Com’è andata, a Vasto?

Mi piacerebbe leggerlo un po’ nelle parole di chi c’era, com’è andata la serata di Transizione a Vasto… Il pubblico era numerosissimo, credo ci fossero un centinaio di persone, interessante il fatto che la maggior parte dei presenti fossero membri di associazioni già attive da anni sul territorio (Club Unesco, WWF, Arci…). Questo ha creato una discussione diversa da ciò che succede quando ci si incontra tra “privati cittadini”, e quella che è emersa è stata soprattutto una grande fame di collaborazione, con qualche difficoltà sul “come”. Che la Transizione possa funzionare da “catalizzatore” o, come ha detto Lorenzo, da “moltiplicatore”, è una gran bella speranza…

A Vasto ho incontrato un territorio disastrato dal cemento e dall’industrializzazione a macchia di leopardo, e tante tante persone motivate e fiere delle loro battaglie, passate e presenti, e di tante vittorie, parchi sul litorale, botteghe del commercio equo che comunicano col mondo, un quindicenne (!) fan della Billi che sul picco del petrolio ne sapeva più di me al quadrato (gente dell’ASPO, vi serve un apprendista?), un GAS che lavora bene, e una curiosa, serpeggiante e imbarazzata risata all’idea che sì, dico sul serio, sono qui a suggerirvi di parlare con i vostri vicini.

Grazie a tutti dell’ospitalità, a Lino, a Lorenzo, alle bimbe pizzicare, al Don Tecnico (eravamo ospiti dei Salesiani, per cui grazie anche a loro), etc etc etc. Ne esco tra le varie cose con una gran voglia di rimettere mano alla presentazione per togliere un po’ di dichiarata “fumosità”, alla parte sul metodo, anche se temo che alla domanda dell’assessore che ha chiesto “si, ma cosa dobbiamo fare?”, oh Vastesi, possiate rispondere solo voi. E non fatevi distrarre troppo dalle elezioni, cè tanto da fare di pratico, cominciando da ieri!

5 commenti
  1. Dario Tamburrano
    Dario Tamburrano dice:

    Eh eh eh! il Quindicenne è un mito, scrive spesso a me e a Debora Billi via facebook. Davvero un ragazzo che sta assorbendo come una spugna conoscenze. Persona molto sensibile e ammirevole! Lo abbiamo “adottato” 😉

  2. Mario95
    Mario95 dice:

    salve,sono il quindicenne 😀 .Comunque non so ma io tutta questa fame di collaborazione non l’ho vista. Non per fare il guastafeste ma a questo convegno è venuta la parte più ambientalista della città(in una città da sempre democristiana e fatta da cementificatori) e già hanno inziato a dire che il problema lo pongono già altre associazioni e che questa non ha nulla di speciale.Ma sinceramente non ho visto nessun convegno del wwf dove si parlava del picco del petrolio e delle conseguenze e se vai a parlare con le persone non sono a conoscenza della reale portata del problema.

    Secondo me il problema più grande è far capire che cambiare è una necessità e non un obbligo morale.Come diceva Deborah le immagini di un orso bianco morto non servono,perchè la gente dice :”che me ne frega di un orso” ,se invece gli fai capire che se non cambi in modo graduale finisci giù a precipizio allora ottieni l’effetto sperato.Però dubito si riuscirà a farlo,forse cercheremo di fare qualcosa mentre siamo nel precipizio,ma sarà troppo tardi,quindi per precauzione io mi preparo al peggio(che poi non sarà poi cosi’ peggio,almeno sperimento lo stile di vita dei miei nonni)

  3. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Il movimento della transizione ha due punti forti, che però non ho visto subito.

    Il primo è nello studio approfondito (perchè di questo si tratta) dei due problemi fondamentali: il picco del petrolio e i cambiamenti climatici. E’ una prima fase che porta ad avere una chiara rappresentazione del presente e del probabile futuro. Sono le conoscenze (per brutte che possano sembrare) che una volta acquisite metteranno in moto le persone. Solo così si può evitare che anche queste cose si “sappiano” senza però fare nulla.

    Il secondo punto è la soluzione proposta per affrontare i cambiamenti. Soluzione che a prima vista appare parecchio fumosa e che è semplicemente: “ciascuna realtà trovi insieme la sua strada”. Anch’io, lì per lì, avrei voluto delle indicazioni operative più chiare invece di una dichiarazione di principio. Ripensandoci, vedo invece che ha fatto bene a dirci semplicemente: cominciate ed il resto verrà da se; trovate da soli la strada. Credo che non sarebbe stata credibile se ci avesse detto: questa è la via, questo è il movimento, con le sue regole, la sua gerarchia, il suo leader. Ovviamente le idee pratiche non mancano, ma non era il momento per parlarne.

    A ben guardare, è proprio quel che stiamo già facendo: non importa come lo chiamiamo: Città di transizione, Costituente del Parco, Movimento per l’acqua pubblica, GAS o altro, sono tutti parte dello stesso fiume.

    Riflettere su questi due punti è importante perchè indica una strada per aumentare di numero, per raggiungere quelli che vorrebbero o potrebbero fare ma che non sanno nè come nè dove.

    Non bastano i gruppi su facebook che creano solo legami virtuali. Non servono le petizioni e le manifestazioni se chi vi partecipa pensa che per cambiare le cose sia sufficiente manifestare una domenica all’anno o mettere una firma. Non serve fare convegni in cui si parla della pericolosità di questo o di quello: chi ascolta passivamente se ne torna a casa da solo ancora più spaventato e depresso per la propria impotenza. Internet non può essere l’unico canale di comunicazione: perchè – ad esempio – non raggiunge le persone anziane che sono invece fondamentali, soprattutto nel nostro paese culturalmente in declino.

    Occorre partire aiutando a conoscere i problemi, facendolo assieme e conoscendosi nel farlo.

    Per ora grazie Deborah e arrivederci

    lorenzo

  4. Mario95
    Mario95 dice:

    mi puoi suggerire qualche documento o sito ecc. nel quale posso studiare il picco in maniera più approfondita?Sempre secondo le mie conoscenze,grazie

    • Dario Tamburrano
      Dario Tamburrano dice:

      Mario… ti assicuro che tu dal nostro scambio di mail, del picco non hai molto di piu’ da imparare di quello che già sai!

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