Io, Montespertoli e la neocorteccia
Il tDay di Montespertoli ha visto una partecipazione di persone decisamente superiore alle aspettative, anzi, per prima cosa mi scuso con quelli che si sono fatti la mattinata in piedi, o addirittura affacciati alle finestra (da fuori). La sala non poteva contenere più di un centinaio di persone mentre eravamo davvero tanti.
Grazie quindi della pazienza, della tenacia e della capacità di ascolto dimostrata. Tra quelli che hanno deciso di essere con noi anche il sindaco e un’assessore intervenuti in forma privata con l’intenzione di informarsi, valutare e comprendere.
Nel pomeriggio ci siamo divisi in due gruppi, uno piuttosto nutrito ha continuate le “chiacchiere” con me, mentre il secondo, composto da persone già attive in ambiti diversi a livello locale, ha messo in piedi un WorldCafè facilitato dal Gruppo Guida montespertolese (si dirà così?). Potete leggere anche un piccolo istant report che è saltato fuori alla fine.
Insomma, una gran bella giornata e credo che il Gruppo locale possa giustamente celebrare il momento (cosa che abbiamo fatto prontamente con tè, vinello e biscottini alla sera).
Sperimentazione sul campo
Un aspetto molto interessante è stata la sperimentazione sul campo che è avvenuta, per puro caso, nel pomeriggio. Avevo parlato in mattinata dei problemi della nostra neocorteccia e di come, lo strano rapporto che abbiamo con la realtà, ci metta molto spesso in grossi guai.
Chi ha visto un mio talk sa che a un certo punto parlo della percezione che abbiamo del problema del riscaldamento globale. Di solito mostro questo grafico.
In blu gli studi scientifici (13.950), pubblicati in peer review, che supportano il fatto che il riscaldamento del pianeta nelle proporzioni oggi misurate sia causato dall’uomo e dalle sue emissioni in atmosfera, in rosso gli studi che dubitano (24).
La logica, la razionalità, il buon senso, suggeriscono quindi di agire secondo quello che abbiamo capito e che ormai conosciamo di questo fenomeno, cosi come facciamo spesso per altri aspetti della nostra vita più vicini e comprensibili. Saltereste dal decimo piano perché una volta uno che lo ha fatto è sopravvissuto e non si è fatto praticamente nulla? Credo di no. E non pare una decisione complicata da predere, giusto?
Per altri temi non è così, perché il nostro agire è sempre solo parzialmente e marginalmente razionale. Molto più spesso ragioniamo e compiamo azioni spinti e motivati da altro: prevalentemente emozioni e pulsioni genetiche. Sto ovviamente semplificando, ma come diceva il buon Jung “Di regola le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti che con la volontà cosciente e la ragionevolezza.”
Questo comporta che, quando si guarda il grafico qui sopra, ci sono persone che si sentono irrimediabilmente attratte dal pallino rosso, spesso con motivazioni molto variegate.
Così, nel pomeriggio, qualcuno a Montespertoli si è alzato e ha spiegato ai presenti che il riscaldamento globale è prodotto dal sole (1), che andiamo verso un’era glaciale (2), che ci sono tentativi di controllo del clima attraverso le scie chimiche (3), ecc (molti di quelli che leggono conoscono il resto del repertorio). Lo ha fatto in perfetta buona fede e convinto delle proprie convinzioni (abbiamo avuto modo di chicchierare un po’ a fine giornata), ma ovviamente senza avere nulla che le collegasse al mondo reale con un nesso oggettivo e razionale.
È stato un momento molto interessante, perché ha permesso di osservare “in diretta” gli strani effetti della complessa relazione tra cervello recente (la neocorteccia) e apparati più atavici. Vi assicuro che una cosa che succede a tutti noi primati dal cervello grosso (a me per primo), e per certi versi è quello che ci permette di essere umani (e non vulcaniani, ad esempio). Attraverso questi meccanismi, ormai studiatissi, riusciamo a essere poeti, a essere creativi, ad amare e, purtroppo, anche a fare un sacco di danni a noi stessi e a tutto ciò che ci circonda.
Chiunque cerchi di portare la Transizione nella sua comunità dovrà entrare in relazione anche con questo modo umanissimo di percepire il mondo e la realtà oggettiva, è quindi importante immaginare modalità di dialogo e spazi in cui questa nostra caratteristica trovi al contempo accoglienza e possibilità di evoluzione.
Non è facile, ma nemmeno impossibile, soprattutto se si trova il modo di evitare lo scontro tra razionalità e componenti emozionali e se si ha successo nell’introdurre elementi culturali che spesso mancano. Il mondo in cui viviamo è estremamente complesso, e come ho cercato di spiegare anche a Montespertoli, non siamo progettati per comprendere cose così complicate.
Insomma, giornata intensa, molti incontri interessanti, Olmo in grande forma, ho pure firmato un autografo, che dire? Grazie a tutti e, come al solito, usate i commenti a questo post per lasciare idee, saluti, testimonianze.
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1 – La cosa buffa della teoria del riscaldamento dovuto all’effetto del sole è che è di uno scienziato, Lassen (1991), che poi si è reso conto di aver preso un abbaglio e ha corretto le sue osservazioni (quelli seri fanno così). Ma a chi vuole credere che sia così, o a chi interessa fare credere che sia così, la cosa ovviamente non importa (se volete approfondire). L’aspetto ancora più interessante dell’Errore di Lassen è che si tratta di un meccanismo tipico della mente umana, ovvero quello di creare correlazioni per interpretare la realtà. Non è un caso che a un certo punto, per capire davvero il mondo, ci siamo inventati il metodo scientifico (con tutti i limiti che può avere), ma che ci aiuta distinguere ciò che è oggettivo da cio che non lo è. Insomma, il pensiero critico non è tutto, ma serve a non prendere cantonate piccole e grandi.
2 – In questa intervista a Stefano Tibaldi che abbiamo usato in ANCI ER per un training sull’adattamento climatico dedicato ai sindaci c’è qualcosa sull’argomento: con il riscaldamento globale, certe zone possono anche diventare più fredde, questo con una nuova glaciazione però non c’entra.
3- Il cielo è pieno di strane scie, e sono sempre di più, quale potrebbe essere la causa? Beh, il fatto che il cielo sia pieno di aerei sicuramente aiuta (scatto dei soli aerei commerciali in volo poco fa)… poi ovviamente l’effetto psicologico che questo comporta andrebbe descritto più a fondo. E non mi interessa aprire una discussione sulle scie chimiche, sto solo cercando di ragionare sul funzionamento del nostro cervello.
siamo fortiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Sono rimasto colpito non solo dalla qualità dei temi trattati ma dalla partecipazione, spero che nel territorio di Montespertoli possa nascere un movimento a cui garantisco la mia partecipazione.
Grazie della bella occasione di <3
l’istant report dei quattro gruppi di lavoro..ovviamente seguirà poi il report meditato e approfondito (devo togliere ovviamente vero?)
SCUOLA
Una scuola in transizione rivede le sue metodologie didattiche, quindi il come e non tanto il che cosa s’insegna. Pone al centro dell’attenzione l’alunno, lo accoglie in un ambiente bello e colorato, propone attività manuali, stimola la creatività e resta aperta il pomeriggio offrendo corsi di giardinaggio, cucina, pittura, ecc. Considera l’insegnante non come il possessore di una conoscenza assoluta, ma come un facilitatore dell’apprendimento.
Una scuola in transizione cerca di istaurare relazioni con le famiglie basate sulla collaborazione e sul riconoscimento reciproco del proprio ruolo. La scuola pubblica dovrà sempre di più appoggiarsi sul contributo materiale e affettivo dei genitori degli alunni.
A Montespertoli, da alcuni anni, va avanti l’esperienza del progetto senza zaino: gli alunni costruiscono le loro competenze attraverso il cooperative learning e gli insegnanti sperimentano nuove metodologie didattiche.
TRASPORTI
Osare chiedere e offrire un passaggio partendo dai vicini
Perché la mobilità sono funzioni che incidono su molte attività umane
Far nascere un gruppo di approfondimento sul tema perche intervenga sulle amministrazioni suggerendo attività di trasporto collaborativo ed ecologico come già esisteva a siena
E creare luoghi di ritrovo per spostamenti
Presupposto perche questi suggerimenti possano funzionare è la fiducia nelle relazioni umane
AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE
Ci siamo interrogati intorno al significato da attribuire a questi termini. Nelle varie sessioni abbiamo convenuto che intendiamo il movimento verso l’autosufficienza non come un processo autarchico, ma come riappropriazione e gestione comune delle risorse.
È stata proposta la definizione di “luogo nutritivo” per sottolineare l’importanza del localizzare la produzione ed il consumo degli alimenti.
In questo senso sono state proposte come iniziative da intraprendere la creazione di un coordinamento in cui siano coinvolti produttori e consumatori, che sostenga il processo di localizzazione. Questa “partecipazione aperta” può permettere lo scambio oltre che materiale (condivisione di beni e di lavoro), di saperi e conoscenze.
Processo di formazione che faccia tesoro delle esperienze passate e presenti.
Momento fondamentale risulta essere una mappatura di tutte le terre incolte sul territorio.
Rimane in sospeso la necessità di coinvolgere in questo processo le amministrazioni pubbliche, tendenzialmente questo passo appare necessario in un “secondo momento”.
Anche per questo tema è stata sottolineata l’importanza di luoghi dove poter “agire”: in questo si propone una “cultura progettuale” nei momenti aggregativi dei Gas e dei mercati.
FARE RETE
Partendo dal concetto del gruppo guida nato a kilometro zero riscoprire il valore di comunità empatica e vicina. Differenza fra le reti di paese (espressione spesso di bisogno e sopperire alla difficoltà di collegamenti attraverso una rete solidale di vicinato ecologicamente sostenibile, al bisogno e la difficoltà del fare rete in città alle volte superato attraverso iniziative culturali e attraverso la creatività. Quindi rete che nasce da un bisogno rispondendo a esigenze precise e anche fare rete lavorando sul problema e quindi LA MOLLA
Al problema di scarsa circolarità di informazione si risponde attraverso la visibilità e la documentazione
Condizione essenziale: avere un punto di aggregazione fisico= un nodo della rete ad esempio la ex scuola di San quirico
Fare rete attraverso progetti (esperienza della mag e del cocchiere del chianti). Uno dei progetti che porterebbe maggior aggregazione l’agricoltura come sede di conoscenza e trasmissione delle conoscenze. Fare rete riscoprendo il valore delle memorie e delle radici attraverso gli anziani.
Visibilità attraverso LA FESTA!!!
Mi è sembrato un successo in se che tantissime persone abbiano seguito per una giornata intera, con passione e concentrazione, degli argomenti essenziali ma non sempre facili. Vedo con gioia una solida base per azioni future.
Purtroppo ho potuto partecipare solo alla mattina ma è stata una bellissima esperienza. Vorrei entrare in contatto con il gruppo di Montespertoli per approfondire concretamente l’argomento e capire come poter formare un gruppo attivo anche a Castelfiorentino dove abito. La mia mail è mchiti@gmail.com grazie a chi si vorrà mettere in contatto con me.
Il successo della splendida giornata trascorsa tutti insieme è principalmente dovuto alla straordinaria partecipazione.
Come gruppo siamo ancora sovrastati dalla smisurata energia creata sabato 12: abbiamo dovuto ri-elaborare il tutto a livello di gruppo, dopo averlo fatto a livello individuale.
Ci scusiamo con quanti ci avevano chiesto di poter partecipare da subito a gli incontri che abbiamo tenuto in questi giorni: portate pazienza.
Durante la settimana appena trascorsa abbiamo raccolto, parlato, insomma ci siamo confrontati.
E dopo il 12 Gennaio?
Le proposte, emerse dai gruppi di lavoro del pomeriggio, hanno avuto un minimo comun denominatore: l’esigenza di uno spazio fisico che diventi un nodo importante della rete sociale, accanto agli spazi virtuali di approfondimento e studio.
La nostra prima riunione ha cercato di rispondere a questa esigenza e molte sono state le ipotesi a cui tuttora stiamo lavorando.
La nostra strada proseguirà in vari modi, ecco la nostra proposta:
1- le azioni concrete:
A breve cercheremo di organizzare una riunione fra produttori e gas per cercare di rilanciare un mercato a km0 e iniziare a buttare le basi concrete per una sovranità alimentare sempre più condivisa.
Più in generale e nel lungo periodo: traghettare Montespertoli, verso una economia non dipendente dal petrolio e fortemente resiliente.
2- giornate di studio:
A queste, sarà chiamato ognuno di noi con le proprie competenze e curiosità.
Ad esempio, abbiamo pensato a una giornata in cui Alessandra e Luigi, che hanno studiato l’Open Space Technology, ci aiuteranno a capire come funziona e quanto possa essere efficace.
Una riunione dedicata alla Permacultura illustrata da Linda, che già sta progettando insieme ad altre persone un terreno per l’applicazione di questa “filosofia”.
Altre, dedicate alla lettura condivisa e ragionata del “Manuale della transizione”.
3- organizzazione di giornate di approfondimento:
A queste, saranno chiamate a partecipare personalità specifiche,
ad esempio:
Il prof. Ugo Bardi, per quanto riguarda il “picco del petrolio”, Maurizio Pallante per la “Decrescita Felice”, e ancora, passando al tema monetario, Flavio e il gruppo fiorentino di Arcipelago Scec, per una giornata sulla “sovranità monetaria” e l’importanza di una “moneta” che torni a essere “strumento di misura” e non il “fine”, e ancora, una dedicata alla MAG per quanto riguarda il microcredito e il prestito di “denaro senza l’applicazione di un interesse”, come una sulla creazione di una rete internet di proprietà dei cittadini, e tante, tante altre ancora.
4- organizzare un ciclo di proiezioni cinematografiche:
Film e filmati, che ci aiutino ad approfondire e a divulgare le tematiche che affronteremo, attraverso “eventi pubblici” volti alla sensibilizzazione.
NB. Sabato scorso Transition Italia era su RAI 3 Ambiente italia
5- per confrontarci rapidamente:
Abbiamo aperto la pagina facebook per chi usa questo social network
Ma stiamo pensando anche ad un forum, anche se prima volevamo un confronto più ampio per garantire una copertura di moderatori sufficiente a renderlo fruibile (e qui si facciano avanti gli “spippolatori” di computer…)
6- fare festa!
Sopra ogni altra cosa, e per nostra esperienza personale, tutto quello che faremo, deve poter essere sentito come un momento positivo e divertente, dobbiamo poter affrontare ogni percorso con lo spirito della cooperazione e dello stare insieme felicemente, cercando di trasmettere tutto questo a coloro che incontreremo.
Prossimi appuntamenti: lunedì 28 gennaio a Colle Valdelsa ore 17,30 Teatro del Popolo andremo a sentire Serge Latouche che parlerà di decrescita felice
Montespertoli in transizione
A proposito dei cambiamenti climatici e delle false informazioni…
Date una occhiata qui: http://www.independent.co.uk/environment/climate-change/exclusive-billionaires-secretly-fund-attacks-on-climate-science-8466312.html
Se volete approfondire, una buona lettura è il libro di Mann The Hockey Stick and the Climate Wars: Dispatches from the Front Lines, che però al momento credo non sia tradotto in italiano.
a proposito di cervello e cervelli e letture della realtà, possono essere interessanti le ricerche e le scoperte di Lucia dettori ,per chi vuole andate su http://www.ondedelta.com
buona vita Rosangela