Disegnare la resilienza Alimentare

Interessante l’incontro del 23 marzo ai Castelli Romani, molte realtà si sono riunite per condividere le proprie esperienze sul tema della Permacultura e degli orti collettivi con l’obiettivo di creare una agricoltura resiliente ai Castelli Romani. Una idea bioregionale di permacultura sociale che persegue i principi di condivisione delle risorse e di attenzione alle persone e alla terra. Durante l’incontro sono state presentate molte iniziative nate o realizzate nella Bioregione dei Castelli Romani.

Fondamentalmente è stato l’incontro tra persone e gruppi che fanno Permacultura, vogliono creare o già gestiscono orti collettivi, cooperative agricole, piccoli coltivatori con lo scopo di costruire un sistema resiliente di agricoltura ecologica e solidale. Una giornata di lavoro collettivo con i metodi di partecipazione delle Transition Town.

Una delle attività presentate è la realizzazione del documentario Il tempo delle api . Gli autori e registi del documentario, Rossella Anitori e Darel Di Gregorio, intervenuto durante l’incontro, hanno fatto una scelta coraggiosa: non girare l’ennesimo film-denuncia sulla moria delle api nel mondo, ma raccontare un’esperienza concreta ed efficace per affrontare il problema, un esperimento facilmente realizzabile, che può essere fonte di ispirazione per molte persone. “Il processo di produzione del miele”, ci spiegano gli autori, “oggi è diventato intensivo e meccanico: gli allevamenti sono totalmente medicalizzati e le api sono sempre più deboli. Gli alveari vengono trasportati sistematicamente da un luogo all’altro per ottenere diverse qualità di miele e da una parte all’altra del pianeta per rimpiazzare i vuoti lasciati dalla loro progressiva scomparsa. Mauro e Valerio, i protagonisti del documentario, hanno scelto un’altra strada, la permapicultura, ispirata ai principi della permacultura”.

Il tempo delle api

Andrea Rostagnol di RESEDA chi ha ricordato che le api svolgono un ruolo fondamentale nella catena alimentare, perché se non impollinassero i fiori, molti tipi di frutta e verdura non esisterebbero. Basti pensare che su 100 colture che coprono il 90% della produzione mondiale di derrate per alimentazione umana, 71 sono legate all’attività di impollinazione delle api. La principale produzione degli alveari non è dunque il miele ma la maggior parte del nostro cibo.

Matteo Attolico di “Equiazione ci racconta di una equitazione non convenzionale, dove il cavallo non è cavalcato se non gli va! EquiAzione è un laboratorio nomade, attualmente ospite presso la O.n.l.u.s Ciampacavallo. La natura è l’ambiente di queste esperienze, con il gran caldo o sotto la pioggia, come animali ci muoviamo e creiamo energia. Ogni hanno fanno una transumanza con i loro cavalli per spostarli in modo naturale nel territorio dei Castelli Romani. Oltre a questa esperienza Matteo ci ha raccontato di ciampacavallo dove si fa educazione ambientale, orti collettivi, sostegno psicologico e gruppi di ascolto tutto in un’area naturale alle porte di Roma.

 

Molti gli esempi di orti collettivi tra cui quelli gestiti da cooperative sociali e da gruppi informali di cittadini, in particolare Sandro Pravisani (artigiani dell’amore) ci ha raccontato di un orto nato per salvare dal degrado uno dei fossi di Giulianello. Alcuni abitanti del paese, sensibili a valori come collettività, condivisione, sostenibilità e autoproduzione, stanno realizzando un progetto di orto sinergico collettivo a Giulianello di Cori (LT).

Di Microforestazione e Oasi Urbane ci hanno parlato Andrea Rostagnol e Roberto Salustri della cooperativa ecosociale RESEDA, una iniziativa per coltivare a partire dal seme gli alberi e gli arbusti autoctoni del territorio, una iniziativa portata avanti con decine di scuole e che ha portato alla piantumazione di più di 6.000 piante. Le piantumazioni sono state effettuate in aree colpite da incendi dolosi, aree urbane degradate, aree comunali e nei cortili delle scuole. In questo ambito è stato utile il sostegno dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Albano laziale e in passato della XI Comunità montana del lazio “Castelli Romani e Monti Prenestini”. La RESEDA ha fatto un censimento delle aree pubbliche non utilizzate nel Comune di Ariccia e di Albano laziale e ha lanciato l’idea di corridoi ecologici tra orti collettivi.

Alcune iniziative sono nate ai Castelli Romani ma realizzate in altri paesi: Orti solari familiari (Campi profughi Saharawi), Granjas Urbana Solar (Cuba); e uno delle più grandi esperienze al mondo di Permacultura, i 236 ettari della CPA “Roberto Amaran” a Pinar del Rio. A raccontare queste esperienze il direttore tecnico di RESEDA che ha anche parlato dei principi tecnici ed etici della Permacultura e illustrato cosa è una foodforest (Bosque comestible). Inoltre abbiamo visto un documentario su queste realtà a Cuba, secondo il direttore di RESEDA, il più grande esperimento di Transition Nation del mondo. Il video ci racconta della resilienza del popolo della ISLA!

Laura Raduta ci ha invece raccontato l’esperienza dell’ EcoVillaggio A pedali, una esperienza tra il cohousing, il recupero dei luoghi e esperienze di tecnologie appropriate. Trovando difficoltoso comprare una proprietà adatta, un po per caso ci si è presentata la possibilità di prendere in affitto una proprietà a Torri in Sabina, che ci permette, con relativo poco investimento economico, di iniziare a conoscerci, a fare gruppo, comunità e permetterci di stare insieme, fare attività e concretamente metterci alla prova con questo ambizioso progetto di Ecovillaggio sempre nell’ottica di raggiungere o tendere verso l’indipendenza alimentare, energetica, economica.

Tra le iniziative nate attraverso questo incontro citiamo: le aree naturali della Socialstreet di Villa Ferraioli (Albano laziale) con la creazione di microhabitat nel quartiere; la rinascita dell’orto botanico della coop. Spazio Lavoro in collaborazione con i volontari di Cantiere Ecologia, il corso per gli 80 rifugiati ambientali sulla permacultura e le energie rinnovabili presso Casa Sociale Piamarta (Ariccia), la difesa della biodiversità con l’iniziativa “microhabitat” e “bosco e sottobosco” per la realizzazione di microaree umide e angoli per gli imenotteri.

Un Grazie a Silvia, Riccardo, Livio, Daniela dello ZeroZen che ci hanno ospitato e preparato uno splendido pranzo bio a kmZero!!!