2011 – Comincia qui l’economia della felicità?
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=VkdnFYDbiBE]
Gli amici del Post Carbon Institute presentano oggi l’anteprima del nuovo film “The Economics of Happiness” un film di Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick e John Page con la partecipazione di Vandana Shiva, Bill McKibben, David Korten, Michael Shuman, Juliet Schor, Richard Heinberg, Rob Hopkins, Andrew Simms, Zac Goldsmith, Samdhong Rinpoche.
Prendo spunto da questo per riflettere sul fatto che, archiviati i primi 10 anni del secolo, questo potrebbe essere il decennio in cui l’umanità prende finalmente piena coscienza della situazione sociale, economica e ambientale che abbiamo prodotto e decide di riorganizzarsi attorno a nuovi concetti, nuove idee, nuove linee evolutive.
I prossimi anni
I prossimi 10 anni potrebbero essere meravigliosamente rivoluzionari o semplicemente terrificanti (o una delle sfumature intermedie possibili). Non serve un gran che tentare previsioni perché, come è sempre stato, il futuro siamo noi. Dipende da noi quello che succederà, dalle nostre scelte in tutti gli ambiti della nostra vita. Ma per cominciare a scegliere, primo passo è vedere il mondo per come è, e ora direi che si vede abbastanza bene.
La home page di ieri del Financial Times è piuttosto utile per fare il punto: il petrolio costa troppo, crisi alimentare già in corso, rischio debito per gli stati. Oggi trovate le stesse cose anche su Repubblica, trafilettino addirittura in prima pagina e pagine 8 e 9 all’interno (gli altri giornali italiani parlano solo di cashmere e amenità di politica interna). Sul Sole 24 Ore troviamo però un simpatico articolo sul fatto che gli USA sono a rischio di default, sì come Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia, Gran Bretagna, ecc. Ah, dimenticavo, Tremonti da Parigi dichiara: la crisi non è finita.
Che mi sto dimenticando? Mmmmm vediamo… ah sì, il clima. La situazione climatica è semplicemente sconcertante. L’Australia affoga, la fascia tropicale si è allargata, probabilmente abbiamo già condannato all’estinzione tutte le barriere coralline del mondo, il ghiacciaio Chacaltaya in Bolivia non c’è più (era lì da 18.000 anni) i dati (NOAA) sul metano in atmosfera ci dicono che sta aumentando pure lui (è un gas serra molto più potente del CO2). Tutto questo per dire che le conseguenze del riscaldamento globale sono già tutte qui, non cose di cui si preoccuperanno i nostri nipoti.
Un bell’inizio d’anno
Sembrerebbe proprio un bell’inizio d’anno no? Beh… in realtà, va tutto più o meno come previsto. Io ne parlo da 2 anni e mezzo, Hopkins ci lavora da quasi 5, gente come Ugo Bardi e altri da quasi venti e a grandi linee abbiamo (almeno alcune aree della comunità scientifica) le idee abbastanza chiare su questo percorso almeno dagli anni ’70.
Ok, potrebbe essere il momento di fare qualcosa, che dite? Forse questa è la ragione per cui vi siete messi a frequentare questo blog. Allora prendiamo la palla al balzo e proviamo a fare qualche buon proposito per il nuovo anno.
1. Informatevi meglio. Approfondite bene i temi e curate la vostra “transizione interiore”, ovvero quel processo che comincia comprendendo “veramente” com’è fatto il mondo in cui viviamo. Convincetevi che gran parte dell’immagine del mondo che avete in testa è sostanzialmente falsa. Quasi nulla è come pensate che sia.
2. Il secondo passo è: parlarne con qualcuno che viva vicino a voi. Ancora meglio, scoprite le cose insieme, condividete. Non cercate anime gemelle a 100 o 1.000 o 10.000 km di distanza da voi, lasciate perdere internet per un po’, uscite fuori di casa (anzi cominciate in casa) e incontrate persone che vivono nel vostro quartiere, isolato, condominio, vicinato. Organizzatevi in piccoli gruppi (in 10 siete già troppi) e guardate film, leggete libri, chiacchierate, fate venire persone competenti (non sono semplici da trovare, nel caso vi aiutiamo noi), parlate, ragionate, cercate di capire come tutte le cose che stanno emergendo sono collegate tra loro. Non concentratevi su un solo aspetto, guardateli tutti assieme, indagate sulle connessioni. Nel fare tutto questo, lasciate perdere le ideologie, la destra e la sinistra, i buoni e i cattivi, risparmiatevi la fatica di individuare i nemici e gli amici, rinunciate all’idea che esistano soluzioni miracolose a un singolo problema, fate finta di essere un marziano che studia un pianeta sconosciuto e i suoi abitanti. È importante, davvero, credetemi.
3. Se siete riusciti nel passo uno e due (il 2 è difficilissimo, non perché sia davvero difficile, ma solo perché non siamo preparati ad avere relazioni con gli altri esseri umani e ad essere obiettivi), ora è il momento di concedervi un po’ di tempo per soffrire. Sì, vedere il mondo com’è fa male, parecchio (probabilmente farebbe male anche a un marziano). È normale, è come quando si scopre che Babbo Natale non esiste e il solo fatto di avere queste nuove informazioni modificherà in modo progressivo e sostanziale tutto l’assetto della vostra vita. Se lo fate in gruppo, il dolore sarà più lieve e durerà meno. Questa è una delle ragioni per cui il punto 2 è fondamentale (ma ce ne sono altre che vedremo più avanti). Qualcuno soffre per mesi, qualcuno per qualche ora, ma quasi tutti poi sono dotati di una straordinaria energia: si è creato uno dei presupposti del cambiamento.
4. Fatto? Ok, Siete in Transizione. Ora siete in condizione di scoprire, la parte più emozionante e divertente. Forse vi sarà venuta voglia di formare un Gruppo Guida, forse no, non importa, siete in ballo e ballerete ed è molto probabile che questo ballo vi piaccia parecchio.
Ne parliamo nel prossimo post.
Sono nel periodo di transizione interiore… da anni. Sono diventata una pessimista ma ho imparato ad essere ‘pessimista combattente’ (copio l’espressione da un poeta dell’est di cui non ricordo il nome). Ma rispetto al punto 2 sto facendo dei passi in più dall’estate scorsa: un gruppo GAS, un gruppo di colleghe impagnate nella lettura e discussione di libri, la banca del tempo, un aiuto concreto reciproco con i vicini (io tengo le bambine alcune ore e loro ci hanno aiutati con l’impianto fotovoltaico), ecc. Ho ancora molto da fare per quanto rigurda il passo 2! Riguardo il passo 3 devo dire che sto soffrendo come un cane!!! Non so quanto dovrà durare la mia sofferenza… l’esempio di Babbo Natale calza a perfezione! Mi sento sulla via della transizione; con la consapevolezza che si tratta di una via lunga e in salita…. ma che vale la pena affrontare. Grazie per questo post.
Ciao Vania, consiglio velocissimo: non combattere. Non c’è nessuna guerra, non c’è nessuna lotta e nessun nemico da sconfiggere. Solo tanti, tanti essere umani più o meno smarriti e persi nel fare cose che “si fan così, come altro si dovrebbero fare”. Guarda è fondamentale, nel momento in cui smetti di avere l’atteggiamento di chi combatte il sistema generi le condizioni per cambiarlo. Ne parliamo nei prossimi post.
Ciao Cristiano
non ho capito perché dici che “nel momento in cui smetti di avere l’atteggiamento di combattere il sistema generi le condizioni per cambiarlo”.
Mi sembra dimostrato quotidianamente che invece in questo modo, che mi sembra peraltro assolutamente dominante, si creino le condizioni perché il sistema lo cambi qualcun altro al posto nostro presentandoci solo il conto delle spese.
Di sicuro non ho capito l’apparente paradosso, mi interessa molto la spiegazione ulteriore.
Grazie. Francesco
Articolo bellissimo con un solo grave errore
Babbo natale esiste!
Ma daiiiiii…. era la sorpresa per il prossimo post… così mi rovini l’effetto drammaturgico… 😉
ahahahahah
Nella constatazione che il si può o non si deve è relativamente fine a se stesso, nell’ipotesi di una salvezza…(stimo la risoluzione fra circa 10.000 anni)….salviamo almeno il salvabile cioè noi stessi; poi, forse, aiutandosi all’autoaiuto, ipotizziamo un’eterosalvezza globale.
ps: per me babbo natale è uno spacciatore mafioso ricercato che ha trovato la sua soluzione
Mi hai fatto piangere… Certe notizie si danno con garbo che diamine! Speravo in un 2011 pieno di consumi!!!
E la befana? Almeno lei ci sarà vero?
Non so come e se sarà possibile cambiare questo mondo che abbiamo costruito in oltre 6000 anni di “crescita” ma la cosa fantastica della Transizione è che ti propone ricette facili, che ti migliorano la vita quotidiana e che ti fa conoscere persone fantastiche come Cristiano e Hellen.
Un meraviglioso, sereno e transitivo 2011 per noi tutti!
Ma vi siete coalizzati? Come faccio adesso a spiegare che nella Transizione non ci sono ricette? … povero me … ero partito così bene.
Da quando Rob si e’ messo a parlare di “ingredienti” e’ difficile negare l’esistenza di ricette… dai Cristiano, fai cosi, sono “ricette” si, ma all’italiana: un pugno di questo (e ogni pugno e’ diverso…) un “Q.B.” di quello (e quanto, basta?) e poi salare a piacere e condire con le spezie “quelle che hai li”…. Cosi’ tutte le zuppe (e le transizioni) vengono diverse, ma e’ un po’ piu’ rassicurante di niente, no?
Bella la metafora delle “ricette all’italiana” … 🙂
Post straordinario Cristiano!
Questo l’hai scritto col cuore in mano e si vede. Grazie!
Per come l’ho vissuta io, il punto 2 e 3 sono invertiti, comunque sia sarà meraviglioso, stiamo vivendo un periodo storico incredibile: AVANTI TUTTA!!!
Rel-azione, cambiamento partendo da noi! Ci stiamo provando, i semi hanno i loro tempi di maturazione. Confido nell’intelligenza innata che è in noi, anche se non sempre le diamo retta. grazie di esistere.
Bel post, grazie! Per ora sono in trnsizione da solo, ma il prossimo 2 aprile una masnada di marchigiani ti verrà a trovare e forse al loro ritorno si avvia qualcosa assieme!
Ciao!
Santo Cielo, mi sono distratto un attimo e avete gia’ svelato il prossimo post di Cristiano…:-)
Riguardo i punti 2 e 3, o 3 e 2… purtroppo a molti capitera’ di passare prima dal 3 e poi al 2, nel senso che si soffrira’ molto perche’ si pensa di essere soli, invece la cosa migliore, per soffrire meno, e’ trovare subito qualcuno col quale condividere ste idee strane, i consigli li ha gia’ dati Cristiano, io aggiungerei, oltre a partecipare a qualche TTalk o TTraining …. se riuscite a trovare il tempo, potreste leggere il manuale in gruppo, come hanno fatto quelli di Transition Seattle e che noi abbiamo copiato e tradotto, con risultati notevolmente corroboranti…:-) link
Grazie! ho scoperto la transizione non da tanto e mi ha conquistata letteralmente (dopo aver vissuto qualche giorno da punto 3!)
E già mi sento proiettata al punto 4….si può fare il 4 e il 2 insieme?!
E’ vero che il 2 è il più difficile; di questo parlo con molta gente, ma poco vicina a me (a parte mia sorella e mio padre che non crede all’orto sinergico!).
Aspetto i prossimi post!
grazie ancora! la transizione cambia la percezione, e in meglio!
Il vero problema è il tempo. Potrei anche riuscire a organizzarlo un Transition talk. Se trovo 25 persone qualcuno viene a fare un transition talk da fuori? No, perché se devo essere io a condurlo è un bel problma, purtroppo mi trovo nella condizione che il tempo è davvero minimo…
Non riesco a seguire tutto. Per un transition talk secondo me bisogna essere innamorati della terrra in cui si vive. Beh io vivo in un posto bistrattato da tutti ma che penso potrebbe essere un bell’esempio di trasformazione dell’agricoltura… Bisognerebbe iniziare solo a scoprire un po’ le coscienze delle persone… anche solo, come si suol dire “mettere la famosa pulce nelle orecchie”. L’epoca in cui viviamo è l’epoca del crollo dei miti… o perlomeno il crollo delle certezze. Dall’epoca dell’immagine all’epoca della ricerca del senso delle cose. E questo pian piano avviene anche in pubblicità… che ne pensi?
Se organizzi un tTalk qualcuno verrà a farlo, non stare a preoccuparti del resto, se deve venire verrà…
Mi sono appena avvicinata a questo mondo che ho scoperto su internet e sono un pò disorientata. Mi pare che ci sia un gruppo attivo a san Lazzaro di Savena dove risiedo. Si riunisce regolarmente? E se è così potrei avere dei riferimenti?
Ecco il sito, ti rispondo in priv 🙂
http://sanlazzarointransizione.wordpress.com/