Io faccio così
Quando Transition Italia era ancora solo un’idea e avevamo deciso di andare a da Jacopo per parlarne un po’ il primo giornalista a farsi vivo, direi proprio prima che ci fosse anche solo una traccia di possibile notizia, è stato Daniel. “Io vorrei esserci” mi ha detto, “questa cosa che state facendo va raccontata”.
E infatti c’era, e da lì in avanti c’è stato sempre. Infatti leggere il suo libro “Io faccio così” è stato come scorrere il diario di questi ultimi 5 anni e incontrare di nuovo tante delle persone che ho conosciuto, con cui abbiamo collaborato e condiviso tratti di avventura, scoperte, successi e delusioni (in realtà queste ultime sono davvero poche).
Attraverso il suo viaggio in camper nell’Italia che cambia Daniel ha costruito una specie di enciclopedia dei tentativi in corso che penso possa rappresentare una vera sorpresa per un grande pubblico di persone che sono lontane da tutte queste esperienze. Magari non ne sanno nulla, non ne hanno mai avuto notizia e non immaginano la biodiversità e la fertilità di questo complesso movimento di sperimentatori.
Sotto il profilo personale, davvero tante delle persone che appaiono nel libro sono amici, nel leggere mi immaginavo la loro voce, le loro espressioni e riconoscevo il modo in cui di solito raccontano del loro lavoro. Questo mi fa pensare a quel grande filo rosso che ci collega e forma una rete sempre più fitta e solida di esperienze interiori ed esteriori estesa ormai in gran parte del mondo (anche se ovviamente Daniel si è limitato a girovagare per lo stivale).
Fatico quindi ad avere una visione distaccata di questo libro, mi suona come una storia di famiglia raccontata attorno al fuoco. Immagino però che possa diventare un utile strumento di esplorazione per chi ha voglia di avventurarsi alla scoperta di nuovi paradigmi. Da non sottovalutare nemmeno il giacimento di storie dalle quali attingere ispirazione e spunti, insomma, probabilmente si tratta di un buon compagno di lavoro per chi si occupa di transizione e percorsi affini.
Colgo l’occasione per abbracciare virtualmente Daniel e tutti gli amici citati nel libro che probabilmente passeranno di qui a leggere la mia micro recensione: è bello sapere che siete tutti là in giro a fare danni… 🙂
Daniel rappresenta quella parte intellettualmente stimolante e frizzante del giornalismo che serve all’uomo per elevarsi quel tanto che basta per scorgere nuove prospettive di vita per vivere inteaamente la propria esistenza!
Grazie a tutti voi!
Fabrizio