Spunti per facilitare il cambiamento 3
Come discutere la Transizione con … n° 5: gruppi religiosi
Da “Transition Culture”. Traduzione di MR
Come può la Transizione approcciarsi più abilmente coi gruppi religiosi locali e quale terreno comune si può trovare sul quale costruire una buona relazione che funzioni?
Punti chiave
- Identificate le persone con le quali è meglio parlare.
- Cercate un terreno comune sui problemi di pace e giustizia o del “bene comune”.
- Molte delle discussioni che avvengono all’interno della Transizione avvengono anche nelle comunità religiose.
Chi
Il professor Tim Gorringe è insegnante di Studi Teologici St. Luke all’Università di Exeter. Nel 1995 è diventato Docente di Teologia Contestuale al St. Andrew e nel 1988 ha ottenuto il suo posto come Professore di Studi Teologici. Al momento sta lavorando in un progetto di ricerca di due anni finanziato dal AHRC (Arts and Humanities Research Council) sui valori che sostengono il cambiamento sociale costruttivo, focalizzato sul Movimento delle Città in Transizione. E’ coautore, con Rosie Beckaham, di Movimento di Transizione per le Chiese: Un Imperativo Profetico pubblicato da Canterbury Press.
“La prima considerazione nell’avviare una discussione con una chiesa è con chi parlare. Se è una chiesa Anglicana o Cattolica sarebbe meglio che vi incontriate col Parroco, se è Metodista o della Chiesa Riformata Unita vi dovreste incontrare con gli anziani della congregazione. Per me, è bene cominciare da una discussione sulla comunità. Tutte le chiese cercano di intendersi come comunità, un’idea che è centrale anche nella Transizione. Ne Il potere di fare semplicemente le cose , il bilancio delle comunità e ciò che possono raggiungere è più positivo che in molte chiese, quindi il concetto di come possiamo andare a costruire comunità più vibranti ed inclusive risuonerà realmente. In quanto a trovare un terreno comune, gran parte delle chiese hanno come“missioni” proprie la promozione di “pace e giustizia”. Quindi il picco del petrolio potrebbe far fatica a risuonare, ma il cambiamento climatico è già ampiamente all’ordine del giorno di molte chiese”. Quali possono essere, ho chiesto a Tim, le modalità che vengono rifiutate nel modo in cui la Transizione viene presentata ai gruppi religiosi? “Se si imbattono in persone strane tipo New Age”, ha replicato. Ha usato l’esempio del suo gruppo locale, Exeter in Transizione: “Come gruppo, il loro approccio è molto comune e di fatto fra loro ci sono dei Metodisti, il che significa che gran parte di quelle sovrapposizioni/collegamenti ci sono già. Le domande che alcuni gruppi di Transizione si pongono in termini di “come andare oltre alla normale diffidenza della classe media” se le stanno ponendo anche le chiese”.
Il cibo può essere una buona via di ingresso, come nella storia della chiesa di Pasadena che ha lavorato con Pasadena in Transizione per creare un orto intorno alla chiesa. Inoltre, se un gruppo di Transizione cerca una grande superficie rivolta a sud per installare dei pannelli solari comunitari, Tim suggerisce che valga sempre la pena di parlare con la chiesa locale, come ha fatto Melbourne in Transizione. Ha poi continuato:“Molte delle discussioni che avvengono all’interno della chiesa si sovrappongono ed entrano in risonanza con la Transizione. Per esempio, le discussioni all’interno della Chiesa d’Inghilterra sui prestiti a breve termine come Wonga, discussioni sull’investimento etico e così via. Offrite di fare una conferenza, condividete e salutate. Porre la domanda “che tipo di comunità siamo e che tipo di comunità ci piacerebbe essere?” apre uno spazio immenso per lavorare insieme”.
La cosa da ricordare, ha concluso Tim, è che le chiese, e le comunità religiose, sono parte di una cultura più ampia, hanno le stesse domande e preoccupazioni di chiunque altro. Le persone sono preoccupate per la propria comunità e per il “bene comune”, una nozione profondamente radicata nel cristianesimo. E cos’è la Transizione fondamentalmente? E’ bene comune. Forse è nel bene comune che si può trovare un terreno comune.
Grazie Massimiliano
Di Nulla 🙂