Tre mesi per salvare l’Euro?
L’intervista rilasciata a Christiane Amanpour della CNN dal direttore del Fondo Monetario Christine Lagarde sta generando titoli ad effetto anche sui nostri giornali (qui, qui, qui, ecc.) .
Il miliardario George Soros ha infatti lanciato una provocatoria previsione di “tre mesi per salvare l’Euro” e la Lagarde ha risposto all’intervistatrice del network americano che “varie cose devono succedere in un tempo anche più breve”.
A mio parere l’aspetto interessante è che l’economia è in bilico e che anche ai livelli più alti non ci sono ricette sensate per uscire da questa situazione. I pilastri traballano, ciò che fino a poco tempo fa si dava per scontato è ora in forse.
Dubito che l’Euro sparisca in 3 mesi (anche se è uno scenario possibile), ma credo che si debba usare questo tempo (3 mesi, 6 mesi, 3 anni, quello che sarà) per costruire velocemente sistemi di circolazione del valore a livello locale, in modo da non farsi cogliere totalmente impreparati in caso di “crolli” rovinosi.
Non ci sono ovviamente solo i crolli, ma anche il lento e progressivo dissanguamento che viene messo in atto per tamponare gli effetti del debito in tutti i Paesi è estremamente pericoloso. Rischia di soffocare ogni iniziativa di cambiamento ed evoluzione.
Vi consiglio di esplorare le alternative possibili, ci sono moltissime esperienze in giro per il mondo e vale la pena rifletterci, sia sui successi che sui fallimenti. Ci sono tanti testi da cui partire, vi consiglio quello nato nell’ambito del movimento di Transizione “Moneta Locale” di Peter North (ricordandovi che in Italia le Monete Locali non sono consentite), ma potete agevolmente reperirne altri.
Vi consiglio anche di ragionare sullo SCEC, che è un circuito potenzialmente molto interessante e con una serie di strutture abbastanza mature a supporto. Non si tratta di essere CONTRO questa economia, ma di trovare i percorsi che possono farla evolvere in qualcosa di più sensato.
Buona esplorazione.
Ciao Cristiano,
ti seguo da tempo con interesse e, con altrettanta passione, studio da anni il problema del signoraggio bancario (ti consiglio di approfondire su internet e di divulgarne le terribili storture) e delle monete complementari. Ci sarà modo di chiacchierare su questo. Per il momento mi permetto di correggere lievemente la tua affermazione: “in Italia le monete locali non sono consentite” precisando che non possono, ovviamente, sostituire l’Euro (moneta legale almeno per ora) ma possono utilmente affiancarla come stanno facendo appunto i circuiti SCEC e altri che stanno nascendo sul territorio.
Grazie. Gianni
Ciao Gianni, grazie del commento è importante far capire però che lo SCEC non è una moneta complementare, ma un circuito di sconto solidale, la differenza è bella grande.
I meccanismi tipici delle monete complementari in Italia, come in altri paesi nel mondo, non sono praticabili al momento per quanto è dato sapere e per i dati storici che abbiamo sui tentativi precedenti.
Questo non è necessariamente un male, infatti quello dello SCEC è un meccanismo che, nato da una limitazione, potrebbe produrre una risposta probabilmente ancora più interessante di quella della moneta complementare, soprattutto in questa fase di progressiva decrescita del sistema.
Il tema è comunque ricco e complesso, vale la pena avventurarcisi con mente aperta e la massima dose di pensiero critico 🙂
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