Transition Towns e Decrescita Felice

Post a blog unificati tra Transition Italia e Movimento della Decrescita Felice

La prima volta che in Italia si è parlato delle Città di Transizione (Transition Towns) è stato nel corso di un meeting organizzato dal Movimento per la Decrescita Felice. Questo può già dare un indizio rispetto a una fisiologica attrazione reciproca che le due realtà hanno cominciato fin da subito a esercitare l’una sull’altra. È un fatto naturale visto che i punti comuni sono tantissimi, dalla condivisione di una certa visione del mondo attuale, all’idea che in un futuro più sobrio, etico e incentrato sui veri bisogni degli uomini si possa trovare anche quella felicità, quell’armonia d’insieme, quell’equità, quel senso di reale progresso della specie umana a cui tutti dovremmo aspirare.

MDF ha condotto fino a oggi una straordinaria opera culturale indicando a un numero sempre crescente di persone la possibile via alternativa all’ormai agonizzante sistema della crescita infinita. Sarà forse solo tra molti anni che ci renderemo conto di come il diffondersi di questa nuova visone abbia fatto germogliare il potenziale di cambiamento smarrito all’interno delle nostre società. Io stesso ho cominciato il mio personale percorso proprio appassionandomi alla tematica della Decrescita Felice, a questa idea, in fondo semplice, che rimetteva in discussione le fondamenta dei nostri stili di vita. Quello che l’esperienza delle Città di Transizione aggiunge al lavoro già compiuto fin qui da MDF è soprattutto una potente piattaforma operativa. Se MDF ha reso evidenti le ragioni che dovrebbero spingerci al cambiamento e l’auspicabilità del cambiamento stesso, il contributo della Transizione spero sarà quello di fornire formidabili strumenti per realizzarlo nella pratica.

Molte delle persone che incontro mi chiedono di spiegare bene che differenza c’è tra la Transizione ispirata da Rob Hopkins e la Decrescita Felice di Maurizio Pallante e mi è già capitato di scrivere che se avete il problema di scegliere tra l’una e l’altra allora non avete affatto un problema. Più che cercare di evidenziare delle differenze, mi sembra interessante enfatizzare l’affinità e la complementarietà delle due realtà e cercare sempre più spesso occasioni di sinergia e di attività comune. La Transizione è per sua natura un processo inclusivo e sviluppare relazioni con tutte le realtà già esistenti è una parte fondamentale del processo stesso. È proprio con questo obiettivo che nello scorso mese di settembre io e Ellen Berman (presidente di Transition Italia) abbiamo incontrato a Bologna Maurizio Pallante per una chiacchierata informale sul possibile sviluppo di collaborazioni tra il movimento di Transizione in Italia e MDF.

L’esito di questa breve e piacevole chiacchierata è la reciproca disponibilità a collaborare in tutte le forme possibili. Oggi esiste quindi un’alleanza filosofica e strategica tra i due movimenti e l’interesse reciproco a far sì che questa abbia conseguenze pratiche nel più breve tempo possibile. Ecco perché vorremmo lanciare un invito congiunto a tutti i circoli della Decrescita perché programmino attività finalizzate alla conoscenza dei processi utilizzati dal movimento di Transizione. Si può cominciare dalla semplice lettura del “Manuale Pratico della Transizione” di Rob Hopkins, ora disponibile in italiano presso Arianna Editrice, o prendendo contatti con Transition Italia per l’organizzazione di incontri o attività di formazione.

Va notato che questo stava già avvenendo, in modo del tutto naturale, anche prima di questo incontro. Molti circoli MDF hanno già organizzato dei Transition Talk per i propri associati, ma l’auspicio è che d’ora in avanti si possa fare ancora di più perché la rete di tutti coloro che lavorano per il cambiamento si rafforzi e sia dotata di strumenti e metodologie appropriate. Sono davvero felice di questi nuovi sviluppi e certo che più lo scambio di esperienze e la contaminazione si infittisce, più efficaci saranno gli effetti sulla realtà. Auguro una meravigliosa transizione a tutti, e che alla fine del percorso ci sia esattamente quello che abbiamo avuto il coraggio e la responsabilità di immaginare lungo il cammino.

Cristiano Bottone

… …

Ci riconosciamo pienamente in questa lettera che consideriamo l’inizio di un percorso comune che non potrà che portare benefici ad entrambe le realtà. Invitiamo quindi tutte le realtà che si muovono nell’ottica delle Transition Town ad ispirarsi anche alla filosofia e alle pratiche della Decrescita Felice e a quei circoli che ancora non conoscessero gli strumenti e le proposte delle Transition Town ad informarsi, confrontarsi e, ove possibile, iniziare il percorso di transizione.

Maurizio Pallante

6 commenti
  1. Massimo
    Massimo dice:

    Che bella notizia … sono contento che si uniscano le forze per raggiungere obiettivi che tutti abbiamo a cuore!!!

    Ciao
    Massimo

  2. tom
    tom dice:

    ho cominciato a narrare la storia del secchio bucato di Pallante ai miei figli già da qualche anno ed ora è con vero entusiasmo che abbraccio questa nuova “religione” laica della transizione.
    un unica storia da raccontare agli amici che condividono con noi la speranza che l’umanità possa farcela ad uscire dalla dipendenza dal petrolio.
    ottimo lavoro Cristiano

  3. Deborah
    Deborah dice:

    Due realta’ con visioni comuni ma storie diverse, una piu’ “anziana” l’altra piu’ giovane, una ispirata da un economista/filosofo francese, l’altra da un insegnante/pubblicitario inglese di una generazione dopo, che RICONOSCONO le somiglianze, l’apprezzamento e il rispetto reciproco? In Italia? Come dice il buon vecchio Harrison Owen “expect the unexpected”!

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  1. […] e agli altri amici del Movimento della Decrescita Felice a dichiararsi esplicitamente “compagni di strada” è uno di quei risultati meravigliosi che questo processo consente di produrre nella realtà […]

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