Conferenza italiana Facilitatori 2016

Schermata 2016-06-10 alle 13.54.16

Come preannunciato stiamo organizzando con IAF Italy (Associazione Internazionale Facilitatori) questo momento di incontro tra chi si occupa di facilitazione in modo professionale (…più o meno).

Si terrà terrà tra il 20 e il 22 ottobre a Milano e l’abbiamo chiamata “L’era della collaborazione” perché ci pare che, tra le tante cose che stanno succedendo, si nota questa voglia/necessità di lavorare insieme che emerge tra i tanti soggetti della società civile. È un’epoca di conflitto e un’epoca di dialogo, e con tutto questo la facilitazione ha molto a che fare.

Comunque è una prima occasione per conoscersi meglio e scambiarsi idee, esperienze e metodologie, basata su una struttura molto semplice fatta di tanti workshop e di un OST.

Tutte le informazioni e le istruzioni per iscriversi le trovate sul sito IAF. È importante iscriversi subito perché sono le iscrizioni che rendono l’evento possibile… ci vediamo là?

Immaginiamo la transizione

In cerca di nuove visioni. “Decolonizzare l’immaginario?” / svuotarci la testa / destrutturare, ristrutturare / trovare il ritmo / l’accordo / esplorare / esprimere il genio di vivere in tempi di incertezza / testimoniarlo / raccontarlo / riattivare circuiti di feedback / col mondo / mostrare / al mondo / come ci si sente / cosa si sente sente / a vivere / tempi / di transizione

Parole http://trattiditransizione.tumblr.com/

Musica http://accorditransizione.tumblr.com/

Immagini http://immaginarioditransizione.tumblr.com/

Movimento http://sceneditransizione.tumblr.com/

Palcoscenico https://teatrointransizione.wordpress.com/

 

rete

 

 

 

Assemblea Transition Italia: cosa è successo

Non è facile raccontare con occhio imparziale e obiettivo quello che è successo durante questa assemblea di Transition Italia. In questo momento il mio ricordo è ancora legato agli abbracci e saluti finali dove, con emozione e riconoscenza reciproca, le vecchie amicizie si sono consolidate ancora di più, e i nuovi incontri hanno prefigurato future connessioni.

Ma è meglio partire dall’inizio per descrivere con ordine la successione dei fatti.

Sabato 14 e Domenica 15 maggio si è tenuta a Bologna l’assemblea annuale di Transition Italia. Ma la Transizione è la Transizione! Ed è difficile immaginare che 50 persone impegnate in iniziative locali di transizione possano generare  un’assemblea convenzionale.

E’ certo che l’assemblea diventa un  momento coinvolgente, formativo, divertente, artistico, partecipativo ed esplosivo, frutto meraviglioso del genio collettivo a cui viene data la libertà di manifestarsi.

Tutti sappiamo che normalmente le assemblea di un associazione servono come momento istituzionale per l’approvazione del bilancio e per la definizione delle linee di indirizzo da sviluppare nel futuro. Rendicontazione di cifre spese e incassate, letture di interventi programmatici il più delle volte noiosi, e veloci votazioni.

Tutte le incombenze sono state rispettate, inserendole in un programma ricco di tanti momenti diversi, in una successione fluida e leggera.

ti1La mattina del sabato è stata dedicata a presentarci. Abbiamo scelto due modalità particolari. Luca Malservisi, uno dei timonieri del progetto “Teatro in Transizione”, ha coinvolto una decina di noi per proporre una serie di imperdibili scenette basate sull’improvvisazione dove sono state riviste in modo ironico alcuni ruoli tipici presenti nei gruppi di transizione. Grande successo per tutti gli sketch.

L’ultima parte della mattina l’abbiamo passata con il “Pecha Kucha show”. Il format Pecha Kucha, nato nel 2003, identifica una modalità di presentazione di un tema, di un’opinione o di un progetto in modo breve e coinciso. 20 slide presentate ciascuna in 20 secondi. Il relatore ha a sua disposizione poco più di 6 minuti, Attualmente è uno dei modi più creativi ed efficaci per scambiarsi informazioni, per conoscere progetti interessanti, per presentare sogni e visioni.

Dopo un abbondante pranzo condiviso, che ci ha ricordato che il processo testa, cuore, mani, per noi italiani non può che finire con la pancia; Martina e Giulio ci hanno guidato nell’Open Space Technology. E’ uno strumenti di partecipazione dal basso, molto usato nei processi di transizione. E’ flessibile e permettere di cogliere i bisogni e le questioni che emergono con più forza in quel preciso momento. Tutti i temi proposti erano legati da un filo comune intorno alla domanda: “Come Transition Italia può  sostenere e supportare le iniziative di transizione locale ?” E con gli incontro avuti su questa domanda è terminata la prima giornata.

La Domenica si è aperta con esercizi di riscaldamento fisico, poi Cristiano ha presentato un tema cruciale per tutti noi. Il titolo “Dai gruppi ai flussi” forse non è chiaro subito.

In estrema sintesi nel suo intervento, Cristiano ci ha ricordato come sia importante andare oltre alla sola dimensione tradizionale di un gruppo di transizione, scoprire le potenzialità di un nuovo ti3ruolo: il connettore di flussi. Se da un lato il gruppo può svolgere un ruolo importante nel diffondere nuovi modelli di stili di vita, rafforzare e riscoprire competenze e capacità dimenticate, corre però il rischio di attivare solo le persone che in qualche modo “sono già simili”. Il processo di transizione  a livello planetario, per affrontare i temi urgenti e non procrastinabili, dei cambiamenti climatici e del picco del petrolio, richiede il coinvolgimento di una grandissima parte della popolazione, anche coloro che non sono simili e noi. Importante e che ciascuno per la sua parte, riorienti quegli aspetti di consapevolezza e comportamento necessari ad affrontare questa grande svolta. E il connettore di flussi ha delle potenzialità specifiche che possono sostenere questo processo.

Dopo una simile trattazione non poteva mancare un momento più leggero. E qui abbiamo dato il meglio di noi stessi. Guidati da Paolo e Santosh si è data lettura, o meglio si è data la voce cantata, al bilancio Transition Italia 2015. Era scontata la sua approvazione all’unanimità!

La mattinata si è poi conclusa con la presentazione da parte di Pierre Houben della proposta, in linea con l’approccio sociocratico, della formazione di cerchi di persone che si prendessero la cura e la responsabilità di aspetti specifici per sostenere le azioni dei gruppi locali nel processo di transizione. Sono stati definite alcune necessità che si sono concretizzate in altrettanti cerchi. Quindi oltre al cerchio del Consiglio formatosi lo scorso anno, ora sono in via di strutturazione i cerchi che si occuperanno di comunicazione interna ed esterna, di rapporti con il Transition Network internazionale, di formazione, di transizione interiore, e ultimo ma non meno importante, un cerchio per esplorare nuove frontiere e nuove dimensioni legate al cambiamento.

ti4Il pomeriggio della domenica ha dato il modo a tutti i presenti di celebrare e festeggiare questa assemblea intensa e ricca di stimoli per tutti. Anna Iorio, cantautrice dell’anima e grande amica della Transizione, con la sua voce e i suoi testi profondi e ispirati, ha aggiunto una dimensione poetica all’incontro.

E per finire Ellen ci ha guidato in un semplice rito di ringraziamento e di celebrazione, per dare energia e connessione all’impegno di ciascuno dei presenti, felicemente consapevoli di essere tutti più “flussibili”.

Assemblea 2016, un piccolo ricordo…

Più che altro per quelli che c’erano, un piccolo ricordo dei due giorni in cui ci siamo incontrati con la scusa dell’Assemblea Ordinaria annuale di Transition Italia. Come sempre abbiamo mescolato cose serie e profonde ad altre leggere e giocose, ma penso che alla fine tutti abbiano sentito l’intensità del momento.

Se ho sbagliato qualche nome fatemi sapere…

Ospiti speciali in assemblea

Tempo di assemblea per Transition Italia e, beh, per tutte le Associazioni d’Italia a dire il vero… ma naturalmente, non è la “solita assemblea”: ed ecco alcune delle cose che ci siamo immaginati…

Il racconto del bilancio dell’anno precedente è doveroso e necessario per motivi sia amministrativi che di trasparenza… e noi, doverosamente, lo faremo cantato, la mattina di domenica 15 maggio.

Anna Iorio in concerto

Anna Iorio in concerto

Sempre in tema di musica, durante la Transition Fest 2015 (perché quest’anno non c’è? Perché è biennale!) siamo stati deliziati dalla voce di Anna Iorio che, ormai eletta a usignolo della Transizione, ci accompagnerà nella fase più celebrativa di una due giorni già parecchio celebrativa di per se, domenica pomeriggio.

 

 

 

E ancor prima, sabato mattina, chissà cosa ci inventeremo, con l’aiuto della ciurma del Teatro in Transizione, con-per-fra-su Zoè Teatri.  Abbiamo immaginato un flusso da festa a assemblea, che  celebri la ricchezza artistico-teatrale che caratterizza la via italiana alla transizione negli ultimi tempi… ci sarete? Info e form di iscrizione su QUESTA PAGINA 

Sulla nave della transizione (si, quello è Rob)

Sulla nave della transizione (si, quello è Rob)

 

 

Sabato e domenica Transition Italia in assemblea

ASSEMBLEA ANNUALE TRANSITION ITALIA 2016

PROGRAMMA QUASI DEFINITIVO
Maggiori informazioni e form di iscrizione qui: PAGINA ASSEMBLEA

SABATO 14 Maggio

Ore 9:00 Apertura sede – accoglienza partecipanti – registrazione e iscrizioni

Ore 9:45 Introduzione – Cosa faremo – Accordi di base – Presentazioni

Ore 11:00 Teatro in Transizione

 

Ore 11:20 Pausa caffè

Ore 11:50 Teatro in Transizione

Ore 12:00 Pecha Kucha – presentazioni di progetti e iniziative

 

Ore 13:00 Pausa pranzo

 

Ore 14:45 Apertura Open Space – “Come possiamo contribuire a sostenere la rete di iniziative della transizione italiana?”

 

Ore 18:00 Fine lavori

 

DOMENICA 15 Maggio

 

Ore 9:00 Apertura sede – accoglienza – registrazione per pranzo Ex-Equo

Ore 9:45 Riepilogo delle puntate precedenti

Ore 10:00 “Dai gruppi ai flussi” – presentazione

 

Ore 10:45 Bilancio cantato

Ore 11:00 Come organizzarsi in cerchi, sperimentazioni di sociocrazia

Ore 11:45 Formazione dei cerchi

 

Ore 13:00 Pausa pranzo

 

Ore 14:30 Concerto di Anna Iorio

Ore 15:30 Formazione e celebrazione dei cerchi

Ore 16:15 Giro di chiusura

Ore 16:30 Fine lavori

Fermarsi a riflettere

 

Non sempre ci prendiamo il tempo che servirebbe per interrogarci su quello che stiamo facendo, sul senso delle cose che ci girano attorno. In questi mesi il gruppo del Transition Network ha deciso di rielaborare la loro attività attraverso un periodo di riflessione profonda e di riconversione tra tutti i componenti della struttura.
Trovate in questo post di Sarah un riassunto di come questo processo si è svolto e nel filmato qui sopra Rob ha catturato le riflessioni personali dei partecipanti (tutto per anglofili), anche per chi non capisce la lingua, credo che il messaggio importante sia quello dell’importanza di fasi come questa.

AL1

Nasce il Transition Hub della Climate KIC (di Francesca Cappellaro)

Il 2 febbraio ho partecipato per Transition Italia all’evento di lancio del Transition Hub della Climate KIC. La Climate KIC è una delle Knowledge and Innovation Communities (KIC) create dallo European Institute of Innovation and Technology per catalizzare l’eccellenza, l’innovazione e la crescita in Europa. In particolare questa iniziativa europea si focalizza sul tema del cambiamento climatico nel quadro di Climate-KIC, con la finalità di gestire l’innovazione verso una società a ridotte emissioni di CO2, sviluppando un insieme di know-how interdisciplinari. Tra gli approcci promossi dalla Climate KIC vi è il transition thinking e anche il system thinking oltre che promuovere progetti ed esperienze “learning-by-doing”.

Grazie al supporto della Climate KIC Emilia Romagna, Transition Italia ha recentemente organizzato il corso Facilitatore della transizione che si è tenuto a Bologna da ottobre a dicembre 2015. Il corso è stata un’esperienza molto positiva e abbiamo compreso che la Climate KIC è quindi un soggetto istituzionale aperto a costruire collaborazioni per supportare i processi di transizione. E’ in questo contesto che si inserisce la nascita del Transition Hub che si propone come una rete per mettere a sistema le competenze nel campo della transizione a livello europeo.

L’incontro del 2 febbraio si è aperto con una riflessione sulla COP21, sottolineando l’importanza di avere strumenti che supportino la gestione delle complessità che derivano dalle sfide del cambiamento climatico e dalla crisi globale. Rispondere a queste sfide richiede il coinvolgimento attivo di diversi attori: dai governi alle imprese, dalle ONG ai cittadini. Tutti siamo chiamati a contribuire alla transizione verso una società low carbon. L’obiettivo del Transition Hub è proprio quello di raccogliere i numerosi soggetti che livello europeo e anche internazionale si occupano e mettono in pratica la transizione per condividere gli approcci e gli strumenti, al fine di costruire una transition toolbox.

All’incontro erano presenti centri ricerca, università, soggetti politici e governativi, esperti di innovazione ed organizzazioni tra cui anche agenzie internazionali come OECD e EEA. In particolare è stato presentato un recente rapporto della OECD che sottolinea l’importanza di adottare una visione di sistema (system thinking) e in particolare individua la transizione come approccio di riferimento per l’innovazione sistemica. Tra gli strumenti di transizione è stato inoltre evidenziato il Transition Management sviluppato dal DRIFT Dipartimento dell’Università di Rotterdam e che ha molte sinergie con i percorsi e le iniziative delle Transition Towns.

All’incontro è emersa fortemente la necessità di avere persone competenti che sperimentano percorsi di transizione (transition practitioner) e anche formatori (transition coach) in grado di supportare processi di transizione per una loro diffusione a livello di pubbliche amministrazioni, industrie, imprese e anche a livello politico. Il Transition Hub si propone anche come centro di formazione per rafforzare la costruzione di competenze nel campo della transizione. In particolare si stanno avviando percorsi di certificazione delle competenze nel campo delle transizione a livello professionale e anche bandi per la selezione di transition coach che operino a livello locale e anche internazionale per facilitare percorsi di transizione.

Ulteriori informazioni su: http://www.climate-kic.org/events/transitions-hub-launch-event/

Nasce il Transition Hub della Climate KIC

 

 

(di Francesca Cappellaro)

Il 2 febbraio ho partecipato per Transition Italia all’evento di lancio del Transition Hub della Climate KIC.

La Climate KIC è una delle Knowledge and Innovation Communities (KIC) create dallo European Institute of Innovation and Technology per catalizzare l’eccellenza, l’innovazione e la crescita in Europa. In particolare questa iniziativa europea si focalizza sul tema del cambiamento climatico nel quadro di Climate-KIC, con la finalità di gestire l’innovazione verso una società a ridotte emissioni di CO2, sviluppando un insieme di know-how interdisciplinari. Tra gli approcci promossi dalla Climate KIC vi è il transition thinking e anche il system thinking oltre che promuovere progetti ed esperienze “learning-by-doing”.

Grazie al supporto della Climate KIC Emilia Romagna, Transition Italia ha recentemente organizzato il corso Facilitatore della transizione che si è tenuto a Bologna da ottobre a dicembre 2015. Il corso è stata un’esperienza molto positiva e abbiamo compreso che la Climate KIC è quindi un soggetto istituzionale aperto a costruire collaborazioni per supportare i processi di transizione. E’ in questo contesto che si inserisce la nascita del Transition Hub che si propone come una rete per mettere a sistema le competenze nel campo della transizione a livello europeo.

L’incontro del 2 febbraio si è aperto con una riflessione sulla COP21, sottolineando l’importanza di avere strumenti che supportino la gestione delle complessità che derivano dalle sfide del cambiamento climatico e dalla crisi globale. Rispondere a queste sfide richiede il coinvolgimento attivo di diversi attori: dai governi alle imprese, dalle ONG ai cittadini. Tutti siamo chiamati a contribuire alla transizione verso una società low carbon.

L’obiettivo del Transition Hub è proprio quello di raccogliere i numerosi soggetti che livello europeo e anche internazionale si occupano e mettono in pratica la transizione per condividere gli approcci e gli strumenti, al fine di costruire una transition toolbox.

All’incontro erano presenti centri ricerca, università, soggetti politici e governativi, esperti di innovazione ed organizzazioni tra cui anche agenzie internazionali come OECD e EEA. In particolare è stato presentato un recente rapporto della OECD che sottolinea l’importanza di adottare una visione di sistema (system thinking) e in particolare individua la transizione come approccio di riferimento per l’innovazione sistemica.

Tra gli strumenti di transizione è stato inoltre evidenziato il Transition Management sviluppato dal DRIFT Dipartimento dell’Università di Rotterdam e che ha molte sinergie con i percorsi e le iniziative delle Transition Towns.

All’incontro è emersa fortemente la necessità di avere persone competenti che sperimentano percorsi di transizione (transition practitioner) e anche formatori (transition coach) in grado di supportare processi di transizione per una loro diffusione a livello di pubbliche amministrazioni, industrie, imprese e anche a livello politico.

Il Transition Hub si propone anche come centro di formazione per rafforzare la costruzione di competenze nel campo della transizione. In particolare si stanno avviando percorsi di certificazione delle competenze nel campo delle transizione a livello professionale e anche bandi per la selezione di transition coach che operino a livello locale e anche internazionale per facilitare percorsi di transizione.

Ulteriori informazioni su: http://www.climate-kic.org/events/transitions-hub-launch-event/

“Demain” il film

Demain

Aggiornato il 4/10/2016

Documentari  cosiddetti “ambientalisti” ne abbiamo visti tanti fino ad oggi, ma “Demain” è un po’ speciale e mi ha fatto venire voglia di fare una recensione quasi seria. In Italia dovrebbe arrivare in ottobre, distribuito dalla Luky Red, in Francia ha richiamato molto pubblico nelle sale e ha vinto il César 2016. Grande successo anche in Belgio (io l’ho visto lì la prima volta e rivisto ora in Danimarca) ed è in uscita in Olanda e progressivamente in molti altri paesi.

I piani del distributore italiano non li conosco, ho provato a contattarli ma non mi hanno risposto, le indicazioni sul distributore le abbiamo da Cyril quindi direi che sono esatte, ma se ci saranno notizie su uscita, titolo italiano e possibilità di programmare anteprime cercherò di farlo sapere (in altri paesi i distributori si stanno rivelando molto collaborativi). Se qualcuno avesse notizie si faccia vivo, grazie.

In seguito siamo entrati in contatto con Luky Red, il film esce il 6 ottobre nelle sale italiane e il sito nostrano è qui.

Qui sotto il trailer che però a mio parere non rende bene, il film è meglio.

Trailer in italiano, sia nel trailer che nel sito i temi più forti che il film contiene non sono citati e rimangono quelli che segnalo nella sezione personaggi più sotto.

Il Film

L’impianto del film è molto classico, un piccolo gruppo di “cinematografari” prende coscienza della situazione globale, dei rischi che stiamo correndo, della pesante ipoteca sul futuro e decide di raccontare tutto al mondo. Cyril Dion riesce a coinvolgere anche Mélanie Laurent (forse ve la ricordate in Bastardi Senza Gloria di Tarantino) e con altri 4 compagni si mettono a girare il mondo in cerca di esempi e risposte.

Rob mi ha spiegato che qualche anno fa Cyril era passato da Totnes ed era rimasto molto affascinato da quello che stava succedendo lì, poi non si era più saputo nulla fino a quando è tornato con tutta la troupe qualche anno dopo per girare un pezzo del documentario.

Fin qui, insomma nulla di particolarmente originale, ma in realtà il film riesce nel compito non semplice di fare emergere una spiegazione sistemica e suggerisce soluzioni davvero poco ideologiche. Anche il livello della produzione, pensando al budget disponibile, è alto. Belle e gradevoli fotografia e montaggio che fanno perdonare qualche comprensibile falla tecnica qui e là.

Il documentario si sviluppa attorno a un dialogo fuoricampo tra Cyril e Mélanie che, passaggio dopo passaggio, dipanano i problemi e provano a individuare possibili risposte già presenti nel mondo reale.

Demain_Protagonisti

Dopo un primo attacco dedicato al “come ci siamo ridotti” o se volete al “cosa abbiamo combinato fin qui”, si sviluppano cinque capitoli tematici ben collegati tra loro, Agricoltura, Energia, Economia, Democrazia ed Educazione. Il filo logico è ben costruito e per niente scontato.

Demain riesce magicamente a conservare uno straordinario equilibrio tra profondità e drammaticità degli argomenti, leggerezza e prospettiva positiva delle soluzioni. In questo è fortemente ispirato all’approccio Transizionista e bisogna davvero congratularsi con gli autori perché sappiamo bene che la navigazione tra baratro e speranza non è un esercizio banale.

I personaggi

Lungo il cammino incontriamo molti personaggi (e idee) interessanti, a partire dal nostro Rob che ne esce come una piccola star (ovunque dopo aver visto il film lo riconoscono per strada, ed è anche nella locandina) e seguendo con altri ben noti come Vandana Shiva o Jeremy Rifkin.

Vorrei però attirare l’attenzione su quelli che forniscono spunti e suggerimenti davvero potenti, qui non approfondisco troppo per non “rovinare” la visione, ma suggerisco di concentrarsi bene su:

Emanuel Duron CEO di Pocheco, un’impresa piuttosto convenzionale che ha un approccio piuttosto non-convenzionale alle politiche di impatto ambientale.

Jan Gehl architetto e urbanista che ha idee molto chiare sul senso che dovremmo dare alle nostre città e su come muoversi per renderle a misura d’uomo. Per capirci è una delle menti ispiratrici delle grandi trasformazioni di Copenaghen.

Bernard Lietaer uno degli economisti dell’ECU (ve lo ricordate prima dell’Euro?), ha visioni estremamente interessanti su un mondo di monete multilivello.

David Van Reybrouck storico e scrittore che fa un bel ragionamento sui limiti della democrazia rappresentativa e sulle possibilità di altre forme di applicazione (ottimi spunti anche per la riforma del Senato in atto).

La colonna sonora

Come in un’ottima torta, questo film è il classico caso in cui il risultato finale vale molto più della somma aritmetica degli ingredienti. La colonna sonora di Demain è quasi interamente composta da Fredrica Stahl e davvero efficace. Contribuisce in modo decisivo al bilanciamento delle emozioni e dei significati trasmessi (un assaggio del tema principale nel video qui sotto).

Punti deboli

Ci sono un paio di aspetti che indeboliscono lievemente l’impianto generale. Uno è la lunghezza, il film si potrebbe tagliare un po’ senza perdere nulla, ma forse non avrebbe più il minutaggio adatto alle sale (non è un gran problema in ogni caso).

Il secondo è il caso della raccolta differenziata a San Francisco in cui si elabora il tema dei rifiuti come risorsa, idea sempre più pericolosa e insostenibile, uno scoglio davvero difficile da superare anche nel mondo ambientalista. In ogni caso comprensibile, un peccato dal mio punto di vista, ma si crea comunque un’occasione per parlarne.

Ottimo nel complesso

Nell’insieme però una vera ventata di energia adatta a un pubblico molto ampio. Questo documentario può essere visto tutto d’un fiato o utilizzato in pillole per attività di training e formazione. Certo che tutto assieme ha un effetto ottimo, non fa concessioni particolari a visioni ingenuamente ottimistiche, ma al contempo trasmette l’idea che tutto quello che serve si può fare. Lo fa in un modo razionale ed emozionale, e alla fine della visione il pubblico non riesce a non applaudire. Da vedere e far vedere insomma. Bravi.

Com’è andata in Sicilia

sicilia

Agli occhi di un “padano” come me, ogni volta la Sicilia si presenta come un’avventura intensa, meravigliosa, affascinante e anche terribile. Il programma preparato da “LaManu”, boss, ospite e guida dei quattro giorni trascorsi tra Catania, Messina e Siracusa, era serrato e denso… lei è una dolce e inarrestabile macchina da guerra, io non c’ho più il fisico (che tengo una certa età), ma in qualche modo ce la siamo cavata, mi pare…

Come sempre (e risulta sia una costante in ogni percorso transizionista) abbiamo mangiato, tanto. Una carrellata di cose meravigliosamente buone, tradizionali e a filiera corta, orgogliosamente servite in una varietà di locali che esprimono con forza la vitalità intrinseca di questi territori. La Transizione fa ingrassare, diciamocelo.

La scuola dei perdenti?

La ragione principale per questa “gitarella” era un workshop da tenere ai ragazzi di una scuola professionale di Messina. Visto che l’indirizzo seguito dai ragazzi coinvolti era di tipo commerciale, “LaManu” e il team di AnimaMundi avevano proposto un percorso “Green Jobs” e il mio coinvolgimento rappresentava uno dei tentativi di rifuggire il più possibile da ogni deriva di greenwhashing e introdurre qualche idea nuova.

I ragazzi (li vedete nella foto sopra e qui sotto) sono entrati nell’attività con poche aspettative, con quella faccia da “oggi mi tocca questo” che è ragionevole aspettarsi in una situazione di questo genere. Le mappe polari all’inizio del mio laboratorio hanno mostrato chiaramente che stavamo maneggiando argomenti di cui sapevano poco o nulla e di cui a loro importava poco o nulla.

12992374_10208409978460589_292119924_n

Nonostante questo, durante il percorso, mi e sembrato che l’interesse e il coinvolgimento sia progressivamente aumentato, che abbiano afferrato bene la maggior parte dei concetti e che siano arrivati a gestire ragionamenti anche abbastanza complessi. L’attività finale del secondo giorno era basata su un semplice schema usato da Peter Senge ed è stato piuttosto gratificante vedere che in un tempo così breve avevano imparato ad usarlo.

Senge lo propone (The Necessary Revolution – 2008 – cfr. pag. 21) come prima porta d’accesso al pensiero sistemico e loro l’hanno attraversata senza sforzo, e credo che fossero anche abbastanza soddisfatti di esserci riusciti. Forse si sono riappropriati di una briciola del loro valore, mi è sembrato di cogliere qualche segno di ritrovata autostima. Lo spero.

Startuppers e FIL

Il primo giorno, prima di cominciare il lavoro a scuola, Manuela mi ha coinvolto in due delle mille attività che si sviluppano all’interno (meglio dire intorno?) all’Impact Hub di Catania. In primo luogo mi è stato chiesto di dare qualche feedback su tre progetti di startup in corso di elaborazione e son cose che spesso mi fanno tremare i polsi.

Quando si prendono dei gggiovani e gli si chiede di creare innovazione, spesso non si fornisce nessuna indicazione seria sugli scenari futuri riguardanti economia e risorse. I risultati sono a volte sconcertanti (di qui la tremarella). Ma… non era questo il caso. I tre progetti dell’acceleratore Vulcanic erano roba seria. Manuela li aveva avvertiti che il mio lavoro consiste principalmente nel deprimere la gente (certo che mi son fatto una bella fama) e che avrei potuto essere molto critico, ma non è stato necessario perché la qualità era alta e le idee interessantissime.

Anche questo è molto bello, non mi pare ci sia un problema di qualità del pensiero tra nord e sud, da questo punto di vista non c’è ritardo, anzi, questi progetti mi sono sembrati più “smart” e consapevoli di altri visti in altre occasioni anche nelle vetrine europee. Bravi, attenti, focalizzati ‘sti gggiovani… bello no? Insomma, ho detto quello che potevo e spero che qualche indicazione possa diventare utile, vedremo cosa combineranno e comunque un grande in bocca al lupo a tutti loro (nella foto sotto la fase in cui tento di spiegare ai ragazzi in 10 minuti cosa fa un transizionista professionista, missione fallita… credo).

Nuova nota

Subito dopo si è passati a discutere del FIL festival (Festival della Felicità Interna Lorda). L’edizione 2016 è in fase di gestazione e le organizzatrici (tutte donne) erano in cerca di un’idea centrale attorno cui fare ruotare questa terza edizione. Un bel brainstorming al quale ho potuto partecipare… e pare che, alla fine, un tema centrale e un titolo lo abbiamo trovato, ma non dico niente che non vorrei rovinare la sorpresa… a dicembre si va in scena.

E poi il talk

Frullando tra Messina a Siracusa io e “LaManu” eravamo un po’ cotti. Il lavoro con i ragazzi alla mattina, un pranzo alle 3 del pomeriggio, e la corsa fino a Ortigia con gli occhi che si chiudono. Fuori c’era il sole forte, nei giorni precedenti sembrava luglio inoltrato con 35°C e tutti (gli altri) a fare tuffi in mare e bagni di sole. In qualche modo siamo arrivati, ma all’ora prevista non c’era quasi nessuno, avevamo un po’ di tempo per rallentare mentre si radunavano i partecipanti. Il bike caffè è in una piazzetta molto carina, un posto ideale, ci siamo riuniti nella ciclofficina e abbiamo cominciato.

13045590_10208409978700595_1337134083_n

Come sempre, anche qui nessuno era pronto, ho fatto una versione “morbida” esplicitando per bene solo il problema “clima” e toccando appena gli altri, ma le “faccine” di chi ascoltava parlavano chiaro: non ci rendiamo ancora ben conto dei guai in cui ci siamo cacciati, nemmeno tra persone così dette “consapevoli” (ovviamente chi viene a sentire me non può essere considerato cittadino medio e sprovveduto).

Abbiamo continuato a parlarne anche dopo, in modo informale, tra i bimbi che giocavano, crostini e qualche bicchiere di birra o di altro. Gente interessante, davvero un bel capitale umano… incontro ormai solo gente così, rimane una schiacciante minoranza (?) ma è bello che ci sia.

E poi?

L’ultima giornata l’abbiamo destinata al turismo, trotterellando pigramente tra Catania e dintorni, e ai ragionamenti sul futuro, io Manuela, poi un suo amico ora assessore in una città difficile dove la missione di “rimettere le cose a posto” appare quasi impossibile. È innegabile, qui c’è un potenziale incredibile, tantissimo movimento, rete, contatti e milioni di ostacoli. Ma a ben guardare ovunque vedi come potrebbe essere bello il mondo degli umani se solo si decidessero a goderselo…

Un tTalk a Siracusa

siracusa.01

Il 15 aprile sono a Siracusa e faremo un tTalk alle 17:30 in un posto moooooolto cool, l’accoglientissimo bike café “movimentocentrale“, l’evento è organizzato con l’aiuto degli amici di Impact Hub. Sarà una breve introduzione all’idea della Transizione e a quello che si sta combinando qui e là nel mondo attraverso questo esperimento. Se gli indigeni volessero spargere la voce possono scaricare qui la locandina.

Assemblea Transition Italia 2016

Cerchi di persone, flussi di idee

ASSEMBLEA DI TRANSITION ITALIA 2016

94ec9be15a72a2d67cb8c2f5a545f1a7

Segnate sull’agenda: il 14 e 15 maggio 2016 si terrà l’annuale assemblea di Transition Italia.

Per iscrizioni: COMPILARE QUESTO FORM 

Dove? Al Centro Civico Borgatti, Via Marco Polo 51, Bologna.

Quando? Sabato 14 e Domenica 15 Maggio 2016 

Orari di sabato: 10:00 – 18:00; Orari di domenica: 10:00 – 16:30

Chi? L’assemblea annuale è un momento di progettualità e incontro per persone e iniziative nella rete della Transizione in Italia. Per partecipare all’assemblea è necessario essere soci di Transition Italia. Coloro che non fossero in regola con il pagamento della quota annuale di Euro 10 potranno versarla al momento dell’accoglienza. 

Perché? Per presentare progetti in corso e sentire cosa succede in g6a00d83452989a69e200e5503ceae88833-800wiiro per l’Italia. Per mettere le proprie capacità e competenze a servizio della rete, per sostenere e nutrire il processo di Transizione sul piano nazionale. Per fare un po’ di auto-mutua-co-formazione. Useremo l’auto-organizzazione in stile Open Space come traccia per il programma, e la Sociocrazia come modello organizzativo. Inoltre, ospiteremo interventi musicali e artistici con ospiti d’eccezione… tra cui Zoè teatri, che proporrà alcuni momenti di Teatro in Transizione.

In quanto associazione, TI ha in carica un consiglio, composto da Pierre Houben, Silvia Neri, Giulio Pesenti, Giovanni Santandrea e Deborah Rim Moiso, che si incontra regolamente per sognare e progettare. L’ambizione per il 2016 (ma stiamo un po’ vedere cosa succede) è impostare dei cerchi che si prendano in cura alcune aree di lavoro (ad esempio la comunicazione, la formazione, gli eventi… ). E vorremmo anchflowe passare delle giornate in stile Transition, in un flusso di collaborazione e sperimentazione, mangiando insieme, e celebrando tutto quel che accadrà.

Cosa porto? L’immancabile “Transition Kit” (piatto, bicchiere, posate). Sabato il pranzo sarà auto-organizzato in modalità “ognuno porta qualcosa”. Domenica ci faremo coccolare da un catering.

Potremmo poi voler mettere in valigia… materiale relativo alla nostra iniziativa, libri, volantini, strumenti musicali, oggetti che ci ispirano, poesie, simboli e creatività…

Ma l’assemblea è sabato o domenica? L’assemblea, formalmente, è domenica. Sabato stiamo immaginando una giornata preparatoria, che ci porti verso la domenica più consapevoli di cosa serve, di chi siamo, e di cosa ci va di fare. Venire tutti e due i giorni è consigliato, ma venite quando potete.

Quanto costa? 10 Euro per la tessera di Transition Italia per chi non fosse in regola con il pagamento 2016. Il pranzo della domenica costerà intorno agli 11 Euro a persona.

Per permettere a più persone possibile di partecipare, da tutta Italia, e consapevoli dei costi che questo implica, oltre a incoraggiare la condivisione di passaggi affiggeremo un cartellone con le spese sostenute da ciascuno, per poi passare un cappello a cui contribuire per coprire le spese di chi arriva da lontano, in base a principi di economia del dono, auto-organizzazione e mutualità.

Per iscrizioni: COMPILARE QUESTO FORM 

ASSEMBLEA ANNUALE TRANSITION ITALIA 2016

PROGRAMMA QUASI DEFINITIVO

SABATO 14 Maggio

Ore 9:00 Apertura sede – accoglienza partecipanti – registrazione e iscrizioni

Ore 9:45 Introduzione – Cosa faremo – Accordi di base – Presentazioni

Ore 11:00 Teatro in Transizione

 

Ore 11:20 Pausa caffè

Ore 11:50 Teatro in Transizione

Ore 12:00 Pecha Kucha – presentazioni di progetti e iniziative

 

Ore 13:00 Pausa pranzo

 

Ore 14:45 Apertura Open Space – “Come possiamo contribuire a sostenere la rete di iniziative della transizione italiana?”

 

Ore 18:00 Fine lavori

 

DOMENICA 15 Maggio

 

Ore 9:00 Apertura sede – accoglienza – registrazione per pranzo Ex-Equo

Ore 9:45 Riepilogo delle puntate precedenti

Ore 10:00 “Dai gruppi ai flussi” – presentazione

 

Ore 10:45 Bilancio cantato

Ore 11:00 Come organizzarsi in cerchi, sperimentazioni di sociocrazia

Ore 11:45 Formazione dei cerchi

 

Ore 13:00 Pausa pranzo

 

Ore 14:30 Concerto di Anna Iorio

Ore 15:30 Formazione e celebrazione dei cerchi

Ore 16:15 Giro di chiusura

Ore 16:30 Fine lavori

logo_transition_italia In collaborazione con, ed eterna gratitudine verso: Zoé Teatri

logo zoe

Un tTalk a Bentivoglio

Exif-JPEG-422

Il prossimo tTalk è programmato per il giorno 17 aprile a Bentivoglio (nel bolognese), in verità forse ce ne scappa uno anche uno a Siracusa (?) di cui magari vi darò notizia meglio (Manuuuuu?),  questo è il link Facebook all’evento organizzato da BenMivoglio e Funo in Transizione.

Sono ancora un po’ indeciso se fare la versione standard  o la nuova versione “Post Parigi” che ho sperimentato un paio di volte e mi pare abbia un suo perché, credo che deciderò all’ultimo momento. Se però non avete mai sentito parlare di Transizione, o ne avete sentito parlare e volete capire meglio, questo è un tipo di incontro pensato per fornire una visione di base, quindi un’ottimo modo per avvicinarsi a questa idea.

Se ne avete voglia, ci vediamo là…