Bruxelles II

Responsabilità Sociale Condivisa

10:20 – Fino a ora Jean Lambert (Parlamento Europeo) è l’unico raggio di luce, L’apertura di Barroso e precedenti relatori sono stati abbastanza ovvi e istituzionali, ma si continua a parlare di crescita come unica via verso il futuro. La Lambert ha cominciato invece a esplorare un aspetto interessante, quello della condivisione del potere… “una torta che non ha un numero finito di fette”.

10:45 – Gilda Farrell (Consiglio d’Europa) evidenzia come le sfide che dovremo affrontare, sotto tutti i punti di vista, sono talmente grandi che è assolutamente necessario fare ricorso all’intelligenza di tutti per trovare le risposte possibili. Condividere la responsabilità del futuro diventa oggi imperativo, non bastano gli Stati. La pressione economica non può minacciare la coesione sociale come sta avvenendo ora.

11:00 – Siamo alla tavola rotonda degli ospiti illustri. La tavola però è bella dritta e non pare che ci sarà interazione tra loro, ognuno legge il suo intervento, serve caffé, metà della sala ha lo sguardo perso nel vuoto (Ellen da segni di insofferenza,vuole portare tutti fuori per un Open Space)… Questa fase pare confinata all’ambito della pura liturgia istituzionale, dopo comincia il dibattito e ci aprono i microfoni… Vediamo.

11:30 – È il turno di Sean Healy (Social Justice Ireland)… Sembra interessante… Il modello economico che abbiamo sostenuto per tanto tempo si è rotto, ora dobbiamo cambiare strategia. La crescita non può più essere la via per risolvere il problema dell’equità sociale. Serve un modello alternativo. In Irlanda le persone più povere si vedono sottratte le risorse per riempire le voragini prodotte dai banchieri. È una sfida enorme e dobbiamo. Imparare a misurare ciò che conta. serve una nuova idea di salute, un più ampio concetto di “educazione”, una nuova cultura e un investimento nel capitale sociale…(I love this man)… Dobbiamo fare attenzione che condividere la responsabilità diventi lo scaricare la responsabilità dagli stati alle forze sociali. Al contrario, tutti devono rendersi conto che ogni attore ha la responsabilità di ciò che succederà in futuro. (lungo applauso… Ci siamo svegliati).

11:55 – Pietro Guindani (Vodafone)fa riferimento diretto al documento in discussione. Come faremo in pratica a coinvolgere le aziende (corporations) nel processo di responsabilità sociale?

11:05 – Martin Hirsch (Agence du servire civique). Parliamo di Irresponsabilità Sociale Condivisa, non è una battuta, ma il modo in cui il sistema a funzionato fino ad ora, la causa del problema. Tutti hanno fatto quello che conveniva al momento senza preoccuparsi di ciò che facevano gli altri o del futuro.

12:30 – Microfoni aperti

Diciamo che i partecipanti non sono timidi… Le prime due domande sono sui limiti dello sviluppo… Tutto troppo veloce… Vi riferisco dopo.

14:00 – Si ricomincia e come dice Howen la pausa pranzo è stata la parte più interessante e divertente delle giornata, almeno fino ad ora. Tanta condivisione e scambio di esperienze e informazioni. Molto bello. Siamo stati tentati di scappare al pub e continuare li. Il senso del dovere ha avuto la meglio ed eccoci qui ad ascoltare l’intervento di Rodotà sul ruolo di Beni Comuni.

Bel discorso a 360 gradi, si spazia dal diritto d’autore al diritto all’acqua, dal digital divide al all’open source, dai brevetti sui farmaci all’accesso a internet. Un intervento interessante che tocca anche in parte il problema di base delle risorse e della insostenibilità dell’attuale percorso, forse non c’è proprio tutto il coraggio che servirebbe, ma non male davvero.

A una domanda della moderatrice Rodotà risponde che bisogna andare oltre la logica della proprietà privata e proprietà pubblica. È su questo che si basa oggi il nostro schema, ma serve una modalità diversa e partecipata per la gestione e la tutela di tutto ciò che è bene comune (interessante).

14:45 – Nuova tavola rotonda (sempre dritta). Con tutto il rispetto per gli oratori, preparati e competenti… Al momento non sappiamo come rimanere svegli…

16:30 – Picco delle risorse sociali, non lo chiama così Peter A. Hall della Harvard University ma è anche di questo che parla. Così come ci preoccupiamo dell’ambiente dobbiamo preoccuparci di preservare le risorse e la struttura sociale… Bell’intervento che riassegna agli stati le giuste responsabilità, alle aziende un ruolo attivo nella dinamica sociale con obiettivi che vadano oltre la mera logica commerciale, e al network sociale un ruolo fondamentale per il consolidamento dei principi e dei diritti. Interessante punto di vista, una possibile, vera strategia di condivisione delle responsabilità sociali.

15 commenti
  1. Gianni
    Gianni dice:

    Grandissima la diretta da Bruxelles!!! Trova il modo di fargi sapere che siamo in tanti.
    Gianni

  2. mauro giorgis
    mauro giorgis dice:

    Grazie Cristiano di questi aggiornamenti in diretta….
    Gianni ha ragione!
    Forza!
    Ciao Mauro

  3. giordano mancini
    giordano mancini dice:

    Grazie Cristiano. E’ triste vedere che siamo governati da chi non ha senso della realtà.

    Buon lavoro!

    Giordano

  4. Ester
    Ester dice:

    è emozionante essere coinvolti così :sono certa che riuscirete al di là di tutto a lasciare un segno tangibile di ciò che è questo movimento.Siamo con voi.
    Ester

  5. peterpingus
    peterpingus dice:

    “11:00 – Siamo alla tavola rotonda degli ospiti illustri. La tavola però è bella dritta e non pare che ci sarà interazione tra loro”

    “14:45 – Nuova tavola rotonda (sempre dritta)”

    Indovinello: se (oggi a Bruxelles) una tavola rotonda è dritta come potrebbe essere un Open Space? faccio fatica ad immaginarlo… mi piacerebbe però capirlo.

  6. Rinaldo
    Rinaldo dice:

    La risposta di Rodotà mi pare veramente rivoluzionaria.
    dovremmo riuscire a superare la dicotomia mortale tra nani imbecilli che sbandierano la paura del comunismo come nel 1948 e gente di “sinistra” troppo occupata a coltivare solo il proprio bunker, così da poter riprendere la profonda umanità del collettivo, della comunità, che dovrebbe essere promossa di pari passo con un profondo senso del “dono di condivisione”.

    By the way: per capire cosa può fare una comunità decisa e libera, consiglio la lettura di questo articolo sulla “rivoluzione d’Islanda” http://www.senzasoste.it/le-nostre-traduzioni/islanda-una-rivoluzione-nel-cuore-delleuropa. Non tutto è forse condivisibile, ma lo spirito della Libertà è fondamentale.

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  1. […] in occasione della conferenza sulla responsabilità condivisa al Consiglio d’Europa. Ero là tra gli invitati ad assistere e a dare un contributo e ho trovato la sua analisi assolutamente […]

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