L’Aquila e Sbarco Gas

Eccomi reduce dall’avventura a L’Aquila. Delle impressioni relative alla città ho scritto qui mentre per quanto riguarda la mia fugace partecipazione a SbarcoGas provo a fare una rapida sintesi.

tTalk

La mattina di venerdì l’avvio è stato pigro. All’ora definita il luogo del tTalk non era pronto e mancava lo schermo per proiettare le immagini. Con i pochi presenti ci siamo quindi messi a fare piacevoli chiacchiere alla rinfusa.

Poi però il tempo passava, qualcuno incuriosito si avvicinava e alla fine si è deciso, tutti assieme, di fare comunque il tTalk anche senza immagini (la prima volta che provo… parlare per 3 ore senza far vedere nulla non è esattamente un’impresa semplice).

Appena partiti, la voce amplificata nel microfono ha richiamato altre persone da chissà dove, e quindi, ancora una volta, c’era esattamente chi doveva esserci. I presenti sono sopravvissuti fino alla fine (erano quasi le 14), non so come hanno fatto e li ringrazio per la sopportazione. Come sempre ho conosciuto persone molto interessanti e credo ne nasceranno altri incontri qui e là per l’Italia.

La tavola rotonda

Dopo il pranzo vegetarian-gasista (ottimo), era prevista una tavola rotonda “I modelli alternativi di fronte alla crisi”. Partecipavano Roberta Carlini, con il compito di moderare l’evento, Bengasi Battisti (Ass. dei Comuni Virtuosi), Mauro Bonaiuti (Decrescita),  Debora Lucchetti (Tavolo RES – Rete di Economia Solidale) e poi io.

Roberta Carlini

Roberta ha aperto facendo alcune considerazioni sul valore di questo referendum e invitando i partecipanti a riflettere sul significato di questo segnale di rinascita dell’attenzione e della voglia di partecipare e sul valore dei beni comuni.

Bengasi Battisti

Il primo intervento è stato quello di Bengasi Battisti che ha sottolineato la svolta in corso e rimarcato l’interesse che una “piccola associazione” come quella dei Comuni Virtuosi sta suscitando nel paese. Non credo che il lavoro di queste amministrazioni virtuose abbia bisogno di presentazione, ma se vi servisse qui trovate il loro sito e tutte le informazioni sulla rete che stanno formando.

Mauro Bonaiuti

Poi è stato il turno di Mauro Bonaiuti, sono stato felice che abbia parlato prima di me perché già in altre occasioni lo avevo visto delineare con grande precisione lo scenario economico e sociale attuale. Non sono tanti quelli che lo raccontano così, senza edulcorazioni e con una grande competenza storica. Ascoltarlo è sempre un piacere e ogni volta scopro nuovi collegamenti a me sconosciuti che uniscono storia presente e quella passata.

Debora Lucchetti

Davvero interessante e articolato anche l’intervento di Debora Lucchetti, dal quale è emersa la complessità del lavoro di riorganizzazione dell’economia. Dieci anni di attività dei GAS hanno prodotto una grande massa di esperienze, di risultati positivi e di domande che ancora sono senza risposte. Non la conoscevo e sono rimasto colpito dalla sua energia e determinazione, ha concluso il suo discorso invocando un piano per andare avanti.

Io

A quel punto toccava a me e ho pensato di partire da dove lei aveva concluso. In realtà il movimento di Transizione ha avuto il grande vantaggio di arrivare per ultimo e di poter osservare quanto è stato fatto nei precedenti 40 anni. Persone e organizzazioni validissime hanno prodotto una grande massa di cultura, hanno sperimentato producendo successi e insuccessi dai quali imparare. Questo ci ha permessi di nascere con un piano, anche se magari  non è il tipo di piano che tutti si aspettano.

Il nostro piano è quello di concentrarci sul processo invece che sulle azioni, in modo da poter operare in un mondo che cambia rapidamente e trovare strade per intervenire sul paradigma di base che governa il mondo occidentale (e che sembra aver ormai contagiato anche il resto del mondo).

Il rischio è infatti quello che ogni tentativo di cambiamento sia costantemente risucchiato dal sistema e non arrivi a modificarlo, gli ultimi quaranta anni di storia sembrano darne una prova piuttosto convincente. Può essere che affrontare il problema in modo sistemico affidandosi più al processo che a singoli progetti e azioni specifiche, possa produrre quei risultati che fino ad oggi non si è riusciti a produrre. I risultati visti fino ad oggi sono incoraggianti.

L’ecopoeta

L’incontro si è chiuso con l’incursione di un ecopoeta che ha portato una delicata ventata di pensiero laterale sotto il tendone in cui eravamo riuniti. Vi giro solo la sua reinterpretazione del termine ECONOMIA che secondo lui contiene già la soluzione: ECO – No Mia. Ecco la soluzione al problema dei beni comuni e una indicazione molto chiara per la rifondazione del paradigma economico.

Segnalazione sarda

Dopo la tavola rotonda sì è tenuta la presentazione di esperienze significative del mondo GAS-DES e vorrei segnalare a tutti i sardi (ma non solo) il lavoro che viene portato avanti dal Centro di Sperimentazione Autosviluppo (Domus Amiga). Avrei voluto approfondire meglio, ma alla fine non sono riuscito, comunque è sicuramente un percorso affine (e negli ultimi anni anche ispirato) alle idee della Transizione.

Se state pensando alla Transizione e abitate sull’isola, questo potrebbe essere un buon punto di partenza. Penso che se lo vorranno potremo anche inserire la loro attività nell’elenco delle Iniziative italiane, ma dipende da loro e alla fine poco importa, l’importante è ciò che già stanno facendo.

Infine

Rilevo che il termine “transizione” (non riferito al movimento delle TT) è definitivamente entrato a far parte del lessico di questa fase storica, è importante perché vuol dire che ambiti sempre più ampi della società cominciano a pensare a un processo di trasformazione della realtà che conosciamo. Credo sia una buona notizia.

3 commenti
  1. giordano mancini
    giordano mancini dice:

    Grazie Cristiano per la relazione. Ieri mattina ho partecipato all’open space di Fano. Era la prima volta che mi capitava di avere una serie di regole che mi invitavano ad essere libero e senza regole! Così adesso sono ancora più convinto di quanto gli strumenti di TT siano fra i più validi ed adatti al momento.
    Conosco e/o ho ascoltato i personaggi che erano con te al tavolo. Tutte persone di spessore e con alle spalle una grande cultura sui temi del cambiamento, dell’economia solidale, ecc.. Però penso anche che da quelle persone (è una mia opinione umilissima e me ne assumo le responsabilità) non scaturiranno soluzioni interessanti per il futuro. Perché una cosa che caratterizza quelle persone è il giudizio verso gli altri. Mi spiego: chi ha lottato per anni contro una cultura dominante, sacrificandosi in prima persona e modificando il proprio stile di vita, ora specialmente che i tempi nuovi gli danno ragione… si mettono involontariamente sul piedistallo e giudicano gli altri. Un pò come i vegani quando sono verbalmente aggressivi contro chi mangia carne o derivati. chi li ascolta si sente giudicato e non si avvicina. Questo è uno dei motivi per cui da anni in tutti gli incontri nazionali e locali ci sono sempre e solo le stesse persone. Questo è il motivo per cui alcuni gruppi guida delle TT non riescono a fare proseliti sul loro territorio: sono sempre gli stessi che prima erano della rete Lilliput o di qualche altro movimento antagonista, poi magari hanno formato un GAS, poi hanno aderito al movimento della decrescita felice o della decrescita e basta, poi adesso alle TT…. poi si vedrà. Come mai le persone son sempre le stesse e la brava gente dei loro borghi e città non li segue? La motivazione è da ricercare nel fatto che negli altri la consapevolezza non si è ancora formata o c’è dell’altro? Io penso che c’è dell’altro. Penso che dobbiamo parlare il linguaggio di chi vogliamo conquistare alle nostre posizioni. Senza manipolare e senza strafare, bisogna che parliamo in modo muovo, e che siamo inclusivi verso i “peccatori” e che scegliamo posti di riunione sempre più “ufficiali”, rispetto ai luoghi “alternativi” che tanto invece piacciono a noi.
    Le persone che erano con te all’Aquila sono l’espressione di qualità del periodo che abbiamo vissuto negli ultimi 10 anni, ma non stanno portando idee innovative per i prossimi 10 anni. Spero che su questo tema si possa aprire un dibattito.

  2. Cristiano
    Cristiano dice:

    Ciao Giordano, credo che la cosa utile che io posso fare è portare in giro le idee e la gamma di strumenti che sono nati all’interno del movimento di Transizione. Chi ha la voglia di ascoltare poi deciderà come preferisce e ogni tipo di scelta aumenta la biodiversità dei tentativi, il che è un bene.

    Sappiamo che ognuno si attacca alle cose che fa, cambiare approccio è sempre difficoltoso, ma se potessimo davvero lavorare con il pensiero collettivo, tutti i contributi sarebbero preziosi. Attraverso il lavoro fatto da molti nei 10, 20, 30, 40 anni passati ora è più semplice ragionare sul futuro, io spero davvero che tutti trovino interessante questo approccio e trovino l’entusiasmo di contribuire, ma va bene anche se non succede.

    Sappiamo da tempo che quelli che sembrerebbero i luoghi di naturale espansione dell’idea della Transizione si rivelano in realtà i più refrattari. È normale, è così che il nostro sistema si mantiene stabile e uguale a sé stesso. Allo stesso modo sono assolutamente convinto che le persone che erano al tavolo a L’Aquila potrebbero sommare il loro pensiero e la loro esperienza a quello di tutti gli altri portando un contributo immenso al processo. Vorranno farlo?

    La maggior parte di loro credo pensi di farlo già e di farlo da prima ancora che Rob desse avvio al nostro strano esperimento. Ci hanno speso sudore e dedizione. Lasciamo davvero lo spazio per tutti, l’Open Space che hai sperimentato è questo, funziona sempre e lascia ognuno libero e responsabile delle proprie decisioni.

    Come dice Rob: trust the process.

  3. Gabriella
    Gabriella dice:

    Ho partecipato al convegno dello Sbarcogas e del Des solo in maniera saltuaria, facendo parte dello staff altri compiti mi erano destinati ma alcune frasi sentite qua e là e parlando a tavola con grandi e piccoli gasisti l’impressione che ne ho avuta è che sono splendide persone anche loro in transizione .
    Piccoli GAS favoriscono la relazione
    Grandi Gas contribuiscono a far entrare anche persone che sono interessate solo ad acquistare prodotti biologici magari più economici, ma offono anche la possibilità di creare posti di lavoro (che in questo momento di crisi sono preziosi), comperarsi le terre su cui coltivare e anche questo è transizione.
    A proposito il convegno si è svolto con il sistema dell’ Open Space!
    Grazie perlo splendido resoconto. Ciao Gabriella

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