Il processo di transizione  a livello planetario, per affrontare i temi urgenti e non procrastinabili, dei cambiamenti climatici e del picco del petrolio, richiede il coinvolgimento di una grandissima parte della popolazione, anche coloro che non sono simili e noi. Importante e che ciascuno per la sua parte, riorienti quegli aspetti di consapevolezza e comportamento necessari ad affrontare questa grande svolta. E il connettore di flussi ha delle potenzialità specifiche che possono sostenere questo processo.

Dopo una simile trattazione non poteva mancare un momento più leggero. E qui abbiamo dato il meglio di noi stessi. Guidati da Paolo e Santosh si è data lettura, o meglio si è data la voce cantata, al bilancio Transition Italia 2015. Era scontata la sua approvazione all’unanimità!

La mattinata si è poi conclusa con la presentazione da parte di Pierre Houben della proposta, in linea con l’approccio sociocratico, della formazione di cerchi di persone che si prendessero la cura e la responsabilità di aspetti specifici per sostenere le azioni dei gruppi locali nel processo di transizione. Sono stati definite alcune necessità che si sono concretizzate in altrettanti cerchi. Quindi oltre al cerchio del Consiglio formatosi lo scorso anno, ora sono in via di strutturazione i cerchi che si occuperanno di comunicazione interna ed esterna, di rapporti con il Transition Network internazionale, di formazione, di transizione interiore, e ultimo ma non meno importante, un cerchio per esplorare nuove frontiere e nuove dimensioni legate al cambiamento.

ti4Il pomeriggio della domenica ha dato il modo a tutti i presenti di celebrare e festeggiare questa assemblea intensa e ricca di stimoli per tutti. Anna Iorio, cantautrice dell’anima e grande amica della Transizione, con la sua voce e i suoi testi profondi e ispirati, ha aggiunto una dimensione poetica all’incontro.

E per finire Ellen ci ha guidato in un semplice rito di ringraziamento e di celebrazione, per dare energia e connessione all’impegno di ciascuno dei presenti, felicemente consapevoli di essere tutti più “flussibili”.