Autonomia energetica, autosufficienza alimentare e libertà di pensiero

Ciò che ha valore tecnico ha sempre anche un valore etico. Durante i primi corsi sul picco del petrolio e le fonti di energia rinnovabile, realizzati negli anni ’90 ricordavamo sempre una delle massime che ci ha insegnato Enrico Turrini (La Via del Sole): “prima di scegliere la fonte di energia da utilizzare devi decidere quale società vuoi in futuro”.

In questo senso è necessario sviluppare e sostenere strumenti collettivi che ci permettano di costruire sistemi energetici resilienti e locali, oltre che rinnovabili. In Italia lo sviluppo delle energie rinnovabili ha un discreto successo, ad esempio il solo fotovoltaico produrrà quest’anno in Italia circa 23 TWh di energia elettrica (quanto consumano circa 7 milioni di famiglie). Ma il valore che diamo a questa tecnologia non può essere solo di tipo tecnico. Un MW di impianto fotovoltaico realizzato sul terreno agricolo con fondi e procedure dubbie, vedere i casi di infiltrazione mafiosa in alcuni progetti, non può essere da noi paragonato a un MW realizzato sui tetti delle case dei cittadini italiani con fondi propri e leciti oppure ad un impianto realizzato su di un capannone con fondi di una cooperativa solare. Con mezzi diversi si raggiungono obiettivi diversi.

Irrigazione solare a Cuba (ARCS)

Irrigazione solare a Cuba (ARCS)

 

Per dare un senso pratico al nostro lavoro sulla decrescita energetica, iniziamo a conoscere alcune esperienze concrete. Questa volta lascio parlare un amico esperto di energie rinnovabili: Leonardo Berlen, responsabile della redazione e del coordinamento di QualEnergia.it.

Chi vuole far parte del gruppo “Decrescita Energetica” formatosi durante l’ultima, per ora unica, mitica “Transition Fest” può scriverci (reseda@resedaweb.org).

 

Alla ricerca della democrazia energetica perduta

di Leonardo Berlen
 
>> Accesso garantito all’energia di cui ha bisogno; un’energia prodotta senza inquinare l’ambiente o recare danno alle persone. I mezzi di produzione devono essere socializzati; Partecipazione e decisioni della popolazione. Questa è la democrazia energetica rappresentata da diversi esempi europei raccontati in un rapporto

Una ex città mineraria dell’Alsazia in Francia ha trovato con successo una sua strategia di transizione socio-ecologica, rimpiazzando quella sua attività principale. Si tratta di Ungersheim, non lontana dalla discussa centrale atomica di Fessenheim che l’attuale governo vorrebbe chiudere. La cittadina di 3000 abitanti, invece di seguire le linee guida sull’energia del governo, ha cercato un suo percorso indipendente e condiviso tra i cittadini, puntando sull’autonomia energetica, sull’autosufficienza alimentare e, come ha spiegato il suo sindaco, sulla libertà di pensiero.

Obiettivo iniziale era risparmiare e produrre energia localmente per tagliare le spese pubbliche. Prima misura fu un impianto solare per il riscaldamento della piscina comunale, poi seguì una piccola rete di teleriscaldamento a legna. Da qui si è poi pensato di installare piccoli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici, fino ad arrivare alla realizzazione di una centrale solare posta sulle scorie della miniera di potassio in grado di produrre l’elettricità necessaria agli abitanti. La municipalità sta risparmiando sull’energia e dal 2004, a differenza della totalità delle città transalpine, le bollette della utility locale non sono più cresciute.

Le iniziative sono state poi realizzate attraverso una cooperativa fondata nel 2013, in cui investono i cittadini di Ungersheim. I profitti delle attività vanno a finanziare progetti non ancora convenienti economicamente come ad esempio una birreria organica, campagne ecologiste e progetti educativi. La cittadina, che punta anche sul turismo ecologico, ha anche creato una moneta locale accettata in alcuni negozi e resta oggi un cantiere aperto per idee e progetti che coinvolgono la popolazione attraverso un consiglio costituto da 50 cittadini.<<

Penso abbia dato una idea di quanto accade in questa direzione!! Questo è solo un estratto da uno dei suoi articoli che potrà essere letto integralmente su qualenergia.it

 

 

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