Santorso 2017 – L’anno della svolta…

Arrivo a casa ora dopo una settimana intensissima con gli hubsters* di tutto il mondo e con le persone che ci hanno ospitati a Santorso. Mi ci vorranno probabilmente mesi per digerire e rielaborare l’incredibile quantità di emozioni, informazioni, relazioni, opportunità, possibilità… ma provo a buttare qui, prima che mi sfuggano, le cose che mi hanno colpito in modo più intenso.

Le cose da fare

Questo meeting aveva degli obiettivi, assolutamente non banali, il cui raggiungimento era tutt’altro che scontato. L’incontro mondiale precedente, di fatto, li aveva mancati lasciandoci una lunga serie di dubbi. Mi concentro sui due principali:

1 – Come muovere la governance del movimento dal Transition Network a un efficace sistema di governance diffusa senza cadere nelle trappole delle forme “democratiche” che conosciamo

2 – Come armonizzare le tensioni tra chi è in Transizione ormai da molti anni e condivide una cultura complessa e una memoria storica consistente e i nuovi arrivati. Come portare tutti a un livello simile?

Due bocconi enormi che contengono tutti i problemi e le contraddizioni del mondo che stiamo cercando di re-immaginare. Beh… sapete cosa: lo abbiamo fatto. Superando tutti i tipici ostacoli che in un “normale gruppo di umani” lo avrebbero impedito… quindi perdindirindina (volevo mettere un’esclamazione di più hard, ma poi ci sono i minori che leggono) si può fare! Nel mondo reale, si può fare.

Si possono incontrare tensione, incomprensione, ego, rabbia, frustrazione, abissali differenze culturali e trovare un modo di elaborare il tutto… per il bene comune, per il buon senso, per la fiducia, mettetela come volete, ma lo abbiamo fatto affrontando tensioni e incidenti, cadendo e ricadendo, ma conservando il nostro patto fondamentale che mette le persone e le relazioni prima dei processi e il senso prima dell’ego. Funziona porcapaletta.

Governance

La governance

È probabile che quello che abbiamo deciso interessi a pochi, lo annoto comunque per dovere di cronaca. Stanti i nostri principi fondanti, verrà a breve designato con elezione sociocratica un Core Group temporaneo che assumerà le funzioni del gruppo Organization and Co-Design e si incaricherà di definire in sei mesi il set di funzioni e responsabilità che al Core Group vanno attribuite.

A quel punto, approvata la proposta a livello di Hub’s Group il Transition Network diventa una pura struttura di sopporto collocata al livello di tutti gli altri hub e un nuovo, definitivo Core Group assumerà le funzioni governance: la svolta.

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Cadere… e rialzarsi

Di fatto stiamo cercado di passare dall’idea di un’organizzazione centrale che supporta e decide (oggi è il Transition Network) alla stessa funzione riorganizzata in modo diffuso, aumentando di molto la diversità interna alla funzione di governance e cercando di conservare il massimo grado di libertà per tutti.

Nel farlo si è generato uno strappo, una delle obiezioni è stata risolta in modo percepito dai più come ingiusto e affrettato e uno dei membri del cerchio che esercitava il diritto di obiezione ha deciso di uscire dal cerchio stesso. E qui si è vista la cosa secondo me più bella di questo meeting.

Non siamo stati capaci di risolvere un problema attraverso le metodologie che stavamo usando. Era evidente, c’era frustrazione e dolore, sembrava esserci un crollo nella fiducia reciproca. Ma quando le metodologie falliscono esiste un ultimo livello di sicurezza che è costituito dalle persone. Le relazioni tra le persone sono entrate in azione, nessuno è stato lasciato solo.

Ci siamo parlati, rassicurati, consolati, chiariti in modo spontaneo e totalmente non governato fino a che, si è potuti ripartire ristabilendo il clima di fiducia e l’armonia del gruppo. Molto, molto bello da osservare e da vivere … se le nostre società potessero funzionare così (e non vedo perché no) il mondo sarebbe completamente diverso.

È tutto perfetto?

No non lo è, ma la buona notizia è che non importa. È un sistema di relazioni resiliente, con tanti livelli di sicurezza prima che i legami si spezzino e le comunicazioni diventino impossibili. In questo caso, e dal mio punto di vista inaspettatamente, la forza del sistema di relazioni ha anche in gran parte risolto il secondo punto.

In un’ambiente così sicuro, diventa meno importante essere tutti allo stesso livello di comprensione, ci sarà sempre spazio per rallentare, chiedere, non capire, confondersi e sbagliare senza che le conseguenze facciano generare il sistema di relazioni stesso.

Che vi devo dire, bello!

Trail

Giulio e Santorso

Giulio è la persona che si è caricata tutto il peso del lavoro sul campo, logistica, connessione con la città e le persone, accoglienza nelle case dei partecipanti e lo ha fatto con risultati semplicemente incredibili. L’accoglienza a Santorso credo verrà ricordata negli anni da tutti i partecipanti, l’entusiasmo, la curiosità, la partecipazione di tutti i nostri ospiti e di tante altre persone del luogo sono stati fantastici.

Teatro

Davvero grazie Giulio, a te e a tutta la squadra logistica di Santorso, al vostro Sindaco, grazie a Mavi, Luca e Antonio per il Teatro in Transizione che ha coinvolto, fatto giocare e ballare tutti assieme superando ogni tipo di barriera linguistica e culturale, a Deborah per le traduzioni a Ellen, Martina, Dario e a tutti quelli che ci hanno aiutato a realizzare il meeting e ovviamente a tutti quelli che ci hanno così generosamente ospitato.

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* Membri degli Hub di Transizione, organizzazioni che supportano o sviluppo del movimento in un certo territorio (area linguistica, nazione, zona territoriale, ecc.)