Com’è andata a Rovereto
Era un po’ che non facevo un tDay, ma ad Angelica lo dovevo da tempo, a lei che aveva partecipato al primo Transition Training fatto in Italia e che finalmente ha trovato attorno a sè le condizioni per organizzare questo momento d’incontro.
C’erano una cinquantina di persone, la sala non avrebbe potuto accoglierne di più e quindi ci scusiamo con quelli che non hanno potuto partecipare per esaurimento dei posti. I presenti, come sempre, si sono dimostrati attentissimi e in grado di sorbirsi la faticosa galoppata alla scoperta del mondo che ci circonda e di reagire nel pomeriggio cominciando subito a immaginare evoluzioni e soluzioni nel corso di un veloce World Cafe.
Devo però rilevare che, ancora una volta, il tempo è passato e qualcosa è cambiato. L’esposizione allo “scenario” e il dolore che ne consegue, colpiscono ora in modo diverso, più istantaneo e violento.
I collegamenti tra quello che raccontiamo e la realtà sono adesso molto più facili, e in un clima generale di incertezza è più probabile essere presi subito dalla paura e dal senso di urgenza. Il risveglio, insomma, ora avviene in modo più brusco e tagliente, con meno cuscini sotto cui nascondersi prima di affrontare i fatti per come sono.
A chi c’era vorrei dire che l’altalena tra entusiasmo e depressione che sta vivendo è normale e che il bello viene dopo un po’, quando la paura comincia a passare e ci si rende conto che si può davvero cominciare a riprogettare tutto con l’obiettivo di ritrovarsi in un mondo decisamente più piacevole di quello attuale.
Partite da voi stessi, dalla vostra famiglia, dalle persone che vi stanno attorno, ma soprattutto partite dalle cose che più vi divertono e vi entusiasmano. Procedete con passi “piccoli e lenti” e scoprirete di avanzare a una velocità sorprendente. Siete già un bel gruppo, continuate a vedervi e a parlarne, accogliete i sentimenti e le idee di tutti e appena ve la sentite passate all’azione.
Se ne avete voglia lasciate i vostri commenti e le vostre idee utilizzando questo post, può essere un’occasione per coinvolgere altre persone del territorio che magari non hanno potuto partecipare.
Un abbraccio a tutti, e un grandissimo grazie ad Angelica, ai ragazzi di OrtiCorti per l’impeccabile organizzazione e al Progetto Manifattura per l’ospitalità.