BALLANDO CON IL NOSTRO DRAGO
Al mondo ci sono 3 cose: quelle che sappiamo, quelle che sappiamo di non sapere e quelle che non sappiamo di non sapere. Sono proprio queste ultime a crearci gli stupori più grandi nella vita e che esprimiamo con l’esclamazione AHA!
Lo scorso fine settimana si è tenuto il tanto annunciato seminario con John Croft sull’introduzione al Dragon Dreaming e hai visto riuniti 18 sognatori che hanno trascorso insieme 2 giorni e mezzo di grande ispirazione. Il tutto si è svolto nella squisita atmosfera conviviale della nuova “Casa della Transizione” (chez Guido) di Ecotoys di Fenegrò (CO). Giorni di magia, davvero. John, come di consueto (l’avevo già visto in azione in altre occasioni), ha saputo trascinare le persone oltre ed aprire nuove prospettive e punti di vista.
Ed iniziamo. Venerdì pomeriggio le persone sono arrivano man mano in quel di Fenegrò e si ambientano facendo le prime chiacchiere informali tra loro e con John in attesa degli ultimi ritardatari (Patri Pap, fidandosi delle istruzioni del navigatore, era rimasta intrappolata nel fango di un campo contiguo …). La serata è dedicata all’importanza della celebrazione in qualsiasi progetto alla quale dovrebbe essere dedicata almeno 25% delle risorse di tempo e monetarie. Dove celebrare non è necessariamente sinonimo di fare baldoria (anche se in occasioni ci può stare) ma di riconoscere i risultati e le persone (“I see you!).
Il giorno dopo passiamo alla fase di sogno e rimaniamo affascinati dalla diversa concezione del tempo di veglia e sogno tra la nostra cultura occidentale e quella degli aborigeni australiani, per i quali il sogno rappresenta l’oggettività mentre il tempo lineare il mondo soggettivo. Ed è nei sogni che le nostre possibilità aumentano in modo quasi immenso!
Le persone si possono dividere in genere in 4 categorie: quelli che (in prevalenza) sognano (dreamers), quelli che pianificano (planners), quelli che fanno (doers) e quelli che festeggiano e gratificano (celebrators). Purtroppo solo 1 sogno su 1000 riesce ad avverarsi perché gran parte di essi vengono bloccati nella fase del sogno individuale e anche quando assumono un carattere collettivo non sempre c’è un adeguato equilibrio tra le 4 personalità necessarie. Ecco perché anche nella transizione viene spesso affermato che per far diventare realtà le nostre visioni abbiamo bisogno di TUTTI.
Ogni progetto nasce sempre dal sogno – magari di una sola persona, che per realizzarlo deve riconoscere la necessità di farlo morire per poi permettergli di rinascere come un progetto elaborato dal “noi”. Ed è proprio quello che fa il “dreaming circle”. Ed è proprio quando prendiamo il coraggio di uscire dalla nostra zona di comfort che iniziamo a “ballare con il drago”.
“Siamo nodi temporanei all’interno di un processo di flusso” – una constatazione che apre orizzonti a volte impensabili.
Ed è quello che succede quando passiamo alla fase di pianificazione ed azione (quello che noi abbiamo fatto la domenica) costruendo i vari passi necessari tramite il “Karabirdt”, ossia il tabellone che riporta i passi del progetto costellato in “Song lines” (linee di canzone degli aborigeni australiani). E qui il progetto assume la forma lieve del gioco e va dove deve andare. Wow!
John, dopo aver insegnato al gruppo la danza dell’olmo, come celebrazione alla vita (vedi Joanna Macy – Elm Dance) ha poi raccontato la profezia tibetana del Regno di Shambala (che già conoscevo dai seminari con Joanna Macy) e tutti ci siamo riconosciuti (“I see you”) con un piccolo sorriso.
“Non dubitate mai che un piccolo gruppo di persone consapevoli ed impegnate possa cambiare il mondo. In effetti, è l’unica cosa che l’ha sempre fatto” (Margaret Mead).
Conclusa l’esperienza con entusiasmo, aspettiamo nuovamente John Croft in Italia per il weekend dal 11-13 febbraio 2011 per un seminario sul “Empowered Fundraising” – che sarà sicuramente altrettanto avvincente. E’ solo l’inizio di tanti sogni grandiosi …. e possibili. Mettetevi in contatto con i primi Dragon Dreamers italiani: dragon-dreaming-italia@googlegroups.com
In questo Sogno c’è tutto:c’è una lucida analisi della realtà che stiamo vivendo ed un metodo per leggerla ed intervenire per darle un senso ed un senso etico;c’è un linguaggio nuovo che attinge ad un linguaggio antico,recuperato…perchè sta già tutto lì (come sempre!)occorre solo ritrovarlo e riscoprirlo.
C’è anche l’umiltà dell’uomo davanti al mistero della vita:l’uomo che può e deve scegliere secondo il criterio “più alto morale”accettando comunque l’imprevedibilità delle conseguenze legate alle sue scelte.
“La perfezione è nemica del bene”e lasciare andare nel Gioco è ciò che ci serve in questa “società stressata e competitiva.”
Ellen hai fatto proprio una bella sintesi di parole e immagini.
Anche per me è stata una esperienza meravigliosa! Sono uscito da questi giorni di corso con molta più energia di quella che avevo all’inizio. Ancora adesso ho tanta energia e tante idee che desidero condividere e mettere in pratica con altre persone.
Durante il corso ho avuto molti AHA (un modo simpatico per dire intuizioni).
Ho capito meglio la relazione che c’è tra le Città di Transizione e il metodo Dragon Dreaming. Ne ho trovato conferma anche sul Manuale della Transizione (pg. 164 – L’idea del “Programma di supporto ai Progetti”): Rob Hopkins ha integrato all’interno delle TT diversi strumenti e concetti elaborati da John Croft.
Il metodo mi ha conquistato, fare delle simulazioni insieme a John e agli altri “sognatori” è stato illuminante. E’ chiaro che il carisma di John ha fatto la sua parte, ma il punto è che tutti abbiamo la possibilità di essere carismatici, autentici e di creare dei progetti che ispirano e conquistano il cuore delle persone.
Infatti, un momento che per me è stato particolarmente importante è stato quello della comunicazione carismatica … per riuscire ad esprimere il nostro modo di essere e le nostre emozioni al di là delle parole.
Bellissimo e molto efficace il Dreaming Circle (l’abbiamo provato per un progetto familiare insieme ai bambini … per loro è stato facilissimo capire e mettere in pratica il “gioco” e abbiamo definito meglio ciò che desideriamo come famiglia).
Utilissima la possibilità di definire le caratteristiche dei partecipanti ad un progetto (sognatore, pianificatore, “fattore”, celebratore), allo scopo di accompagnare il progetto in ogni singola fase.
Ora non resta che testare il metodo nella vita “reale”. In fondo, durante il corso abbiamo visto la ricetta per essere “Dragon Dreamers” ora si tratta di “preparare” i nostri sogni.
Sono curioso di farlo … poi vi farò sapere 🙂 .