Com’è andata a Pianoro (Bo)
Nonostante neve e gelo abbiamo fatto un talk con un sacco di persone che non si sono fatte intimidire dalla situazione non facilissima, nè tentare dal pisolino sul divano al calduccio.
Max aveva ragione, il pianorese è coriaceo e rotto ad ogni avversità, non basta un po’ di zucchero a velo per strada (50 cm) per ostacolare la sua volontà. Ne è venuto fuori un incontro intenso, ma con qualcosa di diverso dal solito che non so decifrare bene.
La reazione delle persone, nel tempo, è cambiata molto. Quando ho cominciato oltre 3 anni fa il problema era cercare di far comprendere che sarebbero arrivati dei problemi. Oggi si tratta invece di spiegare le origini di problemi che ormai tutti possono toccare con mano.
Da un certo punto di vista è tutto più facile, ma può essere più angoscioso e produrre un senso di urgenza opprimente. Sono felice di andare ormai quasi sempre a fare talk in posti in cui è già presente un Gruppo Guida, perché sul posto poi rimane qualcuno che ha già cominciato a fare i conti con le emozioni che scaturiscono dall’aumento della consapevolezza.
A Pianoro si percepiva una bella atmosfera e i presenti erano tutti residenti nel comune (a parte un bolognese infiltrato), quindi sono curioso di vedere ora che succede.
Come sempre invito chi era presente a usare il commenti a questo post per trasmettere domande, impressioni, emozioni ecc.
Grazie infinite ai ragazzi di Pianoro in Transizione (ne vedete alcuni nella foto sopra, prima del tTalk) per l’organizzazione e le cose buone da bere e da mangiare, bravissimi.
Un grazie speciale va anche al Museo delle Arti e Mestieri Pietro Lazzarini che ci ha ospitato: bellissimo. Invito chi è in zona a visitarlo perché contiene materiale utilissimo a ragionare sul mondo prima del petrolio (cosa che aiuta molto a progettare quello dopo il petrolio), io ci torno di sicuro con un po’ di calma (magari in primavera però).