Adele, Beppe & la Transizione
Tanto è stato detto e scritto sul conflitto tra la senatrice Adele Gambaro e Beppe Grillo all’interno del Movimento Cinque Stelle e in genere su questo blog non facciamo riflessioni su vicende politiche. Ma questa volta è diverso e c’è qualcosa che vuole essere raccontato in quanto la storia del Movimento di Transizione a un certo punto ha intrecciato entrambi – Adele e Beppe. Vorrei chiamarli con il proprio nome di battesimo per onorarli come esseri umani in quanto tali e non per ruolo o appartenenza.
Adele, prima di essere stata chiamata alla sua candidatura politica all’interno del M5S, ha fatto il suo percorso nel mondo delle Transition Town, attiva a Bologna e anche nel gruppo nazionale. E, soprattutto, ha partecipato a diverse iniziative di formazione che proponiamo – dal Transition Training, passando dal seminario di Dragon Dreaming fino al workshop di ecologia profonda WTR (“Lavoro che Riconnette”). Dico questo, perché sono esperienze che cambiano anche il proprio modo di percepire e agire la realtà.
Beppe, invece, lo avevo conosciuto 2 anni fa quando sono andata a trovarlo a casa sua insieme ai blogger Stoneleigh (Nicole Foss) e Ilargi di The Automatic Earth e me lo ricordo come un incontro molto simpatico e gradevole. Vedi anche l’articolo scritto quasi un anno dopo, in periodo elettorale, da Ilargi. La mia percezione è stata quella di un uomo sicuramente dalla mente molto vivace e di grande carisma – ma mi colpì altrettanto la sua grande difficoltà ad ascoltare ed andare in profondità alle questioni. I due blogger sono degli analisti di scenari globali a livello finanziario e sociale molto seguiti e lui non fece una sola domanda, ma si perse nel proprio monologo da palcoscenico, quasi fosse schiavo di una parte da recitare sempre e comunque. Il tutto mi fece molto riflettere già allora. Era il tempo in cui correvano voci che Beppe si stesse interessando alla Transizione e infatti, in quell’occasione, gli regalai il Manuale della Transizione di Rob Hopkins contenta della sua disponibilità di voler approfondire. Certo, ora mi chiedo anche: chissà se l’avrà mai letto …
Tornando alla storia recente: quando seppi dell’elezione di Adele come senatrice del M5S, ho pensato che poteva essere una splendida occasione per ispirare i suoi compagni di viaggio (sia all’interno del suo gruppo ma eventualmente anche altri) su come utilizzare l’approccio della transizione anche in quel contesto. Diciamo sempre che nell’approccio di transizione per chi lavora sul cambiamento l’enfasi rimane soprattutto su COME fare le cose e non tanto COSA. Ho sempre pensato che il programma M5S contenesse delle ottime idee di base su COSA fare ma nel esplorare metodi di PROCESSO per diventare veramente un’approccio innovativo, inclusivo ed efficace verso il cambiamento c’era ancora parecchio lavoro da fare. Pertanto avevo suggerito ad Adele di farsi eventualmente da portavoce per suggerire un percorso di “coaching di transizione” all’interno del suo gruppo qualora ci fosse stata disponibilità ed interesse.
In generale tuttora nutro (e questa è una mia opinione personale) dei dubbi sul poter rivoluzionare dei sistemi e strutture esistenti (quindi anche quelli inerenti la compagine politica e istituzionale) in quanto qualsiasi sistema cerca comunque di autopreservarsi (non per bontà o cattiveria, ma per leggi naturali) per cui vedevo l’avventura grillina quasi come missione impossibile in quanto anche persone con nuova linfa e ottime intenzioni quando entrano nella “stanza dei bottoni”, spesso, per la ragione suddetta, con molta probabilità iniziano a comportarsi come chi li ha preceduti. Ma ciò non toglie che dove invece nutro tanta fiducia (se non è verso la capacità dei sistemi di cambiare), è verso le persone stesse e nel cambiamento dell’individuo tramite l’acquisizione di nuova consapevolezza per creare poi nuove modalità e strutture. Pertanto portare semi di transizione anche in quell’ambito mi sembrava in ogni caso una buona idea.
Per come conosco Adele, probabilmente ad un certo punto non è più riuscita a tollerare la distonia in termini di attitudini tra quelle proprie al suo essere e percorso fatto e il clima di grande rabbia nella quale è immerso Beppe.
Nella Transizione cerchiamo di capire, nel limite del nostro possibile, anche i “paesaggi interiori”, sia a livello individuale che collettivo, proprio perché poi essi rispecchiano quello che creiamo a livello esteriore, quindi quello che facciamo e le strutture che mettiamo in piedi. In questa epoca di grandi incertezze penso sia comprensibile che forti emozioni come rabbia possano affiorare e in certi momenti avranno sicuramente anche la loro funzione utile e sono importanti. Non voglio quindi colpevolizzare ne Beppe ne i suoi stretti sostenitori in quanto persone che trasmettono emozioni come la rabbia, in quanto è parte di un’espressione archetipica di ognuno di noi, utile per sfogare malesseri, ma fare riflettere sull’importanza di andare oltre e costruire il cambiamento davvero su basi diverse.
Spesso diciamo che non possiamo cambiare o costringere al cambiamento nessuno; cambiamento che non può essere imposto, ma solo facilitato creando gli spazi e le condizioni più adeguate affinché questo possa avvenire in modo consapevole e spontaneo. In condizioni dove regna divisione, tensione, giudizio, ecc. diventa pertanto molto difficile in quanto tendiamo a chiuderci e difenderci. Gandhi questo ce l’ha insegnato: non puoi costruire un mondo equo e di pace basandolo sulla prevaricazione e l’aggressività. Altra fonte d’ispirazione attuale la troviamo anche dal movimento creatosi in Turchia, in cui le forze repressive vengono contrastate con meditazione, danze e grande creatività. E’ quindi possibile fare diversamente.
Mi viene spontaneo fare anche una riflessione su Beppe e la questione della leadership. Ogni progetto nasce spesso dal sogno di una o poche persone e magari in una fase iniziale è naturale avere una persona con una leadership prominente. Ma poi, come anche in natura, le cose crescono e si evolvono e soprattutto un leader illuminato dovrebbe pensare alla successione e a come far vivere il proprio progetto anche oltre la sua personalità, proprio perché molti progetti se rimangono confinati al proprio Ego spesso prima o poi muoiono. Significa anche accettare il proprio passaggio e impermanenza. Sarebbe importante interrogarsi anche su cosa significa una sana leadership nel mondo dei network e della rete – che non dovrebbe essere intesa come “leader-less” (senza leader) ma, anzi, “leader-full” (pieni di leader, alternati, diffusi). Lo so che è dura e difficile, ma il momento in cui si ha il coraggio di “lasciare andare” può assumere una sorta di magia e sensazione di libertà. Personalmente, ripeto, personalmente ho interpretato questo momento all’interno del M5S come un momento di possibile crescita ed evoluzione in cui alcune persone iniziano a contestare il “padre” non per cattiveria o disobbedienza, ma spinti da un cambiamento fisiologico naturale in cui le idee, che prima erano altrui, vengono fatte proprie. Momenti di contestazione e dissidenza che a mio avviso dal “genitore” dovrebbero essere accolti senza paura ma con gratitudine e benevolenza in quanto significano acquisizione di una nuova consapevolezza e maturità da parte dei “figli”. Che sia stata quindi un’occasione persa?
A chi pensa che una votazione online per l’espulsione di Adele dal gruppo sia la massima espressione di democrazia, vorrei solo consigliare di esplorare modalità di relazione diverse come l’ascolto profondo ed empatico o il metodo del consenso. Meno pancia ma più cuore.
Concludo incoraggiando Adele a continuare a trasmettere i suoi semi di cambiamento presso chi avrà voglia di ascoltare ed accogliere mentre mando a Beppe e agli attivisti che lo sostengono tanta Luce, ne avranno bisogno …..
Post di grande spessore intellettuale e morale,
Rappresenta una filosofia di vita che mi auguro possa trovare eco e spazio di riflessione all’interno del M5S, ne hanno un grande bisogno in questo momento.
Mi associo all’idea di Ellen di non voler travalicare l’ambito di questo spazio con commento politici (anche se per me politica significa per me anche ragionare di transizione …) ma guardo con simpatia alla loro esperienza come una “possibilità” di cambiamento, dunque da sostenere in qualche modo suggerendo approcci transizionisti per fare il salto di maturità.
Ho grande speranza che il tempo da un lato e la gravità della situazione dall’altro possano far cambiare il punto di vista e quindi l’approccio all’interno delle nostre istituzioni, specie se amministrazioni locali.
Bellissimo post che condivido pienamente.
Aggiungo soltanto che anche le istituzioni potrebbero cambiare se cambiano le persone che ne fanno parte. Se in parlamento ci fossero tante persone come Adele che, oltre all’impegno politico, avessero dedicato tempo ed energia alla propria evoluzione personale sicuramente la situazione sarebbe diversa.
Purtroppo ci sono ancora tante persone che hanno bisogno di riconoscersi in un capo carismatico ed in un gruppo “diverso” da tutti gli altri, perché questo li fa sentire più sicuri.
Per questo ritengo molto importante continuare il processo di transizione, con particolare attenzione a quella “interiore”.
Per evolversi, e passare ad uno stadio successivo, il networker leader deve trasformare i nodi originari di una reta a loro volta in networker, in modo che creino connessioni tra mondi separati e sappiano coinvolgere altri nodi e altre reti.
Il ruolo del leader cambia da snodo unico degli scambi a facilitatore. Da leader diretto a leader indiretto.
grazie Ellen, un articolo molto bello. un abbraccio!
Inviato da iPad
Potevo avere empatia se solo la Senatrice si fosse dimessa e non passata al Gruppo Misto.
E’ interessante il post di Ellen e, a mio avviso, potrebbe essere letto come suggerimento verso tutti i moviimenti, compreso TI.
Si parla di “crescita interiore”, di “ascolto profondo” e, soprattutto, di “metodo del consenso” e, purtroppo, ho da obiettare che NESSUNA di queste prerogative può essere attribuita al nostro movimento, non ancora, perlomeno.
Sono aspetti di cui possiamo rispondere SOLO personalmente.
In relazione ad Adele ho, però, una curiosità personale. Mi piacerebbe capire perché lei, dotata di tutte le qualità che le attribuisci, ha preferito parlare con un giornalista (!) piuttosto che chiedere un’assemblea all’interno del M5S.
Agata Maugeri
Cara Agata,
ti sono molto grata per le tue osservazioni in quanto mi permettono a mia volta di ricordare quanto detto anche nella profezia dei guerrieri Shamballah (ricordi?), che asserisce che la linea sottile tra bene e male passa in mezzo al cuore di ciascuno di noi e quanto è importante “allenarsi” in “armi” quali la compassione e la consapevolezza per creare un mondo su presupposti diversi. E’ un percorso di cambiamento interiore dannatamente duro da apprendere e mettere in atto ed è per questo che è così importante che all’interno dei gruppi (qualsiasi essi siano) si crei la giusta atmosfera di sostegno a cui ogni individuo ha la responsabilità di contribuire, cambiando se stesso. Sono certa che anche tu in qualsiasi iniziativa di cambiamento o transizione ti trovi coinvolta, starai facendo del tuo meglio per contribuire in tal senso. Quello che poi possono essere i risultati non sempre dipende solo da te, da me, da noi. Quanto al perché Adele abbia parlato con il giornalista invece che in assemblea, a mia volta mi chiedo, conoscendola come persona molto equilibrata e paziente, quale disagio deve aver maturato per fare questa scelta (a parte che non ho trovato le sue osservazioni così terribili e scandalose – ma questo è un mio personale sentire e altri possono vederla in modo molto diverso). Provo a osservare le cose così come sono, cercando di non farmi prendere dai giudizi (chi sarei comunque per farlo?) e auspicare che questa crisi e sofferenza in tutte le parti coinvolte (anche di Beppe e i Grillini penso – solo che lo manifestano magari a modo proprio) possa far nascere una nuova Via. Vedremo. Abbracci, Ellen
Articolo molto bello, Ellen, di cui ho ammirato molto l’approccio non violento e la sottolineatura dell’importanza dell’ascolto, veri principi Gandhiani e Francescani, che mancano del tutto allo stile di Grillo. La propensione vendicativa, verso il PD, verso chiunque dissenta, verso i giornalisti, verso i suoi elettori (come il sottoscritto) che si aspettavano una qualche forma di collaborazione con chi persegue gli stessi valori, è subito emersa non appena Grillo si è misurato al di fuori degli spettacoli.
Di Adele ho ammirato molto la dignità, l’umiltà e la serenità con cui ha affrontato e subito questa gogna mediatica fortissima.
Grazie Adele
…sono pienamente d’accordo e condivido in pieno le riflessioni sulla leadership e quel che segue, con un po’ di tristezza anche a me comincia a sfuggire il (con)senso…
manù
Carissimi, avevo letto il post di Ellen appena pubblicato, e, a differenza del mio solito modo a volte “iperpartecipativo” non mi sono autorizzato a scrivere qualcosa, perchè mi sentivo completamente in sintonia e ciò mi bastava.
A distanza di qualche ora, con tutti i vostri commenti, nonostante il dispiacere per la vicenda dell’espulsione sento una profonda gratitudine per questo fatto e per quanto ne sia scaturito, e mi ritrovo in un senso di appartenenza completo e solidale con quanto è stato scritto fin’ora.
La mia esperienza diretta a “5 stelle” è recentissima, conta non più di un paio di mesi, ed è stata stimolata, pur con qualche perplessità, dalla assoluta mancanza di fiducia in ogni altra forma di partecipazione politica. Ma in precedenza avevo conosciuto e seguivo il blog di Beppe praticamente fin dall’inizio, fin quando credo circa 4 anni fa mi ero “autoespulso” perchè non riuscivo più a tollerare gli insulti continui che venivano scritti, non da Beppe ma dai troppi partecipanti che invece di approfittare positivamente della possibilità di intervenire “a briglia sciolta” e senza regole, squarciavano le loro personali dighe del buongusto con un uso smodato dell’invettiva fine a se stessa.
Parlando con molte persone, nell’ambito di Comitati per l’Acqua piuttosto che per la Salvaguardia dei Territori, NoTEM e altro, si fa sempre più strada l’idea che Beppe, dopo aver dato a tanti la possibilità di prendersi la responsabilità di NON DELEGARE stia, in qualche modo, creando una forza centripeta per fare in modo che i più coraggiosi si stacchino dal Movimento per andare a “contaminare” altre situazioni, forse l’unico modo (insieme alla mancanza di finanziamenti causa recessione) per scardinare il sistema dei partiti tradizionali,
Che ciò venga fatto in modo cosciente o meno, non è dato saperlo, ma mi pare che si a proprio quello che sta avvenendo, in una sorta di passaggio iniziatico di “Tradimento” senza il quale nessun Progetto può davvero dirsi maturo.
Rinaldo
ciao Ellen. D’accordo con quello che hai scritto. Ma come sei diventata saggia…:-) un abbraccio
Rinaldo concordo con te: si tratta di tradimento e nulla più. Si viene eletti con uno scopo e poi si cambia idea, nulla di male, ma sempre tradimento è
Pur rispettando la sua visione, non posso permettere che venga travisato il mi pensiero (spero in buona fede): a Davide mi tocca quindi, di malavoglia, ricordare che avendo virgolettato quella terribile parola “Tradimento” le avevo riservato una valenza tutt’altro che negativa.
La figlia “tradisce” il padre quando s’innamora e se ne va di casa, ma senza questo tradimento i clan resterebbero dopo un po’ sterili dando luogo a mutazioni teratogene e malformazioni… Così le Idee se vengono troppo compresse entro i limiti, più o meno ristretti, del Gruppo, si autoassolvono e si replicano senza dar luogo a nuovi sviluppi fecondi, e portano al dissolvimento…
Purtroppo l’aver assistito a decenni di “inciucio” dà a qualcuno l’idea che dietro a una critica o a un tentativo di collaborazione ci sia sempre un secondo, losco “fine”. Bene, se non cominciamo noi a pensare che una parola fuori dal coro non debba essere rispettata ed ascoltata, ebbene, abbiamo già perso.
bellissime parole che hanno ammorbidito un dispiacere ed un disagio che provo da giorni. L’esclusione, comunque la si voglia giustificare, è un atto difficile da mandar giù tra persone che devono sentirsi alla pari. Oltretutto la gravità della situazione non dovrebbe permettere la perdita di alcuno. Questo piccolo nucleo di persone non può permettersi una lotta intestina alla ricerca del migliore o dei migliori degli “eletti”. Giusto consiglio di Ellen: che si facciano aiutare sia a comunicare sia ad accettarsi.
Giselda Salvati
Tutto molto interessante, resta il fatto che Beppe era così già quando lo hai conosciuto, sempre sopra le righe, non è strano che prima andava bene e adesso invece “sbaglia”? Io ero contraria all’espulsione, la maggioranza ha deciso diversamente.
Io sono concreto e per il momento Beppe é l’unico che serve al m5s in maniera imprescindibile. Senza di lui il m5s sarebbe ininfluente .
Purtroppo, anche per le troppe ragioni espresse nei post, è necessario prendere atto e esser convinti che il M5s, NULLA sarebbe stato, finora,SENZA la personalità di Grillo e il pervasivo lavoro di Casaleggio e co. attraverso il blog. Online e nelle piazze, e ora anche dentro le istituzioni repubblicane. Pur essendo critico verso i blog come strumenti di comunicazione (meglio sarebbero Liquid Feedback e i wiki) e men che meno di democrazia diretta, penso che tutto è perfettibile a questo mondo. Per il futuro del M5s sono auspicabili tanto un contenimento di una certa euforia verticistica, prima inefficace che pericolosa, quanto la consapevolezza che, senza la “rabbia creatrice” di Beppe, non si sarebbe, come siamo, diventati una forza politica e parlamentare di massimo rispetto, capace come sarà di portre moralità e cambiamento dentro istituzioni ormai vetuste e maleodoranti. Il moVimento migliorerà e crescerà, anche attraverso vicende (scissioni e divisioni) tanto dolorose sul piano umano, quanto necessarie sul piano storico
Brava Ellen, bellissimo post e molto interessanti i commenti successivi. Quello che mi ha sempre lasciato perplesso nella versione “elettorale” del M5S è stata sempre la discrepanza tra il COSA si diceva di voler fare e il COME lo si si sta facendo. Giustamente Ellen ribadisce la centralità del COME, la forma che diventa sostanza. Altrimenti è come se uno stato che ripudia la guerra nella sua costituzione partecipasse a missioni di pace con dei militari…(no comment). Per questo non credo affatto che la figura di Grillo sia così indispensabile mè tantomeno utile. Le energie positive degli attivisti M5S avrebbero trovato altri sbocchi per provocare piccoli pezzi di cambiamento. Certo, se si considera il successo elettorale come un traguardo, un buon risultato, allora Grillo, Casaleggio e tutta la macchina organizzativa sono fondamentali. Ma vincere (o quasi) delle elezioni per poi restare prigionieri delle vecchie modalità NOI/LORO amici/nemici ecc. è come esultare per essere stati convocati in una squadra e poi giocare male e far perdere i propri compagni. Vincere le elezioni poteva essere il mezzo, non il fine. E se per tenere alta la tensione e cercare di stravincere alle prossime si devono perseguire certe tattiche, si perde la vittoria nella strategia di fondo. Chi dice che anche senza “questo” M5S le idee e soprattutto i MODI della transizione (che poi derivano dai tanti giganti che avete tutti citato) non possano farsi strada colonizzando tutte le forze politiche e portando a un vero cambiamento, più lento ma più incisivo?
Belle parole senza dubbio analisi approfondita e ben condida, un po vi invidio io non sono così bravo a scrivere. Ma so ascoltare.
andrebbe tutto bene se la gambaro nella sua intervista non dicesse 2 grosse scemate.
imputare ai toni di beppe (gli stessi da oltre 20 anni) la presunta disfatta alle amministrative è una valutazione grossolana e priva di fondamento.
per spiegarmi vi propongo una domanda, considerato che nel lazio si è votato contemporaneamente per le politiche e per la regione con questo risultato:
25% politiche
14% regionali
secondo voi:
il 25% è merito di beppe? o è il 14% ad essere colpa di beppe?…
O più ragionevolmente gli scarsi risultati che il m5s ottiene alla amministrative vanno ricercati da un altra parte?
seconda scemata:
come fa ad attaccare il Parlamento se non c’è mai stato, ci sono scolaresche e persone che vengono da tutta italia… (sconvolgente)
La gambaro in sostanza ritiene di poter negare il giudizio sul parlamento ad una persona adulta, che sia il sottoscritto (neanche io ci sono mai stato) o che sia beppe, solo perchè non è mai stata visicamente in parlamento?!
Secondo lei non siamo in grado di farci un opinione sui danni fatti da chi occupa da oltre 20 anni quell’aula solo perchè non ci siamo mai stati?!
La prossima volta suggerite alla gambaro di contattarvi così le date una mano a trovare scuse più credibili.
E meno male che non sei bravo a scrivere! Complimenti, hai centrato perfettamente il problema!
Buongiorno.
Sono un permacultore portavoce Consigliere Comunale M5S del Comune di Grosseto.
Sono anche uno dei fondatori del Movimento, attivo dal 2005. Sono uno di voi, uno che si è formato grazie anche ai bellissimi incontri, corsi, appuntamenti che, diciamocelo, stanno all’interno di una grande comunità di persone splendide. Transizione, permacultura, decrescita e via dicendo, sono parole d’uso comune per me, parole che abbiamo fatto esordire anche all’interno delle Istituzioni locali, con non poca indifferenza.
Voglio però sottolineare alcuni aspetti decisamente importanti sul MoVimento che sembra, dalle parole qui scritte, denotino una errata interpretazione del fenomeno pentastellato.
Intanto suggerirei di fare attenzione ad utilizzare le parole in modo superficiale, senza prima aver contato almeno fino a tre. L’amica Ellen dipinge uno scontro, un conflitto tra Grillo e la Gambaro. Non è assolutamente così. Il conflitto la Gambaro ce l’ha con se stessa e forse ne è pure inconsapevole. Al contrario di quello che dice la Gambaro, il M5S non è Grillo, siamo noi, tutti noi cittadini attivi e partecipi che gli abbiamo detto di tornare ad impegnarsi proprio tra di noi, se ne avrà voglia, dimettendosi.
Che sia chiaro a tutti una cosa: un eletto con il M5S ha un solo compito, quello di portare soltanto la voce, la linea politica, le idee e i progetti che sono condivisi, che sono l’espressione della maggioranza. Le opinioni personali non hanno spazio e la Gambaro ha commesso un gravissimo errore, oppure è in malafede. L’eletto M5S è virtualmente soggetto alla revoca del mandato, ne è al corrente prima della sua elezione, ne deve prendere atto dopo la sua elezione e dimettersi da Parlamentare.
Queste sono le regole (per me importantissime in una fase iniziale di crescita di un movimento politico rivoluzionario) che ci siamo dati e che vanno, una volta nella vita, rispettate!
Prima di scrivere ho riascoltato l’intervista della Gambaro e la convinzione è sempre la stessa: non ha capito nulla di cosa sia il M5S, oppure è in malafede. Non la conosco, potrebbe essere una brava persona e pure intelligente, ma quest’ultima caratteristica, sicuramente, non ha fatto presa nelle discipline politiche “attuali” della Senatrice. La sua uscita è stata infelice, stolta, sciocca (o c’è dell’altro?).
La senatrice Gambaro poteva tranquillamente incontrare Grillo, fare una telefonata, meglio ancora confrontarsi con i suoi colleghi, dopodiché dimettersi serenamente dicendo “scusate mi sono sbagliata”.
Arrivare a difendere un Parlamento vuoto come il nostro, contraddicendo quel bellissimo e verissimo post di Grillo, è stato un errore gigantesco, oppure un appiglio per arrivare con la mente lucida alla meta prefissata. Illustri costituzionalisti ed altri personaggi hanno unanimemente dato ragione a Grillo sul Parlamento, tranne che la Gambaro, la quale denota anche una quantomeno inusuale e singolare lettura della nostra Costituzione. E poi, Grillo sono almeno 30 anni che si esprime così, la Gambaro se ne accorge soltanto adesso? Suvvia!
Ad Ellen dico che un conto è il movimento delle Transition, un’altro è fare politica in questa orribile arena che non abbiamo scelto noi, noi che invece abbiamo deciso di impegnarsi anche in questo campo. Cara Ellen, non siamo ancora nel “pianeta verde” dove si governa con l’empatia, con l’ascolto, con il metodo del consenso. Bello che sarebbe!! Magari fossimo un popolo già talmente maturo! Peccato che in mezzo c’è il sistema economico partitocratico delinquenziale da radere al suolo altrimenti non vai da nessuna parte. Sarebbe l’ora che in molti (compreso qualche altro Parlamentare frequentatore di questo blog) incominciassero a capirlo fino in fondo. Fai una prova, vai dal PD e dal PDL ed empaticamente parlando, invitali fuori dalla porta.
Il comportamento della Gambaro è da irresponsabili e la rete ha applicato il recall in un Paese dove quando si è entrati in Parlamento, all’arrivo della chiamata, è perennemente occupato.
Ci sono due mondi, un mondo nuovo al quale appartengo con la vita di tutti i giorni, al quale appartengono molte altre persone. Un mondo nuovo che comunque si sta formando, sarà un lento percorso ma inarrestabile. C’è poi un’altro mondo, quello attuale, che potrebbe rovesciarsi tutto nel primo anche rapidamente, ma per farlo occorre agire politicamente con menti lucide, ferme e decise, con l’utilizzo di un modello e di un metodo ben delineato: un regalo, un miracolo che Grillo ha donato agli italiani che, essendo tali, stanno gettando forse al vento. E allora non rimarrà che percorrere la prima strada, quella di un mondo nuovo, con pazienza, tanta pazienza.
Grazie tante Adele. Acuta politologa di transizione. Pensavi di essere una rappresentante del popolo italiano e delle Istituzioni, e invece eri soltanto una portavoce. C’è una grossa differenza.
p.s. per Zaccagnini
In merito agli OGM, ci sono persone leali, preparate, serie e con il dono del sapere cosa fare, come il prof. Giuseppe Altieri ed alcune associazioni che gli è stata chiusa la porta in faccia, facendo entrare invece persone dalla doppia personalità, vendute, pronte a tutto pur di agevolare le multinazionali; persone FALSE attive in associazioni FALSE.
Ti ho chiesto un incontro, una telefonata. Hanno seminato gli OGM e chi ti sta accanto, probabilmente, da un lato fa finta di essere dalla nostra parte, dall’altro se la ride a tasche piene! Hai il dovere e l’obbligo di portare in Parlamento la voce dei cittadini preparati e battaglieri come il Prof. Altieri. Venerdì prossimo incontreremo 4 parlamentari M5S a Grosseto. Vieni anche tu? Parla con Artini.
Grazie per aver interpretato anche il nostro pensiero con il tuo scritto!
P.S. La sig.ra Gambaro prima dell’avventura col m5s ha dichiarato che conosceva e apprezzava Grillo e andava ai suoi spettacoli. Grillo è sempre lo stesso, come la mettiamo Adele?
Non conosciamo “Transizione”, ma da quello che abbiamo letto qua sopra, se Grillo è la padella, “Transizione” è la brace!
Ciao,
volevo rispondere, ma direi che la tua analisi è per me perfetta.
Sottolineiamo però qualche fatto che magari passa in secondo piano:
a) la Gambaro è stata espulsa *DAL MOVIMENTO*, certo non da Grillo. Questo a me sta bene (e, per chiarezza, sono tra quelli che hanno votato “no”), anzi benissimo, anzi auspico che la democrazia diretta diventi lo standard in Italia
b) Per me questo post non è altro che una ripicca fatta da una persona che ha visto “trattar male” la sua prediletta. Non ci sono altri modi per leggerlo, ed è inutile girarci intorno. Questo racconto dell’incontro con Grillo, quel “chissà se l’avrà mai letto” buttato lì etc, sono per me fin troppo chiari
c) Il finale è veramente folle: “A chi pensa che una votazione online per l’espulsione di Adele dal gruppo sia la massima espressione di democrazia, vorrei solo consigliare di esplorare modalità di relazione diverse come l’ascolto profondo ed empatico o il metodo del consenso. Meno pancia ma più cuore.”. Ossia, andremo a votare tuti insieme in fila, e sceglieremo delle persone che “empaticamente” “consiglino” cosa votare? Ma dai … ripeto: IMHO è veramente folle. Pensare di usare delle pratiche che possono essere valide in un contesto ristrettissimo per delle elezioni è … da folli, non trovo altro termine.
Concludo con: mi aspetto che la Gambaro, non più in sintonia con Grillo ma (spero ben) con il M5S, si tagli lo stipendio a 5000 lordi come da patto fatto con i suoi elettori. Se così sarà (e non solo il primo mese per facciata) potrei quasi ricredermi su di lei (nonostante il fatto io abbia votato per il No alla sua espulsione, la mia opinione è che semplicemente voglia tenersi tutti i soldi, come gli altri andati nel famigerato “gruppo misto”); se non sarà come la penserà Ellen? Dirà che fa bene? Dirà che non c’entra nulla? Farà un contropost a riguardo?
Ha poco di realistico questa interpretazione:
“Per come conosco Adele, probabilmente ad un certo punto non è più riuscita a tollerare la distonia in termini di attitudini tra quelle proprie al suo essere e percorso fatto e il clima di grande rabbia nella quale è immerso Beppe.”
Il motivo è presto detto: nessun parlamentare sente mai o parla mai con Beppe. Né tantomeno vive nel contesto in cui egli è immerso, visto che a Roma è sceso due volte appena, per qualche ora. Viceversa, ogni parlamentare è immerso nel contesto dei propri compagni di viaggio, che pensano a lavorare, ad imparare, a confrontarsi con serietà in Parlamento e non certo a esprimere rabbia.
Gli umori di Beppe, insomma, a Roma non arrivano proprio. Se si esclude ovviamente ciò che esprime sul blog… ma quello si ripete da anni, ed è strano che la signora Gambaro trovi oggi insopportabile ciò che per anni ha apprezzato, al punto di accettare una candidatura sulle basi delle idee del blog.
Se considera Beppe un violento, insomma, poteva ampiamente accorgersene prima.
Quanto alla leadership, Beppe ci pensa eccome, anzi decisamente non vede l’ora. Ma c’è un piccolo particolare: il MoVimento è contrario per principio alla leadership, in quanto suprema espressione di rappresentanza personalistica che il MoVimento non condivide. Accetterebbe la signora Adele che il deputato Rossi o la senatrice Verdi diventino i suoi “leader”? Ne dubito fortemente. E così tutto il resto degli attivisti.
Probabilmente accadrà in modo naturale. Ci vorrà un po’ di tempo. Ma sembra che tutti si siano dimenticati che sono lì da appena tre mesi…
Cordiali saluti
Uno “che sa”
Da cittadino sono contento che la senatrice Gambaro abbia fatto la scelta che ha fatto. I parlamentari rappresentano il popolo italiano, e mi fa piacere sapere che al Senato ci sia un’esponente politica che lavora per la transizione. Peccato che il M5S non sia in grado di gestire la diversità al proprio interno.
Non stiamo a fare giri pindarici, senza Grillo il movimento non esisterebbe, Gambaro ha fatto un grave errore e ha nuociuto al movimento in un momento delicato, a me sembra nella migliore delle ipotesi un’oca giuliva. Quanto a Transizione è la prima volta che la sento, attenzione, manteniamoci in una posizione pragmatica, siamo onesti e sinceri e….un po’ umili, nessuno di noi ha la verità in tasca, cerchiamo di lavorare per il bene di tutti.
senza Grillo il movimento non esisterebbe,e senza Zaccagnini non potrà che prendere il volo. Liberiamoci delle mele marce!!
Amen!!! Patetico racconto ed anche amorale dal punto di vista etico. Sentenza banale e psicanalisi da due, anzi, da un soldo……Se la mente della Gambaro rispecchia in utto o solo in parte il tuo pensiero, sai che ti dico? Aaaahh che liberazione…pesante eeeehh
Grillo, Grillo e ancora Grillo
Da Misano Adriatico come attivista del m5s condivido in.maniera forte quanto scritto da Giacomo Gori,